L’incisore di lapidi funerarie alzò lo
scalpello e disse: “Ho finito”.
L'uomo esaminò la pietra: la foto del padre,
le due date 1916 e 2000 separate da un trattino di un paio di centimetri. Poi
scosse la testa e disse: "Non so come spiegarmi, ma mi sembra così poco.
Vede, mio padre ha avuto una vita piena, lunga, avventurosa. Vorrei si intuisse
in qualche modo la sua infanzia in una grande famiglia, la campagna ricca di
verde e di animali, i lavori pesanti, la soddisfazione di un buon raccolto, le
preoccupazioni per i temporali estivi, la siccità... Poi la guerra, le divise,
le tradotte, la ferita, la fuga da un campo di prigionia, l'incontro con mia
madre... I figli che nascono, crescono, si sposano, i nipotini che arrivano uno
dopo l'altro... Poi la vecchiaia serena, la malattia, certo, ma anche
l'affetto, l'amore, l'entusiasmo, la passione, le lunghe giornate di lavoro, le
ansie, le preoccupazioni, le gioie...".
L'incisore ascoltava con
attenzione, poi impugnò lo scalpello e il martello e con quattro rapidi colpi
allungò il trattino tra la data di nascita e quella di morte di quasi mezzo
centimetro.
Si voltò verso l'uomo e fece: "Va meglio così?..."
La vita non può essere un trattino tra due
date.
Abbraccia ogni istante della tua vita.
Adesso.
La vita è tutto quello che hai.
- don Bruno Ferrero -
Da: “ 365 piccole storie per l’anima”, Bruno
Ferrero, ed. ElleDiCi
"Un'anima imperfetta come la mia, come può aspirare al possesso della pienezza dell'Amore? O Gesù, mio primo ed unico Amico, te che amo unicamente, dimmi dunque, che cos'è questo mistero?
"Iustorum animae in manu Dei sunt, non tanget illos
tormentum malitiae, visi sunt oculis insipientium mori... illi autem sunt in
pace" (Sap 3,3).
Sembra agli occhi degli stolti che i Servi di Dio muoiano
afflitti e contro voglia, come muoiono i mondani; ma no, che Dio sa ben
consolare i figli suoi nella loro morte; ed anche tra i dolori della morte fa
loro sentire certe grandi dolcezze, come saggi del paradiso che tra poco vuol
loro dare. Siccome quei che muoiono in peccato, cominciano sin da sopra
quel letto a sentire certi saggi d'inferno, di rimorsi, di spaventi e di
disperazione; così all'incontro i Santi cogli atti d'amore che allora fanno più
spesso verso Dio, col desiderio e colla speranza che tengono di presto goderlo,
già prima di morire cominciano a sentire quella pace, che pienamente poi
goderanno in cielo. La morte a' Santi non è castigo, ma premio: "Cum
dederit dilectis suis somnum, ecce hereditas Domini" (Ps 126,2). La morte
di chi ama Dio, non si chiama morte, ma sonno, sicché ben egli potrà dire:
"In pace in idipsum dormiam, et requiescam" (Ps 4,9).
Apparecchio alla morte, Sant'Alfonso Maria De' Liguori
Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si
prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni
della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2).
Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie
per la vita eterna.
Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte.
Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.
Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte.
Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.
Imitazione di Cristo, Capitolo XXIII
Atto di accettazione della morte (con indulgenza
plenaria)
Con approvazione eccesiastica
Vicenza, 3 Settembre 1926
Chinque confessato e comunicato reciterà questa o simile orazione, ne avrà revocata la protesta già fatta, lucrerà l'indulgenza plenaria "in articulo mortis" (san Pio X). Recitandola dopo la comunione, si acquista l'indulgenza di anni 7 e 7 quarantene una volta al mese (papa Benedetto XV).
Signore mio Dio, fin da ora spontaneamente e
volentieri
accetto dalle vostre mani qualsiasi genere di morte
con cui vi piacerà colpirmi, con tutti i dolori, le
pene,
gli affanni che l'accompagneranno, in unione
all'agonia
e alla morte di nostro Signore Gesù Cristo.
Con approvazione eccesiastica
Vicenza, 3 Settembre 1926
Chinque confessato e comunicato reciterà questa o simile orazione, ne avrà revocata la protesta già fatta, lucrerà l'indulgenza plenaria "in articulo mortis" (san Pio X). Recitandola dopo la comunione, si acquista l'indulgenza di anni 7 e 7 quarantene una volta al mese (papa Benedetto XV).