Marcus era un centurione e ormai da 30 anni si trovava
alle dipendenze di Pilato. Di condannati ne aveva visti tanti, ma nessuno come
questo Galileo. «Con tutte le torture che gli sono state fatte dovrebbe essere
già morto… e invece mantiene sempre la calma, pur tra inaudite sofferenze… e
poi… mi ricorda qualcuno…».
Intanto Gesù fu caricato della croce e il triste corteo
si avviò verso il Calvario. Ad un tratto lungo la strada apparve una Donna. «E’
la madre del condannato», sussurrò qualcuno.
Marcus si voltò ed ebbe un sussulto: come un lampo il passato gli tornò davanti agli occhi.
Marcus si voltò ed ebbe un sussulto: come un lampo il passato gli tornò davanti agli occhi.
Era un giovane soldato, appena giunto dall’Italia, quando
venne mandato con dei colleghi in Galilea a causa di una sommossa.
Come gli altri soldati era un prepotente: entrava nei villaggi e saccheggiava le case senza aver rispetto per nessuno.
Un giorno la sua guarnigione rimase senza viveri e i soldati decisero di prendere con la violenza un po’ di provviste. Gridando e schiamazzando misero in subbuglio il paesino di Nazaret: le urla delle donne e il pianto dei bambini, invece di impietosirli, li facevano divertire.
Come gli altri soldati era un prepotente: entrava nei villaggi e saccheggiava le case senza aver rispetto per nessuno.
Un giorno la sua guarnigione rimase senza viveri e i soldati decisero di prendere con la violenza un po’ di provviste. Gridando e schiamazzando misero in subbuglio il paesino di Nazaret: le urla delle donne e il pianto dei bambini, invece di impietosirli, li facevano divertire.
Mancava ancora una casetta: Marcus fu il primo ad
entrare; ma si fermò di colpo. All’interno non c’era niente di strano: solo una
donna con un bambino; eppure l’atmosfera era talmente soprannaturale che i
soldati entrando rimanevano ammutoliti.
Marcus una volta aveva visto da vicino Cesare, eppure da quei due si irradiava una maestà ben superiore a quella dell’imperatore.
Marcus una volta aveva visto da vicino Cesare, eppure da quei due si irradiava una maestà ben superiore a quella dell’imperatore.
Con una voce dolcissima e molto calma la Signora domandò:
«Avete bisogno di qualcosa?». I soldati si guardavano imbarazzati. Marcus si
fece coraggio e rispose: «Avremmo bisogno di un po’ di cibo, ma non vorremmo
essere di disturbo…».
La Donna si rivolse al bambino: «Gesù, vai a prendere un po’ di provviste». Il bambino subito si alzò e corse in dispensa. Quando tornò aiutò la Mamma a preparare tanti fagottini quanti erano i soldati. Infine, la Donna distribuì le provviste a ciascuno di loro.
La Donna si rivolse al bambino: «Gesù, vai a prendere un po’ di provviste». Il bambino subito si alzò e corse in dispensa. Quando tornò aiutò la Mamma a preparare tanti fagottini quanti erano i soldati. Infine, la Donna distribuì le provviste a ciascuno di loro.
Pur essendo molto giovane, tutti ebbero l’impressione di
trovarsi di fronte alla propria madre.
Marcus non aveva più dimenticato quello sguardo e adesso
era sicuro di riconoscerlo in quella Donna.
«Il condannato dev’essere quel bambino!». Era la prima
volta che provava compassione per un condannato.
Un pensiero gli si affacciò alla mente: «Quest’uomo ha
affermato di essere Figlio di Dio… E se fosse vero?». La Donna intanto seguiva
il Figlio con una compostezza e una dignità che ferivano profondamente il cuore
del buon centurione.
Arrivarono sul Calvario e dopo tre ore di tremenda
agonia, alla morte di Gesù Marcus cadde in ginocchio ed esclamò: «Costui era
veramente Figlio di Dio!», e così dicendo gli tornarono alla mente le Sue
ultime parole: «Donna ecco tuo Figlio»: solo allora capì che si trattava di una
Maternità universale ed ebbe un sussulto: era proprio questa l’impressione che
aveva avuto quando aveva visto la Donna per la prima volta.
«Se avesse guardato Gesù negli occhi come ha fatto Pietro
(Lc 22,61), Giuda sarebbe stato l’amico della misericordia di Dio»
- Madre Teresa di Calcutta -
Una preghiera a Gesù
Crocifisso
O Gesù, mi fermo
pensoso
ai piedi della Croce:
anch’io l’ho
costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non
si difende
e si lascia
crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi
commuove profondamente.
Signore, tu sei
venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per
portarmi
l’abbraccio del
Padre.
Tu sei il volto della
bontà
e della misericordia:
per questo vuoi
salvarmi!
Dentro di me ci sono
le tenebre:
vieni con la tua
limpida luce.
Dentro di me c’è
tanto egoismo:
vieni con la tua
sconfinata carità.
Dentro di me c’è
rancore e malignità:
vieni con la tua
mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore
da salvare sono io:
il figlio prodigo che
deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il
dono delle lacrime
per ritrovare la
libertà e la vita,
la pace con te e la
gioia in te.
Amen.
- Card. Angelo Comastri -
Nessun commento:
Posta un commento