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mercoledì 3 aprile 2013

Preghiere per chiedere l'intercessione di Maria - Padre Christian Thomas -

Vi saluto Maria Figlia di Dio Padre
Vi saluto Maria Madre di Dio Figlio
Vi saluto Maria Sposa dello Spirito Santo
Vi saluto Maria Tempio della Santissima Trinità
Vi saluto Maria Giglio bianco della risplendente Trinità
Vi saluto Maria Rosa gradevolissima della Corte Celeste
Vi saluto Maria Vergine piena di dolcezza ed umiltà
Vi saluto Maria Vergine della quale il re del Cielo ha voluto nascere ed essere nutrito del suo latte
Vi saluto Maria Vergine delle Vergini
Vi saluto Maria Vergine Regina dei Martiri della quale l’anima è stata perforata da dolori immensi
Vi saluto Maria Signora e Maestra alla quale ogni potere è stato nel cielo e sulla terra
Vi saluto Maria Regina del mio cuore, mia dolcezza, mia vita e tutta mia speranza
Vi saluto Maria Madre amabilissima
Vi saluto Maria Madre mirabilissima
Vi saluto Maria Madre dell’amore
Vi saluto Maria Concepita senza peccato
Vi saluto Maria Piena di Grazia, il Signore e con te, tu sei benedetta tra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria Madre di Dio prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.


Benedetto il Vostro Sposo San Giuseppe
Benedetto il Vostro padre San Gioacchino
Benedetta la Vostra Madre Sant’Anna
Benedetto il Vostro Angelo San Gabriele
Benedetti i Vostri Angeli Michele, Raffaele e tutti i Santi
Benedetto il Padre Eterno che vi ha scelta
Benedetto il Vostro figlio che vi ha amata
Benedetto lo Spirito Santo che vi ha sposata.
Che tutti quelli che vi amano vi benedicano o Beatissima Vergine.
Benedite tutti noi nel nome del Vostro carissimo Figlio Gesù.
Amen.

(E’ impossibile non essere esauditi quando recitiamo con fiducia questa preghiera.)



(Padre Christian Thomas)




"Maria Immacolata, mi piace contemplarti e chiamarti “donna del pane”.
Ti lodo perché sei la fornaia del Pane Divino.
Il tuo grembo è stato il forno dove, nel calore dell’Amore, è lievitato colui che ha detto: “Io sono il Pane Vivo”.
Tu, quale forno ardente, fai lievitare in me la gioia di gustare l’intimità col tuo Figlio.
Ti benedico perché tutto poni nella mangiatoia, come canestro per un’etern
a mensa.
Sii Benedetta fra le donne, perché il profumo e la fragranza del tuo pane macinato ed impastato giunga a tutti noi.
Rendimi umile, capace di contenere il tutto, di far baciare la santità ed il peccato che sono in me.
Maria, donna del pane spezzato, esperta nel far cambiare l’acqua in vino, testimone del dividersi che si moltiplica, dello sbriciolarsi che nutre, del piccolo boccone che sazia la grande fame, anche Tu, a Nazaret, hai spezzato il pane della fatica quotidiana anche Tu hai pregato, sapendo che “non di solo pane vive l’uomo”.
Vivo l’estasi della contemplazione e mi beo nel sentirmi sazio.
Sì, l’uomo vive di solo pane quando si nutre del frutto del tuo seno, e divento sazio di Te, donna del pane".

(Paolo Nagari)





Maria ci invita ad avere il suo stesso spirito di affidamento, la capacità di metterci fiduciosamente nelle mani di Dio. 
Il suo sì ci rivela la vera natura dell'obbedienza: Maria fa ciò che vuole Dio, ma fa anche quello che in quel momento della sua vita ritiene giusto per lei, il suo bene.

- Cardinale Angelo Comastri - 







A Te Maria

A Te mi affido con fiducia;
con Te intendo seguire Gesù,
Redentore dell'uomo.

La fatica non rallenti il cammino,
né la stanchezza appesantisca il cuore.
Le difficoltà non spengano il coraggio,
né la tristezza la gioia del cuore.

Tu, o Maria,
Madre del Redentore,
continua a mostrarTi Madre per tutti.

Veglia sul nostro cammino
e fa che pieni di gioia
possiamo un giorno contemplare
il Tuo Figlio nel cielo.
Amen.

(Beato Giovanni Paolo II)





Buona giornata a tutti :-)







domenica 20 novembre 2011

La parrocchia alla luce della fede (seconda parte) - Card. Angelo Comastri -

prima parte: http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/06/la-parrocchia-alla-luce-della-fede.html

In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro no­me dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,10-12).

Pietro non ha altro da dire e non ha altro da annuncia­re: lo scopo della sua vita è annunciare Gesù. E questo è lo scopo della Chiesa e, di conseguenza, è lo scopo della parrocchia, che è la catholica Ecclesia presente in un de­terminato territorio.

La parrocchia deve recuperare la consapevolezza di questa identità e della conseguente sua missione: spesso - permettetemi di dirlo - manca chiarezza proprio a que­sto livello fondamentale e decisivo!

Oggi, è bene ricordarlo, la parrocchia, a motivo della maturazione della società civile, sta perdendo tanti ruoli di supplenza (sociali e culturali). Non piangiamo per que­sto, ma cogliamo l'occasione propizia per rimettere la fe­de al centro dell'identità e della missione della parrocchia.

Il cardinale Walter Kasper, quando era vescovo di Stoc­carda, scrisse: «Forse questo ci è successo negli anni del concilio e del dopo concilio: mentre discutevamo su mo­di nuovi e più efficaci di presentare la fede, mentre ci ar­rovellavamo per incarnarla al meglio nel mondo moder­no, è proprio quella fede stessa che perdevamo di vista. Forse, la fede ci abbandonava mentre costruivamo com­plesse e raffinate metodologie per ripresentarla, mentre ci dilaniavamo per darne una lettura conservatrice o pro­gressista. Oggi non è in questione solo il modo di tra­smettere la fede, ma la fede stessa. Non soltanto il "co­me" della mediazione, ma anche il "che cosa" e il "per­ché" della fede. Se non fossimo, spesso segretamente, in­sidiati dal dubbio, forse non ci preoccuperemmo tanto, co­sì come abbiamo fatto in questi anni, di come trasmette­re la fede».

È vero! Tutto questo è accaduto e può accadere anco­ra, esponendo la comunità cristiana al rischio di diventa­re sale insipido, che «a null'altro serve che a essere get­tato via e calpestato dagli uomini» (Mt 5,13). E dal sale insipido non può uscire il sapore di una vocazione!

Però - anche questo sia ben chiaro - quando la fede languisce, il problema non si risolve gettandosi in un frenetico attivismo, perché, in questo caso, ci appartie­ne il rimprovero che Gesù rivolge alla Chiesa di Sardi: «Conosco le tue opere: ti si crede vivo e invece sei mor­to» (Ap 3,1). La pochezza di fede si cura soltanto con più fede!

Don Divo Barsotti, uomo di limpida fede, alcuni anni fa provocatoriamente disse: «Oggi la cosa più urgente è rimettere Cristo al centro del cristianesimo». È una provocazione, ma c'è del vero: e vale in modo particolare per la parrocchia.
Continua don Divo Barsotti: «Cristo, spesso è margi­nale in tanto apostolato d'oggi; egli è diventato soltanto un pretesto per parlare d'altro e per condurre ad altri e per servire altri».

Costantemente allora dobbiamo chiederci: questo... e questo... e questo... serve a far crescere la fede della comunità cristiana? Me lo devo chiedere anche quan­do faccio la spesa, anche quando indosso un vestito, an­che quando compro la macchina, anche quando adopero un linguaggio, anche quando organizzo un viaggio!

E lo stesso discorso vale per tutta l'attività della par­rocchia.

Che cos'è la parrocchia senza la fede?

Significativa è la testimonianza di un agnostico pari­gino, direttore di un teatro, al quale venne domandato in pieno Sessantotto che cosa pensasse delle contestazioni che stavano affiorando anche nella Chiesa. Egli disse: «Se si tratta di un largo movimento che permette alla Chiesa di voler ritrovare la sua vera funzione, ossia che vuole ri­dare priorità alla gente che vede, ai mistici, la cosa mi sem­bra interessante e importante. Non è togliendo la veste ta­lare o sposandosi che si giungerà a risolvere i problemi della fede. Se si tratta di un salto in avanti, se il prete si libera dei suoi incarichi di patronato…..per dirsi: “Sono un uomo di  Dio e devo testimoniarlo", allora il fatto mi in­teressa. In altri termini, se si tratta di un'avventura misti­ca, trovo la cosa appassionante. Se si tratta di un'avven­tura sociale secondo il gusto del tempo, la cosa mi dà noia: trovo che si tratti di un regresso».

Oggi la gente può trovare tutto altrove: la fede in Ge­sù può trovarla soltanto da noi.
Ne siamo consapevoli?
E ne traiamo tutte le conseguenze?

(continua)

(Card. Angelo Comastri)
Fonte: “Donarsi è l’unico guadagno”Ed. San Paolo. Pagg.55,56,57,58

Una grande folla ha accolto il Cardinale Sua Eminenza Angelo Comastri - arcivescovo, arciprete della Basilica Papale di San Pietro al Vaticano, nonchè presidente della Fabbrica di San Pietro e Vicario Generale di Sua Santità Benedetto XVI per la Città del Vaticano – che il 7 luglio 2011 ha officiato la messa al Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno, in occasione del 109esimo anniversario della morte della santa. Una giornata di doppia festa visto che quest'anno ricorre il 100esimo anniverario della consacrazione del Santuario come Santuario di diritto pontificio.
Poi la santa messa  con tanti i riferimenti alle parole di Madre Teresa di Calcutta, fino a ripercorrere la vita di Marietta che in piena fanciullezza ha conosciuto Dio fino a sacrificarsi per lui. Una santa amata nel mondo. Dopo la santa messa i fedeli si sono spostati in cripta dove insieme al cardinale hanno recitato la preghiera in onore di Marietta. Emozionante il momento in cui Comastri si è inginocchiato di fronte alle spoglie di Marietta, baciando la teca dove è racchiuso il corpo della santa. Al suo fianco la foto teneressima di Papa Giovanni Paolo II che proprio lì, nel 1979, adorava la santa.


Buona giornata a tutti :-)

domenica 9 ottobre 2011

Tu vuoi salvarmi! – Cardinale Angelo Comastri -

O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere,
è un mistero che mi supera
e mi commuove profondamente.

Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l’abbraccio del Padre.

Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!

Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.

Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve ritornare sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con te e la gioia in te,
Amen.

(Cardinale Angelo Comastri)
Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie”a cura di L. Guglielmoni, F. Negri. Ed. Paoline
papa Benedetto XVI e il Cardinale Angelo Comastri
“....Non c'è nessun rapporto di causa ed effetto tra celibato e pedofilia. La pedofilia è una perversione, una malattia, una fragilità che si ritrova anche nelle persone sposate.… Il sacerdote vive in continua tensione spirituale, ma lo scenario in cui vive è tutt'altro che esaltante. Se non è in grado di difendersi inciampa nel fango...” (Card. Comastri intervistato da Vito Magno, Un canto nella bufera, in Rai Vaticano 31 marzo 2010)



Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 31 agosto 2011

Aiutaci a ritrovare noi stessi – Card. Angelo Comastri


Signore Gesù,
si sta spegnendo l’amore
e il mondo diventa freddo, inospitale, invivibile.
Spezza le catene
che ci impediscono di correre verso gli altri.
Aiutaci a ritrovare noi stessi nella carità.
Signore Gesù,
il benessere ci sta disumanizzando,
il divertimento
è diventato una alienazione, una droga,
e lo "spot" monotono di questa società
è un invito a morire nell’egoismo.
Signore Gesù,
riaccendi in noi la scintilla dell’umanità
che Dio ci pose nel cuore
all’inizio della creazione.
Liberaci dalla decadenza dell’egoismo
e ritroveremo subito
la gioia di vivere e la voglia di cantare.

(Card. Angelo Comastri)

1° maggio 2011
Santa Messa per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II,
siamo tra Piazza San Pietro e Via della Conciliazione

lunedì 11 luglio 2011

Benedici tutti noi – Card. Angelo Comastri -

Beato Giovanni Paolo II, dalla finestra
del Cielo donaci la tua benedizione!
Benedici la Chiesa, che tu hai amato,
hai servito e hai guidato, spingendola
coraggiosamente sulle vie del mondo
per portare Gesù a tutti e tutti a Gesù.
Benedici i giovani, che sono stati la tua
Grande passione. Riportali a sognare,
riportali a guardare in alto per trovare
la luce, che illumina i sentieri della vita
di quaggiù.

Benedici le famiglie, benedici ogni
famiglia! Tu hai avvertito l'assalto
di Satana contro questa preziosa
e indispensabile scintilla di Cielo,
che Dio ha acceso sulla Terra.
Giovanni Paolo, con la tua preghiera proteggi
la famiglia!

Prega per il mondo intero, ancora
segnato da tensioni, da guerre
e da ingiustizie. Tu ha combattuto
la guerra invocando il dialogo
e seminando l'amore: prega per noi,
affinché siamo instancabili seminatori
di pace.

Beato Giovanni Paolo II dalla finestra
del Cielo fa' scendere su tutti noi
la benedizione di Dio.
Amen.

(+
Cardinale Angelo Comastri)
Preghiera composta dal cardinale Angelo Comastri,
Vicario Generale del Papa per la Città del Vaticano
















 Buona giornata a tutti :-)

martedì 21 giugno 2011

La parrocchia alla luce della fede – Cardinale Angelo Comastri -

Che cos'è la parrocchia nella luce della fede? Ecco subito una bella definizione che viene dal cuore di don  Primo Mazzolari ed è stata ripresa dal Papa Giovanni Paolo II nella Christifideles laici : “La parrocchia è la Chiesa  che vive tra le case degli uomini: è la Chiesa che mette casa tra le case degli uomini” (n.26)
Bellissima e densa definizione. Ma… c'è cos'è la Chiesa? E’ il popolo che ha incontrato Gesù Cristo e, per questo motivo, è diventato popolo, cioè corpus Christi! E, incontrando Gesù Cristo, questo popolo scopre l'affascinante volto di Dio Amore, diventando così umanità nuova in mezzo al mondo invecchiato dal peccato. E, mentre vive questo stupendo mistero, il popolo credente sa che il più bello deve ancora venire: e allora aspetta il ritorno di Gesù, che porterà a compimento la salvezza con “i cieli nuovi e terra nuova” (2Pt 3,13)
Dentro questo popolo credente sbocciano e possono sbocciare le molteplici vocazioni ecclesiali: perché le vocazioni sono frutto della fede; e sono vere vocazioni soltanto se nascono dalla fede. Sottolineo: è il popolo credente che diventa fecondo di vocazioni, perché il popolo credente è un popolo che ascolta il Signore e pensa alla vita ascoltando il Signore.
 A questo punto una domanda decisiva e ineludibile.
Ecco la domanda:
"Siamo consapevoli che è la fede in Gesù che fa la parrocchia ed è la fede in Gesù lo scopo di tutta l'attività della parrocchia?"
Pertanto esiste una parrocchia nella misura in cui, in un determinato luogo, una comunità è presenza e visibilità dell'unico popolo credente in Gesù. Quando l'apostolo Pietro prese la parola il giorno di Pentecoste, disse senza mezze misure la fede della Chiesa: ”Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret … Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio (= il Padre) lo ha risuscitato. Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso.(AT 2,22-24..36).
E, dopo la guarigione dello storpio davanti alla porta del tempio, Pietro ancora una volta dice la fede della Chiesa: ”La cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. Questo Gesù è
“ La pietra che, scartata dai costruttori,  è diventata testata d'angolo”(Sal 118(117),22).
(continua..)
(Card. Angelo Comastri)
Fonte: “Donarsi è l’unico guadagno”Ed.San Paolo. Pagg.53,54,55 


Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 23 maggio 2011

O Madre - +Card. Angelo Comastri -

O Madre, Tu conosci la trepidazione e la bellezza dell'attesa.
Tu hai atteso la nascita del Figlio di Dio che ha scelto te come culla del Mistero.
Tu hai sentito il battito del suo cuore umano e divino e hai atteso la gioia di vedere il suo volto.
Tu hai atteso l'ora decisiva di Gesù e l'hai visto allontanarsi da casa per dare una casa a tutta l'umanità.
Tu hai atteso ogni giorno e puntualmente è giunto il giorno della Croce.
Tu hai continuato ad attendere nel lungo e drammatico sabato santo e hai visto la luce della Risurrezione.
Tu ora attendi per noi: tu sei la Madre dell'attesa!
Metti olio nelle nostre povere lampade
e insegnaci ad attendere il ritorno dì Gesù
gioiosamente, fedelmente, tenacemente ogni giorno.
Maranàtha! Vieni, Signore Gesù!

(card. Angelo Comastri)

Madonna della misericordia, Parigi,
Biblioteca Nazionale (manoscritto lat. 757, c. 258).



Iconografia della Madonna della misericordia che sotto le ampie ali del suo mantello accoglie e protegge i fedeli inginocchiati, o addirittura intere città. Nella Madre di Gesù gli uomini riconoscono anche e soprattutto la Madre comune.

«Salve Regina, madre di misericordia…».

Riflettendo su questa invocazione iniziale della dolce antifona mariana della Salve Regina, si va con il pensiero alla lunga tradizione cristiana che da sempre invoca la Vergine Maria come Madre di Dio e madre dell’umanità; appunto Madre di misericordia perché nostra madre.




Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 3 dicembre 2010

A Gesù Crocifisso - + Cardinale Angelo Comastri -

O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch'io l'ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l'abbraccio del Padre.
Tu sei il Volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c'è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c'è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.


(+ Cardinale Angelo Comastri)
Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano


http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/08/il-si-della-mia-risposta.html





Buona giornata a tutti :-)




domenica 31 ottobre 2010

Preghiera a Maria per l'invio degli apostoli...- + Card. Angelo Comastri -


O Maria, nel tuo Cuore perennemente vive
la memoria del giorno del grande sì.
Continuamente ritorni nella piccola casa di Nazaret
e ti stupisci davanti all'angelo Gabriele
che ti porta la bella e inaudita notizia
che Dio vuole essere uomo con noi.

O Maria, oggi noi entriamo nel tuo Cuore
per assaporare la meraviglia che tu provasti
in quel giorno lontano e vicino:
il giorno del tuo sì vogliamo che sia
il giorno del nostro sì: con te, o Maria!

Oggi diciamo sì alla vita per sempre,
oggi ci impegniamo a pregare per la vita,
oggi nel tuo Cuore Immacolato e Materno
consegniamo l'impegno di essere apostoli della vita
nel nome di Dio che in te si è fatto bambino.

O Maria, la porta delle nostre case
sarà aperta ogni giorno per l'angelo della vita
e le nostre famiglie saranno cenacoli viventi
di preghiera per la vita: Regina della vita
prega con noi, prega per noi, prega per la vita. Amen.


+ Cardinale Angelo Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano
 (arcivescovo, Delegato Pontificio Di Loreto, scritta per l'Associazione "Difendere la vita con Maria")


Il Cardinale Angelo Comastri, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, è nato in Sorano, in provincia di Grosseto e diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello (Italia), il 17 settembre 1943.




Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 27 settembre 2010

Io la ricordo così.....+ Cardinale Angelo Comastri -

Mi guardò con due occhi limpidi e penetranti.
Poi mi chiese: «Quante ore preghi ogni giorno?». Rimasi sorpreso da una simile domanda e
provai a difendermi dicendo: «Madre, da lei
mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede
quante ore prego?». Madre Teresa mi prese le mani e le strinse tra le sue quasi per
trasmettermi ciò che aveva nel cuore; poi mi confidò: «Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri!
Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega.
Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!»
Non ho più dimenticato questo incontro: il segreto di Madre Teresa
sta tutto qui. Ci siamo rivisti tante altre volte (l'ultima il 22 maggio scorso), ma ogni azione e ogni decisione di Madre Teresa li ho trovati meravigliosamente coerenti con questa convinzione di fede:
«Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore, e così …».
Nel 1979 ricevette il Premio Nobel per la Pace: lo accolse stupendosi
e restando quietamente piccola nelle mani di Dio. Andò a ritirare il premio con la corona del Santo Rosario stretta tra le grosse mani, abituate alla fatica del lavoro e alla dolcezza della carezza: nessuno osò rimproverarla per il suo affetto verso la Madonna, neppure in
una terra rigidamente luterana!
Tornando da Oslo Madre Teresa fece tappa a Roma. Vari giornalisti
si accalcarono nel cortile esterno della povera dimora delle Missionarie della Carità sul Monte Celio. Madre Teresa non si sottrasse ai giornalisti, ma li accolse come figli, mettendo nella mano di ciascuno una piccola medaglia dell'Immacolata. I giornalisti furono generosi in foto e domande; una domanda fu un po' birichina: «Madre, lei ha settanta anni! Quando lei morirà, il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica?» Madre Teresa avrebbe potuto reagire con un po' di santo sdegno ed invece fece un sorriso luminoso, come se le avessero dato un bacio affettuosissimo. E aggiunse: «Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l'amore di Dio.
Le pare poco?».
Il giornalista non riuscì a rispondere, mentre attorno alla Madre
si era creato il silenzio dell'ascolto e della emozione. Madre Teresa riprese la parola e chiese al giornalista "sfacciatello":
«Cerchi di essere anche lei una goccia pulita e così saremo in due.
È sposato?». «Sì, Madre». «Lo dica anche a sua moglie e così
saremo in tre. Ha dei figli?». «Tre figli, Madre». «Lo dica anche
ai suoi figli e così saremo in sei …».
Non c'era bisogno di aggiungere altro: Madre Teresa aveva
detto chiaramente che ognuno di noi ha in mano un piccolo, ma indispensabile capitale d'amore; è questo personale capitale
d'amore che dobbiamo preoccuparci di investire: il resto è
divagazione inutile o polemica sterile o maschera di disimpegno.
Nel 1988 venne a Porto Santo Stefano (GR), dove ero parroco: fu un dono immenso, inatteso, meraviglioso. Era il 18 maggio e il cielo, dopo una insolita burrasca, era tornato limpido e azzurro, confondendosi con il mare sorridente. Madre Teresa fissò come una bambina lo scenario unico del Monte Argentario e parlò così: «Come è bello questo luogo! In un luogo così bello, anche voi dovreste preoccuparvi di avere anime belle». Bastarono queste parole per far scattare una attenzione e una vibrazione del cuore di oltre ventimila persone. Madre Teresa, allora, con la coerenza della fede, aggiunse:
«La vita è il più grande dono di Dio. È per questo che è penoso vedere quanto accade oggi: la vita viene volontariamente distrutta dalle guerre, dalla violenza, dall'aborto. E noi siamo creati da Dio per cose più grandi: amare ed essere amati! Il più grande distruttore di pace nel mondo è l'aborto. Se una madre può uccidere il proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te nell'ucciderci reciprocamente?».
Queste parole sembravano raggi luminosi lanciati nel cielo buio: ciascuno si sentiva scoperto e ogni briciola di egoismo bruciava e diventava salutare rimprovero. Al termine della Veglia di Preghiera accadde un fatto, che ho sempre vivo nella memoria, ricordandolo, ancora mi emoziono profondamente. Un ricco industriale mi aveva manifestato l'intenzione di regalare a Madre Teresa la sua villa per accogliere i malati di Aids ed aveva in mano le chiavi per consegnarle alla Madre. Riferii la proposta a Madre Teresa, che prontamente rispose: «Debbo pregare, debbo pensarci: non so se è cosa buona portare i malati di Aids in un luogo di grande turismo. E se fossero rifiutati? Soffrirebbero due volte!». Quale saggezza! Quale libertà interiore!
Però a tutti noi, uomini di poca fede, sembrava che Madre Teresa stesse per perdere una bella e rara occasione. Un distinto signore, che aveva assistito al dialogo, si sentì in dovere di consigliare: «Madre, intanto prenda la chiave e poi si vedrà…». Madre Teresa, senza alcuna esitazione, forse sentendosi ferita in ciò che aveva di più caro e di più prezioso, chiuse il discorso dicendo risolutamente: «No, signore! Perché ciò che non mi serve, mi pesa!»
Queste parole sono un capolavoro. Mi richiamarono alla memoria ciò che San Bonaventura scrisse riguardo a San Francesco: «Nessuno amò tanto la ricchezza, quanto Francesco amò la povertà!». Madre Teresa era così. Era un limpido fiume di fede che sbocciava in opere di carità: la fede, e soltanto la fede, stava alla sorgente del suo agire.
Nel 1991, sempre nel mese di maggio, venne a Massa Marittima (GR). Con mia grande sorpresa mi comunicò la decisione di aprire a Piombino una casa per le Suore Contemplative delle Missionarie della Carità: «Pregheranno davanti a Gesù nel Tabernacolo – mi disse – e così si diffonderà attorno la luce della bontà. Ci vogliono cuori puri per accogliere l'Amore! Cuori puri!».
Da Massa Marittima, in elicottero, andammo all'Isola d'Elba per un secondo incontro di preghiera. Durante il tragitto indicavo a Madre Teresa i vari luoghi della costa tirrenica, mentre lei inviava a tutti il regalo di un'Ave Maria. A un certo punto un uomo, che ci accompagnava nel volo, cadde in ginocchio accanto a me e, con voce tremante, mi disse: «Padre, io non so che cosa mi stia accadendo! Mi sembra che Dio, Dio stesso mi stia guardando attraverso gli occhi di quella donna».
Riferii subito alla Madre le parole appena ascoltate. Ella, con tranquillità disarmante, commentò: «Gli dica che Dio lo sta guardando da tanto tempo: era lui che non se ne accorgeva…! God is love: Dio è Amore!». E, rivolta all'uomo, gli strinse la mano con affetto e gli consegnò alcune medagliette della Madonna: sembravano baci, che portavano il profumo dell'amore di Dio. Madre Teresa era così: semplice, umile, limpida, evangelicamente trasparente.
Il 22 maggio scorso mi scrisse un messaggio per la VI Giornata Mondiale del Malato, che verrà celebrata a Loreto l'11 febbraio 1998. Il messaggio dice così: «Cari fratelli e sorelle che soffrite! Voi siete così vicini al cuore di Gesù Crocifisso che, senza staccarsi dalla Croce, egli può baciarvi e parteciparvi il Suo Amore. Siate Santi! Tutti per Gesù attraverso Maria». È il suo testamento: amare… amare! Lasciando però che sia Gesù, Volto e Presenza dell'Amore di Dio, a riempirci di Carità!
+ Cardinale Angelo Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano

fonte: http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01091997_p-18_it.html


Buona giornata a tutti :-)