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sabato 16 aprile 2022

Beata Vergine Maria Addolorata - Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)

O Maria, oggi sono stata con te presso la Croce e una volta ancora ho sentito chiaramente che sotto la Croce tu sei diventata nostra Madre.
Come potrebbe le fedeltà di una madre terrena non prendersi cura di esaudire l’ultima volontà del figlio?
E’ per questo che hai accolto i tuoi nel tuo cuore ed è con il sangue delle tue sofferenze che hai guadagnato ogni anima per una vita nuova. 
Tu ci conosci bene tutti, con le nostre ferite e le nostre piaghe; conosci anche lo splendore celeste che l’amore del Figlio tuo vorrebbe espandere su di noi nella luce eterna.
Guida perciò i nostri passi con cura. 
Nessun prezzo per te è troppo alto per condurci alla mèta. 
Ma quelli che tu hai scelto per seguirti, per averli intorno a te un giorno presso il trono nell’eternità, ora devono restare qui con te sotto a Croce.
E’ con il sangue delle loro sofferenze che devono acquistare lo splendore celeste delle anime preziose che il Figlio di Dio ha loro affidate in eredità.

- Santa Teresa Benedetta della Croce –





Alcuni si pentono solo per paura. Sono come i corvi che diventano bianchi quando nevica, ma poi sbattono le ali e restano neri come prima.

- S. Giuseppe da Copertino -


Compianto su Cristo morto, con san Gerolamo, san Paolo e san Pietro
Sandro Botticelli, (1492) Alte Pinakothek Monaco.


Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione 

(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 312)


Donato Bramante, "Cristo alla colonna" (1490 c)
 Pinacoteca di Brera, Milano, Italy



La sofferenza dei buoni

Un discepolo chiese al maestro: "Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi?". Rispose il maestro: "Ascoltami. Un contadino aveva due mucche, una robusta, l'altra debole. A quale mette il giogo?". "Certamente a quella forte". Concluse il rabbino: "Così fa il Misericordioso, che benedetto sia! Per tirare avanti il mondo, mette il giogo ai buoni".

Dossier catechista



Angelo caro, proteggi i miei pensieri, il mio cuore e fa che io sia attratta da Colui che solo conta nella mia vita.

- Amen -


Buona giornata a tutti. :-)







sabato 3 aprile 2021

Il buon ladrone - Paul Claudel

 «Signore, ricordati di me quando sarai arrivato nel tuo regno». L’occupante di sinistra, invece, persevera virilmente nel suo atteggiamento energico che gli vale la simpatia degli «spiriti forti». Non importa! perché dall'altra parte, come un vaso aperto che trabocca d'improvviso, quel cortigiano dell'annientamento e dell'agonia, quello spudorato profittatore - il crocifisso di destra - si sente colmato della prodigiosa promessa: «Oggi, sarai con me in Paradiso».

Oggi! D'un sol colpo, non solo è assolto, ma santificato! In un solo istante, su quel disgustoso cadavere, la Grazia ha approfittato di tutte le deficienze della virtù. Su quella forca infame non c'è più uno scellerato che espia, ma un martire in funzione d'ostia che brilla. L’assassino, l'impudico, il ladro, il forzato, il bandito professionale è diventato un santo... È bastata quell'accettazione alla base. È bastato quell'impercettibile spostamento, quella lieve fessura nell'ermetico recipiente del nostro egoismo. È bastato uno sguardo tra le sue palpebre sanguinanti per scatenare nell'invitato di destra quel cataclisma penitenziale, quella risurrezione mista all'agonia, quell'irresistibile esplosione dell'Eternità.

- Paul Claudel -
da: Credo in Dio, pp. 142-143


«Cristo è morto e il suo corpo traforato pende da quel giorno sopra una Croce invisibile piantata nel mezzo della terra. 
Sotto quella croce gigantesca vanno a piangere i crocifissi nell’anima e tutte le stratte dei Giuda non l’hanno potuta sradicare. 

Ma gli schernitori non sono morti. I pronipoti di Caino e Caifa non hanno smesso di infamare e deridere. 
La pazzia della croce è uno scandalo troppo forte per la loro saggezza. 
E per questo rifiuto e questo terrore è morto quel giorno sul Golgota, gridando nel buio, il Figlio dell’uomo. 
E ogni volta che uno di noi non risponde al suo grido dà un nuovo colpo sui chiodi che lo tengono appeso da tanti secoli all’indistruttibile croce.»

- Giovanni Papini -
da: Storia di Cristo 


Quando Gesù passava per la piazza pubblica di Cafarnao, oppure quando, scendendo dalla sinagoga, trovava tutto quel bailamme di ciechi, di paralitici, di convulsionari, di crostosi che la gente del paese si prendeva cura di portargli da ogni parte e cacciargli tra le gambe, fin i souks e le retrobotteghe risuonavano del clamore di tutta quella confusione, ancora un po' incerta ma già rafforzata e risanata, che si metteva in marcia dietro di Lui.
Ma qui non si tratta più di qualche decina di disgraziati, di un piccolo numero nell'immenso brulicare di miseria d'una città orientale: sono tutti gli occhi che si aprono nello stesso tempo, miriadi d'un sol colpo, non so neppur io quante generazioni l'una sull'altra ch'Egli penetra e vivifica come il sole che, apparendo alla porta dell'Oriente, illumina d'un sol colpo un continente, una fiumana di umanità, tutta la vasta sacca di tenebre che evacua la sua popolazione! 

Tutti si ritrovano e fanno conoscenza, la vasta famiglia dell'umanità si costituisce nello sguardo di Dio...

- Paul Claudel -
Credo in Dio, pp. 162-163



Buona giornata a tutti. :-)


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venerdì 26 marzo 2021

Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Non v'è mezzo che possa maggiormente accenderci del divino amore, quanto il considerar la Passione di Gesù Cristo. 
Dice S. Bonaventura che le piaghe di Gesù Cristo, per esser piaghe d'amore, son dardi che feriscono i cuori più duri, e fiamme che accendono le anime più gelate: O vulnera corda saxa vulnerantia et mentes congelatas inflammantia! 
Un'anima che crede e pensa alla Passione del Signore, è  impossibile che l'offenda e che non l'ami, anzi non impazzisca d'amore, vedendo un Dio quasi impazzito per amor nostro: Vidimus Sapientiam amoris nimietate infatuatam (S. Laur. Iustin.).Quindi dice l'Apostolo che i Gentili, in sentir predicare la Passione di Gesù crocifisso, la credevano una pazzia: Praedicamus Christum crucifixum, Iudaeis quidem scandalum, Gentibus autem stultitiam (I Cor. I, 23). 
E com'è possibile, essi diceano, che un Dio onnipotente e felicissimo qual è, abbia voluto morire per le sue creature? Ah Dio innamorato degli uomini, e com'è possibile, diciamo noi che ci crediamo, che una tanta bontà ed un tanto amore resti dagli uomini così mal corrisposto? Suol dirsi che amor con amor si paga: ma il vostro amore con quale amore potrà mai pagarsi? bisognerebbe che un altro Dio morisse per voi per compensare l'amore che ci avete portato in morire per noi. O croce, o piaghe, o morte di Gesù, voi troppo mi stringete ad amarlo. O Dio eterno, o amabile infinito, io v'amo e voglio vivere solo per voi, solo per darvi gusto. Ditemi quel che da me volete, ché io tutto lo voglio fare.

(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo per ciascun giorno della settimana)




Caravaggio, Ecce homo

I capelli ravviati spesso, diventeranno lisci e non presenteranno difficoltà a pettinarsi quando si vuole. L'anima la quale esamina spesso i suoi pensieri, le sue parole e le sue opere, che sono i suoi capelli, facendo ogni cosa per amore di Dio, avrà i suoi capelli molto lisci. 
Lo Sposo le guarderà il collo, ne rimarrà rapito e piagato in uno dei suoi occhi, cioè nella purezza di intenzione con cui ella opera in ogni azione. 
Se vogliamo che i capelli diventino lisci, si deve cominciare a pettinarli dalla sommità della testa; se vuoi che le azioni siano pure e limpide, queste devono prendere inizio dal punto piú alto dell'amore di Dio. 

- San Giovanni della Croce -
Da Spunti di amore









Buona giornata a tutti. :-)














domenica 25 marzo 2018

L'asinello che portò Gesù - Mariolina Puddu

In un campo pascolavano un'asina con il suo puledro. Era stato svezzato da poco e talvolta, quando si metteva nei guai, cercava ancora il conforto della sua mamma.
Il suo nome era Lollo e aveva grandi orecchie appuntite e occhioni scuri, intelligenti e furbi. Come tutti i cuccioli era birbaccione, chiassoso, prepotente. Appena poteva si allontanava verso i confini del campo cercando di sconfinare e, quando il padrone andava a riprenderlo, puntava le zampe sul terreno e non c'era modo di smuoverlo. Bisognava trascinarlo e quanto erano acuti i suoi ragli di protesta! Il padrone ancora non si decideva a metterlo al lavoro: era talmente giovane e testone!
Una bella mattina di primavera giungono nel campo degli uomini, parlottano un po' col padrone e poi cominciano a guardare verso Lollo. Erano venuti infatti a fare una richiesta curiosa che riguardava proprio lui. 
Questi uomini erano servi di un tale, un certo Nazareno e, mandati da questo, volevano in prestito proprio Lollo. Serviva al loro Maestro per entrare in Gerusalemme.
Il padrone era perplesso: "Macché Lollo! Per il vostro Maestro ci vuole un cavallo. Io non ce l'ho, ma il mio vicino è un soldato e certamente sarà contento di prestarvi il suo bel cavallo bianco".
Ma quelli insistevano, si erano proprio fissati! Volevano un asino che fosse giovane che non avesse mai lavorato. 
"E' il Maestro che lo chiede - dicevano - ma non temere te lo restituiremo".
Il padrone alzava gli occhi al cielo: "Ma allora proprio non capite, quest'asino non è adatto! E' prepotente, testone e farà fare a me e al vostro Maestro una brutta figura. E' capace di fermarsi in mezzo alla strada e di non voler più camminare, se gli gira, incomincia a ragliare così forte e non la finisce più, e poi, morde!".
E i servi a lui: "Così come è, lo vuole il Maestro, e Lui non sbaglia! Se ha chiesto quest'asino avrà i suoi buoni motivi!". 
Il padrone allora, avvilito, prende un pezzo di corda, lo butta intorno al collo di Lollo e lo consegna ai servi. 
Lollo è troppo interessato alla faccenda per pensare a fare i capricci, e docile si lascia legare e condurre fuori del campo.
Fatta poca strada arrivano a un bivio, poco fuori Gerusalemme. 
Ci sono uomini, donne e anche bambini che attorniano un giovane uomo. 
I servi dirigono proprio verso di Lui: "Ecco, Maestro, questo è l'asino che avevi chiesto". Il Maestro si volta, si avvicina a Lollo, allunga una mano, lo accarezza sulla testa e lo guarda. Anche Lollo alza gli occhi verso questo bizzarro Maestro che ha voluto a tutti i costi averlo come cavalcatura, e i suoi occhi si immergono nello sguardo del Maestro: "Mai nessuno mi aveva guardato così" - dirà poi Lollo - "neanche la mia mamma". E' come se con un solo sguardo il Maestro mi dicesse: "Non temere, va bene così. Sì sei un po' un brigante, ma ce la puoi fare. Io mi fido di te e ti voglio bene! Coraggio! Cominciamo questo viaggio, sarai tu a portarmi a Gerusalemme".
Lollo sente come un fuoco dentro il suo cuore, è contento e un po' ha voglia di piangere, senza motivo... Mansueto si lascia mettere un mantello rosso sulla groppa, si lascia montare dal Maestro e, lentamente, incominciano il loro viaggio verso Gerusalemme. Via via che si avvicinano alla città la gente diventa più numerosa. Stendono per terra dei mantelli rossi, hanno in mano dei rami di palma e di ulivo, li agitano e gridano: "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell'alto dei cieli!".
Lollo si sente davvero un asinello importante... Tutti fanno festa alla persona che lui sta portando in groppa, bardato con quel bel manto rosso! Anche i bambini fanno festa e alcune bambine portano dei fiori.
Ad un tratto una voce si leva dalla folla e chiede: "Chi è quest'uomo?".
Qualcuno risponde: "E' Gesù, da Nazareth di Galilea!".
"Che cosa ha fatto?".
"Io sono vedova, Gesù ha risuscitato il mio unico figlio. Eccolo!".
"Io ero muto per colpa di un demonio e Gesù mi ha liberato".
"Io avevo questa mano come morta e lui mi ha detto: Stendila! E la mia mano è tornata come nuova! Ha fatto bene ogni cosa!".
Lollo ascolta tutto quello che la gente dice sull'uomo che sta accompagnando a Gerusalemme. "Ora capisco perché alcuni chiamano Gesù il Signore!". 
La folla è al colmo della gioia e della festa. Gesù è pronto per entrare nel tempio. Prima di allontanarsi, con la mano sfiora lentamente il muso dell'asinello. Gesù e Lollo si guardano per un lungo istante.
Gesù capisce ciò che l'asinello gli vuol dire:
"Grazie Signore di avermi cercato.
Tu hai avuto bisogno di me e hai avuto fiducia in me!
D'ora in poi, anche se non credo che riuscirò ad essere sempre bravo, voglio provare ad essere come tu mi vedi.
Forse scalcerò ancora e certamente raglierò ogni tanto ma non potrò mai dimenticare che hai avuto fiducia in me.
Grazie Gesù, anche io ti voglio bene".

- Mariolina Puddu - 


La folla acclama Gesù: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Mc 11, 9; Sal 117[118], 25s). Questa parola fa parte del rito della festa delle capanne, durante il quale i fedeli si muovono in girotondo intorno all’altare portando nelle mani rami composti da palme, mirti e salici.
Ora la gente eleva questo grido con le palme in mano davanti a Gesù, nel quale vede Colui che viene nel nome del Signore: questa espressione “Colui che viene nel nome del Signore”, infatti, era diventata da molto tempo la designazione del Messia. In Gesù riconoscono Colui che veramente viene nel nome del Signore e porta la presenza di Dio in mezzo a loro.
Questo grido di speranza di Israele, questa acclamazione a Gesù durante il suo ingresso in Gerusalemme, con buona ragione è diventato nella Chiesa l’acclamazione a Colui che, nell’Eucaristia, viene incontro a noi in modo nuovo. 
Salutiamo con il grido di “Osanna!” Colui che, in carne e sangue, ha portato la gloria di Dio sulla terra.
Salutiamo Colui che è venuto e tuttavia rimane sempre Colui che deve venire. Salutiamo Colui che nell’Eucaristia sempre di nuovo viene a noi nel nome del Signore congiungendo così nella pace di Dio i confini della terra. 
Questa esperienza dell’universalità fa parte essenziale dell’Eucaristia. 
Poiché il Signore viene, noi usciamo dai nostri particolarismi esclusivi ed entriamo nella grande comunità di tutti coloro che celebrano questo santo sacramento. Entriamo nel suo regno di pace e salutiamo in Lui in certo qual modo anche tutti i nostri fratelli e sorelle, ai quali Egli viene, per divenire veramente un regno di pace in mezzo a questo mondo lacerato.

- papa Benedetto XVI -
Omelia, Piazza San Pietro, 9 aprile 2006




Entrando in casa con l’Ulivo Benedetto

Per i meriti della tua Passione e Morte, Gesù,
questo ulivo benedetto sia il simbolo della tua Pace, nella nostra casa.
sia anche il segno del nostro aderire sereno all'ordine proposto al tuo Vangelo.

Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!



Preghiera a Gesù che entra in Gerusalemme

Veramente mio amato Gesù,
Voi fate l'ingresso in un'altra Gerusalemme,
mentre entrate nell'anima mia.
Gerusalemme non si mutò avendovi ricevuto,
anzi divenne più barbara, perchè vi crocifisse.
Ah, non permettete mai tale sciagura,
che io vi riceva e, rimanendo in me tutte le passioni
e le mali abitudini contratte, divenga peggiore!
Ma vi prego col più intimo del cuore,
che vi degniate annientarle e distruggerle totalmente,
mutandomi il cuore, la mente e la volontà,
che siano sempre rivolti ad amarvi,
servirvi e glorificarvi in questa vita,
per poi goderne nell'altra eternamente.


Buona domenica delle Palme :-)


martedì 1 marzo 2016

L'intruso - Erri De Luca -

Camminava sull’acqua, riempiva le reti,
i pescatori lasciavano il mestiere per seguirlo.
A una festa di nozze mancò il vino e provvide,
litri a centinaia, un colpo da maestro di vendemmie,
acqua in vasi di pietra si girava in vino.
È migliore, dissero i commensali, sì, è migliore
il vino che non costa premitura, 

il pane fatto senza grano e forno
il pesce che da solo salta in barca: scatenava il gratis
che appartiene alla grazia, passionale e guappa.
Veniva da un battesimo in acque di Giordano, 

morì poco lontano
sopra una trave a T e quando un ferro gli trafisse il fianco
spillò acqua con sangue, come breccia di parto,
morì come sorgente.
Ecco l’intruso del mondo, intriso dal grasso di tutte le colpe,
messo a sbiadire pallido di freddo in un aprile
o addirittura un marzo, oltre ottocento metri
sul livello del mare mai toccato.
Un gargarismo d’acque in fondo a un pozzo asciutto,
uno scatarro nella tubatura delle arterie:
così scroscia la sua resurrezione.

- Erri De Luca - 



«Le passioni che noi abbiamo per debolezza, Gesù Cristo le ha per virtù; 
le passioni che in noi spesso comandano, in Gesù Cristo obbediscono; 
le passioni che in noi prevengono la ragione, in Gesù Cristo la seguono; 
le passioni che in noi sono nel nascere indipendenti dalla volontà, in Gesù Cristo vi sono sottomesse. 
Nulla è in lui effetto di necessità, ma tutto è effetto di potenza e di libertà.»

- San Pier Damiani - 




« II significato delle parole di Gesù : " Triste è l'anima mia fino alla morte ", è questo: tale è la mestizia e lo spavento che io provo nell'intimo mio cuore, che, se la presenza della mia virtù divina non venisse in sostegno della debolezza umana, io non potrei sopravvivervi; dovrei assolutamente morire»

- Sant'Ilario -




Buona giornata a tutti. :-)





domenica 9 agosto 2015

Beata Vergine Maria Addolorata - Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) (9 agosto) -

O Maria, oggi sono stata con te presso la Croce e una volta ancora ho sentito chiaramente che sotto la Croce tu sei diventata nostra Madre.
Come potrebbe le fedeltà di una madre terrena non prendersi cura di esaudire l’ultima volontà del figlio?
E’ per questo che hai accolto i tuoi nel tuo cuore ed è con il sangue delle tue sofferenze che hai guadagnato ogni anima per una vita nuova. 
Tu ci conosci bene tutti, con le nostre ferite e le nostre piaghe; conosci anche lo splendore celeste che l’amore del Figlio tuo vorrebbe espandere su di noi nella luce eterna.
Guida perciò i nostri passi con cura. 
Nessun prezzo per te è troppo alto per condurci alla mèta. 
Ma quelli che tu hai scelto per seguirti, per averli intorno a te un giorno presso il trono nell’eternità, ora devono restare qui con te sotto a Croce.
E’ con il sangue delle loro sofferenze che devono acquistare lo splendore celeste delle anime preziose che il Figlio di Dio ha loro affidate in eredità.

- Santa Teresa Benedetta della Croce –





Alcuni si pentono solo per paura. Sono come i corvi che diventano bianchi quando nevica, ma poi sbattono le ali e restano neri come prima.

- S. Giuseppe da Copertino -


Compianto su Cristo morto, con san Gerolamo, san Paolo e san Pietro
Sandro Botticelli, (1492) Alte Pinakothek Monaco.


Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione 

(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 312)


Donato Bramante, "Cristo alla colonna" (1490 c)
 Pinacoteca di Brera, Milano, Italy



La sofferenza dei buoni

Un discepolo chiese al maestro: "Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi?". Rispose il maestro: "Ascoltami. Un contadino aveva due mucche, una robusta, l'altra debole. A quale mette il giogo?". "Certamente a quella forte". Concluse il rabbino: "Così fa il Misericordioso, che benedetto sia! Per tirare avanti il mondo, mette il giogo ai buoni".

Dossier catechista



Angelo caro, proteggi i miei pensieri, il mio cuore e fa che io sia attratta da Colui che solo conta nella mia vita.

- Amen -


Buona giornata a tutti. :-)








sabato 4 aprile 2015

L' attesa si fa silenzio - cardinale Angelo Comastri -


O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della croce: 
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere, 
è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, Tu sei venuto nel mondo per me, 
per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre. 
Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: 
per questo vuoi salvarmi! 
Dentro di me ci sono le tenebre: 
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo: 

vieni con la tua sconfinata carità. 
Dentro di me c’è rancore e malignità: 
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà. 
Signore, il peccatore da salvare sono io: 
il figlio prodigo che deve ritornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.


- Card. Angelo Comastri -





Io aspetto, aspetto. Aspetto la Tua risposta. [...]

E' come se entrassi in un luogo, in cui si è fermato qualcuno che amo. 
Ma ora è partito e mi ha lasciato un biglietto: Aspettami, arrivo! [...]
Lui non può mai scomparire. Lui arriva. [...]
Nel mezzo di questa desolazione emerge all'improvviso un pensiero: per me si prepara qualcosa di nuovo. [...]

Così dal vuoto si sviluppa un nuovo spazio per l'incontro con Dio. L'abisso della Sua misericordia inghiotte l'abisso della mia debolezza.[...]
Questo non è una consolazione, ma è la salvezza, l'incoraggiamento e l'esortazione: tieni duro, non cedere, aspetta!
L'impotenza mi spoglia del mio egoismo. [...]
L'impotenza non è una passività pura e semplice. Questa è la tragedia dell'uomo generoso che non può fare il bene, nè vincere il male. Ma proprio questa impotenza è stata redenta. [...]
Solo la disperazione estrema può distruggere tutto. [...]
E l'incarnazione di Gesù è il mistero dell'impotenza, l'impotenza dell'amore. [...]
L'attendere è la sola attività necessaria dell'uomo che è impotente. 
L'ultima risposta al mistero dell'impotenza è la fede in Cristo Risorto.

- Josef Zverina -
1913-1990, Attività e impotenza 
"The Invisible World" PPS IV, 13





"L’intero Vangelo non si riassume forse nell’unico comandamento della carità? La pratica quaresimale dell’elemosina diviene pertanto un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana. Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore. Ciò che dà valore all’elemosina è dunque l’amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno."

- Papa Benedetto XVI -
Messaggio per la Quaresima 2008



Più forte della morte è l’amore.
Più forte della morte è la vita
In silenziosa adorazione di questo sconvolgente Mistero....





Chiniamo il capo e aspettiamo in preghiera......  
il Signore non si farà attendere......


Buona giornata a tutti. :-)