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sabato 2 luglio 2011

Padre Andrea Gasparino - biografia

 
“La preghiera e l’amore ottengono l’ impossibile” . Questa frase è scritta sulla tomba di padre Andrea Gasparino, sacerdote missionario e maestro dello Spirito, (1923,  26 settembre 2010). Nel dopoguerra prese a cuore la miseria sociale ed economica di tanti orfani che vivevano in strada.
Decine di giovani abbandonati a se stessi, grazie a padre Gasparino trovano rifugio  in un piccolo spazio in provincia di Cuneo, che dal 1951 porta  il nome di "Città dei Ragazzi".
All'opera della comunità si unirono nel 1955, le sorelle consacrate, Negli anni ’60 il sogno di padre Gasparino si avvera con l'estensione dell'attività missionaria nei Paesi  più poveri del mondo. La prima missione in Brasile, poi in Asia, in Africa nell’Est europeo come la Russia e l’Albania. Aprì altre missioni in  Corea, Madagascar, e poi in Kenya, Etiopia, Bangladesh, Hong Kong.
Padre Gasparino ha retto per più di 50 anni la scuola di preghiera per giovani  nella “Città dei Ragazzi” dove generazioni di giovani hanno imparato da lui uno stile di vita, essenziale, coerente,  rigoroso, impregnato di preghiera e di testimonianza. E’ fondatore del Movimento Contemplativo Missionario “P. De Foucauld”.
Le fraternità del Movimento sono piccole comunità monastiche di fratelli e di sorelle che vivono in mezzo ai poveri negli slums, fra i baraccati, nei lebbrosari, condividendo la vita dei poveri e testimoniando il primato della preghiera.
Attualmente il Movimento è diffuso in Europa (Italia, Inghilterra, Russia, Albania); In Africa (Madagascar, Kenya, Etiopia); in Asia (Bangladesh, Hong Kong) e in America Latina (Brasile).
La sede di formazione del Movimento è a Cuneo, in corso Francia 129.

Dalla sua esperienza spirituale e missionaria sono nati numerosi libri (ultimo in ordine di uscita "La preghiera di semplicità", edito da Elledici) ormai largamente conosciuti e apprezzati in tutta Italia, che offrono un metodo per imparare a pregare e ad esercitare la cosiddetta “preghiera del cuore”, cioè la preghiera profonda nella quale l’uomo e Dio si incontrano e nel silenzio si amano.
Nel 1990 il riconoscimento ufficiale da parte della Santa Sede come “Movimento contemplativo Missionario P. de Foucauld”.
Oggi la Comunità è composta da una decina di sacerdoti e da 120 tra fratelli e sorelle consacrati, in 35 fraternità sparse nel mondo. Ne è responsabile da alcuni anni don Pino Isoardi.


Ecco qualche riflessione, Padre Gasparino diceva:
  • "Se volete capire la Madonna non rompetevi il capo dietro le astruserie di certi teologi: prima datevi a Lei, poi le pagine del Vangelo avranno una luce così abbagliante che non farete più fatica a conoscerla, amarla a farla amare".
Dal libro "Il segreto della gioia. Come trovarla e come viverla", Ed. Paoline, 2003
  • "Impara a ridere dei tuoi fallimenti e delle tue paure, non ne proverai più paura e sarai stimato dagli altri."
  • "Ciò che ci teniamo nascosto dentro diventa veleno e ci fa del male: più siamo segreti, più diventiamo malati.”
  • “Con la gioia tutti i doveri diventano più tollerabili e anche piacevoli: è con un po’ di olio che  entra negli ingranaggi della macchina.”
  • “Il perfezionista si porta addosso un male tremendo: la predisposizione alla depressione”.
  • “Il più grande ostacolo nel comunicare ce lo portiamo dentro, è il nostro orgoglio.”
  • “Impara a non perdere tempo dietro le mancanze degli altri e non meravigliarti delle tue.”
  • “La carica di gioia che ci viene dall’essere docili a Dio è capace di eliminare qualunque amarezza della vita.”
  • “La gioia è sempre insidiata dagli sbarramenti: chi non si attrezza non dà consistenza alla propria gioia”.
  • “Non confondiamo il piacere con la gioia. Il piacere non ci migliora, la gioia ci migliora sempre.”
  • “Vestire di gioia un dovere non costa; un dovere vestito di gioia non pesa più.”
Dal libro Richiami del deserto, Paoline 2001

  • “Chi prega non può venire a patti con il disordine, sa armonizzare bene ogni cosa”.
  • “Una mente contorta e uno spirito sofferente possono influenzare il fisico sino a farlo ammalare”.
  • “Impara a ridere dei tuoi fallimenti e delle tue paure, non ne proverai più paura e sarai stimato dagli altri.”
  • “La difficoltà può diventare gioia solo quando riusciamo a farla diventare gioia per Dio, e avviene quando riusciamo a trasformarla in atto di amore a Lui.”
  • “La più bella scuola di gioia è aprire gli occhi sui doni che Dio ci fa.”
  • “Le croci sono necessarie come il pane per la nostra vita perché ci ridimensionano, ci portano alla realtà dei nostri limiti, ci mettono faccia a faccia davanti a  Dio."
per saperne di più: http://www.gianbanet.com/centromissionario/



Buona giornata a tutti. :-)


    sabato 5 marzo 2011

    Michel Quoist - Biografia


    Padre Michel Quoist (Le Havre 1921 – Le Havre 18 dicembre 1997) sacerdote e poeta francese.
    Figlio di padre ateo e di madre praticante cattolica, Michel Quoist  ebbe un adolescenza difficile a causa della morte precoce di suo padre.  A diciott’anni entrò in seminario, ma a pochi mesi dal suddiaconato, improvvisamente divenne quasi cieco;  riprese la vista a poco a poco e fu ordinato sacerdote nel 1947. Continuò gli studi in scienze sociali e politiche nell’Istituto Cattolico di Parigi. Quindi divenne vicario di una grande parrocchia di Le Havre e coordinatore dei movimenti giovanili della sua regione e nominato segretario generale del Comitato Episcopale Francese per l’America Latina mettendosi egli stesso a viaggiare per conferenze, ritiri, ecc. e a scrivere libri di elevata meditazione e spiritualità. Dal 1970 al 1976 fu curato di Sainte Marie e Saint Léon, nel 1971 aprì a Saint Cyrice nell’Aveyron un centro di accoglienza per giovani e adulti e nel 1976 divenne responsabile delle vocazioni diocesane, svolgendo vari incarichi pastorali. Nel 1988 divenne direttore della radio diocesana di Le Havre, denominata Arc en Ciel. La sua vita è  stata tutta una spinta verso la  ricerca interiore; aveva una fede genuina  e dai suoi scritti appare chiaro il suo totale abbandono al Padre. Nelle sue poesie c’è una continua attenzione per i problemi concreti che ha l’uomo in tutte le età e le situazioni della vita e sono un inno alla gioia e alla gratitudine al Signore.
    Signore, mi hai afferrato, e non ho potuto resisterTi.
    Sono corso a lungo, ma Tu m'inseguivi.
    Prendevo vie traverse, ma tu le conoscevi.
    Mi hai raggiunto.
    Mi sono dibattuto.
    Hai vinto!
    Si ammalò nel 1996 e morì l’anno successivo.


    giovedì 16 dicembre 2010

    Preghiera per il buon umore – San Tommaso Moro -

    Signore, donami una buona digestione
    e anche qualcosa da digerire.
    Donami la salute del corpo
    e il buon umore necessario per mantenerla.
    Donami, Signore, un'anima semplice
    che sappia far tesoro
    di tutto ciò che è buono
    e non si spaventi alla vista del male
    ma piuttosto trovi sempre il modo
    di rimettere le cose a posto.
    Dammi un'anima che non conosca la noia,
    i brontolamenti, i sospiri, i lamenti
    e non permettere che mi crucci eccessivamente
    per quella cosa troppo ingombrante
    che si chiama «io».
    Dammi, Signore, il senso del buon umore.
    Concedimi la grazia
    di comprendere uno scherzo
    per scoprire nella vita un po' di gioia
    e farne parte anche agli altri.
    Amen.
     
    (San Tommaso Moro)



    Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More (7 febbraio 1478 - 6 luglio 1535), avvocato, scrittore e membro del parlamento inglese.
    More ha coniato il termine «utopia», indicando un'immaginaria isola dotata di una società ideale, governata dalla giustizia e dalla libertà, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, «L'Utopia», del 1516. Umanista, studiava i Padri della Chiesa. Molto stimato dal re  Enrico VIII d’Inghilterra  che nel 1529 lo nomina Lord Cancelliere.
    Ma Enrico ripudia Caterina d’Aragona (moglie e poi vedova di suo fratello Arturo) e sposa Anna Bolena staccando da Roma  la Chiesa inglese  e proclamandosi suo  capo supremo.  La fede di Tommaso gli vieta di accettare quel divorzio e la supremazia del re nelle cose di fede. Lo pensa, lo dice, perde il posto e rinchiuso nella prigione della Torre di Londra  scrive cose bellissime in latino a un amico italiano che vive a Londra, il mercante lucchese Antonio Bonvisi: "Amico mio, più di ogni altro fedelissimo e dilettissimo... Cristo conservi sana la tua famiglia".
    Viene condannato alla pena capitale con l’accusa di tradimento.
    Davanti al patibolo, è cordiale anche col boia che dovrà decapitarlo: "Su, amico, fatti animo; ma guarda che ho il collo piuttosto corto", e gli regala una moneta d’oro. Tommaso Moro invita a pregare per Enrico VIII, "e dichiarò che moriva da suddito fedele al re, ma innanzitutto a Dio".
    Nel 1935, è proclamato santo da Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico John Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro, per le stesse ragioni. Nel 2000 San Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.La Chiesa li ricorda entrambi nello stesso giorno, il 22 giugno.




    Buona giornata a tutti. :-)


    martedì 28 settembre 2010

    Nazim Hikmet - Biografia

    Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1902 - Mosca, 3 giugno 1963). Premio Nobel per la Pace  nel 1950. Nacque a Salonicco (oggi Grecia) nel 1901, città della quale il nonno paterno era stato governatore. La famiglia era benestante, il padre Nazim Hikmet Bey (già console ad Amburgo) era funzionario di stato e la madre, Aisha Dshalila, pittrice. Studiò nel liceo di lingua francese di Galatasaray (Istanbul). Fu esponente di spicco della cultura turca del '900 ed uno dei primi poeti, in quel paese, ad adottare il verso libero. Divenuto, in vita, uno dei poeti turchi più conosciuti in occidente, riconosciuto dalla comunità internazionale come il primo poeta turco moderno, le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue. Si iscrisse al partito comunista turco all'inizio degli anni '20. Nel 1922, fu condannato per marxismo, nella realtà venne condannato per le sue idee, infatti fu uno dei pochi scrittori celebri a denunciare il  massacro degli  armeni del 1915-1922. Dovette trasferirsi in Russia in esilio volontario; paese verso il quale lo spinse certamente anche il fascino della recente rivoluzione d'Ottobre. Poté tornare in Turchia soltanto nel 1928, a seguito dell'amnistia generale, ma, una volta in patria, dato che il partito comunista era stato dichiarato fuorilegge, si trovò sotto costante sorveglianza da parte della polizia e dei servizi segreti; continuamente incarcerato per una serie di reati spesso totalmente pretestuosi (una volta, ad esempio, fu arrestato per affissione illegale di manifesti politici). Nel 1938 fu nuovamente arrestato, per attività anti-naziste e anti-franchiste e con l'accusa di aver tentato di incitare, con le sue opere, la marina turca alla rivolta. Questa volta la condanna fu molto dura: 28 anni di carcere (a dimostrare che, a torto o a ragione, il potere teme più la penna che la spada...). In prigione, dove sarebbe rimasto per quattordici anni, colpito da un primo infarto, scrisse le sue opere più belle, tra cui il capolavoro assoluto "Paesaggi Umani" (1941-1945). Fu  rimesso in libertà nel 1949 per intercessione di una commissione internazionale che comprendeva, tra gli altri, Jean-Paul Sartre,  Pablo Ricasso, Triastn Tzara, Paul Robenson e dopo uno sciopero della fame di diciotto giorni reso ancora più drammatico dal recente attacco cardiaco. Nel 1950, Hikmet, ricevette il premio Nobel per la Pace; ma già l'anno successivo fu costretto a fuggire a Mosca. In Turchia la sua figura fu messa al bando e a nessun editore  fu concesso di pubblicare  sui libri e ne fu proibita anche la vendita. I libri, stampati all'estero, poterono circolare solo clandestinamente. Nel 1959 perse  la cittadinanza turca e  accettando  l'offerta della Polonia, prese il passaporto e, in seguito, la cittadinanza  polacca. Morì a Mosca, il 3  giugno 1963 in seguito ad una crisi cardiaca.




    fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Naz%C4%B1m_Hikmet

    domenica 15 agosto 2010

    Edith Stein - biografia

    Edith Stein nacque a Breslavia, in Polonia il  12 ottobre 1891, ultima di 10 figli in una famiglia ebraica-ortodossa. Perse il padre in tenera età, la gioventù della futura filosofa fu influenzata particolarmente dalla figura della madre, esempio di rettitudine morale e di dedizione alla famiglia e al lavoro, nello sforzo di condurre da sola l'impresa diretta un tempo dal marito e di far studiare tutti i figli.
    Edith studiò all’Università di Breslavia, e nel 1916 si laureò in Filosofia. Nel 1921, dopo aver letto l’autobiografia della mistica Santa Teresa d’Avila si convertì al cattolicesimo e ricevette il battesimo il 1° gennaio 1921. Rinunciò al posto di assistente universitaria e dal 1922 al 1932 insegnò  alla scuola domenicana per ragazze di Speyer.
    Durante questo periodo tradusse il De veritate di san Tommaso d’Aquino in tedesco. Nel 1932 divenne lettore all'Istituto di Pedagogia a Munster, ma le leggi razziali emesse dal  governo nazista la obbligarono a dimettersi.
    Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo che Hitler fu eletto cancelliere, Edith Stein scrisse, invano, a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di Stato - il cardinale Pacelli, già nunzio apostolico in Germania e futuro papa Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.
    Edith Stein entrò nel convento Carmelitano a Colonia nel 1934 e  prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Per fuggire alla minaccia nazista, il suo ordine la trasferì al convento Carmelitano di Echt  in Olanda.
    Il 20 luglio 1942 la conferenza dei vescovi olandesi fece leggere in tutte le chiese del paese un proclama contro il razzismo nazista.
    Il 26 luglio Adolf Hitler ordinò la deportazione  dei convertiti ebraici (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate ed internate al campo di concentramento di Auschwitz, dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942.

    Con la sua beatificazione nel Duomo di Colonia da parte di papa Giovanni Paolo II, il 1º maggio del 1987, la Chiesa cattolica volle onorare, per esprimerlo con le parole dello stesso Pontefice, "una figlia d'Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea".
    La decisa volontà di Giovanni Paolo II - sormontò anche l'ostacolo canonico a dichiararla santa, cioè la ricerca di un miracolo compiuto in vita ovvero la dichiarazione del martirio per la fede. Con l'affermazione che la persecuzione subita nel campo di sterminio - che portò alla sua morte - era patita per la sua testimonianza della fede
    Edith Stein fu canonizzata dallo stesso Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998  e nominata compatrona d'Europa.
    Dal 1995 il  Premio Edith Stein viene assegnato ogni due anni a persone, associazioni o istituzioni che si sono distinte a livello internazionale per il loro impegno sociale, politico o civile. Il premio consiste in una medaglia con l'iscrizione "Unsere Menschenliebe ist das Maß unserer Gottesliebe" ("Il nostro amore per l'uomo è la misura del nostro amore per Dio") e € 5.000. Il premio viene assegnato dal Curatorio del circolo Edith Stein di Gottinga, di cui fanno parte sia la Chiesa evangelica, sia la Chiesa cattolica che l'associazione per la collaborazione ebraico-cristiana.

    fonte: http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_19981011_edith_stein_it.html

    Anthony de Mello - Biografia

    Anthony De Mello, nasce a Santa Cruz un sobborgo di Mumbai in India nel 1931.A sedici anni entra nel seminario gesuita della Compagnia di Gesù e diviene predicatore padre gesuita; ebbe una grandissima influenza su tutti coloro chi incontrò a qualunque ceto, razza o religione appartenessero. De Mello confessò un giorno che l’origine della sua fede e del suo entusiasmo nei confronti del cristianesimo fu molto probabilmente legata alle esperienze della sua prima infanzia in India. Durante quei primi anni, infatti, fu esposto sia alla tradizione indù, sia a quella buddista, che influenzarono grandemente il suo cristianesimo. Mandato in Spagna, poté studiare la spiritualità dei diversi santi e scrittori mistici cristiani, in particolare da Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. In seguito fu mandato, sempre dall'Ordine Gesuita, negli Stati Uniti per studiare psicologia e divenne psicoterapeuta. I suoi libri coniugano riflessioni sul bene e sul male  contenute nella spiritualità orientale e in quella occidentale, creando una miscela esplosiva. De Mello si stabilì definitivamente in India dove fondò un centro di preghiera, chiamato Sadhana, dove venivano organizzati ritiri spirituali che vedevano la presenza sempre più numerosa di europei ed americani.
    Con i suoi scritti, le conferenze, i seminari, i corsi di esercizi spirituali in tutto il mondo, De Mello per tutta la vita ha aiutato gli uomini a realizzare  esperienze spirituali e a ritrovare energia nel quotidiano, ottimismo per il futuro, coraggio e discernimento nelle difficoltà della vita. Il sacerdote è conosciuto in tutto il mondo per il suo stile immediato, coinvolgente, ricco di aneddoti, pillole di fiducia, parabole di saggezza, la capacità di far capire alle persone che possono essere libere e consapevoli.
    Fu rinvenuto morto, per un attacco cardiaco, in un albergo di  New York, nel giugno del 1987, proprio mentre stava tenendo uno di questi corsi all’Università di Fordham.
    Dopo la sua morte le raccolte delle sue lezioni e dei suoi discorsi sono state tradotte e ristampate in tutto il mondo. Tutto in una sola frase: Pensare positivo.

    Alcune delle opinioni espresse nei libri di De Mello furono dichiarate incompatibili con la fede cattolica da parte della Congregazione della Dottrina della Fede presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI:
    « Il Padre Gesuita indiano Anthony de Mello (1931-1987) è molto noto a motivo delle sue numerose pubblicazioni che, tradotte in diverse lingue, hanno raggiunto una notevole diffusione in molti paesi, anche se non sempre si tratta di testi da lui autorizzati. Le sue opere, che hanno quasi sempre la forma di brevi storie, contengono alcuni elementi validi della sapienza orientale che possono aiutare a raggiungere il dominio di sè, rompere quei legami ed affetti che ci impediscono di essere liberi, affrontare serenamente i diversi eventi favorevoli e avversi della vita. Nei suoi primi scritti in particolare, padre De Mello, pur rivelando evidenti influssi delle correnti spirituali buddiste e taoiste, si è mantenuto ancora all'interno delle linee della spiritualità cristiana. In questi libri egli tratta dei diversi tipi di preghiera: di petizione, di intercessione e di lode, nonché della contemplazione dei misteri della vita di Cristo, eccetera.
    Ma già in certi passi di queste prime opere, e sempre di più nelle sue pubblicazioni successive, si avverte un progressivo allontanamento dai contenuti essenziali della fede cristiana. Alla rivelazione, avvenuta in Cristo, egli sostituisce una intuizione di Dio senza forma né immagini, fino a parlare di Dio come di un puro vuoto. Per vedere Dio non c'è che da guardare direttamente il mondo. Nulla si può dire su Dio, l'unica conoscenza è la non conoscenza. Porre la questione della sua esistenza, è già un nonsenso. Questo apofatismo radicale porta anche a negare che nella Bibbia ci siano delle affermazioni valide su Dio. Le parole della Scrittura sono delle indicazioni che dovrebbero servire solo per approdare al silenzio. In altri passi il giudizio sui libri sacri delle religioni in generale, senza escludere la stessa Bibbia, è anche più severo: esse impediscono che le persone seguano il proprio buonsenso e le fanno diventare ottuse e crudeli. Le religioni, inclusa quella cristiana, sono uno dei principali ostacoli alla scoperta della verità. Questa verità, d'altronde, non viene mai definita nei suoi contenuti precisi. Pensare che il Dio della propria religione sia l'unico, è, semplicemente, fanatismo. "Dio" viene considerato come una realtà cosmica, vaga e onnipresente. Il suo carattere personale viene ignorato e in pratica negato.
    De Mello mostra apprezzamento per Gesù, del quale si dichiara "discepolo". Ma lo considera come un maestro accanto agli altri. L'unica differenza con gli altri uomini è che Gesù era "sveglio" e pienamente libero, mentre gli altri no. Non viene riconosciuto come il Figlio di Dio, ma semplicemente come colui che ci insegna che tutti gli uomini sono figli di Dio. Anche le affermazioni sul destino definitivo dell'uomo destano perplessità. In qualche momento si parla di uno "scioglimento" nel Dio impersonale, come il sale nell'acqua. In diverse occasioni si dichiara irrilevante anche la questione del destino dopo la morte. Deve interessare soltanto la vita presente. Quanto a questa, dal momento che il male è solo ignoranza, non ci sono regole oggettive di moralità. Bene e male sono soltanto valutazioni mentali imposte alla realtà.
    Coerentemente con quanto esposto finora, si può comprendere come secondo la logica dell'Autore qualsiasi credo o professione di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l'accesso personale alla verità. La Chiesa, facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo, ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto l'autorità di insegnare nel nome di Cristo.
    Al fine pertanto di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni…….”

    Questa notificazione venne in seguito sostituita con una nota più sintetica e più "morbida":

    " I libri di Padre Anthony de Mello sono stati scritti in un contesto multi-religioso per aiutare i fedeli di altre religioni, agnostici ed atei nella loro ricerca spirituale, e non erano intesi dall'autore come istruzioni per i fedeli cattolici nel dogma o nella dottrina cristiano-cattolica."

    Nonostante la censura della Congregazione della Dottrina della Fede, i suoi libri sono sempre disponibili nelle librerie cattoliche, e sono sempre letti e rispettati dai numerosi lettori di tutte le fedi.

    martedì 10 agosto 2010

    Madre Anna Maria Canopi - Biografia

    Anna Maria Cànopi , nasce a Pecorara il 24 aprile 1931. Giovanissima sente la vocazione verso la vita monastica e verso il silenzio e la contemplazione.
    E’ fondatrice e abbadessa dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae” nell’Isola di San Giulio, sul lago d’Orta, in provincia di Novara.
    E’ conosciuta ed apprezzata come autrice di molti libri sulla spiritualità monastica e spiritualità cristiana.
    E’ voce autorevole nell’ambito della spirituali biblica, liturgica e monastica.
    Ha collaborato all’Edizione della Bibbia della CEI, al catechismo della Chiesa Cattolica e alle edizioni dei nuovi messali e lezionari.
    Ha preparato il testo della Via Crucis di Papa Giovanni Paolo II al Colosseo nel 1993.
    Nel 1995 ha portato la sua testimonianza di monaca benedettina al Convegno dei giovani europei tenutosi a Loreto.
    Il 30 agosto 2009 ha ricevuto nella sua abbazia il Patriarca melkita-cattolico Gregorio III Laham, che ha celebrato la Santa Messa con il rito greco-bizantino.

    Madre Anna Maria ha ricevuto in dono dal Patriarca la Croce pettorale di Gerusalemme.






    Buona giornata a tutti. :-)