Uno dei testi più belli che si trovano tra gli scritti di S. Massimiliano M.
Kolbe: una lettera che egli invia il 13 aprile del 1933 ai suoi figli in
Giappone dalla nave che lo sta portando in patria per delle faccende. Da questa
lettera, trasuda la follia d'amore che il Santo aveva verso l'Immacolata e il
tenero amore che aveva non solo verso i suoi confratelli, ma verso tutte le
anime.
È un testo che commuove, e allo stesso tempo infonde fiducia nell'amore
della Vergine, spingendo decisamente le anime piccole a consacrarsi a Lei.
Maria!
Miei Cari,
Non ho fatto in tempo a spedire questa lettera da Shanghai, perciò aggiungo
ancora qualcosa qui a Hong Kong.
La testa non mi funziona, mi duole, non ho dormito bene, perciò non scrivo
molto. Ho parlato con don Wieczorek riguardo ai fratelli che dovranno passare
di qui. Se non partirà da Hong Kong andrà a prenderli alla nave. Don Siara non
sta più a Hong Kong.
Pomeriggio.
Sono già stato da don Wieczorek e l'ho pregato di andare incontro al nostro
quartetto, che arriverà qui il 25 IV, cioè fra 12 giorni. Ho fatto un breve
sonnellino, perciò la testa è un po' più fresca. Solo adesso mi sono ricordato
della richiesta di fr. Severino a proposito degli articoli di apertura.
Senza
dubbio l'Immacolata stessa dirigerà le cose in modo tale che, se non arriverà
nulla da parte mia, sarà bene ugualmente, anzi forse sarà anche meglio. Mando
l'articolo di apertura per giugno, ma non è troppo tardi? Preghiamo affinché
l'Immacolata divenga al più presto possibile... la Regina del mondo intero,
perché ci sono ancora tanti pagani, tanti poveri peccatori.
Inoltre, con il Suo
aiuto, ripetiamoLe che per Lei siamo disposti a tutto, ad ogni fatica,
sofferenza, umiliazione, alla morte per fame o per qualche altra causa, ma
solamente con il Suo aiuto, perché da soli noi non possiamo assolutamente far
nulla.Qualche volta mi preoccupo per voi, ma mi consolo pensando che
l'Immacolata si ricorda di voi assai di più, senza paragone, di quanto io possa
immaginare, mentre voi, da parte vostra, desiderate con tutto il cuore di
lasciarvi condurre da Lei liberamente.
Sto pensando perché, invece di raccontare
le vicende del viaggio, ritorno continuamente all'Immacolata e all'amore verso
di Lei, ma voi, amatissimi Figli, mi comprendete, perché siete di questo
medesimo spirito.
Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle
debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che i paradiso... il paradiso...
si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa.
Coraggio,
dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore.
Inoltre, non date retta
al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso esiste, ma non per
voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto
di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un'ombra.
Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l'Immacolata,
per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza,
l'abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”,
magari con l'anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella
disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E
quanto più l'anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio
di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione.
Ma non
affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un
segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla
volontà.
Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue
immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una
mesta nostalgia, una supplica, un lamento...: “Chissà se l'Immacolata mi ama
ancora?”.
Figli amatissimi!
Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene,
nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza
alcuna eccezione.
Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome.
E dite questa stessa cosa a quei quattro che giungeranno subito dopo la
presente lettera.
Vostro
Padre Massimiliano M. Kolbe
"La guarigione completa e radicale è la
"salvezza".
In verità, la lebbra che realmente deturpa l'uomo e la
società è il peccato; sono l'orgoglio e l'egoismo che generano nell'animo umano
indifferenza, odio e violenza.
Questa lebbra dello spirito, che sfigura il
volto dell'umanità, nessuno può guarirla se non Dio, che è Amore. Aprendo il
cuore a Dio, la persona che si converte viene sanata interiormente dal
male".
(Benedetto XVI, Angelus, 14 ottobre 2007)
Atto di
consacrazione della famiglia alla Vergine SS. della Mercede
Dègnati, o dolcissima Vergine della Mercede, di visitare con il tuo divin
Figlio, questa casa che da oggi in poi è tua; e ricolma i fortunati tuoi figli
che vi abitano delle celesti grazie e dei singolari favori che costantemente
concedi alle famiglie consacrate al tuo tenero cuore di Madre.
Tu stessa, o Sovrana Redentrice degli schiavi, hai manifestato che desideri e
vuoi regnare nelle famiglie. Perciò questa famiglia tutta, ascoltando la tua
voce, risponde premurosa alla tua chiamata e contrariamente all’abbandono e
all’indifferenza di tante famiglie, ti proclama, o carissima Madre della
Mercede, sua amabile Regina e ti consacra interamente le sue gioie, le sue
fatiche, le sue tristezze, il suo presente ed il suo avvenire.
Benedici dunque i presenti, benedici gli assenti, benedici anche o amorosa
Madre, i nostri cari defunti. Prendi dimora in questa tua casa, te ne
supplichiamo per gli acerbissimi dolori che soffristi ai piedi della croce;
stabilisci in essa il tuo dolce regno ed il dominio della tua carità e del tuo
amore, della tua bontà e delle tue misericordie.
Vieni, o Signora, e regna in questa casa; vieni e comanda in essa come Madre,
come Regina, come Padrona. Tutto qui è tuo, tutto ti appartiene.
Allontana tutto ciò che ti disgusta, correggi tutti i difetti che vedi in essa,
ispira in essa l’amore casto e l’osservanza delle sante leggi, infondi in tutti
i suoi membri lo spirito di fede e di pietà, di fortezza e di purezza.
Fa, o Signora, che la mansuetudine, la pazienza, l’umiltà, il distacco ed il disprezzo
per le folli vanità, e tutte le altre virtù che furono tue prerogative, formino
anche la delizia di questa famiglia.
Aprici, o Signora, il tuo dolce manto di Madre e come in un’arca di salvezza
custodisci sotto di esso tutti i componenti di questa famiglia che sono tuoi
fino alla vita eterna.
Viva sempre amata, benedetta e glorificata tra noi la Vergine SS. della
Mercede, unitamente al cuore vittorioso di Gesù. Amen
photo:Immaculada Concepción Fray Juan Sánchez Cotán (Orgaz (Toledo), 1560 - Granada, 1627) Entre 1617 y 1618
Prayer of invocations to Mary in time of temptations
Haste, my Mother, run
to help me;
Mother, haste, do not
delay;
See from Hell the
envious serpent
Comes my trembling soul
to slay.
Ah! his very look
affrights me,
And his cruel rage I
fear;
Whither fly, if he
attacks me?
See him, see him coming
near!
Lo! I faint away with
terror,
For if yet thou dost
delay,
He will dart at me his
venom;
Then, alas! I am his
prey.
Cries and tears have
nought availed me,
Spite of all I see him
there;
Saints I call till I am
weary.
Still he stands with
threatening air.
Now his mighty jaws are
open,
And his forked tongue I
see;
Ah! he coils to spring
upon me,
Mother! hasten, make
him flee.
Mary! yes, the name of
Mary
Strikes with dread my
cruel foe;
Straight he flees as
from the sunbeam
Swiftly melts the
winter's snow.
Now he's gone; but do
thou ever
Stay beside me, Mother
dear;
Then the hellish fiend
to tempt me
Never more will venture
near.