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martedì 24 maggio 2011

E’ l’alba – Nazim Hikmet -

È l'alba.
S'illumina il mondo
come l'acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità.
 E sei tu, all'improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente
come vetro.
Addentare la polpa candida e sana
d' un frutto.
 Amarti, mia rosa, somiglia
all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa.
che non vede non parla non pensa.
(Nazim Hikmet)
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html
Quando si leggono le bellissime poesie d’amore di Hikmet, bisogna sempre ricordare che sono state scritte in carcere, dove ha scontato oltre 15 anni,  a Istanbul in Turchia. Liberato nel 1950 fu poi costretto all’esilio ma all’adorata moglie Münevver Andaç e al figlio non fu concessa la possibilità di espatrio.

Torse, effect de sole (1876) - Étude –
 Pierre Auguste Renoir (1841 – 1919)
Museo d'Orsay – Parigi (France)


Buona giornata a tutti. :-)




martedì 19 aprile 2011

Angina Pectoris (1948) – Nazim Hikmet -

Se qui c’è la metà del mio cuore, dottore,
l’altra metà sta in Cina
nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
E poi ogni mattina, dottore,
ogni mattina all’alba
il mio cuore lo fucilano in Grecia.
E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno
quando gli ultimi passi si allontanano
dall’infermeria
il mio cuore se ne va, dottore,
se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
E poi sono dieci anni, dottore,
che non ho niente in mano da offrire al mio popolo
niente altro che una mela
una mela rossa, il mio cuore.
E’ per tutto questo, dottore,
e non per l’arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,
che ho quest’angina pectoris.
Guardo la notte attraverso le sbarre
e malgrado tutti questi muri
che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più lontana.

(Nazim Hikmet)
Fonte: Poesie sulla Morte di Nazim Hikmet
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html

Scritta in carcere, dove doveva scontare una pena di ben 28 anni. Era prigioniero già da  quattordici anni quando, nel 1948, ebbe il primo infarto. L’anno dopo  venne amnistiato grazie ad una commissione internazionale composta tra gli altri da Sartre, Tristian Tzara e Pablo Picasso e dopo uno sciopero della fame di diciotto giorni reso ancora più drammatico dal recente attacco cardiaco. Nel 1951, ad un anno dalla liberazione, fu costretto all’esilio, vivendo in giro per l’Europa ma scegliendo spesso la Russia, dove aveva frequentato l’università. L’adorata moglie  Münevver Andaç e il figlio piccolo non poterono seguirlo. Morì per un attacco cardiaco il 3 giugno 1963  a Mosca, dove venne sepolto.



Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 23 marzo 2011

Amo in te - Nazim Hikmet -

Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.

(Nazim Hikmet)
Fonte: Lettere dal carcere a Munevver di Nazim Hikmet
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html

Donna che si asciuga il collo
 dipinto a pastello realizzato tra il 1895 e il 1898

Edgar Degas (vero nome De Gas Paris 19.07.1834 – Paris 27.09.1917)
Musèe d’Orsay, Paris (France)



Buona giornata a tutti. :-)


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mercoledì 16 febbraio 2011

Anima mia - Nazim Hikmet -

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

Buona giornata a tutti. :-)

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mercoledì 26 gennaio 2011

Sei la mia schiavitù, sei la mia libertà - Nazim Hikmet -

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.




(Nazim Hikmet- 1949)

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L'amore alle fonti della vita - Giovanni Segantini - 1896
Galleria d'Arte Moderna di Milano


“Prendila sul serio 
ma sul serio a tal punto 
che a settant’anni 
pianterai un olivo 
non perché resti ai tuoi figli 
ma perché non crederai alla morte 
e la vita peserà di più sulla bilancia”.

- Nazim Hikmet -




mercoledì 15 dicembre 2010

Ciò che ho scritto di noi - Nazim Hikmet -

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.


( Nazim Hikmet)

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L ‘Amore delle Anime (1900)- Jean Delville
Bruxelles, Musee d'Ixelles

Buona giornata a tutti. :-)



martedì 28 settembre 2010

Ti amo.... - Nazim Hikmet -

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando

il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.


(Nazim Hikmet)


Buona giornata a tutti. :-)



Nazim Hikmet - Biografia

Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1902 - Mosca, 3 giugno 1963). Premio Nobel per la Pace  nel 1950. Nacque a Salonicco (oggi Grecia) nel 1901, città della quale il nonno paterno era stato governatore. La famiglia era benestante, il padre Nazim Hikmet Bey (già console ad Amburgo) era funzionario di stato e la madre, Aisha Dshalila, pittrice. Studiò nel liceo di lingua francese di Galatasaray (Istanbul). Fu esponente di spicco della cultura turca del '900 ed uno dei primi poeti, in quel paese, ad adottare il verso libero. Divenuto, in vita, uno dei poeti turchi più conosciuti in occidente, riconosciuto dalla comunità internazionale come il primo poeta turco moderno, le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue. Si iscrisse al partito comunista turco all'inizio degli anni '20. Nel 1922, fu condannato per marxismo, nella realtà venne condannato per le sue idee, infatti fu uno dei pochi scrittori celebri a denunciare il  massacro degli  armeni del 1915-1922. Dovette trasferirsi in Russia in esilio volontario; paese verso il quale lo spinse certamente anche il fascino della recente rivoluzione d'Ottobre. Poté tornare in Turchia soltanto nel 1928, a seguito dell'amnistia generale, ma, una volta in patria, dato che il partito comunista era stato dichiarato fuorilegge, si trovò sotto costante sorveglianza da parte della polizia e dei servizi segreti; continuamente incarcerato per una serie di reati spesso totalmente pretestuosi (una volta, ad esempio, fu arrestato per affissione illegale di manifesti politici). Nel 1938 fu nuovamente arrestato, per attività anti-naziste e anti-franchiste e con l'accusa di aver tentato di incitare, con le sue opere, la marina turca alla rivolta. Questa volta la condanna fu molto dura: 28 anni di carcere (a dimostrare che, a torto o a ragione, il potere teme più la penna che la spada...). In prigione, dove sarebbe rimasto per quattordici anni, colpito da un primo infarto, scrisse le sue opere più belle, tra cui il capolavoro assoluto "Paesaggi Umani" (1941-1945). Fu  rimesso in libertà nel 1949 per intercessione di una commissione internazionale che comprendeva, tra gli altri, Jean-Paul Sartre,  Pablo Ricasso, Triastn Tzara, Paul Robenson e dopo uno sciopero della fame di diciotto giorni reso ancora più drammatico dal recente attacco cardiaco. Nel 1950, Hikmet, ricevette il premio Nobel per la Pace; ma già l'anno successivo fu costretto a fuggire a Mosca. In Turchia la sua figura fu messa al bando e a nessun editore  fu concesso di pubblicare  sui libri e ne fu proibita anche la vendita. I libri, stampati all'estero, poterono circolare solo clandestinamente. Nel 1959 perse  la cittadinanza turca e  accettando  l'offerta della Polonia, prese il passaporto e, in seguito, la cittadinanza  polacca. Morì a Mosca, il 3  giugno 1963 in seguito ad una crisi cardiaca.




fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Naz%C4%B1m_Hikmet