Quando nacque il mio Dolore lo nutrii con amore e lo
curai teneramente. Come tutte le creature viventi esso crebbe, forte, bello e traboccante di mirabili delizie.
Ci amavamo reciprocamente e amavamo il mondo che ci circondava;
poiché il Dolore aveva il cuore tenero, e il mio dal Dolore veniva conquistato.
Quando il mio Dolore ed io discorrevamo insieme, i giorni erano
alati e le notti ornate di sogni; poiché il linguaggio del Dolore era eloquente, e il mio con lui lo diventava.
Quando camminavamo insieme, la gente ci rivolgeva sguardi
delicati e sussurrava parole di dolcezza estrema. Ma c’era anche chi osservava invidioso, perché il Dolore è nobile ed io ne ero orgoglioso. Ma come tutte le creature viventi il mio Dolore morì ed io sono rimasto solo a pensare ed a soppesare.
Ora, quando parlo, le mie parole ricadono con un suono grave.
Quando canto i miei amici non vengono più ad ascoltare.
Quando cammino per la strada nessuno più mi degna di uno sguardo.
Solo nei miei sogni sento una voce misericordiosa che dice:
“Guarda, lì riposa l’uomo il cui Dolore è morto”.
- Khalil Gibran -
sull'opera
di Schin Loong
"Verso la fine della vita avviene come verso la
fine di un ballo
mascherato, quando tutti si tolgono la maschera.
Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si
è venuti
in contatto durante la vita."
- Arthur Schopenhauer -
Niente mi manca
in questa solitudine; sulla finestra splende la luna, attorno, i fiori. Ryokan, monaco dello Zen
- La vita felice 1994 -
Il
rimpianto è il prezzo che si paga per aver vissuto
momenti indimenticabili.
Buona giornata a tutti e tutte. :-)
|
domenica 4 gennaio 2015
Il dolore – Khalil Gibran -
Etichette:
dolore,
emozioni,
Kahlil Gibran,
solitudine,
vita
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento