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venerdì 26 aprile 2019

Calmati di don Luigi Lussignoli e Gabbiani di Vincenzo Cardarelli

Se la tua fede vacilla, calmati: Dio ti guarda.
Se tutto sembra finire, calmati: Dio rimane.
Se sei nella tristezza, calmati: Dio è la consolazione.
Se il peccato ti opprime, calmati: Dio perdona.
Se hai i nervi tesi, calmati: Dio è la pazienza.
Se nessuno ti comprende, calmati: Dio ti conosce.
Se urgono scelte importanti, calmati: Dio ti guida.
Se si smarrito, calmati: Dio ti vede.
Se sei in difficoltà, calmati: Dio è provvidente.
Se la malattia ti logora, calmati: Dio guarisce.
Se la croce è pesante, calmati: Dio ti sostiene.
Se la morte ti spaventa, calmati: Dio è la resurrezione.
Dio è sempre con noi, ci ama e ci ascolta.

- don Luigi Lussignoli - 


È inutile pregare e recitare le parole come una poesia imparata a memoria. Con Dio bisogna parlare, dialogare. Dio non c’è solo per ascoltare le tue richieste, non è un call-center: Dio è un tuo amico. Ed un amico non lo chiami solo quando hai bisogno di lui.

- Papa Francesco -


Non si può vivere da cristiani al di fuori della roccia che è Cristo. 
Cristo ci dà solidità e fermezza, ma anche gioia e serenità.

- Papa Francesco - 




Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

- Vincenzo Cardarelli -



Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 5 aprile 2019

Rimani e Stringiti a me - Gabriele D'Annunzio

Stringiti a me, abbandonati a me, sicura.
Io non ti mancherò e tu non mi mancherai.
Troveremo, troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore potrà riposare per sempre,
immutabile.
Non ti chiudere a me, non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!
Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena.
Lasciami sperare che io potrei consolarti.
Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato.
Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto.
Parlami e ti risponderò sempre senza mentire.
Lascia che io ti aiuti, poiché da te mi viene tanto bene!

- Gabriele D'Annunzio -



Dipinto di Lauri Blank

“Se mi schiacci le ossa dentro ci trovi te sola; se mi tagli le vene, te sola; se mi spacchi il cervello, te sola; se mi apri il cuore, te, te sola sempre te, in tutto me, a vita e a morte!”

- Gabriele D’Annunzio -
(Forse che si forse che no)



Il verbo amare è davvero di difficile coniugazione:
il suo passato non è prossimo,
il suo presente non è indicativo e
il suo futuro non è un condizionale.

- Jean Cocteau - 






Rimani 

Rimani!
Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò.
Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuta a me, liberamente, fieramente. 

Ti amo.
Non ho nessun pensiero che non sia tuo; non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai.
Non vedo nella mia vita altra compagna, non vedo altra gioia.
Rimani. Riposati.
Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore…

- Gabriele D’Annunzio  -

Giovane donna addormentata dopo il ballo
Delphin Enjolras (1857-1945)


Buona giornata a tutti :-)










giovedì 28 marzo 2019

Due splendide poesia d'amore: Notte di Sibilla Aleramo e Mi piace il mio corpo quand'è con il tuo di Edward Estlin Cummins

Possa tu riposare, mentre io ardo così nel pensiero di te e non trovo più il sonno, e sono felice.

M’hai promesso di farti rivedere ancor più bello, mia bella belva bionda.

Come passerai questi giorni e queste notti? Mi senti nella mia sciarpa azzurra, speranza, grazia? Riposa, riposa.

Ci siamo meritati il miracolo. Lo vivremo tutto. E avrai tanta dolcezza anche dal dimenticarti in me, qualche momento, dall’avermi dinanzi come qualcosa a cui la tua dedizione sia sacra, fertile e sacra. Ho tanta fede, Dino. Mi sento ancora così forte, per questo scambio del nostro sangue.

- Sibilla Aleramo -

(lettera a Dino Campana)

Flora e Zefiro - dettaglio
William Adolphe Bouguereau (1825-1905)


Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. 
L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.

- Franz Kafka - 

in Gustav Janouch, Conversazioni con Kafka, 1951


Mi piace il mio corpo quand’è col tuo 

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo
corpo. È una cosa tanto nuova.
Muscoli meglio e nervi di più.
mi piace il tuo corpo, mi piace quel che fa,
e il come. Mi piace sentir la sua spina
dorsale, le sue ossa e la tremolante
- liscia - sodità che io bacerò
ancora ancora e ancora
di te mi piace baciare questo e quello,
mi piace, lentamente accarezzare, il folto
elettrico pelo, e quel che viene a carne
che si separa... E occhi grandi briciole d'amore,
e forse mi piace il brivido
di sotto me te così nuova.

 - Edward Estlin Cummings - 

Summer Evening - dettaglio
Edward Dufner (1872-1957)


E' facile togliersi i vestiti e fare sesso. 
Le persone lo fanno continuamente.

Ma aprire la tua anima a qualcuno, 
lasciarlo entrare nelle tue paure, 
nel tuo futuro, 
nel tuo sorriso, 

questo è essere nudi.


Buona giornata a tutti. :-)




domenica 10 marzo 2019

Mi piaci quando taci perché sei come assente - Pablo Neruda

Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

- Pablo Neruda - 


Certo che le donne sono un’altra razza. 
Con la bandana o gli sguardi catarifrangenti da Barbie, con le grandi pance davanti o con l’uomo sbagliato addosso, innamorate di un gatto o tradite dall’ombra della felicità, abbandonate all’angolo di una piazza o tagliate da un improvviso dolore, si fermano un istante per piangere, poi sollevano il capo e riprendono la strada. 
Sono maestre di dignità le donne.
Non bisogna lasciarsi distrarre dall’ondeggiare dei fianchi se vogliamo capire qualcosa di loro, dobbiamo soltanto guardarle negli occhi perché i loro occhi dicono quello che le bocche sanno tacere.
Sì, le donne sono un’altra razza.
Spesso ci camminano a fianco così leggere che neanche ce ne accorgiamo.
Quasi sempre, però, ci precedono e basterebbe solo seguirle per capirne di più.
Seguirle con poco orgoglio e molto rispetto.
Per essere più uomini.
Un po’ più uomini, almeno.

- Antonello De Sanctis - 
da: "Nel mondo degli uomini"



Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare...ma non lo danno a chiunque. 
Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire. 
Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere. 
Quelle che non si accontentano più.
Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no. Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore. 
Quelle che e non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena. 
Quelle che vale la pena.
Sono le donne difficili quelle che sanno sentire il dolore degli altri. 
Quelle con l'anima vicina alla pelle. 
Quelle che vedono con mille occhi nascosti. 
Quelle che sognano a colori.
Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro. 
Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita.

- Alma Gjini - 


Buona giornata a tutti. :-)

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sabato 9 marzo 2019

"Pace" una bellissima poesia di Antonia Pozzi

Ascolta: come sono vicine le campane!
Vedi: i pioppi, nel viale, si protendono
per abbracciarne il suono. Ogni rintocco
è una carezza fonda, un vellutato
manto di pace, sceso dalla notte
ad avvolger la casa e la mia vita.
Ogni cosa, d'intorno, è grande e ombrosa
come tutti i ricordi dell'infanzia.
Dammi la mano: so quanto ha doluto,
sotto i miei baci, la tua mano. Dammela.
Questa sera non m'ardono le labbra.
Camminiamo così: la strada è lunga.
Leggo per un gran tratto nel futuro
come sul foglio che mi sta dinnanzi:
poi, la visione cade bruscamente
nel buio dell'ignoto, come questa
pagina bianca, che si rompe, netta,
sul panno scuro della scrivania.
Ma vieni: camminiamo: anche l'ignoto
non mi spaventa, se ti son vicina.
Tu mi fai buona e bianca come un bimbo
che dice le preghiere e s'addormenta.
- Antonia Pozzi -
tratta da: " Parole", postuma
dedicata ad Antonio Maria Cervi, Carnisio, 3 luglio 1929


Prati 

...........
Ma noi siamo come l’erba dei prati
che sente sopra sé passare il vento
e tutta canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
né balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.

- Antonia Pozzi -
13 Dicembre 1931 



Non dire MAI
Non dire mai: Io
invece di: Noi
Non dire mai: Mio
invece di: Nostro.
Non dire mai: Tocca a lui
invece di: Comincio io.
Non dire mai: Non posso.
invece di: Eccomi.
Non dire mai: Vattene
invece di: Vieni.
Non dire mai: Domani
invece di: Oggi.
Non dire mai: Mai
invece di: Sempre.

S. Lawrence


Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 8 marzo 2019

Le Passanti e altre poesie - Georges Brassens

Voglio dedicare questa poesia
A tutte le donne amate
Per qualche istante segreto.
A quelle conosciute appena,
Che un destino diverso porta via
E che non si ritrovano più.
A quella che si vede apparire
Per un secondo alla finestra
E che, rapida, scompare via,
Però la sua sagoma snella
È tanto graziosa e sottile
Da rimanerne rasserenato.
Alla compagna di viaggio,
I cui occhi, affascinante paesaggio
Fan sembrare breve il cammino
E che si è il solo, forse, a capire
Ma che, però, si lascia scendere
Senza averle sfiorato la mano.
All'esile e leggera ballerina di walzer
Che vi è parsa così triste e nervosa
In una notte di carnevale,
Che è voluta rimanere ignota
E che non è più ritornata
A volteggiare in un altro ballo.
A quelle che sono già prese
E che vivendo delle ore grigie
Accanto a uno ormai troppo diverso
Vi hanno, inutile follia,
Fatto vedere la malinconia
D'un avvenire disperante.
A quelle timide innamorate
Che sono restate in silenzio
E che ancora vi rimpiangono,
A quelle che se ne sono andate
Lontane da voi, tristi, abbandonate,
Vittime d'uno stupido orgoglio.
Immagini care appena scorte,
Speranze d'un giorno deluse,
Domani sarete nell'oblio
Per quel poco di felicità che sopravvenga
E’ raro che ci si ricordi
Degli episodi del cammino.
Ma se la vita è andata male,
Si pensa con un po’ di rimpianto
A tutte quelle felicità intraviste,
Ai baci che non si osò prendere,
Ai cuori che forse vi attendono,
Agli occhi mai più rivisti
Allora, nelle sere di stanchezza
Mentre si popola la propria solitudine
Di fantasmi del ricordo
Si piangono le labbra assenti
Di tutte quelle belle passanti
Che non si è saputo trattenere.
- Georges Brassens -


Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio:
Nei periodi difficili, vai a vanti a piccoli passi.
Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta.
Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani.
Lava i piatti. Togli la polvere. 
Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo.
Fai un passo e fermati. 
Riposati.
Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.

- Elena Mikhalkova - 
La stanza delle chiavi antiche


Da nervi vene valvole ventricoli
da tendini da nervi e cartilagini
papille nervi costole clavicole.
In spasmi da ogni poro mi esce l’anima.


- Patrizia Valduga -



Tanti auguri per la festa della donna a
Laura, Francesca, Daniela




sabato 2 marzo 2019

Splendide poesie di Anne Sexton - Self in 1958 e Dove sono le donne

O Maria, fragile madre,
adesso ascoltami, ascoltami adesso
anche se non capisco le tue parole.
Un rosario nero con Cristo d’argento
si adagia fra le mie mani, si sconsacra
perché io non ci credo.
Ogni grano è rotondo e duro
fra le dita, un angioletto nero.
O Maria, concedimi la grazia
di questa conversione,
anche se sono brutta,
anche se sono sommersa
dalla pazzia, dal mio passato.
Ho anche le sedie
ma mi sdraio per terra.
Sono vive solo le mani
che toccano i grani.
Snocciolando parole
la lingua s’intreccia.
Una principiante: la mia bocca
aderisce alla tua, lo sento.
Come le onde mi schiaffeggiano
i grani che conto derelitta,
nella calura estiva, derelitta,
la conta mi ammorba
e la finestra che mi sovrasta
è la sola che ascolta
il mio ciocco di carne che borbotta.
E’ la consolatrice e elargisce.
Come un pesce enorme
dona il respiro
e esalano i polmoni, mormorando.
S’avvicina, s’avvicina
l’ora della mia morte
mentre mi rifaccio il trucco
e torno come prima
come prima dello sviluppo,
quando portavo i capelli lisci.
E’ così la morte.
C’è nella mente il Viuzzo Morte
ed io ci sguazzo.
Il mio corpo è inutile.
Si arrende.
Come una cagna sullo stoìno
acciambellata, inerte.
Qui non ci sono parole, tranne
l’imparaticcio avemmariapienadigrazia.
E ecco entro nell’anno senza parola.
L’entrata è assurda ed esatto il voltaggio.
Esistono senza parola.
Senza parole si può toccare
e ricevere il pane senza fare
nemmeno un suono.
O Maria, tenera medichessa,
portami polveri e erbe
perché sono esattamente nel cuore.
E’ troppo piccolo e l’aria è grigia
come fossi in una casa a pressione.
Mi versano vino come si versa latte
a un bambino, offerto in un delicato
bicchiere dalla coppa rotonda
e dal bordo sottile, un vino impeciato
che sa di stantìo e di segreto.
Il bicchiere si solleva e
s’avvicina alla bocca da solo.
E io lo vedo e lo capisco
Solo perché è successo.
Ho paura, paura di tossire
ma non dico niente, paura
della pioggia e del cavaliere che galoppa
e s’avvicina per entrarmi in bocca.
Il bicchiere s’inclina da solo
e io prendo fuoco.
Vedo due rivoli sottili
colare bruciandomi il mento.
Vedo me stessa spezzata in due.
Un’altra e me stessa.

O Maria, sbatti le palpebre.
Sono nel dominio del silenzio,
nel reame dormiente dei pazzi.
Qui c’è il sangue,
e l’ho mangiato.
O madre dell’utero,
sono venuta qui solo per il sangue?
O mammina,
sono dentro della mia mente.
Sono rinchiusa nella casa sbagliata.


- Anne Sexton - 
da: Per l'anno dei folli, una preghiera, in L'Estrosa abbondanza, Crocetti Editore, Milano, 1997, p. 67





Dove sono le donne
mentre voi camminate per le strade in branchi regolari
la domenica mattina
col passo degli sfaccendati?
Fanno la spesa
le faccende di ogni giorno
lavano i piatti del sabato sera
e badano ai bambini
mentre voi camminate per le strade
la domenica mattina
col passo degli sfaccendati.
Dove sono le donne
mentre voi rifate il mondo a misura vostra
un mondo rosso un mondo nero
la sera
intorno al tavolo?
Cucinano
apparecchiano
mettono i piatti sulla tavola
li riempiono di cibo
mentre voi rifate il mondo a misura vostra.
Dove sono le donne
quando voi fate loro l’amore?
Lontano da voi
pensano al giorno dopo
alla spesa
ai piatti da lavare
alle faccende
ai figli
alla cucina
alle posate
alla tavola
ai piatti
pensano al giorno dopo, loro.

- Anne Sexton -
(USA, 1928-1974)
Fonte: La poesia femminista a cura di Nadia Fusini e Mariella Gramaglia, La Nuova Sinistra, 1974

Hobbe Smith (1862 – 1942), Floralia


Buona giornata a tutti. :-)