....... Infatti se tale opinione coincidesse con quella della Chiesa
Marxista, di Lenin, di Stalin, di Mao Tse Tung, e perfino del re di Cuba cioè
dello spregevolissimo Castro, la esprimerei col medesimo candore.
Non me ne
importa nulla nemmeno dell' astuto ricatto cioè della loro promessa di guarire
il diabete, la distrofia, l' Alzheimer, la sclerosi multipla di Stephen
Hawking. (Il grande cosmologo che da decenni vive in carrozzina e ciondola
peggio d' un fiore appassito).
Come dissi nell' intervista al Foglio , non me ne importerebbe
nemmeno se le staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri.
Dio sa se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile.
Sono innamorata,
io, della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d' un bambino
mai nato mi parrebbe d' essere un cannibale.
Una Medea che uccide i propri
figli. (« Donna maledetta, aborrita dagli Dei, da me, dall' intero genere
umano. Crepa, essere osceno, assassina dei tuoi figli » le dice Euripide
attraverso Giasone).
Me ne importa ancor meno del fatto che i Frankenstein e i loro
mecenati mi espongano al ludibrio con le accuse retrograda oscurantista
reazionaria bigotta baciapile serva del Vaticano.
Tanto con loro non serve
neanche spiegare perché un' atea (sia pure atea cristiana) non può esser
bigotta, non può essere baciapile eccetera.
O perché una laica che s' è sempre
battuta per la giustizia e la libertà non può esser retrograda, oscurantista,
reazionaria.
E aggiungo: davvero non v' è limite all' incoerenza dei voltagabbana.
Un tempo gli odierni cultori del cannibalismo urlavano che era crudele
sacrificare gli animali nei laboratori. E ne convengo.
(Ho visto cose atroci
nei laboratori. Una volta a New York ho visto togliere il cuore a una cagnolina,
sostituirlo col cuore di un maialino, e poi piazzarlo sotto il naso della
povera creatura per vedere se lo riconoscesse. Lei l' ha riconosciuto e s' è
messa a mugolare disperatamente.
Un' altra volta a Chicago ho visto togliere il
cervello a una piccola scimmia. Da viva, visto che il cervello doveva restar
vivo attraverso un' irrorazione di sangue. Si chiamava Libby, e mentre la
legavano al lettuccio operatorio mi fissava come se implorasse il mio aiuto.
Infatti mi vergognai. Vomitai e il Frankenstein di turno, un noto ricercatore,
mi chiese stupito: « Why, perché? La credevo meno schizzinosa. Less squeamish.
Libby non ha mica un' anima » .
Piangevano anche sui topi usati per
sperimentare i farmaci, quei parolai.
Li definivano martiri e per difenderli
inscenavano bellicosi cortei simili a quelli dei pacifisti che la pace la
vogliono da una parte e basta.
Ora invece accettano che le cavie siano i nostri
figli mai nati, sacrificati come la cagnolina di New York e come Libby.
Accettano che le cellule di queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte
farmaceutiche il cui cinismo supera quello dei mercanti d' armi, accettano che
gli embrioni vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti
e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un' automobile.
Accettano che tutto ciò miri a realizzare il Mondo Nuovo di Huxley, a farci
diventare uomini Alfa o Beta o Gamma o Dio sa cos' altro. Campioni di salute e
di bellezza ma senza cervello o mostri intelligentissimi ma senza braccia e
senza gambe? (A proposito: nei laboratori di ricerca un' altra volta ho visto
un uccello che chissà perché, suppongo per divertirsi, avevano fatto nascere
senza le ali).
Sembrava una palla fatta di piume e basta. E mi guardava con certi
occhi che al confronto i Prigioni di Michelangelo cioè le quattro statue con la
testa o gli arti ancora inseriti dentro la pietra, sembrano creature
felici....
E va da sé che ormai le cavie siamo anche noi.
Una donna che
subisce l' estrazione di un ovulo è certamente una cavia.
Una che per restare
incinta se lo fa impiantare, lo stesso. Grazie a una scienza che è sempre più
tecno scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno medicina, quindi
sempre più disumana, siamo cavie perfino nei casi estranei alla fecondazione
artificiale.
Quando mi sottopongo a una radioterapia, per esempio, specialmente
in America non vedo esseri umani.
Intuisco che i medici e i tecnici stanno da qualche parte, sì.
Forse al di là del vetro che separa la loro stanza dalla stanza nella quale mi
trovo con le apparecchiature e basta.
Ma di loro non mi giunge neanche la voce.
Non mi parlano mai. Perfino quando ricevo l' ordine di trattenere il respiro, è
una macchina che parla. La riproduzione di una voce umana. E mi sento sola come
un embrione nel congelatore, indifesa come una cavia alla mercé d' un
ricercatore.
La medesima cosa, quando devo riempire i moduli che servono ad
arricchire le statistiche su i metodi di cura, le sopravvivenze, i decessi.
Moduli nei quali sono un semplice numero. Il numero di un prodotto dalla cui
etichetta manca soltanto la data di scadenza. Chi in buona fede favorisce il
mondo nuovo si ripara sempre sotto l' ombrello delle parole Scienza e
Progresso. Forse le più abusate dopo le parole Amore e Pace. Ma sull'
interpretazione della parola Progresso, anzi sul concetto del cosiddetto
Progresso, i pareri discordano. E diventa sempre più difficile stabilire di che
cavolo si tratti.
Per Giordano Bruno era l' astronomia copernicana. Per Voltaire, l'
affinarsi delle arti e dei costumi. Per Kant, il Diritto che sostituisce la
Forza. Per Darwin, l' evoluzione biologica. Per Marx, il crollo del sistema
capitalistico. Per i miei trisnonni il telegrafo, il treno, la nave a vapore,
l' illuminazione a gas, la monarchia costituzionale. Per i miei bisnonni l' illuminazione
elettrica, il termometro, la vaccinazione antivaiolosa di Pasteur, il radio di
Madame Curie, la democrazia senza il suffragio universale.
Per i miei nonni l'
automobile, l' aereo, il telefono, la radio di Guglielmo Marconi, la
penicillina, il suffragio universale senza il voto alle donne.
Per i miei
genitori il voto alle donne, l' aria condizionata, la lavapiatti, la Tv, la
lambretta, la repubblica.
Per il mio mondo i trapianti degli organi, le
astronavi, i viaggi sulla Luna e su Marte, i maledetti computer, i maledetti
telefonini e il maledetto Internet con cui puoi calunniare chi vuoi e rubare il
lavoro altrui senza finire in galera. Nonché gli strombazzatissimi Diritti
Umani che però non includono i diritti umani di chi come me va controcorrente,
e i diritti umani dei bambini.
Diritti calpestati col lavaggio cerebrale della scuola, coi
maltrattamenti, i rapimenti, gli assassinii magari compiuti dalle Medee che i
propri figli li uccidono a martellate o affogandoli nelle vasche da bagno e
nelle piscine. Questo senza contare i bambini pedofilizzati nei collegi e nelle
sagrestie, o stuprati e strangolati poi sepolti vivi come Jessica Lundman.
Bè,
vogliamo metterci anche l' olocausto degli embrioni umani nel discutibile
elenco d' un Progresso che al novanta per cento dei casi si basa sui successi
della tecnologia non della morale?
A quanto pare, sì. E pazienza se eravamo più
progrediti quando eravamo più ignoranti, più ammalati, più poveri, più umani,
sicché la morte di un figlio nato o non nato ci riempiva di strazio. Cristo!
Ha
ragione Ratzinger ( grazie, Santità, d' aver sempre il coraggio di dire pane al
pane e vino al vino) quando scrive che il Progresso non ha partorito l' Uomo
migliore, una società migliore, e incomincia a essere una minaccia per il
genere umano. Quanto alla Scienza, mioddio.
Da giovane mi inchinavo alla
Scienza con la stessa devozione che i musulmani hanno per il Corano. Lo stesso
ossequio che hanno per Maometto. Volevo diventare uno scienziato, e per questo
mi iscrissi a Medicina.
Del resto ancor oggi per la Scienza ho un istintivo
rispetto, una passione che nemmeno i Frankenstein riescono a spengere.
E sarei
un' imbecille se negassi che l' umanità è andata avanti anche grazie a lei.
Sai, anche a me piace andare sulla Luna e su Marte. Anzi mi piace assai più di
quanto piaccia agli avanguardisti.
Anche a me piace usare il telefono, la
radio, l' aereo, la Tv.
E se per il momento sono ancora viva lo devo alla
Medicina che sia pur facendomi spesso sentire un embrione nel congelatore, una
cavia alla mercé d' un ricercatore, mi ha curato e mi cura.
Però...
Però la Scienza è come il fuoco. Può fare un gran bene o un gran
male.
Come il fuoco può scaldarti, disinfettarti, salvarti, oppure incenerirti.
Distruggerti. Come il fuoco, spesso fa più male che bene. E il motivo è proprio
quello che, come il fuoco, non si pone problemi morali.
Per lei tutto ciò che è
possibile è lecito.
Lascia perdere la retorica: di scrupoli la Scienza ne ha
sempre avuti pochini. Di rimorsi, ancor meno. Si è sempre arrogata il diritto
di fare ciò che voleva fare, che vuol fare perché si può fare. E facendolo non
s' è mai chiesta se ciò fosse giusto.
Peggio: come una bagascia che vende il
suo corpo, s' è sempre venduta al miglior offerente.
Ha sempre rincorso i premi
Nobel, la sua vanità, il suo delirio di onnipotenza, la sua brama di
sostituirsi alla Natura.
(Ratzinger dice « sostituirsi a Dio » ) .
- Fallaci Oriana -
Intervista tratta dal Corriere della Sera - 3 giugno 2005
Il potere più pericoloso – quello trasparente, a cui tutti noi
siamo in qualche modo sottomessi e sul quale nessuno di noi ha
diretta possibilità d’intervento – si avvale di un supporto
scientifico per manipolare e modificare a proprio piacimento i processi di
accettazione sociale di fatti e pratiche che prima erano vietati e che si
desidera vengano invece accettati per massimizzare il controllo.
Il primo passo
consiste inizialmente nella decostruzione e
quindi nell’invenzione di un nuovo mondo concettuale, linguisticamente
forgiato, cui non fa riscontro alcun dato reale.
La seduzione
delle parole è potenziata da tecniche specifiche con cui vengono introdotte
pratiche e realtà che da uno stadio di radicale non-accettazione vengono poi a
trovarsi come socialmente condivisibili, quindi condivise, infine giustificate
per legge, senza che l’opinione pubblica abbia coscienza dei meccanismi che
hanno prodotto questo mutamento.
- Alessandro Benigni -
da: https://ontologismi.wordpress.com/
Buona giornata a tutti. :-)