San Giuseppe è la più bella figura d'uomo concepibile e che il cristianesimo ha realizzato.
San Giuseppe era un
uomo come tutti gli altri, aveva il peccato originale come me.
Pensate che
razza di distanza profonda viveva nella vicinanza assoluta che aveva con Maria:
è quando si dice che la vocazione alla verginità è un possesso con un distacco
dentro, con un dolore dentro, dove la forza del rapporto amoroso è tutta
concentrata e resa visibile nel dolore che c'è dentro, dove ciò che veramente è
l'amore si sente, incomincia già: è come un'alba.
Non un buco o una
separazione: è dolore, perché il rapporto, lì, diventa più drammatico.
San
Giuseppe ha vissuto come tutti: non c'è una parola sua, non c'è niente, niente:
più povera di così una figura non può essere.
Perciò, dite sempre un Gloria a
san Giuseppe per la vocazione vostra, di quelli della vostra casa...
- don Luigi Giussani -
da: L'attrattiva Gesù
Tra i molti aspetti che pone in luce, un accento
particolare dedica al silenzio di san Giuseppe.
Il suo è un silenzio permeato
di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità
ai voleri divini.
In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un
vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel
cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione.
Un silenzio grazie al
quale Giuseppe, all'unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta
attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti
della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di
benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento
senza riserve alla sua provvidenza.
Non si esagera se si pensa che proprio dal
"padre" Giuseppe Gesù abbia appreso - sul piano umano - quella robusta
interiorità che è presupposto dell'autentica giustizia, la "giustizia
superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5, 20).
Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe!
Ne abbiamo
tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il
raccoglimento e l'ascolto della voce di Dio.
In questo tempo di preparazione al
Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù
nella nostra vita...
- Papa Benedetto XVI -
dal "Angelus del 18 dicembre 2005"
A te, o beato Giuseppe,
stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi
invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse
all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al
fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità
che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai
nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia,
l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste
di errori e di vizi che ammorba il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il
potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti
dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa
Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente
vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.
Preghiera scritta da Papa Leone XIII e apposta in calce
all’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889.
Leone XIII, mise fin
dall’inizio il suo pontificato «sotto la potentissima protezione di san
Giuseppe, celeste patrono della Chiesa» (allocuzione ai cardinali del 28 marzo
1878)
Georges de La Tour - San Giuseppe falegname (1640)
Museo des Beaux-Arts et d'Archeologie, Besancon, France
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla
tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello
della tua Santissima Sposa.
Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti
strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti
al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità
che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai
nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina
Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo,
la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo
in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,
così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni
avversità: e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché
sul tuo esempio, e mercé il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente,
piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.
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