Una volta il diavolo si recò in
perlustrazione per vedere come gli uomini pregassero.
Il suo giro fu breve
(poiché gli uomini in preghiera erano ormai rari come le mosche bianche) e
soddisfacente (poiché le loro preghiere erano le solite ripetizioni del tutto
innocue).
Se ne stava tornando allegro a casa, quando notò in un campo un
contadino che faceva gesti verso ogni dove.
Incuriosito, si nascose dietro una
zolla e stette ad osservare. L'uomo stava litigando violentemente con Dio: lo
strapazzava, lo trattava senza riguardo; gliene diceva di tutti i colori.
Il diavolo si fregó le mani. Per caso, in quel momento passò di lì un prete: "Buon uomo, disse al contadino, perché ti comporti così? Non sai che insultare Dio è peccato?"
"Reverendo, rispose l'uomo, se me la prendo con Dio, è perché ci credo; se lo strapazzo, è perché ci sono affezionato: se grido, è perché mi ascolta".
Il diavolo si fregó le mani. Per caso, in quel momento passò di lì un prete: "Buon uomo, disse al contadino, perché ti comporti così? Non sai che insultare Dio è peccato?"
"Reverendo, rispose l'uomo, se me la prendo con Dio, è perché ci credo; se lo strapazzo, è perché ci sono affezionato: se grido, è perché mi ascolta".
"Tu vaneggi", disse il prete allontanandosi.
Ma il
diavolo che ne sa più di un prete, fu molto allarmato; aveva scoperto un uomo
capace di pregare ancora.
- Dino Semplici -
Ostia spirituale
L'orazione è un sacrificio spirituale,
che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m'importa», dice, dei vostri
sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di
giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Chi
richiede da voi queste cose? » (cfr. Is 1, 11).
Quello che richiede il Signore,
l'insegna il vangelo: «Verrà l'ora», dice, «in cui i veri adoratori adoreranno
il Padre in spirito e verità. Dio infatti è Spirito» (Gv 4, 23) e perciò tali
adoratori egli cerca.
Noi siamo i veri adoratori e i veri
sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della
preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si
provvide.
Questa vittima, dedicata con tutto il
cuore, nutrita dalla fede, custodita dalla verità, integra per innocenza, monda
per castità, coronata dalla carità, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con
il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da
Dio.
Che cosa infatti negherà Dio alla
preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l'ha voluta?
Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo!
L'antica preghiera liberava dal fuoco,
dalle fiere e dalla fame, eppure non aveva ricevuto la forma da Cristo.
Quanto è più ampio il campo d'azione
dell'orazione cristiana!
La preghiera cristiana non chiamerà magari l'angelo
della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni, non porterà il
pranzo del contadino all'affamato, non darà il dono di immunizzarsi dal dolore,
ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre,
potenzia le capacità dell'anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore
grande del dolore accettato nel nome di Dio.
Si sente raccontare che in antico la
preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio
della pioggia ai nemici.
Ora invece si sa che la preghiera allontana ogni ira
della giustizia divina, è sollecita dei nemici, supplica per i persecutori.
Ha
potuto strappare le acque al cielo, e impetrare anche il fuoco.
Solo la
preghiera vince Dio. Ma Cristo non volle che fosse causa di male e le conferì
ogni potere di bene.
Perciò il suo unico compito è
richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i
deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere,
sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le
tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i
generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta
i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli,
sorregge i forti.
Pregano anche gli angeli, prega ogni
creatura.
Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e,
uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma
facendo vibrare l'aria di grida nel modo che a loro è proprio.
Anche gli
uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani
aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una
preghiera.
Ma c'è un fatto che dimostra più di
ogni altro il dovere dell'orazione.
Ecco, questo: che il Signore stesso ha
pregato.
A lui sia onore e potenza nei secoli
dei secoli. Amen.
Dal trattato «L'orazione» di Tertulliano, sacerdote
(Cap. 28-29; CCL 1, 273-274)
Buona giornata a tutti. :-)