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martedì 29 marzo 2016

Intervista alla Speranza - Giuseppe Marotta

Riconobbi subito la Speranza, era lei. 
Silenziosa e assorta, sedeva al capezzale di un giovane suicida. 
Costui non aveva ancora vent'anni: s'era sdraiato sul lettino, compitissimo però, e come uno che si faccia una fotografia con l'autoscatto aveva contato fino a dieci, o scandito nello stesso modo alcuni insopportabili pensieri; al dieci, o all'inevitabile 
«È inutile, non c'è via d'uscita», aveva premuto il grilletto e addio.
La Speranza sembrava vegliarlo ... ... 
Le dissi, indicandole il povero giovinetto: 
«Eccone uno che non vi appartiene più. Forse avreste potuto aiutarlo ma siete arrivata tardi?».
La Speranza disse: «Al contrario. Non l'ho mai abbandonato. Ero con lui quando ha irreparabilmente agito; anzi, vedete, sono ancora qui». ... 
«E perché, poi, siete ancora qui?». «Nulla può essere rimosso fino all'arrivo del medico legale». «Ah.» «Mi fate compagnia? Parliamo?». 
«Perché no, è il mio mestiere. Se rispondete a qualche domanda ci spicciamo prima. Data e luogo della vostra nascita?». 
«Ecco. Scacciati dall'Eden, l'uomo e la donna si allontanarono senza voltarsi indietro. Ma Dio s'era già pentito della dura condanna che aveva loro inflitta; raggiungili, mi disse, e con un buon pretesto (qui strizzò l'occhio, intendeva evidentemente: trova una scusa che salvi il mio prestigio) riconducili a casa quei due stupidi. Obbedii, ma non ho ancora concluso niente.» 
«Non riesco mai a trovare le parole adatte, oppure non mi intendono. 
Dico felicità, per esempio, ed essi capiscono denaro e potenza; dico pace e credono che io alluda semplicemente al contrario della guerra; dico giustizia e ritengono che io preannunci la morte dei loro nemici; che debbo fare?».

- Giuseppe Marotta - 
Da: Pietre e nuvole, Bompiani





Si è fatto giorno? Quando si può dire che la notte è finita?
Un giorno un rabbino domandò ai suoi studenti: 
«Come si fa a dire che la notte è finita e il giorno sta ritornando?». 
Uno studente suggerì:
«Quando si può vedere chiaramente a una certa distanza che l'animale è un leone e non un leopardo».
«No» disse il rabbino. 
Un altro disse: 
«Quando si può dire che un albero produce fichi e non pesche». 
«No» disse il rabbino.
«E’ quando si può guardare il volto di un altro e vedere che quella donna, quell' uomo, è tua sorella, e tuo fratello.
Perché fino a quando non siete in grado di fare questo, non importa che ora del giorno sia, è ancora notte».



"La memoria del cuore elimina i ricordi brutti ed esalta quelli belli, e grazie a questo artificio riusciamo a sopportare il passato..."

- Gabriel García Márquez -


Buona speranza a tutti.:-)