Visualizzazione post con etichetta Gasparino Andrea. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Gasparino Andrea. Mostra tutti i post

domenica 6 maggio 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (3) - Padre Andrea Gasparino

2 • EDUCARSI AL PULITO

Chi non è educato al pulito, non comprende la sessua­lità. Occorrono: linguaggio pulito, occhi puliti, pensieri puliti, azioni pulite. Vediamo insieme.

Linguaggio pulito. Ragazzo, devi imparare ad aver orrore del discorso impuro, e a guardarti dalle bocche sporche. Ti lasciano sempre qualcosa dentro che ti insu­dicia. Se frequenti con tanta libertà gente pidocchiosa, si capisce che presto o tardi prendi i pidocchi anche tu.

Oggi il turpiloquio è salito di grado: vedi gente che sembra educata e colta, e quando apre bocca è una cloa­ca di parolacce.

Chi è facile al discorso sporco, alla barzelletta lurida, stai certo che è impigliato in disordini sessuali preoccu­panti. Non è capace di pensieri grandi chi è sempre im­pantanato in discorsi depravati.

Occhi puliti. Se agli occhi concedi tutto ciò che chie­dono, tu non arrivi alla vera, profonda educazione ses­suale.

Oggi la battaglia è spietata. Non c'è più misura nella pornografia. La pubblicità commerciale è spesso un ap­parato pornografico. Se hanno da spiattellarti un cartoc­cio di patatine, c'è bisogno di una figura pornografica se no le patatine non arrivano a destinazione.

Come difenderci dalla pornografia? Non ho mai sa­puto rispondere. La cosa più semplice è rifiutare con ra­dicalità gli spettacoli di cinema e tv che guazzano nel por­no. Si può, e come! Quando invece comandi ai tuoi oc­chi, l'educazione sessuale prende consistenza, perché fa­cilmente arrivi a essere padrone anche dei tuoi pensieri.

Pensieri puliti. Il mondo dei pensieri sembra im­possibile da controllare. È come imprigionare il vento. Eppure devi avere il coraggio di ammettere a te stesso che tu diventi quello che pensi. Se non comandi ai tuoi pensieri, tu non comandi a nulla dentro di te.

I pensieri preparano i desideri, i desideri maturano le azioni, e tu diventi quello che pensi. Se pensi sensuale di­venti un sensuale. Se diventi un sensuale, il tuo cuore si inquina e prepara le debolezze.

I pensieri sono il tuo respiro: se respiri aria malsana, certo i tuoi polmoni si riempiono di microbi micidiali.

Azioni pulite. Qui siamo approdati a un campo deli­cato. Parliamo un poco della masturbazione. È egoismo che ripiega e chiude su se stessi. È la piaga tremenda di tanti adolescenti, e anche di tanti adulti. È una catena pe­sante che certi giovani non riescono più a spezzare. E si scoraggiano.

La masturbazione è una droga

Ricordati di una cosa: non puoi andare al matrimonio con questo vizio addosso, anzi, non puoi fidanzarti con questa schiavitù: condizionerebbe dal primo momento il tuo rapporto.

Chi ha il vizio della masturbazione ha dentro di sé una carica pesante di debolezza, che spezza ogni ideale. Chi ha questo vizio non è capace di grandi ideali.

Ma da questo vizio si può uscire, se si lotta. Dalla ma­sturbazione si esce con la forza di Cristo, e con una lotta disciplinata.

Bisogna affrettarsi subito a precisare che il vizio della masturbazione si ferma e si sradica quando tu lo vuoi. Se hai il vizio di fumare dicono che sia tremendo smettere; del vizio della masturbazione è più facile venirne a capo.

Cristo te lo comanda: vuole che tu bandisca ogni disor­dine: «Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo! Se la tua ma­no ti è causa di peccato, tagliala!». Questo linguaggio dra­stico di Cristo devi applicarlo a ogni disordine sessuale.

Cristo ti chiama a una vita armoniosa. Dunque, se tu lotti e Cristo è con te, è impossibile che non vinca tu.

Che cosa fare? Eccoti una buona ricetta, ben prova­ta da una lunga esperienza.

• Schiettezza sanguinante: occorre schiettezza asso­luta con se stessi, e con un sacerdote. Scegli un sacerdo­te con cui aprirti, stendi un rapporto scritto sulla gravità del tuo vizio, poi va' da lui con regolarità. La tua schiet­tezza e la forza del sacramento del perdono faranno mi­racoli.

• Sii onesto a non alimentare in te il fuoco della sensualità: proteggiti da spettacoli, pensieri, fantasie, di­scorsi, letture sensuali.

Se concedi ai tuoi occhi tutto ciò che essi chiedono, se indugi sulle fantasie impure, si capisce che poi sei de­bole, che la volontà è sempre più fragile. Se un malato si espone alle correnti d'aria, si capisce che si prende i ma­lanni.

• Non perdere tempo a piagnucolare, ripara, fallo subito. A ogni festa di Maria SS.ma chiedi il miracolo del­la guarigione. L'intercessione di Maria, e la tua voglia di lottare, presto o tardi faranno il miracolo.

• Ripara con prontezza ogni caduta, buttandoti in qualche atto generoso di carità. La masturbazione è egoi­smo allo stato puro, la medicina infallibile è la carità. Si vince con la carità.

Ricorda: Dio ci vuole liberi e maturi, la masturbazione rende schiavi e infantili.


(continua)
(Padre Andrea Gasparino)
per leggere la prima parte: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita.html

per leggere la seconda parte: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-2.html

La nostra paura più profonda, non è quella d'essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di esser potenti oltre misura. È la no­stra luce, non le tenebre che più di tutto ci spaventa. Chiediamo a noi stessi: «Chi... sono io per essere brillante, formidabile, pieno di ta­lento e risorse?» Ma di fatto chi siamo noi per non esserlo? Siamo figli e figlie di Dio. Il nostro giocare "al ribasso" non serve al mon­do. Non c'è niente d'illuminato nel ridurre noi stessi per far sì che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Siamo nati per rende­re manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non è che sia so­lo in alcuni di noi, è in ognuno di noi. Quando permettiamo alla no­stra Luce propria di risplendere inconsciamente, accordiamo il per­messo ad altre persone di fare lo stesso. Nel liberarci dalle paure, la nostra presenza, automaticamente, libera gli altri. (Nelson Mandela)


domenica 22 aprile 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (2) - Padre Andrea Gasparino

Il dono calpestato

Entriamo nel problema della sessualità. Anzitutto è da ribadire una verità che oggi si va offuscando. Mai come oggi il sesso è stato tanto vituperato, profanato, calpestato.

Bisogna partire anzitutto da idee chiare. La sessualità non è un'invenzione umana: è nata dalla mente di Dio, e tutto quello che viene dalla mente di Dio è perfetto. Pe­rò...

Sentite un paragone. Un giovane papà sogna di fare con la tredicesima il più bel dono al suo bambino che è pieno di vitalità. Gli compra la bicicletta nuova fiamman­te. Cosa direste se il bambino, mentre il papà è al lavoro e nessuno lo vede, prende la bicicletta, la porta in cortile, poi con un martello di suo padre, aiutato da un coetaneo più robusto di lui, la fa a pezzi, riducendola a un mucchio di rottami? Cosa pensereste voi davanti a un atto simile?

Mi direste: è un piccolo mascalzone, ha nel sangue qualcosa di depravato, non basta nemmeno sculacciarlo, bisogna punirlo in modo che comprenda la sua insensa­tezza.

Bene, lo sapete che in tanti giovani succede proprio questa storia con la loro sessualità? Un dono straordina­rio di Dio viene ridotto a un cumulo di rovine, in un mo­mento di insensatezza. E poi questi ragazzi non risalgono più la china, rimangono senza forze, poveri uccelli con le ali tarpate.

L'educazione sessuale

Se ne è fatto un gran polverone, in campo educativo, dell'educazione sessuale: gente per il sì, gente per il no, schieramenti contrapposti, feroci.

Naturalmente noi cristiani siamo per il sì, noi diciamo che si deve fare educazione sessuale. Solo che affermia­mo che il compito primario è della famiglia; se la famiglia non ci arriva, allora va aiutata; se non può essere aiutata, in seconda battuta andrebbe bene anche la scuola.

Ma c'è un rischio: che facciano salire in cattedra dei somari che hanno idee distorte sull'educazione sessuale. La scuola prende spesso questi abbagli: dà la parola a gente incompetente. L'educazione sessuale non si inse­gna come la storia o la geografia o le scienze naturali, non la può insegnare un maestro che è complessato dal sesso.

Non basta essere brillanti, bisogna essere sessualmen­te maturi, gente che vive una sessualità armoniosa e vir­tuosa, gente adulta nel suo sviluppo sessuale, trasparen­te, capace di parlare di sesso guardando negli occhi i pro­pri figli. Di insegnanti così, giudicatelo voi se la scuola non è un tantino carente.

Dunque, noi cristiani siamo per l'educazione sessuale, e riteniamo che per voi giovani urge un'educazione ses­suale ad ampio raggio.

1. CINQUE GRADINI DI MATURAZIONE SESSUALE

Cominciamo. Direi che il giovane deve salire cinque gradini di maturazione. Questi:

l. allargare gli orizzonti della sessualità;

2. educarsi al pulito;

3. educarsi all'amore;

4. educarsi al sacro;

5. capire che Dio chiama tutti alla santità.

2 • ALLARGARE GLI ORIZZONTI DELLA SESSUALITÀ

La prima cosa da mettersi in testa e nel cuore è la gran­dezza e bellezza della sessualità: capirla come un grandio­so progetto di Dio. E ogni progetto di Dio è santo!

La sessualità è un dono che purtroppo Dio ha affida­to all'incoscienza degli uomini, e tanti l'hanno smantella­ta nella sua dignità.

Per molta gente dal Cervello piccolo la sessualità ha un certo contenuto di macchiato. Che pena! Da Dio non vengono doni macchiati o guasti. Se c'è qualcosa di spor­co nella sessualità, viene solo dall'uomo, non da Dio.

La sessualità è un dono fatto da Dio per l'elevazione dell'uomo: è una delle poesie più stupende della vita uma­na; attraverso questo dono la vita umana si propaga, si conserva, si arricchisce.

Da questo dono nasce la famiglia: il fiore più bello per la formazione e la difesa dell'uomo. Oggi, declassando e inquinando la sessualità, si è anche inquinata la famiglia; anzi, quando la sessualità è profanata, ecco, comincia lo sgretolamento della famiglia. Datemi degli sposi che pro­fanino la loro sessualità, voi vedrete che giungeranno a poco a poco a distruggere la famiglia e a tirare su delle creature infelici.

Il peccato umano ha ferito tutto l'uomo, anche la sua sessualità. Per questo la sessualità ha bisogno di reden­zione, e di formazione.
(continua)
(Padre Andrea Gasparino)

Padre Andrea Gasparino (per la Comunità e per gli amici “il Padre”). Era nato il 7 aprile del 1923 a Boves, ordinato sacerdote il 31 maggio del 1947, dopo 4 anni di servizio nella parrocchia di Roccavione, ha iniziato a raccogliere i primi ragazzi di strada nel 1951. È iniziata così la “Città dei ragazzi”, ora chiamata Movimento Contemplativo Missionario P. De Foucauld. Negli anni ’60, l’apertura delle prime missioni in Brasile, Corea, Madagascar. Domenica 26 settembre 2010, ore 6: il Signore lo  ha chiamato a sé, Da un mese circa la sua situazione di salute, già molto fragile per l’età e per problemi seri al cuore, si era aggravata. Il Padre è passato dal sonno a Dio in una totale pace. Il cuore ha ceduto. Il segreto della sua vita, trasmesso alla Comunità e a tanti giovani e famiglie per oltre 60 anni è il PRIMATO DELLA PREGHIERA SU TUTTO PER DARE IL MEGLIO AI PIU’ POVERI. Le parole che invita a scrivere sulla sua tomba sono: “La preghiera e l’amore ottengono l’impossibile”.


martedì 10 aprile 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità - Padre Andrea Gasparino -

Introduzione:

Il problema della sessualità

Carissimi, a pochi chilometri da dove mi trovo hanno fatto un deposito enorme di rifiuti: tutti i Comuni delle nostre valli si sono consorziati, e ne è venuto fuori un impianto gi­gantesco in piena campagna. Poi, in questi anni, l'acqua della pioggia si è riversata sulla montagna di rifiuti, ha im­bevuto il terreno, ed è diventata acqua velenosa.

Tutti i prati verdi, per un raggio di molti chilometri, sono stati avvelenati, l'erba è appassita, è stata come bru­ciata dai veleni. Le cascine, anche molto lontane dai de­positi, hanno dovuto essere abbandonate perché non c'e­ra più vita né per gli animali né per le persone.

Di queste insensatezze oggi è piena la terra. Dicono che la sabbia del deserto sta invadendo le zone più pro­spere dell'Africa, a motivo del disboscamento forsennato.

In Germania, dove la tecnologia è a un grado tanto avanzato, intere foreste di conifere sono state uccise dalla pioggia acida. Nelle grandi città i bambini vanno a scuola con la mascherina, perché l'aria che respirano è satura di ossido di carbonio e devasta i loro polmoni.

Nel baratro, spensieratamente.

Non siamo più sicuri di nulla, né dell'acqua che be­viamo, né del pane che mangiamo, né della carne che consumiamo...

Che cosa sta succedendo sulla terra? Gli uomini stan­no perdendo la testa? Con il loro consumismo sfacciato stanno distruggendo tutto?

Se passiamo al campo della moralità, le cose sem­brano anche più tragiche: la televisione, il cinema e la stampa gestiscono in grande la loro scuola di depravazio­ne, di violenza; non sembrano avere altra mercanzia da vendere al grande pubblico.

Provate a contare tra i film prodotti quest'anno, quelli che possiamo chiamare formativi: ci stanno sulle dita di una mano.

Date un'occhiata a un'edicola di giornali, e lì vedete la moralità pubblica: c'è posto per ogni porcheria, ma di giornali seri non ne trovate molti, sono rari come le mo­sche bianche.

Che ne sarà dell'educazione dei bambini, della forma­zione di voi giovani alla vita? Se qualcuno alza la voce (quella del Papa non manca mai), gli si grida contro qua­lificandolo di sorpassato. È come se in un naufragio si al­zasse il pugno contro chi rischia la vita per far giungere le scialuppe di salvataggio...

La società moderna rotola giù nel baratro, spensiera­tamente. Cosa fare allora? Lasciarsi andare a fondo?

C'è una speranza!

Una speranza solida come una roccia, una precisa vo­lontà di Dio. Dio ci vuole salvare: «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Gesù Cristo ha dato la vita per salvarci.

Nel profondo del cuore umano c'è tanto bisogno di luce, tutti anelano a un mondo pulito, e abbiamo tutti i mezzi per vivere nel pulito. E oso dire, per la conoscenza che ho di voi giovani, non c'è mai stata sulla terra - pure in questo caos soffocante di immoralità - tanta purezza come oggi, tanta santità come oggi:

- cristiani che rifiutano ogni menzogna;

- sposi e fidanzati capaci di compiere eroismi per salvare la loro fedeltà;

- educatori che danno la vita per la loro missione;

- uomini e donne che consumano l'esistenza per il bene dei loro fratelli.

Mai come oggi la battaglia per difendere i valori pro­fondi dell'uomo è stata tanto sanguinante. Per questo non è lecito disperare.
(continua)
(Padre Andrea Gasparino)
 Le dèjeuneur sur l'herbe, 1863
Manet

La Chiesa è chiamata a manifestare nuovamente a tutti, con un più chiaro e fermo convincimento, la sua volontà di promuovere con ogni mezzo e di difendere contro ogni insidia la vita umana, in qualsiasi condizione e stadio di sviluppo si trovi. 

Per questo la Chiesa condanna come grave offesa alla dignità umana e della giustizia tutte quelle attività dei governi o di altre autorità pubbliche, che tentano di limitare in qualsiasi modo al libertà dei coniugi nel decidere dei figli. Di conseguenza qualsiasi violenza esercitata da tali autorità in favore della contraccezione e persino della sterilizzazione e dell'aborto procurato è del tutto da condannare e da respingere con forza. 

Allo stesso modo è da esecrare come gravemente ingiusto il fatto che nelle relazioni internazionali l'aiuto economico concesso per la promozione dei popoli venga condizionato a programmi di contraccezione, sterilizzazione e aborto procurato. 

- san Giovanni Paolo II

 da Familiaris consortio del 1981






mercoledì 4 aprile 2012

L’amore è comunione – Padre Andrea Gasparino

Lo sappiamo, lo vediamo, lo sperimentiamo che è così.
L’amore è comunione.

L’amore di una mamma sta nel vivere per il suo bambino, è comunione con la sua creatura.
L’amore di due amici sta nel condividere tempo, affetto gioie e anche pene.

Dio è amore. Ma l’amore è comunione.
Dio allora è la più alta realtà di comunione.
Per questo la Sacra Scrittura ci presenta Dio non come un solitario ma come una realtà sublime di comunione : Il Padre, il Figlio, lo Spirito. Tre realtà in comunione di Amore infinito.

L’uomo che ama anche lui è una realtà di comunione:
  • comunione con le cose,
  • comunione con le persone,
  • comunione con Dio.
L’amore per l’uomo è un apprendimento a far comunione. La vita dell’uomo è un cammino di comunione: prima i genitori, poi la famiglia, poi gli amici, poi una persona in particolare; e attraverso questo esercizio di comunione l’uomo matura verso la grande comunione con Dio, il suo destino supremo.


(padre Andrea Gasparino)
È necessario che il Verbo divino sia unito al Dio di tutte le cose ed è necessario che lo Spirito Santo rimanga e soggiorni in Dio;
perciò è assolutamente necessario che anche la divina Trinità si ricapitoli e venga riunita in uno, come in un certo apice, nel Dio, dico, di tutte le cose, l'onnipotente.
(Papa Dionisio)


mercoledì 7 marzo 2012

Credo nella preghiera – Padre Andrea Gasparino -

Credo che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera: perché l’intelligenza umana è troppo corta la volontà dell’uomo è troppo debole; perché l’uomo che agisce senza Dio non dà mai il meglio di sé stesso.

Credo che Gesù Cristo, dandoci il “ Padre nostro” ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.

Credo che la preghiera non ha bisogno di parole, perché l’amore non ha bisogno di parole.

Credo che si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando, ma il silenzio è preghiera solo se si ama, la sofferenza è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama.

Credo che non sapremo mai con esattezza se la nostra è preghiera o non lo è, ma esiste un test infallibile della preghiera: se cresciamo nell’amore, se cresciamo nel distacco dal male, se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.

Credo che impara a pregare solo chi impara a tacere davanti a Dio.

Credo che impara a pregare solo chi impara a resistere al silenzio di Dio.

Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera, perché chi impara a pregare impara a vivere.

Vi affido, carissimi Fratelli e Sorelle, un'intenzione particolare per la preghiera di questa sera: invocate con me la Vergine Maria perché ottenga al mondo il sospirato dono della pace.
  Fioriscano negli animi sentimenti di perdono e di fratellanza. Si depongano le armi e nei cuori si spengano l'odio e la violenza. Ogni uomo veda nell'altro non un nemico da combattere, ma un fratello da accogliere ed amare, per costruire insieme un mondo migliore.
(Beato Giovanni Paolo II)

Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


martedì 22 novembre 2011

Formarci all'Amore - Padre Andrea Gasparino -

1) Fare piazza pulita dei pregiudizi sull'amore.

Molto spesso si confonde l'amore con il sentimento. Sono due cose molto distinte: l'amore è sempre legato alla volontà e può non essere legato al sentimento. Quando Camillo del Lellis baciava le piaghe degli appestati, non c'era di sicuro molto sentimento in quel gesto di amore: c'era la volontà, soltanto la volontà di esprimere il suo amore a Cristo presente nel povero.

Ringraziamo quando il nostro amore è accompagnato anche dal sentimento, ma non squalifichiamo il nostro cuore quando c'è semplicemente lo sforzo di volontà.
L'amore non va mai a braccetto con l'interesse. L'amore interessato è tanto diffuso, ma occorre squalificarlo con coraggio. Se prevale l'interesse l'amore non conta più nulla. Se l'amore fa dire: "che guadagno ne ho?" Certo non è amore.

L'amore è sempre libero. Quando l'amore risponde esclusivamente al dovere, è infido. Se nasce da un ordine: "devi amarmi", è un assurdo. Nessuno può vincolare l'amore. Può farlo soltanto Dio, ma Dio rispetta sempre la libertà umana.

L'amore è sempre legato a delle decisioni precise, non è mai campato in aria; l'amore a parole non regge. A ogni incrocio della vita,a ogni bisogno del fratello devo sapermi domandare: "Che cosa devo fare se amo veramente?".
L'amore ha i suoi livelli e le sue precedenze. Alcune persone hanno la precedenza sulle altre. Bisogna accettarlo e discernere. La mia dedizione deve rispettare delle graduatorie, perché c'è una graduatoria di dipendenza e di vicinanza. Ci sono vari livelli di donazione: la famiglia o la comunità prima degli amici, gli amici prima degli estranei, i poveri e i bisognosi prima di chi ha tutto, ma non devo calcolare troppo.

2) Partire da noi stessi: amare noi stessi.


Chi non si ama non è attrezzato ad amare.
L'amore comincia a casa tua. Dobbiamo amare noi stessi in modo giusto. Chi si ama in modo giusto e' attrezzato ad amare i fratelli. Devo saper controbilanciare le mie esigenze con quelle dei fratelli. In alcuni momenti devo far prevalere le mie necessità, in altre circostanze gravi, è doveroso far prevalere il bisogno del fratello.

3) Amare cercando a ogni costo il vero bene del fratello.

Devo prefiggermi il bene del fratello che può essere contrario a quello che lui vorrebbe, che gli altri vorrebbero o che io stesso vorrei. Anche la resistenza può essere amore. La norma è il bene del fratello, sia che lo comprenda, sia che non lo comprenda.

4) Tre mete particolari dell'amore.

Amare! Devo dare al fratello questa percezione: sono e sarò sempre al tuo fianco.

Incoraggiare! Devo trasmettere al fratello fiducia piena in se stesso. Devo fargli capire: se ti appoggi troppo su di me, diventi debole e dipendente. Questo non è il tuo bene , è piuttosto il tuo male. Non posso condiscendere a questo.

Provocare! Devo stimolare le sue energie in tutti i modi possibili, usando anche la durezza se necessario. Amare è un arte fatta di mille attenzioni. C'è l'ora dell'incoraggiamento e c'è l'ora della provocazione. Posso sbagliarmi tante volte, ma riparerò, mi scuserò. Il nostro amore è umano, ha i suoi limiti, le sue imperfezioni, non è possibile intuire sempre e tutto quello che dobbiamo fare.

(Padre Andrea Gasparino)
Fonte: “ Il segreto della gioia” di Gasparino Andrea


Madonna col Bambino e san Giovannino (1495)
  Sandro Botticelli
  Galleria Palatina, Palazzo Pitti in Florence, Italy
  Maria tiene in braccio il Bambino e lo porge verso San Giovannino, per far abbracciare i due fanciulli. Dietro Maria si trova un roseto, fiore tipico della Vergine, con fiori di colore rosso, che rimandano al colore del sangue della Passione di Gesù. La posa quasi orizzontale del Bambino e i suoi occhi chiusi rievocano la morte.


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

sabato 22 ottobre 2011

Una prova schiacciante – Padre Andrea Gasparino -

Gesù crocefisso! Come posso guardarti
con tranquillità, con indifferenza?
Gesù crocefisso! Ma esiste un’altra prova
più schiacciante del tuo amore?
Gesù crocefisso, parla,
scuoti il mio torpore, ma per sempre!

Povera la Madre tua,
crocefissa senza nemmeno una croce,
crocefissa con te
senza poter far nulla per te,
crocefissa accanto a te
mentre ti aiuta a sopportare.

Cristo, sei nato tra i poveri,
hai voluto il posto più povero per nascere,
hai voluto per primi intorno a te
i disprezzati;
ora vuoi morire tra i ladri.

Certo,non dai alcun valore
alle valutazioni umane;
sembra che per te debbano essere
tutte capovolte, tanto sono fallaci.

Penso a quando issarono la croce:
che tortura fu la tu!

Gesù, non riesco a pensare
alla tua posizione, al respiro spasimante,
al peso del tuo corpo,
a quelle mani inchiodate.

Ma perché hai scelto proprio
la morte più terribile?

Lo so perché:
volevi dare una prova che sfidasse i secoli,
per chiamare all’amore gli uomini.

Grazie per la scritta sul capo:
mi dici che sei venuto e sei morto
per essere re,mio re:
vuoi regnare nel mio cuore.

(Padre Andrea Gasparino)

Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie” a cura di L. Guglielmoni, F. Negri, Ed. Paoline

Giotto di Bondone, conosciuto solo come Giotto (1267-1337)
   Crocifissione (1314-1320 circa)
  Basilica di San Francesco, Basilica inferiore,Assisi (Italy)


Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 23 settembre 2011

Richiami del deserto (pagg.21,22,23) – Padre Andrea Gasparino -

…..
Certe volte il silenzio accende la carità.
C’è un silenzio che viene da Dio e porta a Dio, ma c’è un silenzio che viene dall’egoismo e porta all’egoismo.
Non deve uscire dalla mia bocca ciò che non uscirebbe se fosse presente quella persona di cui parlo.
Di fronte a una mormorazione non ho il diritto di lasciar correre, perché non posso lasciar correre un’ingiustizia.
Se critico con viltà devo riparare. Non è un atto di generosità, ma semplicemente un preciso dovere di coscienza.
A volte, esprimendo un giudizio cattivo o almeno negativo su un responsabile, distruggo la confidenza e la stima: se me ne rendo conto ho una colpa davanti a Dio, ho sulla coscienza  l’obbligo di una riparazione che spesso purtroppo …. non si ripara più.
La carità esige che io indovini i bisogni degli altri.
Se non si sta attenti, l’orgoglio ferito porta a immancabili peccati contro la carità.
Facendo la carità ai poveri posso violare la carità: mancando loro di rispetto, violando la loro libertà, giudicandoli.
Non mi è lecito disprezzare nessuno, nemmeno il più peccatore.
Chi è ironico è soggetto a gravi mancanze di carità.
Chi è ironico sovente è rispettato da tutti ma amato da nessuno.
Posso non comprendere tutti, ma devo rispettare tutti.
Chi per temperamento o per abitudine è portato alla finzione, porta in sé un grave ostacolo alla carità.
L’amicizia non è un male, è un bene, è un dono di Dio, posso farne un mezzo che mi porta a lui o un mezzo che mi allontana da lui.
L’amicizia vera non è fatta di infingimenti e di segreti.
L’amicizia che mi porta a dimenticare gli altri non è amicizia buona.
L’amicizia che distoglie dalla preghiera e dall’intimità con Dio è amicizia di cattiva lega.
L’amicizia vera è fatta di sacrificio.
L’amicizia vera non è gelosa né esclusivista.
L’amicizia vera fortifica il cuore nella fedeltà a Dio e nell’amore al prossimo.
Bisogna perdonare anche quando il perdono è impossibile.
Ecco un testo importante per la vita comune, contenuto nella regola di Taizè: “Il prendere in giro le persone è un veleno della vita comune, è una cosa perfida, perché in questo modo sono lanciate in faccia verità che non si osano dire a tu per tu. E’ anche una cosa bassa , perché rovina la persona di un fratello davanti agli altri.”
(Padre Andrea Gasparino)

Fonte: "Richiami del deserto” di Andrea Gasparino, Ed. Paoline, pagg, 21,22,23

Buona giornata a tutti. :-)