mercoledì 31 luglio 2013

18 Principi di Vita - Dalai Lama -


1) Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi risultati comportano un grande rischio.
2) Quando perdi, non perdere la lezione.
3) Segui sempre le 3 “R”: Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.
4) Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.
5) Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.
6) Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.
7) Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo.
8) Trascorri un po’ di tempo da solo ogni giorno.
9) Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.
10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.
11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai da vecchio, potrai godertela una seconda volta.
12) Un’atmosfera amorevole nella tua casa dev’essere il fondamento della tua vita.
13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.
14) Condividi la tua conoscenza. E’ un modo di raggiungere l’immortalità.
15) Sii gentile con la Terra.
16) Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.
17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più di quanto si abbia bisogno l’uno dell’altro.
18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.

Siamo tutti esseri umani e, da questo punto di vista, siamo uguali. Noi tutti vogliamo la felicità e non vogliamo soffrire. Se consideriamo questo fatto, troveremo che non ci sono differenze tra persone di diversa fede, razza, colore, cultura. Tutti noi abbiamo questo comune senso di felicità.

- Dalai Lama -


Dobbiamo imparare bene le regole, in modo da infrangerle nel modo giusto.


Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia


Ersilio Tonini (San Giorgio Piacentino, 20 luglio 1914 – Ravenna, 28 luglio 2013) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Predicava una Chiesa povera per gli ultimi. E di se stesso diceva: «Sono rimasto un pretino di campagna».  E' morto il 28 luglio 2013 a 99 anni.

Libero non è colui che fa tutto quello che vuole, libero è colui che usa delle proprie energie per fare di sé un bene grande, questo è il punto.

(Don Ersilio Tonini)

Buona giornata a tutti. :-)




martedì 30 luglio 2013

omaggio a Giuseppe Tomasi di Lampedusa


“D’altronde vedo che mi sono spiegato male: ho detto i Siciliani, avrei dovuto aggiungere la Sicilia, l’ambiente, il clima, il paesaggio. Queste sono le forze che insieme e forse più che le dominazioni estranee e gl’incongrui stupri hanno formato l’animo: questo paesaggio che ignora le vie di mezzo fra la mollezza lasciva e l’asprezza dannata; che non è mai meschino, terra terra, distensivo, umano, come dovrebbe essere un paese fatto per la dimora di esseri razionali; questo paese che a poche miglia di distanza ha l’inferno attorno a Randazzo e la bellezza della baia di Taormina, ambedue fuor di misura, quindi pericolosi; questo clima che c’infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; li conti, Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste; questa nostra estate lunga e tetra quanto l’inverno russo e contro la quale si lotta con minor successo; Lei non lo sa ancora, ma da noi si può dire che nevica fuoco, come sulle città maledette della Bibbia; in ognuno di quei mesi se un Siciliano lavorasse sul serio spenderebbe l’energia che dovrebbe essere sufficiente per tre; e poi l’acqua che non c’è o che bisogna trasportare da tanto lontano che ogni sua goccia è pagata da una goccia di sudore; e dopo ancora, le pioggie, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti, che annegano bestie e uomini proprio lì dove una settimana prima le une e gli altri crepavano di sete. 



Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti, anche del passato, magnifici ma incomprensibili perché non edificati da noi e che ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti; tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove; tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che rimane così condizionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità di animo.”

[G. Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, 1958]


" Noi siamo dei bianchi quanto è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemila cinquecento anni siamo colonia. 
Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra, ma siamo stanchi e svuotati lo stesso."
" ...Stia a sentirmi, Chevalley, se si fosse trattato di un segno di onore, di un semplice titolo da scrivere sulla carta da visita e basta, sarei stato lieto di accettare; trovo che in questo momento decisivo per il futuro dello stato italiano è dovere di ognuno dare la propria adesione, evitare l'impressione di screzi dinanzi a quegli stati esteri che ci guardano con un timore o con una speranza che si riveleranno ingiustificati ma che per ora esistono.
" Ma allora, principe, perchè non accettare?
" Abbia pazienza Chevalley, adesso mi spiegherò; noi siciliani siamo stati avvezzi da una lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la nostra lingua, a spaccare il capello in quattro. 

Se non si faceva così non si sfuggiva agli esattori bizantini, agli emiri berberi, ai vicerè spagnoli...



...

Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna cui abbiamo dato il "là" ; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemila cinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra, ma siamo stanchi e svuotati lo stesso."

( Giuseppe Tomasi di Lampedusa in " Il Gattopardo")




lunedì 29 luglio 2013

Esame di coscienza sui Vizi Capitali - papa Benedetto XVI -

Perdona Signore i nostri peccati di SUPERBIA: le azioni che cercano solo la lode e l'approvazione della gente, l'ambizione, la ricerca di potere e di notorietà.
Perdonaci per quando parliamo, diamo consigli, studiamo, lavoriamo, facciamo il bene solo in funzione di ciò che ne penseranno gli altri e per catturare la stima altrui.
Perdonaci per quando esibiamo con vanità la bellezza fisica e le qualità dateci da Dio.
Perdonaci per l'arroganza che nasce dalla superbia, per il desiderio di non dipendere da nessuno, e nemmeno da Dio, per il vittimismo con cui sappiamo darci sempre una giustificazione.
Rendici umili. L'umiltà è la virtù che elimina tutte le passioni perché in essa noi ci rendiamo disponibili ad essere aiutati da Dio.

Perdona Signore i nostri peccati di INVIDIA: l'ostilità, l'odio, l'idea che il male altrui possa essere bene per noi.
Perdona l'egocentrismo che ci impedisce di desiderare il bene per gli altri e ci rende incapaci di amare, il malcontento e i contrasti generati dall'invidia. Liberaci dal rancore, dal tormento interiore, dall'insoddisfazione.
Perdonaci quando vediamo tutto in funzione di noi stessi, quando non sappiamo mettere un freno ai desideri, quando chiamiamo l'invidia "sana competitività".
Perdona i cedimenti a una società che alimenta continuamente l'ambizione, l'avidità e la vuota curiosità.
Perdonaci quando desideriamo la roba d'altri e ci condanniamo all'infelicità.
Aiutaci a contrastare l'invidia con il dono quotidiano di noi stessi per i fratelli.

Perdona Signore i nostri peccati d'IRA: i turbamenti del cuore, i sentimenti di avversione verso i fratelli quando sentiamo colpito il nostro io, l'animosità eccitata, l'aggressività del corpo, la sete di vendetta.
Perdonaci quando l'ira soffoca la libertà, ci rende schiavi di noi stessi, toglie la pace interiore ed esteriore.
Perdonaci la tentazione di "farla pagare" a chi ci ha umiliato, il piacere perverso del "far del male a qualcuno", i giudizi taglienti e la gratuita durezza verso gli altri, le mille giustificazioni dell'ira.
Aiutaci a seguire la via suggerita dai padri:"il silenzio delle labbra pur nel turbamento del cuore", dato che "La medicina perfetta… sarà quella di essere prima di tutto ben persuasi che non ci è consentito adirarci mai e in nessun modo".

Perdona Signore i nostri peccati di ACCIDIA: il torpore, la pigrizia, l'abbattimento, la tristezza, la dipendenza e le crisi di astinenza da stimoli e piaceri esteriori che ci lasciano sempre tristi e vuoti.
Perdonaci per la noia che a volte proviamo nel pregare e che ci spinge a cercare distrazioni, o ci lascia soli a parlare con noi stessi.
Perdonaci quando l'accidia genera disgusto e noia per ogni attività sana e spirituale, per quando la stessa vita quotidiana si tinge di tristezza, svogliatezza, vittimismo e lagnanza.
Perdonaci per la vita senza scopo, il tempo perso e la fuga dall'impegno quotidiano.
Donaci il desiderio di reagire. Facci trovare una guida spirituale e fa' che accettiamo la disciplina dell'obbedienza, unica via per non essere sballottati come un corpo inerte in balia delle passioni.

Perdonaci Signore per i peccati di AVARIZIA: l'avidità, la brama di possedere, la fiducia smodata riposta nel denaro. Perdonaci se per avarizia lavoriamo di domenica, siamo disonesti, non diamo in elemosina, ci circondiamo di cose superflue.
Perdona le conseguenze terribili della fame di soldi: liti familiari, ansie e falsi timori, tradimenti, frodi, inganni, spergiuri, violenza e indurimento del cuore.
Perdonaci l'abitudine a essere insoddisfatti per ciò che abbiamo e bramosi di ciò che non ci è dato. Liberaci da lussi inutili, comodità e abitudini dispendiose.
Perdona le ingiustizie della società, le drammatiche disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri, le guerre, i disumani sfruttamenti e l'inganno delle coscienze prodotto da un sistema di accumulo e consumo che fa di tutto per eccitare la brama di possesso.
Aiutaci a sottrarci all'influenza dei media e a fidarci di te, che rivesti i gigli del campo e non abbandoni gli uccelli del cielo.

Perdonaci Signore per i peccati di GOLA: il rapporto irrazionale con il cibo, i vizi del fumo, dell'alcool, delle droghe, la dipendenza che ci fa schiavi.
Perdonaci se scambiamo per la libera scelta ciò che è solo condizionamento dell'abitudine, delle mode, della pubblicità.
Perdonaci per la mente ottenebrata che si allontana anche dalla preghiera e dalle sane letture, per gli eccessi che ci rendono meno padroni di noi stessi e affievoliscono la capacità di autocontrollo.
Insegnaci la capacità dell'astinenza, che disintossica il corpo e la mente. Aiutaci a scoprire i piaceri sani della vita, per essere capaci di amare i fratelli con la libertà e la gioia con cui tu hai amato noi.

Perdonaci Signore per i peccati di LUSSURIA, che ci fanno schiavi del sesso, e per il disordine morale che mette a rischio persone, famiglie e società.
Perdona il cedimento a immagini proposte ad arte,a voci allusive, alla pornografia in video e in rete. Perdonaci la debolezza di fronte a piaceri tanto intensi quanto effimeri.
Perdona la mentalità diffusa che si spaccia il disordine sessuale per conquista e fa credere che ogni istinto debba trovare immediata soddisfazioni. Facci comprendere che non è libero chi non ha il controllo di se stesso, chi si riduce al doppio gioco e alla menzogna, chi perde l'integrità morale e la pace, chi si chiude in se stesso.
Perdona i danni gravi nella società: per il sesso si litiga, si minaccia, si uccide; la libidine alimenta uno stile di vita fatuo, degenera spesso nella prostituzione, nel ricatto, nella pedofilia...
Aiutaci a custodire la castità nel cuore e nella mente, e a non avere rapporti sessuali prima o fuori del matrimonio, a evitare deviazioni e stravaganze. Insegnaci modestia e dignità nel vestire, custodisci sguardi e fantasie.
Aiutaci a riscoprire la meraviglia della sessualità secondo Dio, nella cornice dell'amore coniugale, nell'atmosfera di famiglia e di tenerezza dove il sesso non è profanato e svenduto ma è sacra partecipazione al dono della vita.


Schema tratto dalla penitenziale per i giovani in San Pietro alla presenza di Benedetto XVI
Fonte: Libreria Editrice Vaticana, 2007



«Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono modi diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell'uomo con Lui. Sono convinto che la crisi ecclesiale, in cui oggi ci troviamo, dipenda in gran parte dal crollo della liturgia». 

(Papa Benedetto XVI)


“La preghiera è un anelito, un sussulto del cuore, è un soffio che non sai da dove viene e non sai dove va. La preghiera è un incontro, a volte uno scontro, spesso un’attesa. E’ il pianto di Pietro al canto del gallo, è lo stabat di Maria ai piedi della croce. La preghiera è un attimo di eterno, è una scelta d’amore, è un bacio che accarezza un viso. La preghiera è un ricordo e un progetto, è un grido ed è silenzio. Sono le lacrime di chi piange per chi non piange, sono le suppliche della terra, le lodi della Chiesa. La preghiera è il nostro respiro, la nostra vita, il nostro tutto. Non c’è uomo che non prega, c’è solo un uomo che non sa pregare”.

(Papa Benedetto XVI)


"Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale. Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo. Oggi possiamo illuminare le nostre città in modo così abbagliante che le stelle del cielo non sono più visibili. Non è questa forse un’immagine della problematica del nostro essere illuminati?". 

(Papa Benedetto XVI, Sabato Santo, 7 aprile 2012)




Preghiera per la sera

Signore Gesù,
che fedelmente visiti e colmi con la tua Presenza
la Chiesa e la storia degli uomini;
che nel mirabile Sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
ci rendi partecipi della Vita divina
e ci fai pregustare la gioia della Vita eterna;
noi ti adoriamo e ti benediciamo.
Prostrati dinanzi a Te, sorgente e amante della vita,
realmente presente e vivo in mezzo a noi, ti supplichiamo (……)
in attesa di vivere sempre in Te, nella Comunione della Trinità Beata.
Amen.

(Papa Benedetto XVI)



Buona giornata a tutti. :-)





domenica 28 luglio 2013

Ho sete di sole, mio Dio - Emily Shenker -



Ho sete di sole
in questo deserto
di gelidi giorni.

Cerco una luce da bere,
un fuoco zampillante di vita
per restituire vigore ad un'anima stanza.

Ho sete di sole
e la mia scodella è vuota.

Cerco una luce da bere
mentre attraverso 
il fiume della notte.

Ho sete di sole
mio Dio.

(Emily Shenker) 



Mi stendo
su queste
corde 
che vibrano
dentro
come fuochi
nel deserto.

Mi sdraio 
su poche 
note 
per riposare 
la musica
 che mi
 scuote.

Risuona 
il Tuo 
nome 
anche 
in questo 
jazz 
che tiene 
sveglia 
la sera.

(Emily Shenker)



Come
una spiga
matura
come
un pane
ancora caldo,
come
un pomeriggio
senza pensieri,
così
ti offri a me
che non posso
donarti nulla.

L' infinito
tra le mie dita.

Il creatore
del mondo
sulle mie mani.

(Emily Shenker)


"Non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Non abbiate paura, cari amici, di preferire le vie 'alternative' indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. 
Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo. Quella dell’umiltà, cari amici, non è dunque la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo e della grazia sul peccato"

(Benedetto XVI, 2 settembre 2007)
Buona giornata a tutti :-)


sabato 27 luglio 2013

Come potrei dirgli di no? - Patrizio Righero


Non so che farmene di un dio solenne,
di un dio spettacolare,
di un dio giustiziere,
di un dio che mette tutti a tacere.
Il mio
è un Dio
che non ce la fa
nemmeno a portare la sua croce
e non si vergogna di
chiedere aiuto.
Questo è il mio Dio.
Un Dio che comprende
le mie umiliazioni,
i miei limiti,
le mie inadeguatezze.
Questo è il mio Dio.
Un Dio
che vuole essere amato da me.
E me lo chiede in ginocchio.
Come potrei dirgli di no?

(Patrizio Righero)

Fonte: A. Margarino, P. Righero, "La via della vita", Elledici
http://www.campedel.it/schede/257099.PHP



Se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Entra dunque in gioco il perdono. Ma «è tanto difficile perdonare gli altri» ha ripetuto il Santo Padre; è difficile davvero, perché noi portiamo sempre dentro il rammarico per quello che ci hanno fatto, per il torto subito.
Non si può pregare conservando nel cuore astio per i nemici.
«Questo — ha sottolineato il Pontefice — è difficile. Sì è difficile, non è facile». Ma, ha concluso, «Gesù ci ha promesso lo Spirito Santo.
È lui che ci insegna da dentro, dal cuore, come dire “Padre” e come dire “nostro”», e come dirlo: «facendo la pace con tutti i nostri nemici».

- Papa Francesco, Omelia 20 giugno 2013 -


Credo in un Dio minuscolo che si è fatto cellula per  dare vita ad ogni vita, che si è fatto Spirito per essere ospite di ogni anima. 
Credo in un Dio minuscolo che ha creato tutte le cose e poi - timido - si è nascosto negli anfratti dell'invisibile. 
Credo in un Dio minuscolo, che si è fatto piccolo per farci grandi.

- Emily Shenker - 



Preghiera della sera

….Signore questa sera ti offro,
per tutte le persone che non ti conoscono,
o per tutte quelle che non pensano a pregare,
questa biancheria candida, più morbida,
più vaporosa,
questa biancheria che profuma
dell’amore delle mamme
e di quello delle spose.
Ti offro tutti questi gesti quotidiani che,
ripetuti mille volte,
intessono nell’ ombra belle vite,
vite meravigliose di umili
che sanno che amare significa resistere,
ben al di là delle fatiche.

(Risponde il Signore)

“Figliola, te l’ho mai detto?
Te lo dico, e tu dillo ai tuoi fratelli:
il Regno dei Cieli assomiglia ad una donna
che, per tutta la vita,
della biancheria sporca fa biancheria pulita,
e non per il potere del detersivo miracoloso,
ma col miracolo dell’amore,
Ogni giorno silenziosamente donato”.

Padre Michel Quoist








venerdì 26 luglio 2013

Preghiera alla Madonna delle Grazie, preghiera di intercessione -


Ave Maria, ricolma di carità il Signore è dentro di te tu sei benedetta fra tutte le donne per il frutto del tuo grembo e Beata sei tu a motivo della tua fede.


Santuario del silenzio, in cui si ode l'unica parola del Padre, fiore dell'umanità piantato in Paradiso, tu, porti Dio nella nostra vita.

Donna rivestita di sole, creatura eccelsa che contiene il Creatore, fà che le nostre anime, non si eclissino dietro l'ombra del male, che a volte pare prendere il sopravvento sulle debolezze e le nostre fragili speranze.

Spargi o Madre, piena di grazia, nei cuori dei tuoi figli granelli di pace, che la pioggia farà germogliare affinché risplenda la gloria, dell'ineffabile Eterno Amore del Padre per il figlio.

Aurora dei cieli, nuovi splendore, che nulla toglie alla luce di Cristo, perché trasparenza a Dio vieni nelle nostre case, insegnaci ad accogliere la volontà di Dio, e ad amarci gli uni agli altri sull'esempio del Crocifisso Risorto, per fare di tutti una cosa sola come in cielo così in terra.

Ti affidiamo tutti gli uomini e le donne, a cominciare dai più deboli: i bimbi mai nati perché rifiutati, o non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia.

Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanto sono soli, senza un domani.

O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del Mondo, assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove, che la vita riserva e resta accanto a ciascuno fino a quando ci accoglierai nel Regno della Santissima Trinità.

In te nuova Eva, possano compiersi anche oggi le promesse ai nostri Padri, ad Abramo e a tutta la sua discendenza per sempre.
Amen.




Atto di Affidamento a Maria, Madre della Speranza.
Maria, Madre della speranza, a Te con fiducia ci affidiamo.
Con Te intendiamo seguire Cristo, Redentore dell'uomo:
la stanchezza non ci appesantisca, né la fatica ci rallenti,
le difficoltà non spengano il coraggio, né la tristezza la gioia del cuore.
Tu Maria, Madre del Redentore continua a mostrarti Madre per tutti,
veglia sul nostro cammino e aiuta i tuoi figli,
perché incontrino, in Cristo, la via di ritorno al Padre comune! Amen.

(Beato Giovanni Paolo II)


Chi ama currit, volat, laetatur.
Amare significa correre con il cuore verso l'oggetto amato. Ho iniziato ad amare la Vergine Maria prima ancora di conoscerla... le sere al focolare sulle ginocchia materne, la voce della mamma che recitava il rosario.

Papa Giovanni Paolo I


Di Maria non si dirà mai abbastanza.
De Maria numquam satis.

- Bernardo di Chiaravalle -




Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 25 luglio 2013

Papa Francesco consacra il suo Pontificato alla Vergine di Aparecida, preghiere e storia -



Papa Francesco ha consacrato il suo Pontificato a Nostra Signora Aparecida

O Maria Santissima,
per merito di Nostro Signore Gesù Cristo,
nella Tua amata immagine di Aparecida,
spargi innumerevoli benefici
su tutto il Brasile.

Io, anche se indegno di far parte
dei Tuoi figli e figlie,
ma pieno di desiderio di partecipare
dei benefici della Tua misericordia,
prostrato ai Tuoi piedi,
ti consacro la mia mente,
perché pensi sempre
all’amore che meriti;
ti consacro la mia lingua
perché sempre Ti lodi
e diffonda la Tua devozione;
ti consacro il mio cuore
perché, dopo Dio,
Ti ami sopra ogni cosa.

Accoglimi, o Regina incomparabile,
Tu che Cristo Crocifisso ci ha donato per Madre,
nel beato numero dei tuoi figli e figlie;
accoglimi sotto la tua protezione,
soccorrimi in tutte le mie necessità
spirituali e temporali,
soprattutto nell’ora della mia morte.

Benedicimi, o Cooperatrice Celeste,
e con tutta la tua potente intercessione,
rinfrancami nelle mie debolezze
affinché, servendoTi fedelmente in questa vita,
io possa lodarTi, amarTi e renderTi grazie in cielo,
per l’eternità.

E così sia!



La storia della Nostra Signora di Aparecida comincia nel 1717, quando si seppe che il conte di Assumar, don Pedro di Almeida e del Portogallo, governatore della Provincia di San Paolo e Minas Gerais, si sarebbe fermato nel villaggio di Guaratinguetá, durante il suo viaggio verso Vila Rica, l'odierna Ouro Preto in Minas Gerais. Per questa occasione, alcuni pescatori furono incaricati di fornire il pesce per il banchetto da tenersi il giorno dopo, in occasione della visita del conte. Tre pescatori, Domingos Garcia, Filipe Pedroso e João Alves, andarono a pescare nel fiume Paraíba. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, gettarono le reti in un'area chiamata Porto Itaguaçu. João Alves trovò nella sua rete una statua della Madonna, ma le mancava la testa. Gettò nuovamente le reti e questa volta vi era la testa della statua.
In seguito i tre pescatori provarono a gettare le reti e queste si riempirono di pesci. Per 15 anni la statua rimase nella casa di Felipe Pedroso, dove i vicini si riunivano per pregare il rosario. La devozione comincio a diffondersi: alcuni fedeli, che avevano pregato davanti alla statua, affermarono di aver ricevuto delle grazie. Il culto si diffuse in tutto il Brasile.



Nella tradizione brasiliana, la Vergine Aparecida (Apparsa), sotto il nome di Immacolata Concezione, divenne la patrona della città di San Paolo in seguito ad un episodio risalente al XVIII secolo, quando alcuni pescatori, gettando le reti nel fiume Paraiba, portarono in superfice una statua decapitata della Vergine Nera e in un secondo momento la testa.
La devozione alla Vergine Immacolata Concezione “Aparecida”, con il passare degli anni divenne sempre più grande, e furono ottenute molte grazie. Nel 1737 venne così costruita una cappella per accogliere i numerosi fedeli.
Nel luglio del 1980 fu Giovanni Paolo II il primo pontefice a visitare il Santuario di Aparecida; durante il Pellegrinaggio Apostolico il Papa devoto a Maria disse: “Sono noti i pellegrinaggi, ai quali nel corso dei secoli prendono parte persone di tutte le classi sociali e delle più diverse e lontane regioni del paese. […] Che cosa cercavano gli antichi pellegrini? Che cosa cercano i pellegrini di oggi? Proprio quello che cercavano nel giorno, più o meno remoto, del battesimo: la fede e i mezzi per alimentarla. Cercano i sacramenti della Chiesa, soprattutto la riconciliazione con Dio e l’alimento eucaristico. E ripartono fortificati e riconoscenti alla Signora, Madre di Dio e nostra”.
Nel corso di quella storica visita, durante la quale Giovanni Paolo II consacrò la Basilica alla Vergine Aparecida, il Pontefice pregò con queste parole:



Nostra Signora Aparecida! 
In questo momento così solenne, 
così eccezionale, voglio aprire davanti a voi, 
o Madre, il cuore di questo popolo, 
in mezzo al quale avete voluto 
dimorare in un modo tanto speciale […]. 
Desidero aprire davanti a voi il cuore della Chiesa
e il cuore del mondo al quale questa Chiesa fu mandata dal vostro Figlio.
Desidero aprirvi anche il mio cuore […]. 

Maria! 
Io vi saluto e vi dico “Ave”! 
In questo santuario, dove la Chiesa del Brasile 
vi ama, vi venera e vi invoca come Aparecida.
Come a lei rivelata e data in modo particolare! 
Come sua Madre e Patrona! […] 
Come modello di tutte le anime 
che possiedono la vera sapienza e, 
nello stesso tempo, la semplicità 
del bimbo e quell’intima fiducia 
che supera ogni debolezza e ogni sofferenza! [...]
Non cessate, o Vergine Aparecida, 
con la vostra stessa presenza, 
di manifestare in questa terra 
che l’amore e più forte della morte,
più potente del peccato! 
Non cessate di mostrare a noi Dio, 
che ha amato il mondo tanto 
da dargli il Figlio suo Unigenito, 
perché nessuno di noi si perda, 
ma abbia la vita eterna! 
Amen!. 

(papa Giovanni Paolo II)



Nel 2007 fu Papa Benedetto XVI a venerare il simulacro della Vergine Maria Brasiliana.
 “Considero un dono speciale della Provvidenza – affermò il Pontefice – che questa Santa Messa venga celebrata in questo tempo e in questo luogo. Il tempo è quello liturgico di Pasqua, giunto alla sesta Domenica: è ormai vicina la Pentecoste, e la Chiesa è invitata ad intensificare l’invocazione allo Spirito Santo.
Il luogo è il Santuario nazionale di Nostra Signora Aparecida, cuore mariano del Brasile: Maria ci accoglie in questo Cenacolo e, quale Madre e Maestra, ci aiuta ad elevare a Dio una preghiera unanime e fiduciosa”.
“Com’è bello – sottolineò inoltre Papa Ratzinger – stare qui riuniti nel nome di Cristo, nella fede, nella fraternità, nella gioia, nella pace e «nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù» (At 1,14). Come è bello, […] essere qui nel Santuario Nazionale di Nostra Signora della Concezione Aparecida, che è Dimora di Dio, Casa di Maria e Casa dei Fratelli, […].
Come è bello essere qui in questa Basilica Mariana verso la quale, in questo tempo, convergono gli sguardi e le speranze del mondo cristiano, in modo speciale dell’America Latina e dei Caraibi!”.


I dati forniti dalla Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb), infatti, – come riportato dall’Osservatore Romano – mostrano l’indiscutibile primato raggiunto dal famoso Santuario mariano, che nel corso del 2012 ha registrato la presenza totale di 11.114.639 visitatori, dato nettamente superiore alle statistiche dell’anno precedente (10.900.000 fedeli nel 2011 e 10.300.000 nel 2010). Il grande afflusso di visitatori – spiega padre Valdivino Guimarães, missionario redentorista e prefetto del santuario nazionale – “è dovuto innanzitutto grazie all’accoglienza, alle infrastrutture, al significativo sostegno dei mass media (tra cui Radio e Tv Aparecida, la Rivista di Aparecida) e, in particolare, alla grande devozione del popolo brasiliano a Nostra Signora di Aparecida”.

In Brasile nessun altro luogo – chiarisce l’episcopato brasiliano – riceve così tanta gente, basti pensare che nel mese di settembre il santuario ha accolto oltre un milione di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.


I santi e i maestri della vita spirituale ci dicono che per aiutare a far crescere in autenticità la nostra vita è molto utile, anzi indispensabile, la pratica quotidiana dell’esame di coscienza. Cosa succede nella mia anima? Così, aperto, col Signore e poi col confessore, col Padre spirituale. E’ tanto importante questo! 

Papa Francesco - Discorso 6 luglio 2013

"I giovani sono la finestra attraverso la quale la luce entra in noi regalandoci il miracolo della visione" 

(Papa Francesco, Santuario di Aparecida)


Non dimentichiamolo mai, ragazzi: la Vergine Maria è la nostra Mamma ed è con il suo aiuto che possiamo rimanere fedeli a Gesù. 

Papa Francesco

Buona giornata a tutti :-)