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sabato 27 ottobre 2018

Amando i Figli – Biavaschi Stefano

"I Figli non voi li crescete, ma essi crescono voi. Sono essi i vostri educatori, perché attendono che voi siate nel bene prima di imitarvi.

E quando dite: Daremo la vita a un figlio, sapete quale vita state dando? Non la loro, ma la vostra.

Se non avete compreso questo, meglio sarebbe serrare i fianchi e proseguire oltre.

E quando dite: I Figli sono la nostra croce, rallegratevi che essi vi abbiano inchiodato impedendovi di finire nel baratro.

Ed anche quando dite: I nostri Figli ci tolgono un mucchio di tempo, domandatevi se tutto quel tempo che vi viene tolto sarebbe impiegato meglio.

Nella loro infanzia ascoltate i vostri Figli, perché sui loro visi è ancora impigliato qualche frammento del sorriso con cui li hanno rivestiti gli angeli.

Nel tenerli per mano, non date loro fretta, ma camminate al loro passo, perché vogliono guarirvi dal vostro correre.

Non fate ad essi doni, ma donate voi stessi. I doni sono il vostro alibi per non regalare voi a loro.

Consegnatevi nelle loro mani, perché hanno quella saggezza che voi perdeste.

Chiamateli per nome, ed essi chiameranno il bimbo in voi, quello che da soli non riuscivate a rianimare, e lo faranno giocare nel giardino della Vita.

E nella loro adolescenza ascoltate i vostri Figli. Gran parte del muro che in quei giorni spesso vi oppongono non l’hanno costruito coi loro mattoni ma coi vostri.

Non chiedete ad essi cose che già voi non fate. Se siete saggi, vi basterà essere voi stessi.

Ma se non lo siete, non saturateli di limiti senza indicare loro le mete, bensì mostrate di queste la bellezza, e otterrete di più che non mostrando i pericoli di eventuali abissi.

Non affliggetevi se educandoli alle regole essi non le rispetteranno. In realtà tremerebbero di paura se tali regole non vi fossero.

Le loro trasgressioni sono per collaudarne la veridicità. Altre volte per reclamare invece il vostro rimprovero, a testimonianza del vostro amore per loro. Se vi feriranno è perché avete porto loro la vostra vulnerabilità. O perché avete dato senza insegnare a dare.

Talvolta sbattendo la porta vi lasceranno, ma anche se li vedete partire, le navi con cui salpano hanno stive colme dei doni consegnati dalle vostre parole buone. E alla prima tempesta vi si rifugeranno.

Voi siete i seminatori dei loro campi, non i raccoglitori delle loro messi. E la vostra missione consiste nel donare sempre, anche quando la lama della loro libertà vi taglierà le mani.

Nella loro giovinezza, infine, ascoltate i vostri Figli. Con stupore scorgerete che vi hanno superato, che la loro nave ha oltrepassato tutti i primi scogli, ed ora non ha che davanti lo scoglio più pericoloso: voi. Saranno infatti chiamati lungo vie di realizzazione che voi non conoscete, e ciecamente sbarrerete loro le strade.

Ma alla pianta è dato di generare, e non di contenere ciò che genera. Ritenete i vostri progetti più grandi dei progetti che ha la Vita? Non tratteneteli, dunque. Avete donato loro la vostra vita: ora riprendetevela, donando loro di rinunciare a trattenerli.

Sgombrate il vostro cuore da ogni brama di ricevere, perché se il vostro flauto non è cavo, la rinnovata melodia della Vita non potrà attraversarlo.

Se vivrete questa perfetta donazione, saprete amarli nel loro nuovo aspetto, e allora, siano essi Figli del vostro stesso sangue, o siano essi Figli scelti dal cuore, avrete compiuto il terzo passo della vostra crescita.

Potrete così udire le note universali trapassarvi dentro, e capirete che attraverso di voi la Vita ha composto un nuovo canto".

- Stefano Biavaschi -
da “Il Profeta del Vento”, di Stefano Biavaschi, Edizioni Fede & Cultura




"Se si educa urlando si otterrà un prepotente, se si educa con le mani si otterrà un violento, se si educa con flemma si otterrà un viziato. 
Se si educa con il gioco si otterrà un bimbo sereno, se si educa con la pazienza si otterrà un bimbo tollerante, se si educa con autorevolezza, non con autorità, si otterrà un adolescente che saprà scegliere la sua strada."

- Francesco Paolo Ettari - 


Buona giornata a tutti. :)






venerdì 11 ottobre 2013

L’amore - Stefano Biavaschi -

Nessuno è creato dalla Vita come sostegno per i vostri sogni, perché due occhi non sono fatti per guardare l’uno verso l’altro, ma entrambi verso la stessa direzione; diventando così ognuno luce per l’altro. 
Crescete comprendendo questo, e troverete, assieme a ciò che cercavate, anche ciò che non cercavate.

Ma dopo questo, non dubitate più. Se dubitate che sia Amore, infatti, già non è Amore. E non calcolate. Se calcolate i vostri passi, infatti, già non è Amore. Non appoggiatevi all’altro con tutto il vostro peso. Ma posatevi come un raggio di Sole su una foglia. E come una foglia accogliete l’altro raggio di Sole. Asciugate le vostre lacrime e senza timore concedete al vostro cuore questa luce e al vostro animo questo calore. Ma state attenti agli incanti! Perché i raggi di Sole non sono il Sole. Non riversate sull’altro tutta la vostra nostalgia di cielo: egli non è in grado di contenerlo, né mai voi potreste contenere il suo.

Non valutate l’altro per ciò che non potrebbe mai avere, o finirete per svalutare voi. E tutto questo non è Amore. Non precipitate l’uno dentro l’altro, ma tenendovi per mano camminate insieme. 

Portate l’amato non al centro del vostro cuore, ma del suo, perché lì troverà anche il vostro, e insieme troverete il cuore al centro del cosmo.

Sarete sottoposti a molte prove, e spesso l’orgoglio vi chiederà di scegliere sé al posto dell’Amore.
Ma non ritiratevi da queste battaglie, perché altre non ve ne sono di più utili per voi.
Se vincerete, avrete vinto. Se perderete combattendo e affilando il cuore, avrete vinto. E quando il tempo vi avrà condotto fino a farvi decidere di fondere per sempre le vostre due vite, conoscerete quote più alte, ma anche la durezza di cadute mai pensate. E vedrete spesso andare in frantumi tutti i vostri sogni. Ma sarà allora che potrete dischiudere davvero le vostre ali.

(Stefano Biavaschi)
(da: "Il Profeta del Vento" di Stefano Biavaschi - Edizioni S. Paolo)



Bellezza non sono i capelli lunghi.. le gambe magre.. la pelle abbronzata e i denti perfetti.. Fidatevi di me. Bellezza è il viso di chi ha pianto e ora sorride.. bellezza è la cicatrice sul ginocchio fin da quando sei caduta da bambina.. bellezza sono le occhiaie quando l’amore non ti fa dormire.. bellezza è l’espressione sulla faccia quando suona la sveglia la mattina.. è il trucco colato quando esci dalla doccia.. è la risata quando fai una battuta che capisci solo tu.. bellezza è incrociare il suo sguardo e smettere di capire.. bellezza è il tuo sguardo quando vedi lui.. è quando piangi per le tue paranoie.. bellezza sono le rughe segnate dal tempo.. Bellezza è tutto quello che proviamo dentro e si manifesta al di fuori.. Bellezza sono i segni che la vita ci lascia addosso.. i pugni e le carezze che i ricordi ci lasciano.. Bellezza è lasciarsi vivere …per quelle piccole fottutissime cose che fanno di una vita…la vita 

- Emma Watson -



«L'attrazione fra due persone, è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, ecco perché parlo di anime calamite. Perché il potere è primordiale e per quanta opposizione due persone possano provare a mettere fra loro non esistono muri da innalzare per due anime che non sapranno mai resistersi.»

Massimo Bisotti




«Per attraversare quel deserto ho impiegato mille anni di poesia finché ho incontrato te, in un giorno d’estate, e mi hai dato un sorso d’acqua.»


Alda Merini 





Buona giornata a tutti :-)






domenica 30 dicembre 2012

Poesia di una mamma con quattro figli – Stefano Biavaschi -

La vita è diventata un orologio.

Otto e trenta scuola elementare. Sbrigati o fai tardi.

Otto e quarantacinque asilo nido. Il pannolino è asciutto, puoi andare.

Ore nove scuola materna. Un bacino bimbi ben vestiti.

Mamma va a lavoro. Papà va a lavoro.

Torneremo a prendervi, cari pacchi ben consegnati.

Niente lacrime e niente drammi.

L’auto corre veloce. L’orologio corre veloce.

Perché non sono rimasta al sole, a fare capriole coi miei bimbi?

La vita la decide un altro tempo.

Quindici e trenta ritiro dal nido. Il bollettino della refezione.

Quindici e quarantacinque fine scuola materna. Il disegno da portare a casa.

Sedici e trenta: uscita dall’elementare. “Mamma, c’è un altro avviso”.

Diciassette è ora di catechismo.

Diciotto corriamo che è finito il nuoto.

Diciannove ritorno dal calcio. Come è andata?

Ora venti, cena, ed è già tardi.

Ventidue ancora non avete lavato i denti?

Ventitre siete ancora alzati?

Ventitre e trenta ogni luce è spenta. Ogni urlata chetata.

Vorrei fermarmi, pensare, parlarvi, pregare.

Ma l’orologio indica il bollettino da compilare, l’avviso da firmare, il cambio del nuoto da lavare, la borsa del calcio con il fango, la tavola ancora apparecchiata, e tic tac ancora ancora.

Abbiamo fatto tutto. Abbiamo fatto così poco.

Cosa ci siamo detti? Come mai ancora oggi non vi ho parlato?

Vorrei farlo ora, sopra le vostre palpebre chiuse.

Appendo quel disegno sopra il vostro letto.

Mi sono dimenticata di dirvi quant’era bello.


(Stefano Biavaschi)



Se l’amore di Dio ha messo radici profonde in una persona, questa è in grado di amare anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi. Il padre e la madre non amano i figli solo quando lo meritano: li amano sempre, anche se naturalmente fanno loro capire quando sbagliano.
Da Dio noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male.
Impariamo a guardare l’altro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che è lo sguardo di Gesù Cristo.
Uno sguardo che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di là delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell’altro: di essere ascoltato, di un’attenzione gratuita; in una parola: di amore.

Benedetto XVI 4 novembre 2012


Un genitore non deve dare ai figli ciò che vogliono, se non gli strumenti basilari per provare a raggiungerlo.

-
Paul Mehis -  



"Gesù, fammi diventare un televisore così i miei genitori almeno qualche volta mi guardano."
This is a prayer of a little child to baby Jesus, from the collections of Antonio Raspanti, psychologist and family consultant, published in “Strade da percorrere” (articles written by him in 1991). Antonio Raspanti died in an accident in 14 June 1992.This is a prayer of a little child to baby Jesus, from the collections of Antonio Raspanti, psychologist and family consultant, published in “Strade da percorrere” (articles written by him in 1991). Antonio Raspanti died in an accident in 14 June 1992.






Elogio della donna forte e virtuosa. Una donna forte e virtuosa chi la troverà? il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle.
Il cuore del suo marito confida in lei, ed egli non mancherà mai di provviste.
Ella gli fa del bene, e non del male, tutti i giorni della sua vita.
Ella si procura della lana e del lino, e lavora con diletto con le proprie mani.
Ella è simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano.
Ella si alza quando ancora è notte, distribuisce il cibo alla famiglia e il compito alle sue donne di servizio.
Ella posa gli occhi sopra un campo, e l’acquista; col guadagno delle sue mani pianta una vigna.
Ella si ricinge di forza i fianchi, e fa robuste le sue braccia.
Ella s’accorge che il suo lavoro rende bene; la sua lucerna non si spegne la notte.
Ella mette la mano alla ròcca, e le sue dita maneggiano il fuso.
Ella stende le palme al misero, e porge le mani al bisognoso.
Ella non teme la neve per la sua famiglia, perché tutta la sua famiglia è vestita di lana scarlatta.
Ella si fa dei tappeti, ha delle vesti di lino finissimo e di porpora.
Il suo marito è rispettato alle porte, quando si siede fra gli Anziani del paese.
Ella fa delle tuniche e le vende, e delle cinture che dà al mercante.
Forza e dignità sono il suo manto, ed ella si ride dell’avvenire.
Ella apre la bocca con sapienza, ed ha sulla lingua insegnamenti di bontà.
Ella sorveglia l’andamento della sua casa, e non mangia il pane di pigrizia.
I suoi figliuoli sorgono e la proclaman beata, e il suo marito la loda, dicendo:
"Molte donne si son portate valorosamente, ma tu le superi tutte"!
La grazia è fallace e la bellezza è cosa vana; ma la donna che teme l’Eterno è quella che sarà lodata.
Datele del frutto delle sue mani, e le opere sue la lodino alle porte!
(La Bibbia, Proverbi 31:10, 31:31)


Buona giornata a tutti. :-)




martedì 9 ottobre 2012

Amando i Figli – Biavaschi Stefano -


"I Figli non voi li crescete, ma essi crescono voi. Sono essi i vostri educatori, perché attendono che voi siate nel bene prima di imitarvi.

E quando dite: Daremo la vita a un figlio, sapete quale vita state dando? Non la loro, ma la vostra.

Se non avete compreso questo, meglio sarebbe serrare i fianchi e proseguire oltre.

E quando dite: I Figli sono la nostra croce, rallegratevi che essi vi abbiano inchiodato impedendovi di finire nel baratro.

Ed anche quando dite: I nostri Figli ci tolgono un mucchio di tempo, domandatevi se tutto quel tempo che vi viene tolto sarebbe impiegato meglio.

Nella loro infanzia ascoltate i vostri Figli, perché sui loro visi è ancora impigliato qualche frammento del sorriso con cui li hanno rivestiti gli angeli.

Nel tenerli per mano, non date loro fretta, ma camminate al loro passo, perché vogliono guarirvi dal vostro correre.

Non fate ad essi doni, ma donate voi stessi. I doni sono il vostro alibi per non regalare voi a loro.

Consegnatevi nelle loro mani, perché hanno quella saggezza che voi perdeste.

Chiamateli per nome, ed essi chiameranno il bimbo in voi, quello che da soli non riuscivate a rianimare, e lo faranno giocare nel giardino della Vita.

E nella loro adolescenza ascoltate i vostri Figli. Gran parte del muro che in quei giorni spesso vi oppongono non l’hanno costruito coi loro mattoni ma coi vostri.

Non chiedete ad essi cose che già voi non fate. Se siete saggi, vi basterà essere voi stessi.

Ma se non lo siete, non saturateli di limiti senza indicare loro le mete, bensì mostrate di queste la bellezza, e otterrete di più che non mostrando i pericoli di eventuali abissi.

Non affliggetevi se educandoli alle regole essi non le rispetteranno. In realtà tremerebbero di paura se tali regole non vi fossero.

Le loro trasgressioni sono per collaudarne la veridicità. Altre volte per reclamare invece il vostro rimprovero, a testimonianza del vostro amore per loro. Se vi feriranno è perché avete porto loro la vostra vulnerabilità. O perché avete dato senza insegnare a dare.

Talvolta sbattendo la porta vi lasceranno, ma anche se li vedete partire, le navi con cui salpano hanno stive colme dei doni consegnati dalle vostre parole buone. E alla prima tempesta vi si rifugeranno.

Voi siete i seminatori dei loro campi, non i raccoglitori delle loro messi. E la vostra missione consiste nel donare sempre, anche quando la lama della loro libertà vi taglierà le mani.

Nella loro giovinezza, infine, ascoltate i vostri Figli. Con stupore scorgerete che vi hanno superato, che la loro nave ha oltrepassato tutti i primi scogli, ed ora non ha che davanti lo scoglio più pericoloso: voi. Saranno infatti chiamati lungo vie di realizzazione che voi non conoscete, e ciecamente sbarrerete loro le strade.

Ma alla pianta è dato di generare, e non di contenere ciò che genera. Ritenete i vostri progetti più grandi dei progetti che ha la Vita? Non tratteneteli, dunque. Avete donato loro la vostra vita: ora riprendetevela, donando loro di rinunciare a trattenerli.

Sgombrate il vostro cuore da ogni brama di ricevere, perché se il vostro flauto non è cavo, la rinnovata melodia della Vita non potrà attraversarlo.

Se vivrete questa perfetta donazione, saprete amarli nel loro nuovo aspetto, e allora, siano essi Figli del vostro stesso sangue, o siano essi Figli scelti dal cuore, avrete compiuto il terzo passo della vostra crescita.

Potrete così udire le note universali trapassarvi dentro, e capirete che attraverso di voi la Vita ha composto un nuovo canto".


(Stefano Biavaschi)

da “Il Profeta del Vento”, di Stefano Biavaschi, Edizioni Fede & Cultura
Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto,
ma dai semi che hai piantato.


(Robert Louis Stevenson)


Buona giornata a tutti. :-)

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