All’epoca di don Bosco diventar vecchi non
era cosa facile.
La fame, gli stenti, la povertà, le malattie e le epidemie, le
guerre e gli incidenti sul lavoro rendevano cosa molto ardua il superare la
soglia dei 70 anni. E la famiglia Bosco non faceva certo eccezione a questa
dura realtà.
Francesco Bosco, padre di Giovanni, muore nel 1817, a soli 33
anni. Antonio, primo figlio di Francesco, si spegne nel 1849, a soli 41 anni.
L’altro fratello, Giuseppe, muore nel 1862, a 49 anni.
Don Bosco invece no:
nonostante una vita di incredibili stenti e di continue fatiche che lo rende
come un abito logoro, apre gli occhi all’eternità alla bella età di quasi 73
anni, il 31 gennaio 1888. Prodigio dei medici? Certamente no, visto che don
Bosco mai si risparmiò fatiche e privazioni per i suoi birichini. Forse
piuttosto grazia dei giovani, miracolo di Dio. Luglio 1846. Dopo tre anni di
continue peregrinazioni, il nascente oratorio, come i cavoli trapiantati
costretto a migrare di luogo in luogo, ha finalmente trovato stabile dimora in
Valdocco.
La casa non è grande, le difficoltà
economiche sono immense, il lavoro è enorme, ma l’oratorio ha finalmente una
casa, si può guardare con speranza al futuro. Accade però l’imprevedibile: don
Bosco, appena 31enne, nel pieno delle sue forze, sfinito dal lavoro e dai
sacrifici, cade gravemente malato: in pochi giorni è giudicato in punto di
morte, la medicina alza bandiera bianca, non vi è nulla da fare. Don Bosco
stesso è preparato: “mi rincresceva di abbandonare i miei giovanetti, ma ero
contento che terminavo i miei giorni dopo aver dato una forma stabile all’oratorio”.
Ma i giovani non si arrendono!!!
La notizia della malattia di don Bosco si
diffonde come un fulmine tra le officine ed i cantieri di Torino, in cui
lavorano i suoi piccoli amici. Da decine e decine di cuori si innalza a Dio una
preghiera continua, semplice, accorata: i giovani, rubando al sonno le ore per
la preghiera e spesso digiunando a pane ed acqua nonostante i pesanti lavori
cui sono sottoposti, implorano Dio di salvare la vita del loro padre. E Dio li
ascoltò.
Quella notte di sabato doveva essere
l’ultima della vita di don Bosco, la sentenza dei medici era stata perentoria.
Don Bosco racconta: “a tarda notte mi sentii tendenza a dormire. Presi sonno,
mi svegliai fuori di pericolo”. Da questo miracolo nasce la promessa: “Io sono
persuaso che Dio concesse la mia vita alle vostre preghiere, e perciò la
gratitudine vuole che io la spenda tutta a vostro vantaggio, spirituale e
temporale. Così prometto di fare, finchè il Signore mi lascerà su questa
terra”.
Ma chi sono questi giganti della preghiera? Sono muratori e
scalpellini, lustrascarpe e selciatori, spazzacamini e stuccatori, alcuni
torinesi, molti provenienti dalle valli del Piemonte e della Lombardia, in
poche parole ragazzi che non avevano più nulla e non erano più di nessuno. Sono
questi ragazzi abbandonati, poveri e spesso orfani, invisibili per la società,
pericolosi per le autorità, vite trasparenti e insignificanti, a strappare a
Dio la Grazia della guarigione di don Bosco.
Concedendo alle loro lacrime la vita del
povero don Bosco, Dio scrive in modo indelebile la grandezza di questi cuori,
invisibili al mondo, ma infinitamente preziosi e straordinariamente potenti ai
Suoi occhi.
Questa fu la prima preghiera vocazionale.
Come allora i giovani
salvarono don Bosco, così oggi sono i giovani a poter bussare al cuore di Dio
per ottenere il dono di nuovi padri che li accompagnino. Qui vive il segreto di
ogni vocazione: non vita donata, ma prima di tutto vita ricevuta da Dio, per
essere restituita, ridonata a Dio, per la salvezza dei fratelli.
Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando
vuole spingerci al male è: Oh! è niente!
- San Giovanni Bosco -
Nel 1853 due protestanti tentarono dissuadere Don Bosco dalla pubblicazione delle Letture Cattoliche e minacciarono persino di ucciderlo.
E Don Bosco: «Ben vedo che le
signorie loro non conoscono i preti cattolici, perchè altrimenti non si
abbasserebbero a queste minacce. Sappiano dunque che il Sacerdote della Chiesa
Cattolica, finchè è in vita lavora volentieri per Dio, e, se mai nel compiere
il suo dovere dovesse soccombere, riguarderebbe la morte come la più grande
delle fortune, la massima gloria.
Cessino dunque dalle loro minacce, ché io me
ne rido!».
E li licenziò.
E li licenziò.
Buona giornata a tutti. :-)