sabato 5 agosto 2017

Una noia atroce - Padre Anthony de Mello

Un uomo anziano e pio pregava cinque volte al giorno mentre il suo socio d'affari non metteva mai piede in chiesa. E ora, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, pregava così: "O Signore, Dio nostro! Fin da ragazzo non ho lasciato passare un solo giorno senza venire in chiesa la mattina a recitare le preghiere alle cinque scadenze prestabilite. 
Non c'è gesto che io abbia compiuto, non c'è decisione importante, o di poco conto che fosse, che io abbia preso senza prima avere invocato il tuo nome. 
E ora che sono vecchio ho raddoppiato le pratiche devote e ti prego notte e giorno senza posa. 
Tuttavia, eccomi qui, il poveraccio di sempre. 
Il mio socio invece beve, si dà al gioco e, nonostante l'età avanzata, frequenta donne di dubbia moralità, eppure nuota nell'oro. 
Mi domando se dalla sua bocca sia mai uscita una preghiera. 
Ebbene, Signore, non ti chiedo di punirlo, perché sarebbe poco cristiano, ma, ti prego, dimmi: "Perché? Perché? Perché mai hai permesso che lui prosperasse e a me invece riservi questo trattamento?" 
"Perché", rispose Dio, "tu sei una noia atroce!"

Nel monastero non vigeva la regola del "non parlare", bensì quella del "non parlare a meno che ciò che vuoi dire valga più del silenzio". 
Non si potrebbe fare lo stesso anche con la preghiera?

- Padre Anthony de Mello -
Da: “La preghiera della rana, saggezza popolare dell’Oriente” -  primo volume – Edizione Paoline 1988



Posso esserle d'aiuto?

Nella chiesa vuota, un prete notò una donna che stava seduta con la testa fra le mani. Trascorse un'ora, poi due, e lei era ancora lì. 
Pensando di avere a che fare con un'anima in crisi e desideroso di recarle conforto, egli si avvicinò alla donna e disse: "Posso esserle di aiuto?" 
"No, grazie Padre", rispose, "sto già ricevendo tutto l'aiuto di cui ho bisogno".

Finché non sei venuto tu a interrompermi!

- Padre Anthony de Mello -
Da: “La preghiera della rana, saggezza popolare dell’Oriente” -  primo volume – Edizione Paoline 1988



La preghiera come accettazione della propria vita

Un rabbino chiese al suo allievo che cosa lo angustiasse. 
"La mia povertà", rispose. "Vivo in un tale stato di indigenza che quasi non riesco a studiare e pregare". 
"In questo preciso momento", spiegò il rabbino, "il modo migliore per pregare e studiare è quello di accettare la vita esattamente come si presenta".

- Padre Anthony de Mello -
Da: “La preghiera della rana, saggezza popolare dell’Oriente” -  primo volume – Edizione Paoline 1988




Buona giornata a tutti. :-)




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