"L'uomo non è libero nella misura in
cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui
dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da
ciò che non può amare."
"Definire la libertà come indipendenza
nasconde un pericoloso equivoco.
Non esiste per l'uomo indipendenza assoluta
(un essere finito che non dipenda da nulla, sarebbe un essere separato da
tutto, eliminato cioè dall'esistenza). Ma esiste una dipendenza morta che lo opprime e una
dipendenza viva che lo fa sbocciare.
La prima di queste dipendenze è schiavitù,
la seconda è libertà.
Un forzato dipende dalle sue catene, un agricoltore
dipende dalla terra e dalle stagioni: queste due espressioni designano realtà
ben diverse.
Torniamo ai paragoni biologici che sono sempre i più illuminanti.
In che consiste il "respirare liberamente"? Forse nel fatto di
polmoni assolutamente "indipendenti"? Nient'affatto: i polmoni
respirano tanto più liberamente quanto più solidamente, più intimamente sono
legati agli altri organi del corpo. Se questo legame si allenta, la
respirazione diventa sempre meno libera e, al limite, si arresta.
La libertà è
funzione della solidarietà vitale.
Ma nel mondo delle anime questa solidarietà vitale porta un altro nome: si chiama amore.
A seconda del nostro atteggiamento affettivo nei loro confronti, i medesimi legami possono essere accettati come vincoli vitali, o respinti come catene, gli stessi muri possono avere la durezza oppressiva della prigione o l'intima dolcezza del rifugio.
Ma nel mondo delle anime questa solidarietà vitale porta un altro nome: si chiama amore.
A seconda del nostro atteggiamento affettivo nei loro confronti, i medesimi legami possono essere accettati come vincoli vitali, o respinti come catene, gli stessi muri possono avere la durezza oppressiva della prigione o l'intima dolcezza del rifugio.
Il fanciullo
studioso corre liberamente alla scuola, il vero soldato si adatta amorosamente
alla disciplina, gli sposi che si amano fioriscono nei "legami" del
matrimonio.
Ma la scuola, la caserma e la famiglia sono orribili prigioni per lo scolaro, il soldato o gli sposi senza vocazione.
L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare.
Così il problema della libertà non si pone in termini di indipendenza, ma in termini di amore. La potenza del nostro attaccamento determina la nostra capacità di libertà.
Per terribile che sia il suo destino, colui che può amare tutto è sempre perfettamente libero, ed è in questo senso che si è parlato della libertà dei santi.
All'estremo opposto, coloro che non amano nulla, hanno un bello spezzare catene e fare rivoluzioni: rimangono sempre prigionieri.
Tutt'al più arrivano a cambiare schiavitù, come un malato incurabile che si rigira nel suo letto. "
Ma la scuola, la caserma e la famiglia sono orribili prigioni per lo scolaro, il soldato o gli sposi senza vocazione.
L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare.
Così il problema della libertà non si pone in termini di indipendenza, ma in termini di amore. La potenza del nostro attaccamento determina la nostra capacità di libertà.
Per terribile che sia il suo destino, colui che può amare tutto è sempre perfettamente libero, ed è in questo senso che si è parlato della libertà dei santi.
All'estremo opposto, coloro che non amano nulla, hanno un bello spezzare catene e fare rivoluzioni: rimangono sempre prigionieri.
Tutt'al più arrivano a cambiare schiavitù, come un malato incurabile che si rigira nel suo letto. "
- Gustave Thibon -
da: "Ritorno al
reale"
Il dono – Padre Alberto Maggi
L’ insegnamento che nasce dai vangeli, un insegnamento che tutti quanti possiamo vedere nella sua efficacia e nella sua realtà, può essere formulato con questa espressione: nella vita, si possiede soltanto quello che si dona. Quello che si trattiene per noi, non soltanto non si possiede, ma ci possiede. Quindi non siamo persone libere.
L’ unica nostra ricchezza è quello che diamo agli altri. Dare non è perdere, ma guadagnare. Più noi diamo e più permettiamo a Dio di prendersi cura della nostra esistenza.
L’ insegnamento che nasce dai vangeli, un insegnamento che tutti quanti possiamo vedere nella sua efficacia e nella sua realtà, può essere formulato con questa espressione: nella vita, si possiede soltanto quello che si dona. Quello che si trattiene per noi, non soltanto non si possiede, ma ci possiede. Quindi non siamo persone libere.
L’ unica nostra ricchezza è quello che diamo agli altri. Dare non è perdere, ma guadagnare. Più noi diamo e più permettiamo a Dio di prendersi cura della nostra esistenza.
Capolavoro della maldicenza
Le maldicenze che ci nuocciono
maggiormente sono quelle in cui il denigratore dosa sapientemente il bene e il
male e sembra constatare il male con dispiacere. La diffusione del male riveste
così una tale apparenza d’oggettività dolorosa da conferire una maggior forza
di persuasione, ciò che rappresenta il colmo dell’arte della maldicenza.
- Gustave Thibon -
da: "Il pane di ogni giorno"
Le maldicenze che ci nuocciono
maggiormente sono quelle in cui il denigratore dosa sapientemente il bene e il
male e sembra constatare il male con dispiacere. La diffusione del male riveste
così una tale apparenza d’oggettività dolorosa da conferire una maggior forza
di persuasione, ciò che rappresenta il colmo dell’arte della maldicenza.
- Gustave Thibon -
da: "Il pane di ogni giorno"