Ti ho perso per ben
due volte e questo è tutto quel che so.
Non sono come tanti, non voglio,
Non sono come tanti, non voglio,
né cerco un’alternativa diversa,
affinché sembri meno assurda o ingiusta la tua scomparsa.
Il vuoto che in me è senza misura.
Potrei pensare che la tua essenza continui ad esistere
sotto forma di una stella, magari.
Per intere notti, starei a guardare il cielo, se così fosse,
cercando di immaginare quale, tra le più splendenti, tu sia.
Potrei pensare che tu sia diventato un angelo e che da lassù
mi guardi e proteggi, che la tua casa sia un giardino di rose
dai profumi che da sempre in te abitano, che non si senta altro
rumore che il fruscio di un un arcobaleno di petali
che lo sgorgare dell’acqua dalla fonte…
Potrei, ma questo non accadrà.
in questo non/dolore, non/vita
affinché sembri meno assurda o ingiusta la tua scomparsa.
Il vuoto che in me è senza misura.
Potrei pensare che la tua essenza continui ad esistere
sotto forma di una stella, magari.
Per intere notti, starei a guardare il cielo, se così fosse,
cercando di immaginare quale, tra le più splendenti, tu sia.
Potrei pensare che tu sia diventato un angelo e che da lassù
mi guardi e proteggi, che la tua casa sia un giardino di rose
dai profumi che da sempre in te abitano, che non si senta altro
rumore che il fruscio di un un arcobaleno di petali
che lo sgorgare dell’acqua dalla fonte…
Potrei, ma questo non accadrà.
in questo non/dolore, non/vita
ho disimparato in fretta a mentirmi.
Benché tenti ad ingannarmi lo squillo del tuo
Benché tenti ad ingannarmi lo squillo del tuo
telefono ogni qualvolta
che ti chiamo, di certo non sarà la tua voce a rispondermi.
Se metterò piede, in quel che era la mia casa, mia non perché
li nacqui e crebbi,
che ti chiamo, di certo non sarà la tua voce a rispondermi.
Se metterò piede, in quel che era la mia casa, mia non perché
li nacqui e crebbi,
ma perché spesso fui per te un figlio con fierezza.
A dispetto, poi dei trent’anni che pesano sulla bilancia
fui la tua eterna bambina, con ammirazione profonda,
A dispetto, poi dei trent’anni che pesano sulla bilancia
fui la tua eterna bambina, con ammirazione profonda,
con una tale gratitudine
che baciarti le mani di continuo non mi bastò mai.
Se tornavo,
tornare è un verbo che non so svolgere che in passato,
come tanti altri d’altronde, li in mezzo alle tue rose e i ligustri,
non saranno le tue braccia ad accogliermi,
pur essendo anche loro tuoi figli, poesie dalle tue mani scritte,
fratelli miei e sorelle.
"Il mio cuore era troppo piccolo"
che baciarti le mani di continuo non mi bastò mai.
Se tornavo,
tornare è un verbo che non so svolgere che in passato,
come tanti altri d’altronde, li in mezzo alle tue rose e i ligustri,
non saranno le tue braccia ad accogliermi,
pur essendo anche loro tuoi figli, poesie dalle tue mani scritte,
fratelli miei e sorelle.
"Il mio cuore era troppo piccolo"
mi convince l’unico occhio che è
senza palpebra e in me sentenzia come il peggior giudice.
"Ti amavo tanto" in mia difesa
senza palpebra e in me sentenzia come il peggior giudice.
"Ti amavo tanto" in mia difesa
sussurrano un tremolio di foglie
cadenti.
Vano tentativo, come quello di disseppellire il mio cuore, sperando
che avrei potuto amare quel che tu amavi
ma non si sente che il ronzio fastidioso di una sveglia
che non sa mai zittirsi. Intrappolata sta nel mio torace
Vano tentativo, come quello di disseppellire il mio cuore, sperando
che avrei potuto amare quel che tu amavi
ma non si sente che il ronzio fastidioso di una sveglia
che non sa mai zittirsi. Intrappolata sta nel mio torace
e avvia per quanto assurdo sembri
l’ingranaggio arrugginito che ormai è diventato il mio corpo.
- Anileda Xeka -
Mi lascerò guidare
dalle tue labbra
arrivare sino ai
più intimi segreti
quelli che ho chiuso a chiave
nelle mille stanze della mia anima
quelli che saprebbero dirti chi sono.
Ascolterò le mille preghiere
inconfessate a Dio, a me.
Saranno il mio filo di Arianna
per uscire dai labirinti
che da sola costruisco per non trovarmi,
per perdermi senza ritorno
nel buio del battito che tace.
Mi lascerò spogliare dalle tue mani.
Non coprirò il mio viso
la mia pelle
per paura che il tuo desiderio
mi penetri cosi in profondo
da veder me stessa nei suoi occhi
ah i tuoi occhi!
Mi lascerò cercare dalla tua bocca
sarò il tuo bacio atteso
ad ogni sfiorarsi delle labbra
sarò la tua sete la tua acqua
mi lascerò bere
sino all’ultima goccia di me
mi lascerò amare.
quelli che ho chiuso a chiave
nelle mille stanze della mia anima
quelli che saprebbero dirti chi sono.
Ascolterò le mille preghiere
inconfessate a Dio, a me.
Saranno il mio filo di Arianna
per uscire dai labirinti
che da sola costruisco per non trovarmi,
per perdermi senza ritorno
nel buio del battito che tace.
Mi lascerò spogliare dalle tue mani.
Non coprirò il mio viso
la mia pelle
per paura che il tuo desiderio
mi penetri cosi in profondo
da veder me stessa nei suoi occhi
ah i tuoi occhi!
Mi lascerò cercare dalla tua bocca
sarò il tuo bacio atteso
ad ogni sfiorarsi delle labbra
sarò la tua sete la tua acqua
mi lascerò bere
sino all’ultima goccia di me
mi lascerò amare.
- Anileda Xeka -
Non posso salvarti
da me
non chiedermi questo!
Sarebbe come se
elemosinassi
un pezzo di pane
al mendicante
che bussa alla porta
all’ora di pranzo
e
di là in cucina
hai già apparecchiato
per due.
non chiedermi questo!
Sarebbe come se
elemosinassi
un pezzo di pane
al mendicante
che bussa alla porta
all’ora di pranzo
e
di là in cucina
hai già apparecchiato
per due.
- Anileda Xeka -
Tu eri la luce che entrava tra le
fessure dei miei ieri e non ti afferravo. Mille petali aveva il tuo sorriso.
Aveva mille arcobaleni il volto delle cose ancora senza nome. tu c’eri da
quando c’ero anch’io senza ch’io sapevo, senza che tu sapevi. Ti ho baciato con
le labbra del mio pensiero.
- Anileda Xeka -
Buona giornata a tutti. :-)
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