Non più tardi di ieri l'altro, il signor N. N. mi ha posto la seguente domanda:
“Di solito i buoni soffrono, mentre il più delle volte i cattivi se la passano abbastanza bene. Dove sta la giustizia?”.
“Iddio è infinitamente giusto, non è vero?”.
“Si, certo”.
... “Altrimenti non sarebbe Dio. Di conseguenza, Egli deve ricompensare ogni buona azione e punire ogni azione cattiva. Nessuna azione, nessuna parola, nessun pensiero sfuggirà al Suo giudizio. Attualmente, però, esiste forse al mondo una persona, sia pure la peggiore di tutte, che non faccia mai nulla di buono?”.
“Non esiste di certo”.
“Ebbene, almeno qualche volta ognuno compie bene il proprio dovere, oppure dimostra pietà verso il suo prossimo, oppure riesce a fare almeno qualche altra cosa buona. Ebbene, se quest'uomo sarà vissuto talmente male da meritare, dopo la morte, l'inferno, quando sarà che Dio lo ricompenserà di quel poco di bene che avrà fatto?… Quando?…”.
“Nell'altro mondo”.
“Ma al di là lo attende solo l'inferno”.
“Allora in questo…”.
“Inoltre, esiste forse una persona, sia pure la migliore di tutte, che non abbia mai fatto alcunché di male?”.
“Neppure una persona simile esiste”.
“Ed è vero, poiché anche 'il giusto cade sette volte' (Pr 24, 16) al giorno. Perciò, se Dio vuole abbreviargli il purgatorio o concedergli subito il paradiso, dove avrà luogo il 'saldo dei conti'?”.
“Ah! dev'essere proprio così…”.
“Iddio manifesta un amore particolare proprio verso coloro che punisce già in questo mondo, poiché nel purgatorio vi è soltanto una lunga e pesante punizione, mentre se accettiamo volontariamente le croci in questo mondo, ci meritiamo una gloria ancora maggiore in paradiso; di qui pure il proverbio: "Dio ama colui che Egli percuote”.
Non sono affatto da invidiare, quindi, le persone cattive che godono una vita felice; costoro, anzi, dovrebbero temere fortemente che questo fatto possa essere già la ricompensa per quel poco di bene da essi operato.
Santa giornata a tutti sotto il Manto dell'Immacolata!
- San Massimiliano M. Kolbe -
Il beato Giovanni Paolo II
al campo di concentramento di Auschwitz
visita la cella di Padre Kolbe, 1979
Uno dei testi più belli che si trovano tra gli scritti di San Massimiliano Maria Kolbe: una lettera che egli invia il 13 aprile del 1933 ai suoi figli in Giappone dalla nave che lo sta portando in patria per delle faccende. Da questa lettera, trasuda la follia d'amore che il Santo aveva verso l'Immacolata e il tenero amore che aveva non solo verso i suoi confratelli, ma verso tutte le anime.
È un testo che commuove, e allo stesso tempo infonde fiducia nell'amore della Vergine, spingendo decisamente le anime piccole a consacrarsi a Lei. Maria!
Non ho fatto in tempo a spedire questa lettera da Shanghai, perciò aggiungo ancora qualcosa qui a Hong Kong.
La testa non mi funziona, mi duole, non ho dormito bene, perciò non scrivo molto.
Ho parlato con don Wieczorek riguardo ai fratelli che dovranno passare di qui. Se non partirà da Hong Kong andrà a prenderli alla nave. Don Siara non sta più a Hong Kong.
Pomeriggio.
Sono già stato da don Wieczorek e l'ho pregato di andare incontro al nostro quartetto, che arriverà qui il 25 IV, cioè fra 12 giorni. Ho fatto un breve sonnellino, perciò la testa è un po' più fresca. Solo adesso mi sono ricordato della richiesta di fr. Severino a proposito degli articoli di apertura.
Senza dubbio l'Immacolata stessa dirigerà le cose in modo tale che, se non arriverà nulla da parte mia, sarà bene ugualmente, anzi forse sarà anche meglio. Mando l'articolo di apertura per giugno, ma non è troppo tardi? Preghiamo affinché l'Immacolata divenga al più presto possibile... la Regina del mondo intero, perché ci sono ancora tanti pagani, tanti poveri peccatori.
Inoltre, con il Suo aiuto, ripetiamoLe che per Lei siamo disposti a tutto, ad ogni fatica, sofferenza, umiliazione, alla morte per fame o per qualche altra causa, ma solamente con il Suo aiuto, perché da soli noi non possiamo assolutamente far nulla.Qualche volta mi preoccupo per voi, ma mi consolo pensando che l'Immacolata si ricorda di voi assai di più, senza paragone, di quanto io possa immaginare, mentre voi, da parte vostra, desiderate con tutto il cuore di lasciarvi condurre da Lei liberamente.
Sto pensando perché, invece di raccontare le vicende del viaggio, ritorno continuamente all'Immacolata e all'amore verso di Lei, ma voi, amatissimi Figli, mi comprendete, perché siete di questo medesimo spirito.
Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che i paradiso... il paradiso... si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa.
Coraggio, dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore.
Inoltre, non date retta al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso esiste, ma non per voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un'ombra.
Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l'Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l'abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”, magari con l'anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E quanto più l'anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione.
Ma non affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla volontà.
Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una mesta nostalgia, una supplica, un lamento...: “Chissà se l'Immacolata mi ama ancora?”.
Figli amatissimi!
Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione.
Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome.
E dite questa stessa cosa a quei quattro che giungeranno subito dopo la presente lettera.
Figli amatissimi!
Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione.
Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome.
E dite questa stessa cosa a quei quattro che giungeranno subito dopo la presente lettera.
Vostro
- Padre Massimiliano M. Kolbe -
- Padre Massimiliano M. Kolbe -
"La guarigione completa e radicale è la
"salvezza".
In verità, la lebbra che realmente deturpa
l'uomo e la società è il peccato; sono l'orgoglio e l'egoismo che generano
nell'animo umano indifferenza, odio e violenza.
Questa lebbra dello spirito, che sfigura il
volto dell'umanità, nessuno può guarirla se non Dio, che è Amore.
Aprendo il
cuore a Dio, la persona che si converte viene sanata interiormente dal
male".
- papa Benedetto XVI -
Angelus, 14 ottobre 2007
Atto di consacrazione della famiglia alla Vergine SS. della Mercede
Dègnati, o dolcissima Vergine della Mercede, di visitare con il tuo divin Figlio, questa casa che da oggi in poi è tua; e ricolma i fortunati tuoi figli che vi abitano delle celesti grazie e dei singolari favori che costantemente concedi alle famiglie consacrate al tuo tenero cuore di Madre.
Tu stessa, o Sovrana Redentrice degli schiavi, hai manifestato che desideri e vuoi regnare nelle famiglie.
Perciò questa famiglia tutta, ascoltando la tua voce,
risponde premurosa alla tua chiamata e contrariamente all’abbandono e all’indifferenza di tante famiglie, ti proclama,
o carissima Madre della Mercede, sua amabile Regina
e ti consacra interamente le sue gioie, le sue fatiche,
le sue tristezze, il suo presente ed il suo avvenire.
Benedici dunque i presenti, benedici gli assenti,
benedici anche o amorosa Madre, i nostri cari defunti.
Prendi dimora in questa tua casa,
te ne supplichiamo per gli acerbissimi dolori che soffristi ai piedi della croce; stabilisci in essa il tuo dolce regno ed il dominio della tua carità
e del tuo amore, della tua bontà e delle tue misericordie.
Vieni, o Signora, e regna in questa casa;
vieni e comanda in essa come Madre, come Regina, come Padrona.
Tutto qui è tuo, tutto ti appartiene.
Allontana tutto ciò che ti disgusta, correggi tutti i difetti che vedi in essa, ispira in essa l’amore casto e l’osservanza delle sante leggi,
infondi in tutti i suoi membri lo spirito di fede e di pietà,
di fortezza e di purezza.
Fa, o Signora, che la mansuetudine, la pazienza, l’umiltà,
il distacco ed il disprezzo per le folli vanità,
e tutte le altre virtù che furono tue prerogative,
formino anche la delizia di questa famiglia.
Aprici, o Signora, il tuo dolce manto di Madre
e come in un’arca di salvezza custodisci sotto di esso tutti i componenti di questa famiglia che sono tuoi fino alla vita eterna.
Viva sempre amata, benedetta e glorificata tra noi la Vergine SS. della Mercede, unitamente al cuore vittorioso di Gesù. Amen
Dègnati, o dolcissima Vergine della Mercede, di visitare con il tuo divin Figlio, questa casa che da oggi in poi è tua; e ricolma i fortunati tuoi figli che vi abitano delle celesti grazie e dei singolari favori che costantemente concedi alle famiglie consacrate al tuo tenero cuore di Madre.
Tu stessa, o Sovrana Redentrice degli schiavi, hai manifestato che desideri e vuoi regnare nelle famiglie.
Perciò questa famiglia tutta, ascoltando la tua voce,
risponde premurosa alla tua chiamata e contrariamente all’abbandono e all’indifferenza di tante famiglie, ti proclama,
o carissima Madre della Mercede, sua amabile Regina
e ti consacra interamente le sue gioie, le sue fatiche,
le sue tristezze, il suo presente ed il suo avvenire.
Benedici dunque i presenti, benedici gli assenti,
benedici anche o amorosa Madre, i nostri cari defunti.
Prendi dimora in questa tua casa,
te ne supplichiamo per gli acerbissimi dolori che soffristi ai piedi della croce; stabilisci in essa il tuo dolce regno ed il dominio della tua carità
e del tuo amore, della tua bontà e delle tue misericordie.
Vieni, o Signora, e regna in questa casa;
vieni e comanda in essa come Madre, come Regina, come Padrona.
Tutto qui è tuo, tutto ti appartiene.
Allontana tutto ciò che ti disgusta, correggi tutti i difetti che vedi in essa, ispira in essa l’amore casto e l’osservanza delle sante leggi,
infondi in tutti i suoi membri lo spirito di fede e di pietà,
di fortezza e di purezza.
Fa, o Signora, che la mansuetudine, la pazienza, l’umiltà,
il distacco ed il disprezzo per le folli vanità,
e tutte le altre virtù che furono tue prerogative,
formino anche la delizia di questa famiglia.
Aprici, o Signora, il tuo dolce manto di Madre
e come in un’arca di salvezza custodisci sotto di esso tutti i componenti di questa famiglia che sono tuoi fino alla vita eterna.
Viva sempre amata, benedetta e glorificata tra noi la Vergine SS. della Mercede, unitamente al cuore vittorioso di Gesù. Amen
- Immaculada Concepción -
Fray Juan Sánchez Cotán (Orgaz (Toledo), 1560 - Granada, 1627) Entre 1617 y 1618
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