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sabato 22 giugno 2019

Foglie d'erba (1855) – Walt Whitman

nella Poesia di saluto:

[…] Vedo le città della terra, e ne divento parte,
Sono un vero londinese, parigino, viennese,
Sono un abitante di San Pietroburgo, Berlino, Costantinopoli,
Sono di Adelaide, Sidney, Melbourne,
Sono di Manchester, Bristol, Edimburgo, Limerick,
Sono di Madrid, Cadige, Bercellona, Oporto, Lione, Brussels, Berna,
Francoforte, Stoccarda, Torino, Firenze,
Appartengo a Mosca, Cracovia, Varsavia – o più a nord a Cristiana o
Stoccolma – o a qualche strada in Islanda,
Scendo in tutte queste città, e di nuovo riemergo.
Vedo vapori che esalano da paesi inesplorati,
Vedo tipi selvaggi, l’arco e le frecce, la punta avvelenata, il feticcio e
l’obi.
Vedo le città africane e asiatiche,
Vedo Algeri, Tripoli, Derna, Mogadore, Timbuctu Monrovia,
Vedo le brulicanti folle di Pechino, Canton, Benares, Deli, Calcutta,
Vedo il crumano nella sua capanna, e il dahomey e l’ascianti nelle
loro capanne,
Vedo il turco che fuma l’oppio ad Aleppo,
Vedo le folle pittoresche alle fiere di Kiva e a quelle di Herat,
Vedo Teheran, vedo Muscat e Medina, e le sabbie tra loro – vedo le
carovane che procedono a fatica;
Vedo l’Egitto e gli Egiziani, vedo le piramidi e gli obelischi,
Guardo le storie incise, le canzoni, le filosofie, cesellate su lastre di
arenaria e blocchi di granito,
Vedo a Menfi le tombe di mummie, imbalsamate, fasciate in teli di
lino, che giacciono lì da secoli,
Guardo del Tebano deceduto le grandi orbite vuote, il collo piegato da
un lato, le mani incrociate sul petto.
Vedo i servi di tutto il mondo che lavorano,
Vedo i prigionieri in prigione,
Vedo i corpi umani imperfetti in tutto il mondo,
Vedo il cieco, il sordo-muto, gl’idioti, i gobbi, i pazzi,
Vedo i pirati, i ladri, i traditori, gli assassini, gli schiavisti della terra,
Vedo i bimbi indifesi, e i vecchi e le vecchie indifese.
Vedo maschi e femmine ovunque,
Vedo la serena confraternita dei filosofi,
Vedo l’atteggiamento costruttivo della mia razza,
Vedo i risultati della perseveranza e dell’attività della mia razza,
Vedo classi, colori, barbarie, civiltà e vado tra loro, mi mescolo
indiscriminatamente,
E saluto tutti gli abitanti della terra.
Tu, dove ti trovi inevitabilmente!
Tu, figlia e figlio d’Inghilterra!
Tu uomo libero d’Australia! Tu della Tasmania! Tu della Papuasia!
Tu donna libera degli stessi luoghi!
Tu delle possenti tribù e imperi slavi! Tu Russo in Russia!
Tu nero di oscura origine, anima divina africana, grande, bella testa,
nobili fattezze, dal superbo destino, perfettamente mio pari!
Tu norvegese! Svedese! Danese! Islandese! Tu prussiano!
Tu spagnolo di Spagna! Tu portoghese!
Tu donna e uomo di Francia!
Tu belga! Tu libero amante dei Paesi Bassi!
Tu austriaco risoluto! Tu lombardo! Unno! Boemo! Contadino della
Stiria!
Tu ai confini del Danubio!
Tu operaio del Reno, dell’Elba, o del Weser! E anche tu operaia!
Tu sardo! Tu bavarese! Tu svevo! Sassone! Valacco! Bulgaro!
Tu cittadino di Praga! Tu romano! Napoletano! Greco!
Tu agile torero nell’arena di Siviglia!
Tu montanaro che vivi senza legge sul Tauro o sul Caucaso!
Tu guardiano di cavalli di bucara, che sorvegli le giovenche e gli
stalloni che pascolano!
Tu persiano dal magnifico corpo, a tutta velocità sulla sella, che
scagli la freccia centrando il bersaglio!
Tu uomo e donna della Cina! Tu tartaro della tua terra!
Tu donna del mondo sottomessa ai tuoi doveri!
Tu ebreo errante ancora in tarda età che ti esponi a ogni rischio pur di
toccare una volta la terra siriana!
Tu altro ebreo che attendi in ogni terra il tuo Messia!
Tu armeno pensoso che rifletti accanto a un affluente dell’Eufrate! Tu
che scruti tra le rovine di Ninive! Tu che scali il monte Ararat!
Tu pellegrino dal piede stanco che accogli con gioia il lontano
baluginare dei minareti della Mecca!
Tu sceicco lungo la striscia che va da Suez a Babel-mandel, che guidi
le tue famiglie e le tue tribù!
Tu coltivatore di olive che curi i tuoi frutti nei campi fuori Nazareth,
Damasco o Lago di Tiberiade!
Tu mercante del Tibet nelle distese dell’interno, o che contratti nelle
botteghe di Lassa!
Tu uomo o donna del Giappone! Tu che vivi in Madagascar, Cylon,
Sumatra, Borneo!
Tutti voi dei continenti dell’Asia, Africa, Europa, Australia, poco
importa dove siate!
Tutti voi sulle innumerevoli isole degli arcipelaghi del mare!
E voi dei secoli futuri, quando mi ascolterete!
E voi in qualunque luogo che non specifico meglio ma che
ugualmente includo!
Vi saluto a nome mio e dell’America.
Ognuno di noi inevitabile,
Ognuno di noi illimitato – ognuno o ognuna con il suo diritto su
questa terra,
Ognuno di noi partecipe dell’eterno disegno su questa terra,
Ognuno di noi altrettanto divino qui come chiunque altro.
Tu ottentotto con il palato che schiocca!
Voi orde con i capelli lanosi! Voi bianchi o neri possessori di schiavi!
Voi schiavi che spargete gocce di sudore o gocce di sangue!
Voi delinquenti, persone deformi, idioti!
Voi forme umane con imperscrutabili e sempre inquietanti espressioni
da bruti!
Tu povero kobu che il più miserabile guarda dall’alto in basso,
nonostante il tuo luminoso linguaggio e la tua spiritualità!
Voi aborigeni quasi estinti delle colline dello Hutah, Oregon,
California!
Tu pigmeo del Camciatka, groenlandese, lappone!
Tu negro australe, nudo, rosso, fuligginoso, con labbra carnose che
prostrato ti cerchi il cibo!
Tu cafri, berbero, sudanese!
Tu sparuto, rozzo, ignorante beduino!
Voi sciami di appestati a Madras, Nankin, Kabul, Cairo!
Tu che ti bagni nel Gange!
Tu vagabondo disperso in Amazzonia! Tu della Patagonia! Tu uomo
delle Figi!
Tu peone del Messico! Tu servo della gleba russo! Tu mulatto della
Carolina, Texas, Tennessee!
Non rifiuto di darti la mano, né metto altri davanti a te,
Non dico nemmeno un parola contro di te.
Il mio spirito pieno di compassione e determinazione ha attraversato
tutta la terra,
Ho cercato fratelli, sorelle, amanti e li ho trovati che mi aspettavano
ovunque.
Penso di essere sorto con voi, voi nebbie, e di essermi spostato verso
lontani continenti, ed essermi calato lì, con le mie buone
ragioni,
Penso di aver soffiato con voi, voi venti,
Penso, acque, di aver accarezzato ogni sponda insieme a voi,
Penso di aver solcato quanto ogni fiume o ogni stretto del globo ha
solcato,
Penso di aver preso posizione sul fondo delle penisole e in ogni
incavo della roccia.
In ogni città penetrata da luce o calore, in quelle città sono penetrato
anch’io,
In ogni isola dove gli uccelli inseguono il loro percorso, anch’io mi
alzo in volo seguendo il mio percorso,
Trovo la mia casa ovunque ci siano dimore di uomini.

- Walt Whitman -




giovedì 12 aprile 2018

Io penso che una foglia d’erba - Walt Whitman

Io penso che una foglia d’erba non sia affatto
da meno della quotidiana fatica delle stelle,
e la formica è altrettanto perfetta, al pari di un

granello di sabbia o dell’uovo di uno scricciolo,
e la piccola rana è un’opera d’arte simile alle più famose,
e il rovo rampicante potrebbe ornare gli spazi eterei,
e la giuntura più piccola della mia mano
la più perfetta macchina può deridere,
e la mucca che rumina a capo chino supera
qualsiasi monumento,
e un topo è un miracolo tanto grande
da convincere gli scettici.


- Walt Whitman -



Non lasciate che la giornata termini senza essere cresciuti un po’, senza aver sorriso molto, senza aver alimentato i propri sogni.
Non fatevi vincere dallo scoraggiamento.
Non permettete a nessuno di togliervi il diritto di esprimervi, che è quasi un dovere.
Non desistete dal desiderio di rendere la vostra vita straordinaria.


- Walt Withman - 




«Questo è ciò che dovete fare: amate la terra e il sole e gli animali, disprezzate le ricchezze, fate l'elemosina a tutti quelli che la chiedono, proteggete gli stupidi e i poveri, destinate il vostro reddito e il vostro lavoro agli altri, odiate i tiranni, non discutete su Dio, mostrate pazienza e indulgenza verso la gente, non toglietevi il cappello dinanzi a nulla, noto o ignoto, a nessun uomo o folla d'uomini – uscite liberamente con gente possente e non istruita, e con i giovani, con le madri di famiglia – riesaminate tutto ciò che vi è stato detto, a scuola o in chiesa o in qualsivoglia libro, e ripudiate quanto insulta l'anima vostra; e la vostra stessa carne diverrà un grande poema, e possederà la più grande fluidità non solo nelle sue parole, ma nel silente disegno delle labbra e del volto, e tra le palpebre degli occhi, e in ogni moto, ogni giuntura del corpo vostro.
Il poeta non consumerà il suo tempo in lavori non necessari.
Egli saprà che la terra è già stata arata e concimata; altri magari non lo sanno, ma lui lo sa. 
Egli si dichiarerà direttamente alla creazione. 
La sua fiducia gli meriterà la fiducia di tutto ciò che tocca – e gli permetterà di dominare ogni attaccamento.»

- Walt Whitman - 
Prefazione di Foglie d'erba, 1855


Buona giornata a tutti. :-)







domenica 2 luglio 2017

Tratto da "Il canto di me stesso" e altre poesie - Walt Whitman

Ho dichiarato che l'anima non vale più del corpo,
E ho dichiarato che il corpo non vale più dell'anima,
E nulla, neppure Dio, per nessuno è più grande del suo proprio io,
E chiunque percorre duecento jarde senza simpatia segue il suo funerale, avvolto nel sudario,
E io o tu, senza dieci centesimi in tasca, possiamo acquistare i più preziosi frutti della terra,
E guardare con un occhio o mostrare un fagiolo nel suo baccello confonde il sapere di tutti i tempi,
E non v'è mestiere o impiego in cui il giovane che lo segue 
non possa divenire un eroe,
E non v'è oggetto così debole che non possa costituire 
il mozzo della ruota dell'universo,
E io aggiungo a ogni uomo, ogni donna, Che l'anima vostra
resti serena e tranquilla anche davanti a un milione d'universi.

E dico all'umanità, non siate curiosi d'Iddio,
Perchè io, che sono curioso di tutti, non sono curioso d'Iddio,
(Nessuna serie di parole può dire quanto mi senta tranquillo sul conto d'Iddio e della morte.)

Ascolto e scorgo Dio in ogni oggetto, e tuttavia Dio non lo capisco affatto,
Come non capisco chi mai possa esistere più straordinario di me.

Perchè dovrei desiderare di vedere Dio meglio di quanto non lo veda oggi?
Vedo qualcosa d'Iddio in ogni ora delle ventiquattro, in ogni momento di esse,
Nei volti di uomini e donne vedo Dio, e nel mio volto riflesso dallo specchio,
Trovo lettere scritte da Dio per le strade, ognuna firmata col nome d'Iddio,
E le lascio dove si trovano, perchè so che, ovunque mi rechi,
Altre puntuali verranno, per sempre e per sempre.

- Walt Whitman -


L.W. Hawkins, Christmas, 1893

Hai creduto che mille acri fossero molti? 
Che tutta la terra fosse molto?
Ti sei esercitato a lungo per imparare a leggere?
Tanto orgoglio hai sentito perché afferravi il senso delle poesie?
Fermati con me oggi e questa notte, e ti impadronirai
dell’origine di tutti i poemi,
ti impadronirai dei beni della terra e del sole (ci sono
ancora milioni di soli),
non prenderai più le cose di seconda o terza mano, né
guarderai con gli occhi dei morti, né ti nutrirai di
fantasmi libreschi,
e neppure vedrai attraverso i miei occhi o prenderai
le cose da me,
ascolterai da ogni parte e le filtrerai da te stesso.

- Walt Whitman -

W. Blake, Il sole alla sua porta orientale, 1820

Se tardi a trovarmi, insisti.
Se non ci sono in nessun posto, cerca in un altro,
perchè io sono seduto da una qualche parte
ad aspettare te.


- Walt Whitman -

G. Klimt, Ragazza col velo blu, 1902


Buona giornata a tutti. :-)