Visualizzazione post con etichetta santo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta santo. Mostra tutti i post

giovedì 10 maggio 2012

O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre – San Massimiliano Kolbe -

O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre.
Sai che non sempre riesco a pensarti con l'attenzione che meriti.
Tu non ti sei dimenticato di me, anche se io vivo spesso lontano dalla luce del tuo volto.
Fatti sentire vicino, nonostante tutto, nonostante il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia.
Avrei tante richieste da farti poiché, come sai, qui c'è bisogno di molte cose. Ma oggi non voglio fermarmi ad esse, poiché il mio cuore mi suggerisce altro.
Dammi la pace interiore, non quella a buon mercato che viene dal sentirsi giusti, ma quella che solo tu sai dare.
Dammi la forza di essere vero, sincero; strappa dal mio volto le maschere che oscurano la consapevolezza pura e semplice che io valgo qualcosa perché sono tuo figlio.
Toglimi i sensi di colpa, ma dammi insieme la possibilità di fare il bene.
Accorcia le mie notti insonni; spazza via le tante paure che mi vengono dietro come ombre; dammi la grazia delle conversione del cuore.
Fammi comprendere che si è persone anche quando ci si riconosce vulnerabili, e si ha la libertà di piangere sul male del mondo.
Ricordati, Padre, di coloro che sono fuori di qui e che provano ancora interesse per me, perché io mi ricordi, pensando a loro, che solo l'Amore crea, l'odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le mie lunghe e interminabili giornate.
Ricordati di me, o Dio, poiché sono sempre tuo figlio e come tale desidero cominciare a vivere.

(San Massimiliano Kolbe)

  Zdunska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941
iazione, ilLa morte non si improvvisa, si merita con tutta la vita. (San Massimiliano Kolbe)
Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell'ordine dei francescani e, mentre l'Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte. (Avvenire). Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/34050

Buona giornata a tutti. :-)




sabato 1 ottobre 2011

La devozione è possibile in ogni vocazione e professione – San Francesco di Sales -

La devozione è possibile in ogni vocazione e professione.
Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11).
Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.
La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall'artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l'artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo?
Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile?
Questo errore si verifica tuttavia molto spesso.
No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione.
La cura della famiglia è resa più leggera, l'amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. È un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dell'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.
È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari.
Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.

(San Francesco di Sales)
Fonte: “Introduzione alla vita devota (Filotea), parte 1^, cap. 3” di  San Francesco di Sales


San Francesco di Sales (1567 – 1622)
«Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore».

Figlio primogenito di un’antica famiglia della Savoia si laureò all’università di Padova per divenire avvocato, scelse di divenire sacerdote e come tale fu ordinato nel 1593. Fu direttore spirituale di San Vincenzo de’ Paoli. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe a Digione la nobildonna Giovanna Francesca Frèmiot, vedova del barone de Chantal, con la quale iniziò una corrispondenza epistolare ed una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell' Ordine della Visitazione. La spiritualità e l'intensa attività missionaria di Francesco di Sales hanno ispirato nei secoli i fondatori di numerose famiglie religiose come le Oblate salesiane, le Figlie di San Francesco di Salles, le Salesiane di don Bosco… Vero pastore di anime, ricondusse alla comunione cattolica moltissimi fratelli da essa separati, soprattutto calvinisti e luterani,  insegnò ai cristiani con i suoi scritti la devozione e l’amore di Dio.E’ stato proclamato santo da papa Alesandro VII ed è uno dei Dottori della Chiesa cattolica. È venerato come santo anche dalla Chiesa anglicana. Il suo cuore incorrotto si trova nel Monastero della Visitazione a Treviso (Italy).

mercoledì 25 agosto 2010

Non c’è niente di così personale... - Papa Giovanni Paolo II -

Non c’è niente di così personale e non cedibile,

In ogni persona, come il merito per la virtù

O la responsabilità per il peccato.

(Papa Giovanni Paolo II)


Buona giornata a tutti. :-)



domenica 22 agosto 2010

Il peccato come prodotto della libertà umana...- Papa Giovanni Paolo II -

Il peccato è un prodotto della libertà umana.

Eppure, radicati all’interno della sua realtà umana,

sono in atto fattori che lo compongono al di là del

puramente umano,

 in quella soglia dove la coscienza,

la volontà e la sensibilità umane sono in contatto con

le forze oscure che, come dice san Paolo, sono attive

nel mondo quasi al punto di dominarlo.

(Papa Giovanni Paolo II)
fonte: Il Perdono, pensieri d'amore e di misericordia, Sonzogno Editore


Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 18 agosto 2010

“Chi incontra Cristo non può tenerlo per sè" - Papa Giovanni Paolo II -

A Te, Signore Gesù Cristo, unico Pastore della Chiesa, offro i frutti di questi venticinque anni di ministero al servizio del popolo che mi hai affidato.

Perdona il male compiuto e moltiplica il bene: tutto è opera tua e a Te solo è dovuta la gloria.

Con piena fiducia nella tua misericordia, Ti ripresento, oggi ancora, coloro che anni fa hai affidato alle mie cure pastorali.

Conservali nell’amore, radunali nel tuo ovile.

Prendi sulle tue spalle i deboli, fascia i feriti, abbi cura dei forti.

Sii Tu il loro Pastore, affinché non si disperdano.

Proteggi la diletta Chiesa che è in Roma e le Chiese del mondo intero.

Pervadi con la luce e la potenza del tuo Spirito quanti hai posto a capo del tuo gregge: adempiano con slancio la loro missione di guide, maestri e santificatori, nell’attesa del tuo ritorno glorioso.

Ti rinnovo, per le mani di Maria, Madre amata, il dono di me stesso, del presente e del futuro: tutto si compia secondo la tua volontà.

Pastore Supremo, resta in mezzo a noi, perché possiamo con Te procedere sicuri, verso la casa del Padre.  

 Amen!

(Giovanni Paolo II)

S. Pietro, 16.10.2003   Ioannes Paulus PP. II



Buona giornata a tutti. :-)


Poiché vi è solidarietà …. Papa Giovanni Paolo II -

Poiché vi è solidarietà tra tutti i fedeli all’interno

della comunità cristiana,

non vi può essere un peccato

che non abbia effetto sull’intera comunità.

(Papa Giovanni Paolo II)

fonte: Il Perdono, pensieri d'amore e di misericordia, Sonzogno Editore



Buona giornata a tutti. :-)