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domenica 12 ottobre 2014

Socrate e i tre filtri e... altre storie

Nella Grecia antica Socrate era apprezzato da tutti per la sua saggezza. 
Si racconta che un giorno incontrasse un conoscente che gli disse: ”Socrate, sai che cosa ho appena sentito di un tuo studente?”.
”Aspetta un momento” rispose Socrate. “Prima che tu me lo dica vorrei che tu sostenessi un piccolo esame che è chiamato “Esame dei tre filtri”.
Tre filtri?”
“Esatto,” continuò Socrate. “Prima che tu mi parli del mio studente, filtriamo per un momento ciò che stai per dire”.
Il primo è il Filtro della Verità
“Ti sei accertato al di là di ogni dubbio che ciò che stai per dirmi è vero?”.
”No” disse l’uomo “in effetti me lo hanno raccontato”.
”Bene,” disse Socrate. “quindi tu non sai se sia vero o meno”.
Il secondo è il Filtro della Bontà
“Ciò che stai per dirmi sul mio studente è una cosa buona?”.
“No, il contrario”.
“Allora,” Socrate continuò “tu vuoi dirmi qualcosa di male su di lui senza esser certo che sia vero?”.
L’uomo si strinse nelle spalle un po’ imbarazzato.
Il terzo ed ultimo è il Filtro dell’Utilità.
Socrate proseguì: ”Puoi ancora passare l’esame perché c’è il terzo filtro, il Filtro dell’Utilità. Ciò che vuoi dirmi circa il mio studente mi sarà utile?”.
”Veramente… non credo”.
“Bene,” concluse il Saggio “se ciò che vuoi dirmi non è Vero, non è Buono e neppure Utile, perché me lo vuoi dire?”.

In realtà Socrate non c’entra nulla; si tratta chiaramente di un apocrifo. La probabile fonte è un libro di tal Dan Millman, un ex atleta americano che ha fatto fortuna con una serie di libri su come vivere meglio. Tuttavia, trovando questa storiella molto simpatica ve la offro comunque.


La rana e il bue

Il debole, quando vuole imitare il potente, muore.
Una volta, in un prato, una rana vide un bue e presa dall’invidia di tanta grandezza gonfiò la pelle rugosa: allora interrogò i suoi figli chiedendo se fosse più grande del bue. Essi risposero di no. Di nuovo tese la pelle con sforzo più grande e chiese se fosse più grande. 
I figli risposero: “Il bue”. Infine, indignata si gonfiò ancora più forte, ma talmente forte, che fece scoppiare il suo corpo morendo per colpa dell’invidia.

- Fedro - 





C’era una volta. in un inverno freddissimo, un uccellino che volava su un campo innevato.
Avendo le zampette piene di neve cercava un posto su cui appoggiarsi.
Dall’alto sembrava che tutto fosse ricoperto di neve.
Scendendo più in basso, però, si accorse che c’era una pietra che ne era priva.
Allora l’uccellino si avvicinò e chiese al sasso: “Scusami, sono infreddolito e ho le zampette piene di neve, posso poggiarmi su di te per qualche istante?”
Il sasso lo guardò e subito disse “Ma certo!”.
L’uccellino si posò, si asciugò le zampette e dopo qualche minuto riprese il viaggio.
Nel ripartire disse alla pietra: “Grazie, sei stato veramente gentile, eri l’unico su cui potevo poggiarmi. Ti sarò sempre debitore”.
Ma il sasso rispose: “Grazie a te! Ora non mi chiederò più che ci sto a fare”.






Buona giornata a tutti :-)












lunedì 6 ottobre 2014

Identikit - Giorgio Faletti

Forse sarò così 
un vecchio solo in qualche ristorante 
io che ne ho amate poche 
ma conosciute tante 
e ancora adesso la memoria si spezza 
e si ferma anche il cuore 
pensando che fantastico profumo 
è una pelle con un buon odore 
forse sarò così
ma non lo posso sapere
forse sarò così.
Forse sarò così
o non avrò nemmeno il tempo di invecchiare 
per poi non ricordarmi neanche più 
che cosa andavo a cercare 
che forse era qualcosa di bello 
ch'è andato via in un'ora 
ed è strano proprio strano dirlo adesso 
mentre lo cerco ancora 
forse sarò così
ma non lo posso sapere
forse sarò così.

Lo guardo in faccia questo tempo 
che si muove svelto fuori e lento dentro di me 
che per quanti danni ha fatto 
non ha spento il mio sorriso 
e non ha scelto da sé 
lo guardo in faccia e mi domando 
se ogni tanto quando piango sia una finta la mia 
così curioso di sapere 
ogni dettaglio della storia
bella o brutta che sia 
e se mi ha messo le mani addosso 
lo ha fatto senza dolore 
io ti perdono e non ti abbandono 
povero stupido giovane vecchio uomo
e quando non starò più qui 
a stropicciare questi panni 
io sarò andato via così che ancora avevo diciassette anni.

Forse sarò così
seduto a riposare su un gradino delle scale 
pensando come sempre dentro me 
che c'era il trucco e non vale 
e in quale buffa capriola saprò 
se è stato un viaggio o una gita
ma fino a quel momento ci sarò perché ci sarà vita 
forse sarò così
ma non lo posso sapere
forse sarò così
e allora stiamo a vedere.

- Identikit –



Fai attenzione alla tua ombra.
Ogni uomo ha un fratello che è la sua copia esatta.
È muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui.
Arriva nel giorno e scompare la notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo lì, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai comandi e senza la possibilità di ribellarsi.
Sta disteso per terra perché glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perché non può andarsene.
Mai. Quest’uomo è la tua ombra.
È con te da quando sei nato.


Quando perderai la tua vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai. 
Cerca di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere che cos’è la vita.

- Giorgio Faletti -

da “Fuori da un evidente destino”





Non sono uno sciocco da pensare che tutto potrà essere come prima, né di cercare di farlo credere a te. Ma se mi concedi una considerazione per niente originale, affidati al tempo e alle persone che ti vogliono bene. 
Non serve a cambiare le cose, ma aiuta a sopportarle. Se ti servo, sai che io sono qui.

- Giorgio Faletti - 
”Niente di vero tranne gli occhi” 




Non mi serve qualcuno che cerchi di parlare con me. Mi serve qualcuno che mi ascolti.

- Giorgio Faletti -




Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.

Giorgio Faletti
Da Io uccido
(Addio signor tenente….)




Alla lunga ci si stanca di dover continuar a dare e ripetere spiegazioni...


Buona giornata a tutti :-)





martedì 12 luglio 2011

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Cesare Pavese -

  Verrà la morte e avrà i tuoi occhi,
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così
li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

(Cesare Pavese)
  Eyes in the Heat , 1946
  Jackson Pollock
 Fondazione Solomon R. Guggenheim, Peggy Guggenheim, Venezia
   The Pollock-Krasner Foundation / Artists Rights Society (ARS), New York

Buona giornata a tutti. :-)