"Si inizia a camminare. In
silenzio. In un bosco. In compagnia solo della propria disperazione. E si sta
in ascolto dei simboli che giungono da ogni minuscola manifestazione della
natura. Una pigna ti può raccontare tanto, come anche il sottile ago di un
albero. La foresta è tutta lì per parlarti e rivelarti il segreto. Della tua
disperazione."
"Non conosco il linguaggio della
natura, come faccio a comprenderlo?"
"E' un linguaggio che è già
dentro di te. Parlato dai tuoi nonni e dai nonni dei tuoi nonni e tramandato
fino a te. Non con le parole. Attraverso i codici dell'anima che sono evidenti
a tutti ma che risultano essere troppo pericolosi. Per il nostro comodo vivere.
Negarli, rifiutarli e deriderli sono modi per allontanare l'anima da noi.
Vai nel fitto bosco, buio e umido, e
proprio là parla alla tua disperazione come se fosse il tuo maestro interiore.
E accogli senza riserve i consigli che ti arrivano."
"E se non sento nulla?"
"Il silenzio che sentirai è già
di per sé uno dei più grandi insegnamenti. Vuol dire che è ora per te di
rimanere nel vuoto. E di non ricercare altro. Abbuffati di mancanza e resisti
alla tua voglia di riempirla.
(Elena Bernabè)
"Quando qualcuno cerca allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca e che egli non riesca a trovar nulla, non possa assorbire nulla, in sé, perché pensa sempre unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: essere libero, restare aperto, non avere uno scopo. Tu, sei forse di fatto uno che cerca poiché, perseguendo il tuo scopo, non vedi tante cose che ti stanno davanti gli occhi"