La lepre e il rospo se ne andavano a zonzo per la
campagna, chiacchierando. Strada facendo si avvicinò loro una fama (animale di rara bruttezza, ndr).
Le comari fecero appena in tempo a udire “Che orribile bestia!” prima di veder saettare via l’insolente animale.
Le comari fecero appena in tempo a udire “Che orribile bestia!” prima di veder saettare via l’insolente animale.
La lepre, colpita, rimase pensierosa: “Sono brutta, è
vero, ma non ne ho colpa...” concluse umilmente.
Dal canto suo il rospo
sbirciava in silenzio la compagna: “La fama ha ragione: la lepre è mostruosa!”
Poco più avanti le due bestie si imbatterono in uno scoiattolo linguacciuto. “.. Mi ripugni!!” esclamò questi in una smorfia.
La lepre quasi arrossì di vergogna: “Bisogna che non esca più dalla mia tana — decise. — E’ terribile disgustare il prossimo”.
Poco più avanti le due bestie si imbatterono in uno scoiattolo linguacciuto. “.. Mi ripugni!!” esclamò questi in una smorfia.
La lepre quasi arrossì di vergogna: “Bisogna che non esca più dalla mia tana — decise. — E’ terribile disgustare il prossimo”.
Il rospo rise soddisfatto: “Non
si può certo dire che la mia compagna abbia del fascino!”
Vennero infine raggiunti da una volpe. “Lepre carissima — disse cortese — ti trovo in splendida forma.
Quello che non capisco è come tu, così aggraziata e pulita, possa tollerare la compagnia di quell’orrenda creatura...!”
La lepre chinò il capo confusa, e nella sua modestia si convinse che la volpe di certo esagerava. Si era mai vista una volpe sincera?
Il rospo, del resto, era del tutto d’accordo; quella bestiaccia aveva di certo affermato il contrario di ciò che pensava — magari per dispetto — così tronfio e pieno di sé, nemmeno una volta il dubbio lo aveva sfiorato che fosse davvero lui l’oggetto di tanti schemi.
Vennero infine raggiunti da una volpe. “Lepre carissima — disse cortese — ti trovo in splendida forma.
Quello che non capisco è come tu, così aggraziata e pulita, possa tollerare la compagnia di quell’orrenda creatura...!”
La lepre chinò il capo confusa, e nella sua modestia si convinse che la volpe di certo esagerava. Si era mai vista una volpe sincera?
Il rospo, del resto, era del tutto d’accordo; quella bestiaccia aveva di certo affermato il contrario di ciò che pensava — magari per dispetto — così tronfio e pieno di sé, nemmeno una volta il dubbio lo aveva sfiorato che fosse davvero lui l’oggetto di tanti schemi.
(Favola catalana)
Per essere felici occorre lottare per essere
infelici non occorre fare niente.
- Omar Falworth -
Che
cosa è lecito sperare?
La risposta è semplice e insieme stupefacente: è lecito sperare che l'ultimo
orizzonte dell'essere sia non l'assurdo ma il senso, non il male ma il bene,
non il nulla ma l'essere, non la morte ma la vita.
Questo, ad un uomo
ragionevole, è lecito sperarlo. Saperlo no, ma sperarlo in modo ragionevole sì.
- Vito Mancuso -
Ogni giorno è un
nuovo giorno.
Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita,
e se ne va.
Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene,
nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi.
Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei Tu il soggettista…
Perché sei Tu il regista…
Perché sei Tu il protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni:
tutti da inventare,
tutti da vivere,
tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila!…
e sali sul palcoscenico della tua vita!
Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita,
e se ne va.
Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene,
nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi.
Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei Tu il soggettista…
Perché sei Tu il regista…
Perché sei Tu il protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni:
tutti da inventare,
tutti da vivere,
tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila!…
e sali sul palcoscenico della tua vita!