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venerdì 8 dicembre 2017

Immacolata Concezione – 8 dicembre 2017

ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE

[In quel tempo,] l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (
Lc 1,26-38)


1. Il papa Pio IX l’8 dicembre 1854 definì il dogma dell’Immacolata, che afferma: “la beatissima Vergine Maria fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale nel primo istante della sua concezione…” (Denz. Hün., 2803). Questa dottrina è stata dibattuta per secoli nella Chiesa. 
Perché c’erano autori importanti, come Tommaso d’Aquino, che avevano detto che la Vergine Maria ebbe il peccato originale, poiché la salvezza di Cristo è universale e quindi anche Maria doveva essere salvata da Cristo. Alla fine si impose la dottrina dei difensori dell’Immacolata.
2. Il dogma dell’Immacolata presuppone l’idea del peccato originale che fu creata nella sessione V del Concilio di Trento (17.VI.1546). 
Ma è opportuno sapere che l’insegnamento di Trento si basa su un’idea del peccato di Adamo come fatto storico (Denz. Hün., 1511-1513), ignorando il fatto che il racconto di Gen 2-3 non narra un fatto storico, ma è un mito, cosa che oggi accetta la comunità teologica e scientifica meglio accreditata.
3. L’importante in questa festa è comprendere l’esempio che è per tutti i cristiani l’intera vita di Maria, la madre di Gesù: lei ci insegna l’aspetto più esemplare e degno della condizione umana. Perché è stata l’alveo umano attraverso cui Dio si è umanizzato in Gesù. 
Ed anche perché è stata una madre di tale qualità che ha saputo allevare ed educare suo figlio in maniera perfettamente esemplare che dalle sue viscere e dalla sua casa ci ha dato Gesù. 
Per questo sembra corretto dire che, per quanto si riferisce alla nostra relazione con Maria, la madre di Gesù, noi cristiani abbiamo il pericolo di incentivare molto l’«ammirazione» e la «devozione», ma forse non incentiviamo alla stesso modo l’«imitazione». È bene fidarsi di Maria e confidare in lei. Ma è più importante somigliare a lei e vivere come lei ha vissuto, nella misura del possibile.

Commento al Vangelo di p. José María CASTILLO


Commento di Paolo Curtaz su Lc 1,26-38
Luca riprende lo schema delle tante "annunciazioni" presenti nella Bibbia. Poco importa come si siano svolti i fatti: così Luca ce li racconta. E ci stupisce. Non la moglie dell'imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella). A lei chiede di diventare la porta d'ingresso per Dio nel mondo. Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto. Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti (noi, razionali figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all'ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l'Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti. Scegliere Nazareth, un paese occupato dall'Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un'epoca sprovvista di mezzi di comunicazione, per incarnarsi, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull'essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).



Piena di grazia" Tu sei, Maria, che accogliendo con il tuo "sì" i progetti del Creatore, ci hai aperto la strada della salvezza. 
Alla tua scuola, insegnaci a pronunciare anche noi il nostro "sì" alla volontà del Signore. 
Un "sì" che si unisce al tuo "sì" senza riserve e senza ombre, di cui il Padre celeste ha voluto aver bisogno per generare l’Uomo nuovo, il Cristo, unico Salvatore del mondo e della storia. 
Dacci il coraggio di dire "no" agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. "No" al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. 
"Sì" a Cristo, che distrugge la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all’Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti.. .

- papa Benedetto XVI - 
dal "Discorso in Piazza di Spagna" - 08 dicembre 2006


Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 8 dicembre 2016

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, 8 dicembre

Già celebrata dal sec. XI, questa solennità si inserisce nel contesto dell’Avvento-Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con l’ammirata memoria della Madre.
In tal senso questo periodo liturgico deve essere considerato un tempo particolarmente adatto per il culto della Madre del Signore.
Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. Già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori della vittoria sul serpente, Maria è la Vergine che concepirà e partorirà un figlio il cui nome sarà Emmanuele.
 Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854.

Solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.
Non memoria di un Santo, ricorre oggi: ma la solennità più alta e più preziosa di Colei che dei Santi è chiamata Regina. L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX.
Ma la storia della devozione per Maria Immacolata è molto più antica. Precede di secoli, anzi di millenni, la proclamazione del dogma che come sempre non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente coronato una lunghissima tradizione. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale.
L'avevano chiamata: " Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non- avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ".

In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si poteva più dire universale. L'eccezione, in questo caso, non confermava la regola, ma la distruggeva. Il francescano Giovanni Duns, detto Scoto perché nativo della Scozia, e chiamato il " Dottor Sottile ", riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma convincente distinzione. Anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. Ciò conveniva, era possibile, e dunque fu fatto. Giovanni Duns Scoto morì sui primi del '300. Dopo di lui, la dottrina dell'Immacolata fece grandi progressi, e la sua devozione si diffuse sempre di più.

Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Sulle piazze d'Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra questi, San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena, che con la sua voce arguta e commossa diceva ai Senesi: " Or mi di’ : che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio? ".
Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse poi una " medaglia miracolosa " con l'immagine dell'Immacolata, cioè della " concepita senza peccato ". Questa medaglia suscitò un'intensa devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.
Così, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la " donna vestita di sole " esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. Fu un atto di grande fede e di estremo coraggio, che suscitò gioia tra i fedeli della Madonna, e indignazione tra i nemici del Cristianesimo, perché il dogma dell'Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti e dei materialisti. Ma quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes apparvero una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine " tutta bella ", " piena di grazia " e priva di ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità. E dalla devozione per l'Immacolata ottenne immediata diffusione, in Italia, il nome femminile di Concetta, in Spagna quello di Concepción: un nome che ripete l'attributo più alto di Maria, " sine labe originali concepta ", cioè concepita senza macchia di peccato, e, perciò, Immacolata.

Fonte: Archivio Parrocchia


Vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore. Vorrei affidare alla Madre di Dio anche questo speciale tempo di grazia per la Chiesa, che si apre davanti a noi. Tu, Madre del «sì», che hai ascoltato Gesù, parlaci di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede, aiutaci ad annunciarlo perché ogni uomo possa accoglierlo e diventare dimora di Dio. Amen!

papa Benedetto XVI - Omelia 4 ottobre 2012


Maria è chiamata la «piena di grazia» (Lc 1,28) e con questa sua identità ci ricorda il primato di Dio nella nostra vita e nella storia del mondo, ci ricorda che la potenza d’amore di Dio è più forte del male, può colmare i vuoti che l’egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle nazioni e del mondo. 

papa Benedetto XVI - Discorso 8 dicembre 2012





 ...Spesso ci lamentiamo dell’inquinamento dell’aria, che in certi luoghi della città è irrespirabile. E’ vero: ci vuole l’impegno di tutti per rendere più pulita la città. E tuttavia c’è un altro inquinamento, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso. E’ l’inquinamento dello spirito; è quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia… La città è fatta di volti, ma purtroppo le dinamiche collettive possono farci smarrire la percezione della loro profondità. Vediamo tutto in superficie. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l’anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili...


papa Benedetto  XVI di fronte all’Immacolata Concezione  08 dicembre 2009




Buona giornata a tutti. :-)






martedì 8 dicembre 2015

Preghiera all’ Immacolata Concezione (8 dicembre) - papa Francesco -



O Maria, Madre nostra,
oggi il popolo di Dio in festa
ti venera Immacolata,
preservata da sempre dal contagio del peccato. 

Accogli l’omaggio che ti offro
a nome della Chiesa che è in Roma
e nel mondo intero.
Sapere che Tu, che sei nostra Madre, 
sei totalmente libera dal peccato
ci dà grande conforto.
Sapere che su di te il male non ha potere,
ci riempie di speranza e di fortezza
nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere 

contro le minacce del maligno.
Ma in questa lotta non siamo soli, non siamo orfani,
perché Gesù, prima di morire sulla croce,
ci ha dato Te come Madre.
Noi dunque, pur essendo peccatori, 
siamo tuoi figli, figli dell’Immacolata,
chiamati a quella santità che in Te risplende
per grazia di Dio fin dall’inizio.
Animati da questa speranza,
noi oggi invochiamo la tua materna protezione per noi, 

per le nostre famiglie,
per questa Città, per il mondo intero.
La potenza dell’amore di Dio,
che ti ha preservata dal peccato originale,
per tua intercessione liberi l’umanità 

da ogni schiavitù spirituale e materiale,
e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, 

i1 disegno di salvezza di Dio.
Fa’ che anche in noi, tuoi figli, 
la grazia prevalga sull’orgoglio
e possiamo diventare misericordiosi
come è misericordioso il nostro Padre celeste.
In questo tempo che ci conduce
alla festa del Natale di Gesù,
insegnaci ad andare controcorrente:
a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio,
a decentrarci da noi stessi,
per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia.
O Madre nostra Immacolata, prega per noi!

- Papa Francesco -

(Lunedì 8 Dicembre 2014)


« Perciò, dopo aver presentato senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno, le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l'assistenza dell'intera Corte celeste e dopo aver invocato con gemiti lo Spirito Paraclito; per sua divina ispirazione, ad onore della santa, ed indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli. »

dall'Ineffabilis Deus, la Costituzione Apostolica con la quale il papa Pio IX proclamò l'8 dicembre 1854 il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria




Già celebrata dal sec. XI, questa solennità si inserisce nel contesto dell’ Avvento-Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con l’ammirata memoria della Madre.
In tal senso questo periodo liturgico deve essere considerato un tempo particolarmente adatto per il culto della Madre del Signore.
Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. 
Già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori della vittoria sul serpente, Maria è la Vergine che concepirà e partorirà un figlio il cui nome sarà Emmanuele.
 Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854.























Solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.
Non memoria di un Santo, ricorre oggi: ma la solennità più alta e più preziosa di Colei che dei Santi è chiamata Regina. L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX.
Ma la storia della devozione per Maria Immacolata è molto più antica. Precede di secoli, anzi di millenni, la proclamazione del dogma che come sempre non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente coronato una lunghissima tradizione. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale.
L'avevano chiamata: " Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non- avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ".
In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si poteva più dire universale. 
L'eccezione, in questo caso, non confermava la regola, ma la distruggeva. 
Il francescano Giovanni Duns, detto Scoto perché nativo della Scozia, e chiamato il " Dottor Sottile ", riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma convincente distinzione. 
Anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. 
Ciò conveniva, era possibile, e dunque fu fatto. Giovanni Duns Scoto morì sui primi del '300. Dopo di lui, la dottrina dell'Immacolata fece grandi progressi, e la sua devozione si diffuse sempre di più.
Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Sulle piazze d'Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra questi, San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena, che con la sua voce arguta e commossa diceva ai Senesi: " Or mi di’ : che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio? ".
Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse poi una " medaglia miracolosa " con l'immagine dell'Immacolata, cioè della " concepita senza peccato ". Questa medaglia suscitò un'intensa devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.
Così, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la " donna vestita di sole " esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. 
Fu un atto di grande fede e di estremo coraggio, che suscitò gioia tra i fedeli della Madonna, e indignazione tra i nemici del Cristianesimo, perché il dogma dell'Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti e dei materialisti. 
Ma quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes apparvero una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine " tutta bella ", " piena di grazia " e priva di ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità. E dalla devozione per l'Immacolata ottenne immediata diffusione, in Italia, il nome femminile di Concetta, in Spagna quello di Concepción: un nome che ripete l'attributo più alto di Maria, "sine labe originali concepta", cioè concepita senza macchia di peccato, e, perciò, Immacolata.

Fonte: Archivio Parrocchia



IN CONCEPTIONE IMMACULATA BEATAE MARIAE VIRGINIS
Lectio libri Sapientiae (Prov. VIII, 22-35).

Dominus possedit me in initio uiarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego iam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes graui mole constíiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina, et cardines orbis terrae. Quando praeparabat caelos, aderam: quando certa lege et gyro uallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum, et legem ponebat aquis, ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum fíliis hominum. Nunc ergo, fílii, audite me: Beati, qui custodiunt uias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abiicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui uigilat ad fores meas quotidie, et obseruat ad postes ostii mei. Qui me inuenerit, inueniet uitam, et hauriet salutem a Domino.



Inno

Ave, speranza nostra,
ave, benigna e pia,
ave, piena di grazia,
o Vergine Maria.

Ave, fulgida rosa,
roveto sempre ardente,
ave, pianta fiorita
dalla stirpe di Iesse.

In te vinta è la morte,
la schiavitù è redenta,
ridonata la pace,
aperto il paradiso.

O Trinità santissima,
a te l'inno di grazie,
per Maria nostra Madre,
nei secoli dei secoli. Amen.



Buona Festa dell'Immacolata a tutti  :-)





lunedì 8 dicembre 2014

Maria segno di benedizione, 8 dicembre - card. Carlo Maria Martini -



Dalle “maledizioni” umane, alla partecipazione della “benedizione” di Maria

In questa festa liturgica della Madonna ascoltiamo una pagina della Scrittura che è davvero impressionante.
Mi ha colpito perché in essa c’è, per la prima volta nella Bibbia, la parola della maledizione: Maledetto il serpente più di tutte le bestie selvatiche (Gn 3, 14). La maledizione del serpente è simbolo della maledizione di tutte quelle cose che rovinano gli uomini.
Mi ha colpito perché penso a quante altre volte la parola «maledizione» è stata, da allora, ripetuta, a quante volte sono state lanciate nel mondo delle maledizioni gli uni contro gli altri, a quante volte siamo giunti a maledire noi stessi e addirittura a maledire Dio.
A partire dal racconto che la Scrittura ci riporta, il segno doloroso del peccato e della tristezza è entrato nel mondo e, per così dire, ci perseguita. Forse non arriviamo sempre a pronunciare quella parola ma ci sono tante cose in noi, intorno a noi, nella società che non vanno, che noi non vogliamo e che suscitano in noi un moto di ribellione.
Ci ribelliamo contro noi stessi perché non siamo sempre ciò che vorremmo essere; ci ribelliamo contro gli altri che riteniamo la causa di ciò che in noi non va; ci ribelliamo anche contro Dio perché non sappiamo capire quanto Dio ci ama.
È, dunque, una parola terribile che si riproduce nella storia umana, così come si riproduce il peccato.
È il peccato la vera causa di tutte le scontentezze, di tutte le tristezze, di tutte le guerre, di tutte quelle cose che sono in realtà la maledizione dell’uomo.
Ed ecco che il Vangelo ci porta il ricordo delle parola contraria alla maledizione:

«Benedetta tu, benedetta tu tra le donne!» (Lc 1, 42).

Questa parola rivolta alla Madonna è simbolo del meglio di noi stessi.
Noi siamo chiamati non a maledire noi stessi e gli altri:
noi siamo chiamati in realtà a benedire Dio,
a benedire la vita, a benedire il futuro.
La Madonna è il simbolo di tutto questo,
è il simbolo di tutte quelle cose che noi vorremmo essere,
è il simbolo di quello che vorremmo che il mondo fosse,
che vorremmo che gli altri fossero, che vorremmo che fosse la società.
Pregando oggi la Madonna noi preghiamo, quindi, col meglio di noi stessi, con tutto ciò che di bene c’è in noi.
Preghiamo perché questo bene si allarghi, preghiamo perché ciò che in noi è magari soltanto uno spazio di luce diventi più largo,
preghiamo perché ciò che in noi è uno spiraglio di serenità cresca.
Possiamo augurarci che la Madonna entri nella nostra vita con la sua benedizione in modo da poter dire, in tutta verità:

Benedetta sei, o Maria, tra tutte le donne!
Fammi partecipe della tua benedizione,
fa’ che anch’io senta quanto c’è in me che può diventare parte della tua benedizione!


- +Cardinale Carlo Maria Martini - 





Lectio libri Sapientiae (Prov. VIII, 22-35).

Dominus possedit me in initio uiarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego iam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes graui mole constíiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina, et cardines orbis terrae. Quando praeparabat caelos, aderam: quando certa lege et gyro uallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum, et legem ponebat aquis, ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum fíliis hominum. Nunc ergo, fílii, audite me: Beati, qui custodiunt uias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abiicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui uigilat ad fores meas quotidie, et obseruat ad postes ostii mei. Qui me inuenerit, inueniet uitam, et hauriet salutem a Domino.





L'uomo che ha estromesso dai suoi pensieri, secondo i dettami della cultura dominante, il Dio vivo che di sé riempie ogni spazio, non può sopportare il silenzio. Per lui, che ritiene di vivere ai margini del nulla, il silenzio è il segno terrificante del vuoto. 

Ogni rumore, per quanto tormentoso e ossessivo, gli riesce più gradito; ogni parola, anche la più insipida, è liberatrice da un incubo; tutto è preferibile all’essere posti implacabilmente, quando ogni voce tace, davanti all’orrore del niente. Ogni ciarla, ogni lagna, ogni stridore è bene accetto se in qualche modo e per qualche tempo riesce a distogliere la mente dalla consapevolezza spaventosa dell’universo deserto.

L’ uomo «nuovo» — cui la fede ha dato un occhio penetrante che vede oltre la scena e la carità un cuore capace di amare l’Invisibile — sa che il vuoto non c’è e il niente è eternamente vinto dalla divina Infinità; sa che l’universo è popolato di creature gioiose; sa di essere spettatore e già in qualche modo partecipe dell’esultanza cosmica, riverberata dal mistero di luce, di amore, di felicità che sostanzia la vita inesauribile del Dio Trino.

- Cardinale Carlo Maria Martini - 



"Alla materna intercessione di Maria, 

Vergine dell’Avvento, 

affidiamo il nostro cammino 

incontro al Signore che viene, 
per essere pronti ad accogliere, 
nel cuore e in tutta la vita,
l’Emmanuele, 
Dio-con-noi." 

- Papa Benedetto XVI -
Angelus del 9 dicembre 2012




“Rallegrati, vergine Maria,
figlia della mia terra,
sorella dell’anima mia,
rallegrati, gioia della mia gioia.
Sono come un vagabondo nella notte,
ma tu sei un tetto sotto il firmamento.
Sono una coppa assetata,
ma tu sei il mare aperto del Signore.
Rallegrati Vergine Maria,
ala della mia terra,
corona dell’anima mia;
rallegrati, gioia della mia gioia:
felici coloro che ti proclamano felice!”

- Gertrud von Le Fort -



Buona giornata a tutti. :-)















domenica 8 dicembre 2013

Preghiere all'Immacolata Concezione -


Preghiera all'Immacolata Concezione

Santa Maria, Madre di Dio,
 
conservami un cuore di fanciullo,
 
puro e limpido come acqua di sorgente.
 
Ottienimi un cuore semplice 
che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze: 
un cuore magnanimo nel donarsi, 
facile alla compassione; 
un cuore fedele e generoso, 
che non dimentichi alcun bene 
e non serbi rancore di alcun male.



«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz' ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.

XXXIII° Canto del Paradiso – Dante Alighieri


"Consacriamoci totalmente all’Immacolata, 
affinché Ella voglia servirsi di noi 
quali strumenti per salvare e santificare le anime! 
Conquistiamo i cuori a Lei,
perché dove Ella entra, 
ivi penetra pure la grazia divina 
e a questa seguirà la salvezza e la santificazione".

San Massimiliano M. Kolbe


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it






mercoledì 8 dicembre 2010

Maria, donna bellissima - don Tonino Bello -

È vero. Il Vangelo non ci dice nulla del volto di Maria.
Come, del resto, non ci dice nulla del volto di Gesù.
Forse è meglio.

Così a nessuno di noi viene tolta la speranza di sentirsi dire un giorno, magari da un arcangelo di passaggio: «Lo sai che a tua madre e a tuo fratello rassomigli tanto?».
Maria, comunque, doveva essere bellissima.

Non parlo solo della sua anima.
La quale, senza neppure 1'ombra del peccato,

era limpida a tal punto che Dio vi si specchiava dentro.
Come le montagne eterne che, lì sulle Alpi, si riflettono nella immobile trasparenza dei laghi.
Parlo, anche, del suo corpo di donna.
La teologia, quando arriva a questo punto, sembra sorvolare sulla bellezza fisica di lei.
La lascia celebrare ai poeti: «Vergine bella, che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti sì che in te sua luce ascose...».
La affida alle canzoni degli umili: «Mira il tuo popolo, o bella Signora...».
O agli appassionati ritornelli della gente: «Dell' aurora tu sorgi più bella... non vi è stella più bella di te».
O al rapido saluto di un' antifona: «Vale, o valde decora».

Ciao, bellissima!
O alle allusioni liturgiche del Tota pulchra.

Tutta bella sei, o Maria. Sei splendida, cioè, nell' anima e nel corpo!
Essa però, la teologia, non va oltre.

Non si sbilancia. Tace sulla bellezza umana di Maria.
Forse per pudore. Forse perché paga di aver speso tutto speculando sul fascino soprannaturale di lei.
Forse perché debitrice a diffidenze non ancora superate circa la funzione salvifica del corpo.
Forse perché preoccupata di ridurre l'incanto di lei a dimensioni naturalistiche, o timorosa di dover pagare il dazio ai miti dell' eterno femminile.
Eppure, non dovrebbe essere difficile trovare nel Vangelo la spia rivelatrice della bellezza corporea di Maria.

C'è una parola greca molto importante, carica di significati misteriosi che non sono stati ancora per intero esplicitati.
Questa parola, che fonda sostanzialmente tutta la serie dei privilegi soprannaturali della fanciulla di Nazaret, risuona nel saluto dell'angelo: «Kecharitomène». Viene tradotta con l'espressione «Piena di grazia».
Ma non potrebbe trovare il suo equivalente in "graziosissima", con allusioni evidenti anche all'incantevole splendore del volto umano di lei?
Credo proprio di sì. E senza forzature.

Così come senza forzature Paolo VI, in un celebre discorso del 1975, ha avuto l'ardire di parlare per la prima volta di Maria come «la donna vestita di sole, nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrumani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale».
Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza.

Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché, lungo la strada, tenga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insopprimibili del cielo.
La fa risplendere nella maestà delle vette innevate,
nell'assorto silenzio dei boschi, nella forza furente del mare, nel brivido profumato dell' erba, nella pace della sera.
Ed è un dono che ci inebria di felicità perché, sia pure per un attimo appena, ci concede di mettere lo sguardo nelle feritoie fugaci che danno sull' eterno.
La fa rifulgere nelle lacrime di un bambino, nell' armonia del corpo di una donna, nell'incanto degli occhi suoi ridenti e fuggitivi, nel bianco tremore dei vegliardi, nella tacita apparizione di una canoa che scivola sul fiume, nel fremito delle magliette colorate dei corridori che passano veloci in un' alba di maggio. Ed è un dono che ci dispera perché, come ha detto qualcuno, questa ricchezza si gioca e si perde al tavolo verde del tempo.
Santa Maria, donna bellissima, splendida come un plenilunio di primavera, riconciliaci con la bellezza.
Santa Maria, donna bellissima, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo.


(don Tonino Bello)

Filippo Lippi - Madonna col Bambino e angeli
Firenze - Galleria degli Uffizi