O Vergine
Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,
noi crediamo nella
tua assunzione in anima e corpo al cielo,
ove sei acclamata
da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei santi.
E noi ad essi ci
uniamo per lodare
e benedire il
Signore che ti ha esaltata sopra
tutte le creature e
per offrirti l'anelito della nostra devozione
e del nostro amore.
Noi confidiamo che
i tuoi occhi misericordiosi
si abbassino sulle
nostre miserie
e sulle nostre
sofferenze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie
e alle nostre
vittorie;
che tu senta la
voce di Gesù ripeterti per ciascuno di noi:
Ecco tuo figlio.
E noi ti invochiamo
nostra madre e ti prendiamo, come Giovanni, per guida,
forza e consolazione
della nostra vita mortale.
Noi crediamo che
nella gloria, dove regni vestita di sole e coronata di stelle,
sei la gioia e la
letizia degli angeli e dei santi.
E noi in questa
terra, ove passiamo pellegrini, guardiamo verso di te,
nostra speranza;
attiraci con la
soavità della tua voce per mostrarci un giorno,
dopo il nostro
esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo seno, o clemente,
o pia, o dolce
Vergine Maria.
(papa Pio XII)
Signore, Padre
Santo, Dio onnipotente ed eterno, noi Ti ringraziamo e Ti benediciamo perchè la
Vergine Maria, Madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta
nella Gloria del Cielo.
In Lei primizia e
immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai
fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di
consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto
che conoscesse la corruzione del sepolcro Colei che ha generato il Signore
della vita. Amen.
(Dal prefazio
dell'Assunzione)
15 agosto: Assunzione Beata Vergine
La solennità dell'Assunzione di Maria deriva dalla
liturgia locale di Gerusalemme; nel VI secolo era già diffusa in tutta la
chiesa bizantina.
Nel corso del VII secolo viene accolta dalla liturgia romana
sotto diversi nomi: Dormitio, Pausatio, Natalis.
Il 1° novembre 1950 Pio XII definì l'Assunzione di Maria dogma di fede e, per
conseguenza, ristrutturò la liturgia del giorno. L'Assunzione è l'unica festa
mariana dotata di una messa per la sera della vigilia.
Il senso e contenuto
teologico di tale solennità è espresso nella bolla Munificentissimus Deus:
"L'Augusta Madre di Dio...fu innalzata in anima e corpo alla celeste
gloria".
Maria è entrata, unica tra tutte le pure creature umane, in anima e corpo nella
beatitudine del cielo.
La Lumen Gentium la presenta in questi termini: "L'Immacolata Vergine,
preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua
vita terrena fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo" (n. 59).
La liturgia vede in Maria la Donna di cui parla S. Giovanni.
Donna misteriosa,
al centro della lotta tra le potenze delle tenebre e il Messia. Anch'essa
insidiata insieme al Figlio; anch'essa vincitrice con Lui perché sostenuta da
Dio. Ci troviamo qui di fronte ai motivi centrali della festività: la vittoria
di Maria sul peccato e sull'inferno; la partecipazione attiva ala lotta di
Cristo e alla sua vittoria. La gioia di questa festa, pertanto, è la gioia
della vittoria, del coronamento, la gioia dell'esultanza della Pasqua. E' lo
stesso mistero del mattino di Pasqua di risurrezione che si realizza in Maria.
La stessa vittoria alla quale Lei ha dato la sua attiva, personale e piena
collaborazione.
Assunta perchè Immacolata
L'Assunzione è il coronamento e il maturarsi in Dio di una situazione in cui
Maria si è stabilita con la sua Concezione Immacolata, progredita e giunta ad
una pienezza singolare con la divina maternità. La divina maternità ha
realizzato in Maria un perfezionamento di tutto il suo essere. Tutto ciò
evidentemente ha conferito ancora bellezza e preziosità al corpo di Maria, reso
capace di un'unica circolazione vitale col Figlio di Dio, fatto uomo. Tra Lei e
il Verbo fatto carne, per nove mesi, c'è stato un interscambio vitale, che
mentre formava il Figlio, perfezionava e arricchiva della sua santità la Madre.
Assunta perchè Madre di Dio pienamente conforme a Cristo
L'Assunzione è il coronamento e il maturarsi in Dio di una situazione in cui
Maria si è stabilita con la sua Concezione Immacolata, progredita e giunta ad
una pienezza singolare con la divina maternità. La divina maternità ha
realizzato in Maria un perfezionamento di tutto il suo essere. Tutto ciò
evidentemente ha conferito ancora bellezza e preziosità al corpo di Maria, reso
capace di un'unica circolazione vitale col Figlio di Dio, fatto uomo. Tra Lei e
il Verbo fatto carne, per nove mesi, c'è stato un interscambio vitale, che
mentre formava il Figlio, perfezionava e arricchiva della sua santità la Madre.
L'Assunzione di Maria, speranza e ideale della Chiesa
In Maria si è rivelato il compimento del mistero della salvezza. Come infatti
avrà compimento?
Nella risurrezione e glorificazione definitiva di tutta la persona umana. Sarà,
questo compimento, la pasqua definitiva e perfetta della Chiesa, perché
glorificazione anche del corpo. Gesù lo aveva affermato; ma con l'Assunzione di
Maria le parole e il mistero di Cristo si evidenziano in una maniera che aiuta
la fede e le certezze del popolo dei credenti. Sicchè, celebrando l'Assunzione,
la speranza cristiana si fortifica e il cuore dei credenti si riempie di
consolazione.
E' in questo contesto spirituale che si capisce il linguaggio esultante che
riempie e dà fisionomia alla celebrazione liturgica. La seconda antifona dei
primi vespri afferma: "La porta del paradiso è stata chiusa a tutti a
causa di Eva e per mezzo di Maria è stata di nuovo spalancata".
Aggiunge ancora sicurezza alla nostra fede, perché si compie nell'ambito di una
pura creatura.
Ci dice quale sia il nostro destino. Quella gloria che oggi esalta davanti al
cielo e alla terra Maria Santissima, è quanto Dio ha preparato per i suoi
figli. Di quella stessa gloria brillerà il corpo di ognuno.
Maria assunta in cielo è veramente la speranza e l'ideale della Chiesa.
Fonte: Missionarie
dell’Immacolata Padre Kolbe
Santo e glorioso è il corpo della Vergine Maria
I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in
occasione della festa odierna, parlavano dell'Assunzione della Madre di Dio
come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già
professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne
approfondivano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi
mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era
unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero
state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua
celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il
suo Figlio unico, Cristo Gesù.
San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti
come teste esimio di questa tradizione, considerando l'Assunzione corporea
della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con
vigorosa eloquenza: «Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua
verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la
morte. Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva
abitare nei tabernacoli divini. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non
poteva che trovar dimora nelle sedi celesti. Doveva contemplare il suo Figlio
nella gloria alla destra del Padre, lei che lo aveva visto sulla croce, lei
che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce, fu trapassata dalla
spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse
ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come
Madre ed ancella di Dio».
San Germano di Costantinopoli pensava che
l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo della Vergine Madre di Dio non
solo convenivano alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del
suo corpo verginale: «Tu, come fu scritto, sei tutta splendore (cfr. Sal 44,
14); e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto tempio di Dio.
Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur
conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di
incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena
liberazione e della vita perfetta».
Un altro scrittore antico afferma: «Cristo, nostro salvatore
e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, fu lui a restituire la vita alla
Madre. Fu lui a rendere colei, che l'aveva generato, uguale a se stesso
nell'incorruttibilità del corpo, e per sempre. Fu lui a risuscitarla dalla
morte e ad accoglierla accanto a sé, attraverso una via che a lui solo è nota».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi
padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, hanno come ultimo
fondamento la Sacra Scrittura. Effettivamente la Bibbia ci presenta la santa
Madre di Dio strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a lui solidale, e
compartecipe della sua condizione.
Per quanto riguarda la Tradizione, poi, non va
dimenticato che fin dal secondo secolo la Vergine Maria viene presentata dai
santi padri come la novella Eva, intimamente unita al nuovo Adamo, sebbene a
lui soggetta. Madre e Figlio appaiono sempre associati nella lotta contro il
nemico infernale; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo
(cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e
sulla morte, su quei nemici, cioè, che l'Apostolo delle genti presenta sempre
congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la
gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa
vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la
glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni dell'Apostolo:
«Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo
corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è
stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15, 54, cfr. Os 13, 14).
In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente
unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità «con uno stesso decreto» di predestinazione,
immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità,
generosa compagna del divino Redentore, vittorioso sul peccato e sulla morte,
alla fine ottenne di coronare le sue grandezze, superando la corruzione del
sepolcro. Vinse la morte, come già il suo Figlio, e fu innalzata in anima e
corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo,
Re immortale dei secoli.
Dalla Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» di Pio XII, papa
(AAS 42 [1950], 760-762. 767-769)
Buona Festa dell'Assunta a tutti :-)