Visualizzazione post con etichetta lettera d'amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lettera d'amore. Mostra tutti i post

sabato 26 agosto 2017

Angina Pectoris (1948) ed altre poesie – Nazim Hikmet

Se qui c’è la metà del mio cuore, dottore,
l’altra metà sta in Cina
nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
E poi ogni mattina, dottore,
ogni mattina all’alba
il mio cuore lo fucilano in Grecia.
E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno
quando gli ultimi passi si allontanano
dall’infermeria
il mio cuore se ne va, dottore,
se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
E poi sono dieci anni, dottore,
che non ho niente in mano da offrire al mio popolo
niente altro che una mela
una mela rossa, il mio cuore.
E’ per tutto questo, dottore,
e non per l’arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,
che ho quest’angina pectoris.
Guardo la notte attraverso le sbarre
e malgrado tutti questi muri
che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più lontana.

- Nazim Hikmet -
Fonte: Poesie sulla Morte di Nazim Hikmet




È l'alba.
S'illumina il mondo
come l'acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità.
 E sei tu, all'improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente
come vetro.
Addentare la polpa candida e sana
d' un frutto.
 Amarti, mia rosa, somiglia
all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa.
che non vede non parla non pensa.
- Nazim Hikmet -


I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,
sono così, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.

- Nazim Hikmet -




Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 11 luglio 2016

da Etty Hillesum, " Lettere. 1941-43 - Etty Hillesum

A Osias Kormann
Amsterdam, mercoledì 4 novembre 1942Mercoledì pomeriggio

Kormann, mio Kormann, qui abbiamo già un tempo così piovoso e freddo, chissà come state voi, con quella scarsità di cibo e coperte. Oggi il mio cuore è così, così triste pensando a voi. Ma chissà, forse voi non c’entrate affatto, e sono piuttosto io a essere un po’ depressa e impaziente perché la tiro tanto per le lunghe. E allora come stai, mio caro? Hai già traslocato e hai avuto molte seccature per questo?
Durante una delle nostre passeggiate attorno al campo giallo di lupini abbiamo parlato di desideri e del loro adempimento. Te ne ricordi ancora?
In una lettera del mio poeta Rainer Maria Rilke c’è un passo splendido su questo tema. Forse il tuo collega Haussmann ribadirebbe amaramente: «Non è tempo di poeti e di filosofi». 
Io non so se abbia ragione, in ogni caso ti trascrivo quelle poche frasi, forse ti faranno piacere in un momento di calma (se mai ti succede di averne): «Mi capita spesso di domandarmi se la realizzazione ha davvero a che fare con i desideri. 
Certo, quando il desiderio è debole, è come una metà che, per essere qualcosa di autonomo, necessita della realizzazione, la quale funge appunto da seconda metà. Ma i desideri possono crescere meravigliosamente, sino a diventare qualcosa di intero, di compiuto, di integro, che non necessita di completamento, che cresce, prende forma e si riempie attingendo esclusivamente da se stesso. Talvolta verrebbe da pensare che proprio questa doveva esser stata la causa della grandezza e dell’intensità di una vita, l’aver accondisceso a desideri troppo grandi, che dall’interno, quasi fossero spinti da un meccanismo a scatto, si gettavano fuori nella vita, azione dopo azione, effetto dopo effetto, non sapendo nemmeno più qual era in origine la loro meta e tramutandosi, in modo puramente elementare, alla stregua di un’impetuosa cascata d’acqua, in esistenza immediata, in lieto coraggio, così come gli eventi e le occasioni le mettevano in circolo».
Questo è tutto, per oggi. Salutami per favore il dottor Petzal per cui provo tanta simpatia.
Rivedo spesso il suo viso, segretamente malinconico sotto una maschera d’ironia. Non credo che avrà la vita facile nella sua casupola sovraffollata.
Ahimè, forse la vita non sarà facile per nessuno di voi… Vorrei tanto ritornare presto per sapere come ve la cavate.
lo credo che dalla vita si possa ricavare qualcosa di positivo in tutte le circostanze, ma che si abbia il diritto di affermarlo solo se personalmente non si sfugge alle circostanze peggiori. Spesso penso che dovremmo caricarci il nostro zaino sulle spalle e salire su un treno di deportati.
La prossima volta altra musica. Arrivederci, mio caro.

- Etty -
(da Etty Hillesum, " Lettere. 1941-43)


" Vorrei tanto qualcosa di saldo. ' Niente è eterno, solo il cambiamento '. Ogni tanto lo dimentico e cerco un punto fermo..."

- Etty -



" Fermati così, come un uccellino malato, rannicchiato su se stesso, e sappi che tutto si mette a posto e non sprecare tutta l'energia ribellandoti contro la tua stessa mancanza di forze ."

- Etty -



" Non si tratta, infatti, di conservare questa vita a ogni costo, ma di come la si conserva. Se noi.. non sapremo offrire al mondo impoverito... nient'altro che i nostri corpi salvati a ogni costo e non un nuovo senso delle cose attinto dai pozzi più profondi della nostra miseria e disperazione, allora non basterà! "

- Etty -


Di nuovo arresti, terrore, campi di concentramento, sequestri di padri sorelle e fratelli. Ci s’interroga sul senso della vita, ci si domanda se abbia ancora un senso: ma per questo bisogna vedersela esclusivamente con se stessi, e con Dio. Forse ogni vita ha il proprio senso, forse ci vuole una vita intera per riuscire a trovarlo.

- Etty -

Buona giornata a tutti. :-)






domenica 8 novembre 2015

Lettera d'amore di Frida Kahlo a Diego Rivera (1939)

La mia notte è come un grande cuore che pulsa. Sono le tre e trenta del mattino.
La mia notte è senza luna. 
La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. 
La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. 
La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. 
La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. 
La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle. Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. 
Il mio corpo ti vorrebbe. 
Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. 
La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. 
La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. 
La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. 
La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. 
La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere. Ha bisogno di te quanto me, può darsi che in fondo, io e il mio corpo, formiamo un tutt’uno. Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. 
La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore. Sono le quattro e trenta del mattino.
La mia notte mi strema. Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me. Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero. 
La mia notte non porta consiglio. 
La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti. 
La mia notte si intristisce e si perde. 
La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini. Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori. 
La mia notte è lunga, lunga, lunga. 
La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta. 
La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte. Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno. La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo. 
Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina disordine, è proibito. 
La mia notte si chiede cosa non sia proibito. Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione. Una carne non è fatta per sposare il nulla. 
La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio. 
La mia notte si nutre di echi immaginari. Essa, può farlo. Io, fallisco. 
La mia notte mi osserva. Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa. 
La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza. 
La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. 
La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. 
La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. 
La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. 
La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. 
La mia notte diventerebbe dolce. 
La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. 
La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide. 
La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile. Mi manchi tanto, tanto. Le tue parole. Il tuo colore.
Fra poco si leverà il sole."

- Frida Kahlo -  
Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera, Città del Messico, 12 settembre 1939. Mai spedita.




Anche se mi dici che ti vedi molto brutto quando ti guardi allo specchio con i tuoi capelli corti, io non ci credo, so quanto tu sia comunque bello e l' unica cosa che rimpiango è di non essere lì a baciarti e a prendermi cura di te, anche se ogni tanto ti disturberei con i miei brontolii. 
Ti adoro, Diego mio. 
Mi sento come se avessi lasciato il mio bambino e sento che tu hai bisogno di me... Non posso vivere senza il mio chiquito lindo , la casa senza di te non è niente. Senza di te tutto mi sembra orribile. 
Ti amo più che mai e ogni momento di più. Ti mando tutto il mio amore.

- Frida Kahlo a Diego Rivera -



"Non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.”

- Frida Kahlo - 



"Dove non puoi amare, non soffermarti." 

- Frida Kahlo -


Buona giornata a tutti. :-)