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giovedì 24 luglio 2014

L'Amicizia - Tahar Ben Jelloun

L’amicizia è una religione senza Dio né Giudizio finale.
E non c’è neppure il diavolo.
Una religione che non è estranea all’amore.
Ma un amore dove la guerra e l’odio sono proscritti, dove il silenzio è possibile.
Potrebbe essere lo stato ideale dell’esistenza.
Uno stato tranquillo. Un legame necessario e raro.
Non sopporta impurità alcune.
L’altro, di fronte, la persona che si ama, non è solamente uno specchio che riflette, è anche l’altro se stesso sognato.
L’amicizia perfetta dovrebbe essere una sorta di solitudine felice, spurgata dai sentimenti d’angoscia, di rifiuto e di isolamento.
Non si tratta di una semplice storia di sdoppiamento nella quale l’immagine di sé sarebbe passata attraverso un filtro, un esame che dovrebbe ingrandire i difetti e le carenze e ridurre le qualità.
Lo sguardo dell’amico dovrebbe riconsegnarci la nostra immagine considerata in modo esigente.
L’amicizia allora consisterebbe in questa reciprocità senza sfasature, guidata dallo stesso principio di amore: il rispetto che ciascuno deve a se stesso se vuole che gli altri glielo ricambino, naturalmente.


- Tahar Ben Jelloun -





Amicizia

Sorveglia le tue amicizie,
perché vivano fino a sera.
E' questa l'ora in cui le saprai
meglio gustare.

Ti accorgerai che l'amicizia
è una delle maggiori gioie
concesse agli uomini.

E comprenderai che il miglior modo
per trovarla, è offrirla,
perché fiorisce quasi sempre
là dove l'hai seminata.




«Se hai criticato un amico a tu per tu, non temere perché potete riconciliarvi; invece se l’hai insultato con arroganza, se hai tradito le sue confidenze o l’hai attaccato a tradimento, qualsiasi amico se ne andrà» 

(Siracide 22,21-22)



«L’amico ama in ogni circostanza; è nato per essere un fratello nella avversità». 

(Proverbi 17,17)


«Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.» 

(Gv 15,15)
























Non rimpiango le persone che ho perso col tempo, ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perchè le persone non mi appartenevano, gli anni si.

- Carl Gustav Jung - 



Buona giornata a tutti :-)

sabato 21 settembre 2013

La grande quercia - Pino Pellegrino -


Una madre soffri moltissimo a staccarsi dai suoi figli.
Sapeva però che solo lasciandoli andare
per le loro strade sarebbero stati felici.
Così, nascose la sua sofferenza in una grande buca
nel bosco e, quando l’ultimo figlio partì, chiuse la buca
e vi piantò un virgulto dì quercia.
La quercia, come tutte le querce,
crebbe molto lentamente.
Quando la madre morì,
non era che un alberello adolescente.
Oggi è una quercia immensa,
la più grande e nobile dì tutta la foresta.
Gli altri alberi la guardano intimoriti
e gli uomini vengono da ogni parte ad ammirarla.
Ogni tanto la grande quercia ha un fremito:
accade quando fra coloro
che vengono a goderne la maestà e la frescura,
c’è qualche figlio, del figlio, del figlio,
di qualche figlio di colei che la piantò.
Poiché la sofferenza di una madre
che rende liberi i suoi figli si dilata all’infinito.
È tra i doni più ricchi che si possa fare all’umanità.

(Pino Pellegrino )


In ogni bambino c'è una scintilla di vita: questo impulso verso la crescita e lo sviluppo fa parte di lui,  è qualcosa con cui è nato e che lo sollecita ad andare avanti in modi che non dobbiamo nemmeno cercare di capire.


- D.W. Winnicot -



Ogni bambino che ci viene incontro È un insieme di possibilità che attendono di fiorire e che noi dovremmo lasciar fiorire, e invece potiamo, tagliamo, fino a chè il bambino non rassomiglia, malinconicamente, a noi.


 - Don Ernesto Balducci - 





“E preso un bambino lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me”

 - San Marco 9,37 -



"Penso alle mamme che soffrono per i figli in carcere o in situazioni difficili: non si domandano se siano colpevoli o no, continuano ad amarli e spesso subiscono umiliazioni, ma non hanno paura, non smettono di donarsi.
La Chiesa è così, è una mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano, non chiude mai le porte della Casa; non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo, la mamma non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza... "


Buona giornata a tutti. :-)







lunedì 14 febbraio 2011

La gioia di credere - Madeleine Delbrel -

Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri, ma per prenderci e correre il mondo in noi,
lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità,
di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte,
alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c'investano, ci invadano.
Fa' che da essi penetrati come "faville nelle stoppie"
noi corriamo le strade di città accompagnando l'onda delle folle contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia.
Perché ne abbiamo veramente abbastanza di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie:
essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più.
Fa' esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio.
(Madeleine Delbrel)
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/11/preghiera-per-restare-svegli-madeleine.html

http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/12/il-catino-di-acqua-sporca-madeleine.html


Serva di Dio, laica
nata a Mussidan (Francia) il 24.10.1904, morta a Ivry-sur Seine il 13.10.1964


Buona giornata a tutti. :-)





sabato 29 gennaio 2011

La passione delle pazienze - Madeleine Delbrel -

La passione, la nostra passione, sì, noi l'attendiamo.
Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo
viverla con una certa grandezza.
Il sacrificio di noi stessi:
noi non aspettiamo altro che ne scocchi l'ora.
Come un ceppo nel fuoco,
così noi sappiamo di dover essere consumati.
Come un filo di lana tagliato dalle forbici,
così dobbiamo essere separati.
Come un giovane animale che viene sgozzato,
così dobbiamo essere uccisi.
La passione, noi l'attendiamo.
Noi l'attendiamo, ed essa non viene.

Vengono, invece, le pazienze.
Le pazienze, queste briciole di passione,
che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria,
di ucciderci senza la nostra gloria.

Fin dal mattino esse vengono davanti a noi:
sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti,
è l'autobus che passa affollato,
il latte che trabocca, gli spazzacamini che vengono,
i bambini che imbrogliano tutto.
Sono gl'invitati che nostro marito porta in casa
e quell'amico che, proprio lui, non viene;
è  il telefono che si scatena;
quelli che noi amiamo e non ci amano più;
è la voglia di tacere e il dover parlare,
è la voglia di parlare e la necessità di tacere;
è voler uscire quando si è chiusi
è rimanere in casa quando bisogna uscire;
è il marito al quale vorremmo appoggiarci
e che diventa il più fragile dei bambini;
è il disgusto della nostra parte quotidiana,
è il desiderio febbrile di quanto non ci appartiene.

Così vengono le nostro pazienze,
in ranghi serrati o in fila indiana,
e dimenticano sempre di dirci
che sono il martirio preparato per noi.

E noi le lasciamo passare con disprezzo,
aspettando – per dare la nostra vita –
un'occasione che ne valga la pena.
Perché abbiamo dimenticato che
come ci sono rami che si distruggono col fuoco,
così ci son tavole che i passi lentamente logorano
e che cadono in fine segatura.
Perché abbiamo dimenticato che
se ci son fili di lana tagliati netti dalle forbici,
ci son fili di maglia che giorno per giorno
si consumano sul dorso di quelli che l'indossano.
Ogni riscatto è un martirio,
ma non ogni martirio è sanguinoso:
ce ne sono di sgranati da un capo all'altro della vita.

E' la passione delle pazienze.

(Madeleine Delbrel)
Tratto da Madeleine Delbrêl, Il piccolo monaco, P.Gribaudi editore, Torino, 1990

Imbocco canale di Corinto - 2010 -
Mare, terra, cielo si fondono in un unico colore

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martedì 9 novembre 2010

Preghiera per restare svegli - Madeleine Delbrel -

O Signore,
che continuamente c'incitasti
a star svegli
a scrutare l'aurora
a tenere i calzari
e le pantofole,
fa' che non ci appisoliamo
sulle nostre poltrone
nei nostri anfratti
nelle culle in cui ci dondola
questo mondo di pezza,
ma siamo sempre attenti a percepire
il mormorio della tua Voce,
che continuamente passa
tra fronde della vita
a portare frescura e novità.
Fa' che la nostra sonnolenza
non divenga giaciglio di morte
e - caso mai - dacci Tu un calcio
per star desti
e ripartire sempre.

(Madeleine Delbrel)

Serva di Dio, laica
nata a Mussidan (Francia) il 24.10.1904, morta a Ivry-sur Seine il 13.10.1964


Buona giornata a tutti. :-)

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giovedì 29 luglio 2010

Se sapessimo ascoltare Dio... - Michel Quoist -

Se sapessimo ascoltare Dio,
sentiremmo che ci parla.
Infatti Dio parla.
Ha parlato per mezzo del suo Vangelo.
Parla pure per mezzo della vita,
questo nuovo vangelo
di cui noi stessi
scriviamo ogni giorno una pagina.
Ma, siccome la nostra fede è troppo debole
e la nostra vita troppo umana,
di rado riceviamo il messaggio di Dio.
Per aiutarci ad intenderlo,
all’inizio della nostra vita di amicizia con il Cristo,
possiamo immaginare
quel che ci direbbe
se Lui stesso traducesse il suo Vangelo
per gli uomini del nostro tempo.

 - Padre Michel Quoist -





Buona giornata a tutti. :-)