Negazione
di Dio negazione del diavolo
incapace
di essere colpevole
sei
bella
sei
innegabile
Sei
bella come il mare e la terra
prima
della proliferazione umana
E
tuttavia sei donna
Bella
come il vento che non si vede
bella
come la sera e come il mattino
Sei
bella e non sei sola
Sei
bella tra le belle ma nella collezione delle belle
non
sei la stella
Sei
una delle belle
la
mia
e
tuttavia non mi appartieni
Ma
sei la sola isola deserta
dove
potrei vivere con te.
-
Jacques Prévert -
Una ninfa del mare (1881), Edward Burne-Jones
Ci sono donne che si sentono
profondamente diverse.
Diverse
perché i loro desideri non sono quelli di tutte le altre.
Diverse perché non si esprimono come tutte le altre.
Diverse perché vorrebbero andare in posti diversi da tutte le altre.
Diverse perché non pensano e non sentono come tutte le altre.
Queste
donne si sentono così diverse da pensare di essere sbagliate.
“Cos’ho
che non va ?” si chiedono qualche volta con le lacrime agli occhi. “Perché
sento queste cose?” si domandano sbigottite.
Vorrebbero
trasformarsi in quello che non sono. Ma non succede.
Perché
c’è una voce dentro di loro che parla e dice “Vai da un’altra parte”,
“Segui un’altra strada”.
E’ la voce delle ali di farfalla. Sono ali che spesso le donne non sanno di
avere. Perché non le vedono. Sono dietro di loro. Sono proprio quelle ali a
renderle diverse: speciali. Sono quelle ali che le spingono a volare nessuno
vola. A cercare dove nessuno cerca. A sperare dove nessuno spera. A cantare
dove nessuno canta. Ad amare dove nessuno ama.
Sono ali grandi e maestose, dei colori della notte e del giorno. Sono cariche
di promesse quelle ali. Basta muoversi verso la direzione in cui ti spingono,
per iniziare a volare verso spazi misteriosi, ricchi di promesse tutte da
scoprire…
- Simona Oberhammer -
Fonte: da: La via femminile
Donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in
silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo
sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mie
mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
nessuno sa che per me andare è
ritornare,
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la
mia forza è una maschera,
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e creo.
Hanno costruito per me una gabbia
affinché la mia libertà fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella
sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della prigione è la loro
lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno
alle dita del mio desiderio
e al mio desiderio non impartiscono
ordini.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia di loro
proprietà
ed io glielo lascio credere
e creo.
- Joumana Haddad -
Libano, 1970
Albert Pierre René Maignan, La sirena
Buona giornata a tutte. :-)