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martedì 12 dicembre 2023

Alda Merini - Natale

                                                    A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.

- Alda Merini - 



Il Natale dovrebbe essere legna che arde nel caminetto, 
profumo di pino e di vino, buone chiacchiere, 
bei ricordi e amicizie rinnovate. 
Ma... se questo manca basterà l'amore.

- Jesse O'Neill - 


- Sentinella, quando avrà fine la notte? Sentinella... Quando avrà fine la notte?

La Sentinella dice: "Sta venendo il mattino. Ma la notte durerà ancora. Tornate e ridomandate. Venite ancora. Insistete!"

(Isaia 21, 11-12). 
La domanda "Sentinella, quanto resta della notte?", in ebraico "Shomèr ma mi-llailah?", nel libro del profeta Isaia, è l'espressione dell'attesa, la struggente attesa dell'alba nella notte del mondo, l'attesa della liberazione. 
La sentinella, che è il profeta, nel suo avamposto nel deserto sente che l'alba sta per arrivare, ma per il momento perdura la notte e allora lei incita gli uomini a non perdere la speranza, a rinnovare l'attesa, a continuare a chiedere....




...In effetti, è proprio questo che noi viviamo nella liturgia: celebrando i tempi liturgici, attualizziamo il mistero – in questo caso la venuta del Signore – in modo tale da potere, per così dire, "camminare in essa" verso la sua piena realizzazione, alla fine dei tempi, ma attingendone già la virtù santificatrice, dal momento che i tempi ultimi sono già iniziati con la morte e risurrezione di Cristo.
La parola che riassume questo particolare stato, in cui si attende qualcosa che deve manifestarsi, ma che al tempo stesso si intravede e si pregusta, è "speranza". 

L’Avvento è per eccellenza la stagione spirituale della speranza, e in esso la Chiesa intera è chiamata a diventare speranza, per se stessa e per il mondo. Tutto l’organismo spirituale del Corpo mistico assume, per così dire, il "colore" della speranza. 

Tutto il popolo di Dio si rimette in cammino attratto da questo mistero: che il nostro Dio è "il Dio che viene" e ci chiama ad andargli incontro. 
In che modo? Anzitutto in quella forma universale della speranza e dell’attesa che è la preghiera, che trova la sua espressione eminente nei Salmi, parole umane in cui Dio stesso ha posto e pone continuamente sulle labbra e nei cuori dei credenti l’invocazione della sua venuta. Soffermiamoci perciò qualche istante sui due Salmi che abbiamo pregato poco fa e che sono consecutivi anche nel Libro biblico: il 141 e il 142, secondo la numerazione ebraica...

- papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia durante i Vespri della prima settimana di Avvento" 
29 novembre 2008 


































Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 2 dicembre 2023

L'Angelo e la favola

 Degli angeli che calarono a frotte dal più alto dei cieli a cantare il “Gloria” sulla capanna dove nacque Gesù Bambino, uno si perse. 
Era un angelo distratto, sempre assorto nei suoi pensieri. Fu così che, quando scese sulla terra in quella notte fatale, l’angelo favolista vide, poco discosto da Betlemme, un gruppo di ragazzini che, dopo aver anch’essi fatto visita a Gesù, se ne tornavano a casa. 
Quale magnifica occasione. Sceso accanto a loro in veste di pellegrino dalla barba bianca, incominciò uno dei suoi racconti. 
Ed era l’alba quando i bambini furono costretti dalle grida delle mamme a tornare a casa, con la fantasia ed il cuore accesi da decine di meravigliose fiabe che l’anziano pellegrino aveva raccontato loro.
Il sole stava sorgendo e per Gesù iniziava la prima giornata terrestre. 
L’angelo pellegrino era in ritardo, molto in ritardo. E per di più non ricordava più, assolutamente, come si facesse a ridiventare angelo: una formula? Ma quali parole? Un pensiero chiave? Ma quale?
L’unica soluzione era andare da Gesù, chiedergli scusa e raccontargli tutto. Ma Gesù ora non era che un bimbetto in fasce, un bimbo di donna. 
E il Bimbo e la Donna, alle parole del pellegrino, non seppero proprio cosa rispondere: il Bimbo perché sorrideva soltanto e non sapeva ancora parlare; la Donna perché non conosceva che il Mistero che portava stretto al petto.
Fu così che l’angelo—pellegrino cominciò il suo girovagare terreno. 
E tanto gli piacque narrar favole ai bambini di quaggiù che il Signore, quando fu tornato nei Cieli e lo vide attorniato da bambini con gli occhi spalancati e la bocca aperta per la meraviglia, ce lo lasciò. 
Ancor oggi di tanto in tanto appare. 
E’ talmente invecchiato che la sua veste umana gli si è logorata completamente. 
Ma ben lo conoscono le mamme, quando suggerisce loro le più belle favole; ben lo conoscono i poeti, quando sussurra al loro cuore i versi più ricchi di fantasia e di colore; ed anche qualche prete, quando sente nel cuore un certo pizzicorino che lo spinge a dire — finalmente — cose meravigliose. 
Ma tutti lo conosceremo, se saremo stati buoni, nel momento del nostro volo verso il cielo. 
Quel momento buio sarà illuminato dalla Favola più bella ch’egli solo sa raccontare così bene perché così bene egli solo la conosce. 
Ci ricorderemo d’invocarlo, almeno allora?

(Riduzione da un racconto di Piero Gribaudi)













Se noi avessimo gli occhi degli Angeli nel guardare nostro Signore Gesù Cristo che è presente sull’altare e che ci guarda, come Lo ameremmo! 

 - San Giovanni Maria Vianney - Curato d’Ars - 


La pesatura delle anime. 
Lunetta della chiesa di San Biagio a Talignano (PR)

L'istante è come l'Avvento, poiché l'istante non è ancora il compimento. E se è già compiuto, perché Cristo è venuto, se l'istante porta nel suo grembo un "già", anche in questo senso è ancora attesa del compimento, o meglio, è attesa che si manifesti ciò che è già avvenuto, e che esso porta nel suo grembo.
La parola più amica dell'istante, perciò, è la parola "Avvento". E il sentimento che domina l'istante e lo fa diventare ricco di pace, carico di vigilanza e produttivo, è proprio l'attesa."

- Don Luigi Giussani - 




L’Avvento, come la Quaresima, è una stagione per la preghiera e per l’emendamento dei nostri cuori. 
Dal momento che arriva in inverno, il fuoco è un segno adatto per aiutarci a celebrare l’Avvento. 
Se Cristo sta per venire più pienamente nelle nostre vite in questo Natale, se Dio sta per incarnarsi realmente per noi, allora il fuoco dovrà essere presente nella nostra preghiera. 
Il nostro culto e la nostra devozione dovranno alimentare quel genere di fuoco nelle nostre anime che può davvero cambiare i nostri cuori. 
La nostra è una grande responsabilità per non sprecare questo tempo di Avvento.

- Edward Hays - 
Sacerdote contemplativo cattolico, Nebraska - U.S.A.



Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 30 novembre 2023

Il regalo di Babbo Natale

Babbo Natale partì dal Polo Nord il giorno della vigilia. I folletti quel dì ebbero un gran da fare per finire di preparare i giocattoli e incartarli in bei pacchettini, così da riempire la slitta. 
Finalmente partì. Il viaggio fu abbastanza movimentato e pieno di soste. In una di queste incontrò un ragazzo povero, ma entusiasta del Natale che lo aspettava con ansia. 
A Babbo Natale, quando vide la gioia negli occhi di quel bambino, gli si riempi il cuore di felicità; gli piaceva consegnare i doni soprattutto se come ricompensa riceveva allegria dai bambini. Finalmente, il Buon Vecchio dalla barba bianca, arrivò alle porte della città a bordo della sua tintinnante e scintillante slitta. 
Babbo Natale non vedeva l'ora di consegnare tutti quei regali ai bambini e di godersi la gioia dei loro visetti al momento di scartarli. Incitò le sue renne e a gran velocità entrò allegramente sotto l'arco della porta principale. Era notte fonda. 
Cominciò a vedere qualcosa di strano, non riusciva a distinguere in giro neanche un segno del Natale: non c'erano alberi addobbati, nessuna stella cometa fatta di lampadine, le vetrine erano tutte buie. Quando poi la sua slitta passò sotto le finestre della scuola elementare il suo sbalordimento fu davvero grande; non c'era niente alle finestre, neanche un piccolo disegno. Babbo Natale fu preso dallo sconforto e cominciò a pensare che si fossero dimenticati di lui, ma subito si riprese e bussò ad una porta per chiedere spiegazioni. 
Venne ad aprire un vecchio malandato che lo guardò con occhi assenti e spiegò a Babbo Natale che anche quel giorno avevano subito dei bombardamenti, perché quella città era in guerra e quindi la gente avendo paura di morire si rinchiudeva nei cunicoli più protetti e profondi. 
Per questo i bambini non andavano a scuola e si erano nascosti, e tutte le luci della città erano spente per non farsi vedere dal nemico. A queste parole Babbo Natale si rattristò moltissimo e allo stesso tempo pensò che doveva regalare un po' di felicità. Tirò fuori dal sacco un enorme mantello nero e lo distese sopra la città, coprendola tutta, per nasconderla al nemico. 
Suonò la campana e raccolse ogni abitante in piazza dove addobbò il più grosso albero di Natale, illuminò la città per intero con mille luci e distribuì tanti doni, a piccoli e grandi.

E, come per incanto, anche gli occhi delle persone tornarono a brillare!



L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.

- Papa Francesco -



Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno.

- Charles Dickens -




Tempo di Avvento ...
I doni di Gesù Cristo non ci aspettano solo in un puro “futuro” ma sono presenti già fin dentro il “presente”…

...Uno dei caratteri fondamentali dell'Avvento è "l'attendere", che è nel contempo anche uno "sperare"...
Nella sua vita, l'uomo è l'essere che attende: e che l'uomo sia un essere che attende, mai diviene così palese come nel tempo della malattia e della sofferenza. E allo stesso modo l'attendere è un fardello troppo gravoso da portare quando resta del tutto incerto se sia lecito aspettarsi qualcosa. Ma se il tempo stesso possiede un senso, se in ogni istante è racchiuso qualcosa di peculiare e che ha davvero valore, allora il presentimento di letizia per ciò che di meglio il domani recherà rende ancora più prezioso quanto è già presente, e ci conduce come un'invisibile forza attraverso il fluire del tempo.
L'Avvento cristiano ci vuole insegnare ad attendere proprio in questo modo: esso anzi è la forma specificamente cristiana dell'attendere e dello sperare. I doni di Gesù Cristo, infatti, non ci aspettano solo in un puro "futuro", ma penetrano già fin dentro il presente. Egli è presente già ora, in modo velato, e mi parla in molti modi: attraverso la sacra Scrittura, attraverso l'anno liturgico, attraverso i santi, attraverso gli innumerevoli eventi di ogni giorno, attraverso l'intera creazione...
Io posso rivolgergli la parola, posso elevargli il mio lamento e porre innanzi a lui le mie sofferenze, la mia impazienza e le mie domande, consapevole che egli è sempre lì ad ascoltarmi...

- Card. Joseph Ratzinger - 
da:  "Licht, dans uns leuchtet" 





Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 5 dicembre 2022

Vieni, Signore - Jean Galot

Avvento, tempo dell'attesa e della speranza:
è la tua venuta, o Cristo, che vogliamo rivivere,
preparandoci più profondamente
nella fede e nell'amore.
Avvento, tempo della Chiesa affamata del Salvatore:
essa vuole ripeterti, volgendosi a te
con più insistenza, con un lungo sguardo,
che tu sei tutto per lei.
Avvento, tempo dei desideri più nobili dell'uomo
che più coscientemente convergono verso di te,
e che devono cercare in te, nel tuo mistero,
il loro compimento.
Avvento, tempo di silenzio e di raccoglimento,
in cui ci sforziamo d'ascoltare la Parola
che vuol venire a noi,
e di sentire i passi che si avvicinano.

Avvento, tempo dell'accoglienza
in cui tutto cerca di aprirsi,
in cui tutto vuol dilatarsi nei nostri cuori troppo stretti,
al fine di ricevere la grandezza infinita
del Dio che viene a noi.

- Jean Galot - 



...Nel Natale risuona nel mondo intero l’annuncio semplice e sconvolgente: “Dio ci ama”. 
“Noi amiamo – dice san Giovanni - perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). 
Questo mistero è ormai affidato alle nostre mani perché, sperimentando l’amore divino, viviamo protesi verso le realtà del cielo. E questo, diciamo, è anche l’esercizio di questi giorni: vivere realmente protesi verso Dio, cercando anzitutto il Regno e la sua giustizia, certi che il resto, tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù (cfr Mt 6,33). A crescere in questa consapevolezza ci aiuta il clima spirituale del tempo natalizio.
La gioia del Natale non ci fa però dimenticare il mistero del male (mysterium iniquitatis), il potere delle tenebre che tenta di oscurare lo splendore della luce divina: e, purtroppo, sperimentiamo ogni giorno questo potere delle tenebre. 
Nel prologo del suo Vangelo, più volte proclamato in questi giorni, l’evangelista Giovanni scrive: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (1,5). E’ il dramma del rifiuto di Cristo, che, come in passato, si manifesta e si esprime, purtroppo, anche oggi in tanti modi diversi. Forse persino più subdole e pericolose sono le forme del rifiuto di Dio nell’era contemporanea: dal netto rigetto all’indifferenza, dall’ateismo scientista alla presentazione di un Gesù cosiddetto modernizzato o postmodernizzato. Un Gesù uomo, ridotto in modo diverso ad un semplice uomo del suo tempo, privato della sua divinità; oppure un Gesù talmente idealizzato da sembrare talora il personaggio di una fiaba.
Ma Gesù, il vero Gesù della storia, è vero Dio e vero Uomo e non si stanca di proporre il suo Vangelo a tutti, sapendo di essere “segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori”, come ebbe a profetizzare il vecchio Simeone (cfr Lc 2, 32–33). 
In realtà, solo il Bambino che giace nel presepe possiede il vero segreto della vita. Per questo chiede di accoglierlo, di fargli spazio in noi, nei nostri cuori, nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre società. Risuonano nella mente e nel cuore le parole del prologo di Giovanni: “A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (1,12). Cerchiamo di essere tra quelli che lo accolgono. Dinanzi a Lui non si può restare indifferenti...

- papa Benedetto XVI - 
dalla "Udienza Generale del 03 gennaio 2007"



Non dobbiamo amare Gesù in modo possessivo, chiedendogli per noi le sue grazie, i suoi favori, o chiedendogli dei privilegi. Se vogliamo essere veramente con lui, lo dobbiamo accompagnare quando si interessa di altre persone, accogliendo così il suo spirito missionario.

- Albert Vanhoye S.I. -
da: "Il pane quotidiano della parola"



Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 3 dicembre 2022

Dacci Signore il tuo mantello - Adriana Zarri

 Arriveremo con i piedi sporchi
e ce li laverai,
come facesti con gli apostoli.
Guarda, Signore, al nostro autunno
e raccogli le colpe
come una triste vendemmia.
Lasciaci nudi e soli,
senza consolazioni ambigue,
senza inganni pietosi,
senza grappoli verdi.
Donaci gli occhi di Maria peccatrice
e, scaldaci con il tuo mantello.
I giorni sono brevi
e le nottate lunghe.
Il fuoco si spegne nel camino.
Le castagne
si sono fatte nere,
il letto, è gelido e deserto.
Dacci, Signore, il tuo mantello!

- Adriana Zarri -
Tratto da "Il pozzo di Giacobbe. Raccolta di preghiere da tutte le fedi"


Dall’altra parte della terra
il sole che qui si cela dietro l’orizzonte,
là emerge dalla notte.
Così l’autunno ha un suo corrispondente
in una lontana primavera.

- Adriana Zarri -


"Il sole ci aveva sfiancati, resi febbrosi;
ora la nebbia ci placa, ci fa rientrare in noi.
Le finestre aperte sono come finestre chiuse,
non offrono visioni ma solo tende di grigio.
E’ tempo di chiuderle e riscoprire la casa.
Autunno di silenzio ritrovato,
di concentrazione densa,
di solitudine calda,
di meditazione,
di preghiera,
di te"

- Adriana Zarri -



 L’autunno è tempo di preghiera, di ascolto,
di lenta e faticosa attesa di te.
E tu vieni furtivo.
L’autunno è il tempo della fede:
del credere ciò che non è ancora,
del credere che sarà,
che fiorirà,
che darà frutti.
L’autunno è tempo di raccolta,
ma di una seminagione lontana;
ed è tempo di semina,
per un lontano raccolto [...]
Autunno di frutti caduti,
autunno di foglie secche,
autunno di nebbie grigie,
autunno tuo:
del tuo passaggio silenzioso,
del tuo amore paziente,
della tua attesa lunga.

- Adriana Zarri -


Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 21 dicembre 2021

La stella verde - Don Angelo Saporiti

In cielo c'erano migliaia di stelle di tutti i colori: bianche, argentate, dorate, rosse, blu e verdi.
Un giorno andarono da Dio e dissero: "Desideriamo andare sulla terra e poter vivere tra la gente".
"Così sia", rispose Dio. "Io vi lascio così piccole come siete, così che discretamente possiate scendere sulla terra".
E così, in quella notte, ci fu una meravigliosa pioggia di stelle. Qualcuna si fermò sul campanile, qualcun'altra volò con le lucciole sopra i campi, qualcun'altra ancora si mescolò tra i giocattoli dei bimbi, così che la terra era meravigliosamente scintillante.
Con il passare del tempo però le stelle decisero di lasciare la gente sulla terra e di fare ritorno in cielo.
"Perché siete tornate indietro?" chiese loro Dio.
"Signore, non potevamo stare sulla terra, dove c'è così tanta miseria, ingiustizia e violenza".
"Sì", disse Dio, "il vostro posto è qui in cielo. La terra è il luogo delle illusioni, il cielo è invece il luogo dell'eternità e della vita senza fine".
Quando tutte le stelle furono tornate indietro, Dio le contò e si accorse che ne mancava una. "Manca una di voi. Ha forse preso la strada sbagliata?"
Un angelo, che era nelle vicinanze, disse: "No, Signore, una stella ha deciso di rimanere tra la gente. Ha scoperto che il suo posto era là, dove c'è l'imperfezione, il limite, la miseria e il dolore".
"E chi è quindi questa stella?", volle sapere Dio.
"E' la stella verde, l'unica con questo colore, la stella della speranza".
Così quando ogni sera le stelle guardavano di sotto vedevano la terra meravigliosamente illuminata, perché in ogni dolore umano c'era una stella verde.
Prendi ora questa stella, la stella verde nel tuo cuore.
La stella della speranza non lasciarla andare via. Non lasciare che si spenga!
Stai sicuro: lei brillerà sul tuo cammino e con il tuo cuore illuminato contagerà altre persone.

- Don Angelo Saporiti -
Da: Commento sul Natale


Gesù Bambino nel presepio alla Santa Casa di Loreto


A Luigi Giussani

Come cantare il Natale se non nell’evidenza semplice di quell’avvenimento che ha cambiato la storia?
Il Figlio di Dio si è fatto uomo fra gli uomini 
per donare a ciascuno la felicità senza fine. 
Non luci sfavillanti che affogano 
nella melassa dei buoni sentimenti 
la notizia più rivoluzionaria mai udita, 
ma il miracolo di Dio che sceglie 
la forma più fragile di umanità 
per farsi compagno di strada a ciascuno di noi. 
E noi, moderni pastori 
spesso frastornati da tante parole vane 
ascoltiamo ancora una volta la notizia della salvezza: 
"Ecco, vi annunzio una grande gioia". 
L’unica nella vita capace di asciugare ogni lacrima.
Corrono i pastori,
corrono gli uomini di buona volontà. 
E corre il cuore, 
che trema di letizia nell’abbraccio di quel Bimbo. 
Non più lacrime, 
ma una compagnia quotidiana 
del bene che non finisce. 
Buon Natale. Natale santo.

da: CulturaCattolica




Tempo di Avvento ...
..."L'ardire " di parlare con Dio ... presentare a lui il fardello e la miseria della nostra esistenza è il tratto essenziale dell’essere cristiano ...

...L'Avvento non è un gioco santo della liturgia in cui essa, per così dire, ci fa ripercorrere ancora una volta le vie del passato, ci mostra di nuovo chiaramente la situazione di un tempo affinché noi ora possiamo tanto più gioiosamente e beatamente gustare la salvezza di oggi. Dovremmo piuttosto riconoscere che l'Avvento non è un puro ricordo o una rappresentazione del passato, bensì che il nostro presente e la nostra realtà odierna sono anch'essi "Avvento": la Chiesa non gioca ma ci richiama a ciò che rappresenta la verità anche della nostra esistenza cristiana...
E' perciò un tratto essenziale dell'esistenza cristiana anche l'ardire di parlare con Dio - come ha fatto l'uomo Giobbe - da "dentro" il moto di ribellione e di contestazione del nostro male. E' un fattore essenziale il non ritenere che si possa presentare a Dio solo una metà della nostra esistenza e gli si debba risparmiare l'altra, perché forse con ciò potremmo irritarlo. No: proprio davanti a Lui, noi possiamo e dobbiamo disporre, in tutta sincerità, il fardello e la miseria della nostra esistenza...

Card. Joseph Ratzinger  -
da: "Vom Sinn des Christseins" -



Pintoricchio - Natività


Buona giornata a tutti. :-)

lunedì 20 dicembre 2021

da: "Un Natale vero?" - card. Giacomo Biffi

"Il Natale è una verità:
la verità di Dio che sorprendentemente ci ama 
ed è venuto a farsi uno di noi. 
Dio ormai non ci lascia più; 
non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti 
ci possono abbandonare.
Ma il Dio che ha tanto amato il mondo 
da dare il suo unico Figlio, 
unito personalmente per sempre alla nostra natura 
di creature fragili e dolenti, 
non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, 
alla nostra inquietudine, 
al nostro peccato. 
Non è una fiaba, è una notizia, 
cioè l'informazione su un fatto avvenuto; 
non è un bel sogno, 
è una realtà ancora più bella 
di ciò che desidereremmo sognare. 
Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, 
che lo insegue, 
lo vuol raggiungere e legare a sè. 
Non possiamo sfuggirgli, 
perché il suo amore corre più veloce di noi."

- Cardinale Giacomo Biffi - 

da: "Un Natale Vero?", Edizioni Studio Domenicano


Giotto -Natività, particolare- Cappella degli Scrovegni, Padova

«Cristo nella mangiatoia [...]. Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro [...]. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì Egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì Egli dice “sì”. 
Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì Egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente incomparabile. 
Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”. 
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima, lì  Egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il Suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del Suo amore, della Sua vicinanza e della Sua grazia».

- Dietrich Bonhoeffer -


Dal Natale nasce una famiglia. 

È la festa di oggi: la famiglia di Gesù, santa perché Sua. Non si diventa familiari di Dio per diritto; non è un’eredità; non è mai un possesso. 

È la famiglia di coloro che lo hanno accolto nella fede, che da lui ricevono il potere di diventare figli di Dio.

È una famiglia larga, di uomini e donne veri, di fratelli più piccoli di Gesù, di peccatori perdonati, di uomini qualsiasi chiamati a seguirlo. È quella discendenza enorme che compone il cielo stellato promesso ad Abramo.
La liturgia ci presenta la Santa Famiglia di Nazareth. Cosa vuole insegnarci? Che il bambino Gesù ne è il centro, il cuore, il motivo dell’amore. Come dire che senza Gesù, e senza averlo preso con sé, non ci sarebbe stata quella famiglia, si sarebbe rotta al suo nascere.
Prendiamo Gesù con noi e saremo salvi. Prendiamo Gesù con noi e sapremo vivere assieme, in famiglia e con gli altri. Accogliamo la parola dell’Angelo, il Vangelo, e sapremo percorrere le vie della vita, sapremo evitare i pericoli, e comunque trovare il nostro Egitto, il nostro rifugio, anche se ci costa.

- Papa Benedetto XVI - 
























Buona giornata a tutti. :-)