Quando la Santa Messa viene celebrata come si
deve, tacciono ad intervalli, nel suo sviluppo, sia la voce distinta del
sacerdote sia quella dei fedeli.
Il sacerdote parla a bassa voce o esegue, senza
parole, ciò che il servizio divino prescrive; la comunità prende parte con
l'intenzione degli occhi e dell'anima.
Che cosa significano questi momenti di
silenzio? E che fare allora? Anzi cos'è in fondo, il silenzio?
Anzitutto, una cosa semplicissima: che ci sia proprio silenzio, e che non si parli, e che non sia dato di cogliere nessun rumore, nessun movimento, nessun fruscio di fogli, nessun colpo di tosse.
Anzitutto, una cosa semplicissima: che ci sia proprio silenzio, e che non si parli, e che non sia dato di cogliere nessun rumore, nessun movimento, nessun fruscio di fogli, nessun colpo di tosse.
Non vogliamo esagerare: gli uomini
sono degli esseri viventi e si muovono, e un essere schiavo non sarebbe da
preferirsi al disordine.
Eppure silenzio è per l'appunto silenzio, e solo
allora è silenzio quando positivamente lo si vuole.
Dipende dal valore che gli si dà: da qui dipende il godimento o il tedio che ci si prova.
Dipende dal valore che gli si dà: da qui dipende il godimento o il tedio che ci si prova.
L'uno dice: "Non posso trattenere la tosse". L'altro:
"In ginocchio non ce la faccio".
Quando però assistono ad un
concerto oppure a una conferenza che li affascina, soffocano ogni colpo di
tosse, evitano la più lieve mossa, e nella sala regna quel silenzio che è, in
fondo, la cosa più bella di tutte: il clima di chi sta in ascolto, dove prende
risalto ciò che vi è di bello e di veramente importante...
Così è: bisogna
volere fermamente il silenzio, anche a prezzo di qualche sacrificio: allora lo
si ha.
Lo avete sperimentato una volta in tutto il suo valore? Non saprete più
comprendere come se ne possa star senza.»
- Romano Guardini -
da: Il testamento di Gesù
«La bellezza della liturgia esige sempre qualche rinuncia da parte nostra: rinuncia alla banalità, alla fantasia, al capriccio.
Alla liturgia, inoltre, bisogna dare il tempo e lo spazio di cui ha bisogno.
Non bisogna avere fretta.
Più che alla nostra iniziativa bisogna lasciare a Dio la libertà di parlarci e di raggiungerci attraverso la parola, la preghiera, i gesti, la musica, il canto, la luce, l'incenso, i profumi.
La liturgia, come una composizione musicale, ha bisogno di spazio, di tempo e di silenzio, del distacco da noi stessi, perché le parole, i gesti e i segni possano parlarci di Dio.»
La liturgia, come una composizione musicale, ha bisogno di spazio, di tempo e di silenzio, del distacco da noi stessi, perché le parole, i gesti e i segni possano parlarci di Dio.»
- Mons. Guido Marini -
da: Liturgia e bellezza
«Il musicista deve essere liturgista,
perché come ad un povero a pranzo si dà il cibo buono, e non ghiande, così per
la mensa del Signore non si possono presentare quelle musiche orribili che
sanno più di schizofonia che di altro.
La colpa non è del Concilio ma di chi
non lo ha capito e che invece presume di averlo capito.»
- Mons. Giuseppe Liberto -
Direttore emerito del Coro della Cappella Sistina
Buona giornata a tutti. :-)
seguimi sulla mia pagina YouTube:
Nessun commento:
Posta un commento