venerdì 21 dicembre 2012

La segnaletica del Calvario – Don Tonino Bello -

Al Golgota si va in corteo, come ci andò Gesù.

Sulle grandi arterie, oltre alle frecce giganti collocate agli incroci, ce ne sono ogni tanto delle altre, di piccole dimensioni, che indicano snodi secondari.

Ora, per noi che corriamo distratti sulle corsie preferen­ziali di un cristianesimo fin troppo accomodante e troppo poco coerente, quali sono le frecce stradali che invitano a rallentare la corsa per imboccare l’unica carreggiata credibile, quella che conduce sulla vetta del Golgota?

Ve ne indico tre. Ma bisogna fare attenzione, perché si vedono appena.
 
La freccia dell’accoglienza. E’ una deviazione difficile, che richiede abilità di manovra, ma che porta diritto al cuore del Crocifisso.

Accogliere il fratello come un dono. Non come un rivale. Un pretenzioso che vuole scavalcarmi. Un possibile concor­rente da tenere sotto controllo perché non mi faccia le scarpe.

Accogliere il fratello con tutti i suoi bagagli, compreso il bagaglio più difficile da far passare alla dogana del nostro egoismo: la sua carta d’identità! Sì, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, o senza contorni, o senza fisionomia. Ma occorre una gran fatica per accettare quello che è iscritto all’anagrafe del mio quartiere o che abita di fronte a casa mia.

Coraggio! Il Cristianesimo è la religione dei nomi propri, non delle essenze. Dei volti concreti, noti degli ectoplasmi. Del prossimo in carne e ossa con cui confrontarsi, non delle astrazioni volontaristiche con cui crogiolarsi.

La freccia della riconciliazione. Ci indica il cavalcavia sul quale sono fermi, a fare autostop, i nostri nemici. E noi dobbiamo assolutamente frenare. Per dare un passaggio al fratello che abbiamo ostracizzato dai nostri affetti. Per stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo. Per porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto.

È sulla rampa del perdono che vengono collaudati il mo­tore e la carrozzeria della nostra esistenza cristiana. E su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce.

La freccia della comunione. Al Golgota si va in corteo, come ci andò Gesù. Non da soli. Pregando, lottando, soffrendo con gli altri. Non con arrampicate solitarie, ma solidarizzando con gli altri che, proprio per avanzare insieme, si danno delle norme, dei progetti, delle regole precise, a cui bisogna sottostare da parte di tutti. Se no, si rompe qualcosa. Non il cristallo di una virtù che, al limite, con una confessione si può anche ricomporre. Ma il tessuto di una comunione che, una volta lacerata, richiederà tempi lunghi per pazienti ricuciture.
 
Il Signore ci conceda la grazia di discernere, al momento giusto, sulla circonvallazione del Calvario, le frecce che segnalano il percorso della Via Crucis. Che è l’unico percorso di salvezza.

(don Tonino Bello)


Fonte: Alla finestra della speranza di don Tonino bello



Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio.
Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra.
Un viaggio di mille miglia ha inizio sotto la pianta dei tuoi piedi.

- Lao Tse - 





Pentimento non è auto compassione o rimorso, ma conversione, incentrare la nostra vita sulla Trinità. Non è guardare indietro con disgusto, ma avanti con speranza.
Non significa guardare in basso ai nostri errori, ma in alto all'amore di Dio.
Non significa guardare ciò che non siamo riusciti a essere, ma ciò che - per grazia divina - possiamo diventare.

- K. Ware, Agenda Missionaria -














"Se vi dicono che afferrate le nuvole, che battete l'aria, che non siete pratici, prendetelo come un complimento.
Non fate riduzioni sui sogni. Non praticate sconti sull'utopia.
Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo e vi date da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà: Ma cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?".

- don Tonino Bello -


«Capisco che costruire un asilo, innalzare una scuola, sistemare una  piazza, ampliare un porto, edificare un mercato, sottoscrivere un progetto di espansione urbanistica gratifica più che disegnare scientificamente la mappa cittadina del disagio, o impostare con rigore tecnico il centro di animazione sociale del quartiere, o provvedere al servizio domiciliare degli anziani, o istituire strutture per l’accoglienza di minori in difficoltà […] Sì, perché la pietra lascia incisa la firma per i secoli futuri. Il cuore dell’uomo, invece, sopporta l’autografo soltanto il tempo necessario per dire “grazie”»
- don Tonino Bello, vescovo -




Buona giornata a tutti. :)









giovedì 20 dicembre 2012

Il Genio della Massa - Charles Bukowski -



Tranquilli. E’ stato ritrovato il pezzo mancante del Calendario Maya, quello dal 21 dicembre in poi. Era nella cassetta degli attrezzi: mio zio lo usava come ferma porta.
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C'è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell'essere umano medio per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno.

E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita.
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l'amore.
E i migliori in guerra - in definitiva - sono quelli che predicano la pace.

Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio.
Quelli che predicano la pace non hanno pace.
Quelli che predicano amore non hanno amore.

Attenti ai predicatori.
Attenti ai sapienti.
Attenti a quelli che leggono sempre libri.
Attenti a quelli che o detestano la povertà,
o ne sono orgogliosi.
Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare,
poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio.
Attenti a quelli pronti a censurare,
hanno paura di quello che non sanno.
Attenti a quelli che cercano continuamente
la folla; da soli non sono nessuno.
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni.
Attenti al loro amore. Il loro è un amore comune
che mira alla mediocrità.

Ma c'è il genio nel loro odio.
C'è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti,
per uccidere chiunque.
Non volendo la solitudine,
non concependo la solitudine,
cercheranno di distruggere tutto ciò
che si differenzia da loro stessi.
Non essendo capaci di creare arte,
non capiranno l'arte.
Considereranno il loro fallimento, come creatori,
solo come un fallimento del mondo intero.
Non essendo in grado di amare pienamente,
considereranno il tuo amore incompleto
e poi odieranno te
e il loro odio sarà perfetto.

Come un diamante splendente.
Come un coltello.
Come una montagna.
Come una tigre.
Come cicuta.

La loro arte più raffinata.


(Charles Bukowski)








E’ Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti.
Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese.

- C. Bukowski -



A volte ho la sensazione di essere solo al mondo.
Altre volte ne sono sicuro.

- Charles Bukowski -



Certe volte scendi al mattino dal letto e pensi non ce la posso fare..
Ma dentro di te ridi ricordandoti tutte le volte che ti sei sentito così e vai in bagno, ti lavi, vedi quella faccia allo specchio, oddio,  oddio, oddio, ma ti pettini lo stesso, ti vesti per uscire, dai da mangiare ai gatti, raccogli il giornale dell’orrore, lo metti sul tavolino del soggiorno, saluti con un bacio la moglie, e ti trovi a uscire in retromarcia entrando nella vita stessa..
Come milioni di altri scendi nell'arena ancora una volta !!



-Bukowski-





"Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli Angeli nei cieli, ma soltanto il Padre mio". (Matteo 24:36)

Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 19 dicembre 2012

Cos'è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? - Søren Kierkegaard -

Cos'è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio?

Cos'è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos'è che lo rende debole, più debole di un bambino?

Cos'è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos'è che lo rende molle, più molle della cera?

È l'amore!

Cos'è che è più vecchio di tutto? È l'amore.

Cos'è che sopravvive a tutto? È l'amore.

Cos'è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto? È l'amore.

Cos'è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto? È l'amore.

Cos'è che sussiste, quando tutto frana? È l'amore.

Cos'è che consola, quando ogni consolazione viene meno? È l'amore.

Cos'è che dura, quando tutto subisce una trasformazione? È l'amore.

Cos'è che rimane, quando viene abolito l'imperfetto? È l'amore.

Cos'è che testimonia, quando tace la profezia? È l'amore.

Cos'è che non scompare, quando cessa la visione? È l'amore.

Cos'è che chiarisce, quando ha fine il discorso oscuro? È l'amore.

Cos'è che dà benedizione all'abbondanza del dono? È l'amore.

Cos'è che dà energia al discorso degli angeli? È l'amore.

Cos'è che fa abbondante l'offerta della vedova? È l'amore.

Cos'è che rende saggio il discorso del semplice? È l'amore.

Cos'è che non muta mai, anche se tutto muta?

È l'amore, e amore è solo quello che mai si muta in qualcos'altro.


 (Søren Kierkegaard) 

Fonte: (da Discorsi edificanti, pp. 81-82)





“O gli uomini impareranno ad amarsi o, infine, l'uomo vivrà per l'uomo, o gli uomini moriranno.
Il nostro mondo non ha che questa alternativa: amarsi o scomparire. Bisogna scegliere. Subito. E per sempre".

(Raoul Follereau)



Più riusciamo ad amare noi stessi e a occuparci dell'intera vita intorno a noi con cuore amorevole, aperto e coerente, più riusciremo a vivere in un luogo meraviglioso. (Brooke Medicine Eagle)

Non fare della tua mente un campo di battaglia,
non dichiarare guerra.
Tutto ciò che provi gioia, dolore, ira, odio è parte di te.
L'opposizione tra buono e cattivo è spesso raffigurata
con la lotta tra luce e tenebre,
ma se guardiamo in modo diverso,
vedremo che, anche quando la luce splende
le tenebre, non scompaiono.
Invece di venire cacciate, si fondono con la luce.
Diventano luce...

 - Thich Nhat Hanh -

 


martedì 18 dicembre 2012

Amiche -

C'è chi dice che quando le donne sono amiche sono insopportabili perchè sono sempre d'accordo ed insieme sono davvero un'unica cosa.

C'è quell'amica un po' sboccata che si mette sempre in mostra, ma che ci fa ridere tanto;
Ci sono amiche con cui andiamo ovunque, quella con cui abbiamo discusso del primo ragazzo di cui ci siamo innamorate;
C'è l'amica che ci critica senza cattiveria ogni 5 minuti, quella che sa tutto, quella così dolce che ci abbraccia all'improvviso;
Quella con cui abbiamo condiviso il letto in quel viaggio che fu un po' l'iniziazione della nostra vita di Donne;
Quella a cui raccontiamo davvero di tutto e dalla quale siamo sempre state capite.

Le amiche sono con noi nei momenti peggiori della vita.

L'amica che abbracciamo in silenzio e la sentiamo piangere e quella che ci offrì la spalla giusto un secondo prima di scoppiare in lacrime;

Quella che fa tutto ciò che le chiediamo.

L'amica che ci ascolta quando siamo innamorate e stiamo lì ore parlando della stessa persona;
Quella che ci chiama solo il giorno del nostro compleanno, e che alla fine a noi piace così;
Quella che sembra nostra madre e vive dispensando consigli;
E l'amica per cui subito provammo un bene enorme, senza riuscire a spiegarlo;
Quella che facemmo intristire per stare con un'altra che non valeva nulla;
L'amica che ti diede il consiglio più sensato della tua vita, che però non hai mai ascoltato;
L'amica che paga per noi quando siamo senza soldi in tasca;
L'amica che ci era tanto legata, ma che poi si allontanò da noi e ora non sappiamo più nulla di lei;
E l'amica che è come una sorella per noi;
E poi c'è la migliore amica, quella che semplicemente è la più grande amica.Chiaro anche gli uomini sanno essere buoni amici... anche loro lasciano magnifici ricordi, ma niente è uguale all'amicizia tra due donne.

 
L'amicizia di due donne comincia o finisce per essere un complotto contro una terza.

- Alphonse Karr -



Dio ha collocato il genio della donna nel cuore, perché le opere di questo genio sono tutte opere d'amore.
- Alphonse de Lamartine -





Ascoltando le donne in confessione i preti sono contenti di non essere sposati.
- Armand Salacrou -



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lunedì 17 dicembre 2012

Preghiera del Beato Giovanni Paolo II a San Francesco d'Assisi -



Tu, che hai tanto avvicinato il Cristo alla tua epoca, aiutaci ad avvicinare Cristo alla nostra epoca, ai nostri difficili e critici tempi.
Aiutaci! Questi tempi attendono Cristo con grandissima ansia, benché molti uomini della nostra epoca non se ne rendano conto.
Ci avviciniamo all'anno duemila dopo Cristo.


Non saranno tempi che ci prepareranno ad una rinascita del Cristo, ad un nuovo Avvento?
Noi, ogni giorno, nella preghiera eucaristica esprimiamo la nostra attesa, rivolta a lui solo, nostro Redentore e Salvatore, a lui che è compimento della storia dell'uomo e del mondo.
Aiutaci, San Francesco d'Assisi, ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo.
Tu, che hai portato nel tuo cuore le vicissitudini dei tuoi contemporanei, aiutaci, col cuore vicino al cuore del Redentore, ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca.
I difficili problemi sociali, economici, politici, i problemi della cultura e della civiltà contemporanea, tutte le sofferenze dell'uomo di oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti, le sue tensioni, i suoi complessi, le sue inquietudini...
Aiutaci a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo.
Aiutaci a risolvere tutto in chiave evangelica affinché il Cristo stesso possa essere "Via, Verità, Vita" per l'uomo del nostro tempo.
Questo chiede a Te, figlio santo della Chiesa, figlio della terra italiana, il Papa Giovanni Paolo II, figlio della terra polacca.
E spera che non glielo rifiuterai, che lo aiuterai. Sei sempre stato buono e sempre ti sei affrettato a portare aiuto a tutti coloro che si sono rivolti a Te.
(Papa Giovanni Paolo II)



Ciascuno manifesti con fiducia all'altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?
- San Francesco d'Assisi - 



Guardate l'umiltà di Dio,
e aprite davanti a Lui i vostri cuori;
umiliatevi anche voi,
perché Egli vi esalti.
Nulla, dunque, di voi
tenete per voi,
affinché vi accolga tutti
Colui che a voi si dà tutto.


 Buona giornata a tutti. :-)






domenica 16 dicembre 2012

La difficoltà a perdonare - Mons. Antonio Riboldi


Twitter
Quando il Papa "cinguetta"...il mondo "balbetta"...
W il Papa!!!
 
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Proviamo a pensare a quante volte, nel sacramento della Penitenza, ci accade lo stesso, come al figlio prodigo.

A noi, che ritorniamo a Lui, pentiti, il sacerdote si fa “padre” e rimette ogni colpa.

Questo è Dio. E se Dio è così nei nostri riguardi, chiede a noi di essere come Lui verso i nostri fratelli.

Non più dunque il sentimento di “me la pagherà” o il togliere il saluto, come se chi ci ha offeso non fosse più nostro fratello!

Sono sentimenti e atteggiamenti inconcepibili per noi, che in Dio siamo fratelli e che dovremmo imitarLo, perché quello che Lui ci perdona è mille volte più grave, di quanto noi dobbiamo perdonare…

Non resta che meditare ed affidarsi alla Parola del profeta Ezechiele:
"Così dice il Signore: Figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti: ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all’empio: Empio tu morirai e tu non parli per distogliere l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà, per la sua iniquità, ma della sua morte chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta, perché egli si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità, tu invece sarai salvo. (Ez. 33, 7-9)
 
Non ci resta che pregare per ottenere quella generosità di cuore, non solo per non recare offesa al prossimo, ma ancor più per donare amore a chi ci fa del male.
In altre parole, mettere in pratica la Parola del Padre nostro: “…rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiano ai nostri debitori."



( Mons. Antonio Riboldi)
 
 
...Chi riuscirà a far nuovamente germogliare nel cuore umano la tenera pianticella della speranza? Chi, se non il cristiano? La Sacra Scrittura, che gli è posta nelle mani, non è forse dal principio alla fine un messaggio di speranza?

- Beato Giovanni Paolo II -
 
 
Dio Dio, fa' divenire buoni i cattivi e simpatiche le persone buone.

-
Mark Twain -
 
 
La divina misericordia è un amore più potente del peccato, più forte della morte.
Quando ci accorgiamo che l’amore che Dio ha per noi non si arresta di fronte al nostro peccato, non indietreggia dinanzi alle nostre offese, ma si fa ancora più premuroso e generoso;
quando ci rendiamo conto che questo amore è giunto fino a causare la passione e la morte del Verbo fatto carne, il quale ha accettato di redimerci pagando col suo sangue, allora prorompiamo nel riconoscimento: "Sì, il Signore è ricco di misericordia", e diciamo perfino: "Il Signore è misericordia".

- Papa Giovanni Paolo II -
 
 
Eloquente è la parabola della pecorella smarrita. La pecora, a differenza di altri animali, come ad esempio il cane, non sa tornare da sola a casa e ha bisogno della guida del pastore.
Così siamo anche noi, incapaci di salvarci con le sole nostre forze.
Abbiamo bisogno dell'intervento dall'Alto.
E a Natale si compie questo prodigio di amore: Dio si è fatto uno di noi per aiutarci a ritrovare la strada che conduce alla felicità e alla salvezza.
- Papa Giovanni Paolo II -
 
 



 

sabato 15 dicembre 2012

I diritti naturali di bimbi e bimbe - Gianfranco Zavalloni

1. Il diritto all'ozio
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti.


2. Il diritto a sporcarsi
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti.

3. Il diritto agli odori
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura.

4. Il diritto al dialogo
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.

5. Il diritto all'uso delle mani
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco.

6. Il diritto ad un buon inizio
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.

7. Il diritto alla strada
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.

8. Il diritto al selvaggio
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.

9. Il diritto al silenzio
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua.

10. Il diritto alle sfumature
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.

(Gianfranco Zavalloni)
 
 
... Ma anche il diritto di volersi bene, di mangiare la cioccolata, di poter sperimentare la bellezza e di essere felici. E' nostro dovere, come adulti, di impegnarci per difendere i bambini e i loro diritti.
 

I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

- Antoine de Saint-Exupèry -

 
Lo so, non sono perfetto, ma chissenefrega! Nemmeno la luna è perfetta. E' piena di crateri! E il mare? Nemmeno lui! Troppo salato. E il cielo? Sempre così infinito.
Insomma, le cose belle non sono perfette, sono speciali!

- Bob Marley -
 
 
Nei bambini la nazione vede il proprio domani, come il proprio domani vede in essi la Chiesa.
 
- Papa Giovanni Paolo II -
 
 








 

San Pio X - Biografia

Giuseppe Sarto, nato a Riese, Treviso, 2 giugno 1835 – morto a Roma, 21 agosto 1914.
 
Il Pontificato di san Pio X ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e fu caratterizzato da un notevole sforzo di riforma, sintetizzata nel motto Instaurare omnia in Christo, "Rinnovare tutte le cose in Cristo".
I suoi interventi, infatti, coinvolsero i diversi ambiti ecclesiali.
Fin dagli inizi si dedicò alla riorganizzazione della Curia Romana; poi diede avvio ai lavori per la redazione del Codice di Diritto Canonico, promulgato dal suo Successore Benedetto XV.
Promosse, poi, la revisione degli studi e dell'"iter" di formazione dei futuri sacerdoti, fondando anche vari Seminari regionali, attrezzati con buone biblioteche e professori preparati.
Un altro settore importante fu quello della formazione dottrinale del Popolo di Dio (noi..gente normale). Fin dagli anni in cui era parroco aveva redatto egli stesso un catechismo e durante l'Episcopato a Mantova aveva lavorato affinché si giungesse ad un catechismo unico, se non universale, almeno italiano.
 
Da autentico pastore aveva compreso che la situazione dell'epoca, anche per il fenomeno dell'emigrazione, rendeva necessario un catechismo a cui ogni fedele potesse riferirsi indipendentemente dal luogo e dalle circostanze di vita.
 
Da Pontefice approntò un testo di dottrina cristiana per la diocesi di Roma, che si diffuse poi in tutta Italia e nel mondo.
Questo Catechismo chiamato "di Pio X" è stato per molti una guida sicura nell'apprendere le verità della fede per il linguaggio semplice, chiaro e preciso e per l'efficacia espositiva.
 
Notevole attenzione dedicò alla riforma della Liturgia, in particolare della musica sacra, per condurre i fedeli ad una più profonda vita di preghiera e ad una più piena partecipazione ai Sacramenti.
Nel Motu Proprio "Tra le sollecitudini" (1903, primo anno del suo pontificato), egli afferma che il vero spirito cristiano ha la sua prima e ed indispensabile fonte nella partecipazione attiva ai sacrosanti misteri e alla preghiera pubblica e solenne della Chiesa (cfr ASS 36[1903], 531).
Per questo raccomandò di accostarsi spesso ai Sacramenti, favorendo la frequenza quotidiana alla Santa Comunione, bene preparati, e anticipando opportunamente la Prima Comunione dei bambini verso i sette anni di età, "quando il fanciullo comincia a ragionare" (cfr S. Congr. de Sacramentis, Decretum Quam singulari : AAS 2[1910], 582).
 
Fedele al compito di confermare i fratelli nella fede, san Pio X, di fronte ad alcune tendenze che si manifestarono in ambito teologico alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX, intervenne con decisione, condannando il "Modernismo", per difendere i fedeli da concezioni erronee e promuovere un approfondimento scientifico della Rivelazione in consonanza con la Tradizione della Chiesa. Il 7 maggio 1909, con la Lettera apostolica Vinea electa, fondò il Pontificio Istituto Biblico.
 
Gli ultimi mesi della sua vita furono funestati dai bagliori della guerra. L'appello ai cattolici del mondo, lanciato il 2 agosto 1914 per esprimere «l'acerbo dolore» dell'ora presente, era il grido sofferente del padre che vede i figli schierarsi l'uno contro l'altro.
Morì di lì a poco, il 20 agosto e la sua fama di santità iniziò a diffondersi subito presso il popolo cristiano.
 
"Cari fratelli e sorelle, san Pio X insegna a noi tutti che alla base della nostra azione apostolica, nei vari campi in cui operiamo, ci deve essere sempre un'intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo giorno.
Questo è il nucleo di tutto il suo insegnamento, di tutto il suo impegno pastorale. Solo se siamo innamorati del Signore, saremo capaci di portare gli uomini a Dio ed aprirli al Suo amore misericordioso, e così aprire il mondo alla misericordia di Dio."(Papa Benedetto XVI)
 
 


Appassionato di matematica e astronomia, Giuseppe Sarto realizzò vari orologi solari per i paesi delle campagne venete.

Quando Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, maturava la vocazione sacerdotale e muoveva i primi passi di giovane prete nelle campagne venete coltivò una singolare passione, quella di costruire meridiane. Nato a Riese nel 1835 da una famiglia non ricca ma solida nella sua consuetudine con il lavoro e i principi cristiani, distintosi in particolar modo durante gli studi "per moltissima destrezza nella soluzione de' problemi sì algebrici che geometrici" e "per chiarezza d'idee e per molte precise cognizioni anche delle prove matematiche", don Giuseppe Sarto, consacrato sacerdote a 23 anni nel duomo di Castelfranco, viene subito assegnato come cappellano a Tombolo in aiuto del parroco don Antonio Costantini. Ed è lì che, pur nell'intenso lavoro pastorale e manuale per cui viene soprannominato "moto perpetuo" - e anzi proprio in ottica di servizio - riesce a dedicarsi alla sua assai meno nota attività di costruttore di meridiane. "Ne fece una su di una parete della canonica di Tombolo", dove peraltro non era lui ad abitare, e ne disseminò i paesi vicini, dove si spargeva rapidamente la sua fama di ispirato predicatore. 
Sua la meridiana della chiesa di Fontaniva, sotto la quale il 19 marzo 1904 fu inaugurata un'iscrizione per ricordarne la costruzione da parte di colui che nel frattempo era divenuto Pio X.
Non è difficile pensare come, una volta Pontefice, l'antica sua passione per l'osservazione astronomica applicata si armonizzasse alla linea del predecessore Leone XIII, che aveva tra l'altro rifondato la Specola Vaticana. Fu Pio X a volervi nel 1904 Pietro Maffi e su suo consiglio, nel 1906, nominò a dirigerla il gesuita austriaco Johann Georg Hagen, astronomo noto e stimato a livello internazionale, che virò decisamente l'indirizzo dell'osservatorio da meteorologico ad astronomico.
Si dice che un giorno il parroco di Fontaniva, in udienza da Pio X, si lamentasse che la sua meridiana non stava funzionando molto bene.

Pare che il Papa abbia risposto con una delle sue battute: "Non ero mica infallibile allora!".



I processi canonici per la beatificazione di Pio X (1923-1946)
La fama di Pio X come santo è sempre stata sulla bocca di tutti. Gli agiografi di Pio X assicurano la fama della sua santità in vita, in morte e dopo la morte.
Quasi nove anni dopo la sua morte, il 14 febbraio 1923, 28 cardinali domandarono al papa la glorificazione di Pio X ed incaricarono come postulatore della causa don Benedetto Pierami dei Benedettini Vallombrosani, abate di S. Prassede.
Questi organizzò i pro
cessi informativi ordinari diocesani, celebrati fra il 1923 ed il 1931, in diocesi di Treviso (1923-26), di Mantova (1924-27), di Venezia (1924-30) e di Roma (1923-1931) raccogliendo le deposizioni di 205 testimoni. Questo immane lavoro finì l'8 luglio 1931.

Don Benedetto morì improvvisamente il 12 agosto 1934. Il 18 ottobre successivo fu incaricato don Alberto Parenti della medesima congregazione religiosa, che a conclusione degli studi sui processi ordinari, il 12 febbraio 1943 poté dare alle stampe la Positio super causae introductione.
Tra il 1943 ed il 1946 furono celebrati nelle quattro diocesi i processi apostolici e furono sentiti 89 testimoni.
Tre anni più tardi, nel 1949, fu data alle stampe la Positio super virtutibus.

Per il 1950 Pio XII aveva in animo la celebrazione di tre grandi avvenimenti:
. il dogma dell'assunzione in cielo della Vergine,
. l'Anno Santo
. la beatificazione di Giuseppe Sarto,
ma all'ultimo momento furono mossi seri rilievi sul comportamento tenuto dal papa nel periodo della lotta al Modernismo, e fu quindi istruito un processo straordinario a partire dal 15 dicembre 1949, celebrato a causa delle Animadversines del promotore della fede Salvatore Natucci.
Alla fine fu stampata la Nova positio super virtutibus (1950) con un Summarium addizionale di documenti.

Superate tutte queste difficoltà, la causa subì una notevole accelerazione.
L'11 febbraio 1951 furono riconosciuti i due miracoli richiesti per la beatificazione e il 4 marzo successivo fu pubblicato il decreto del Tuto, che sanciva giuridicamente la possibilità di potere procedere.

Il 3 giugno 1951 avveniva la solenne cerimonia della beatificazione. Il papa Pio XII ebbe parole di particolare effetto: "Pio X, col suo sguardo d'aquila più perspicace e più sicuro che la veduta corta di miopi ragionatori [...], illuminato dalla chiarezza della verità eterna, guidato da una coscienza delicata, lucida, di rigida dirittura è un uomo, un pontefice, un santo di tale elevatezza che difficilmente troverà lo storico che sappia abbracciare tutta insieme la sua figura e in pari tempo i suoi molteplici aspetti."

Otto mesi più tardi, il 17 febbraio 1952, la sua venerata salma venne posta sotto l'altare della Presentazione in S. Pietro.

La glorificazione e la fortuna di S. Pio X nel mondo contemporaneo

Dopo la beatificazione, l'iter glorificatorio procedette speditamente: il 17 gennaio 1954 furono riconosciuti i due miracoli necessari per la canonizzazione.

Il 29 maggio 1954, davanti ad 800.000 persone, Pio XII celebrò la cerimonia della canonizzazione.

Pio X è l'unico papa santificato dal XVII secolo in poi: è sembrato a tutti che si attualizzasse la profezia de Il Giornale d'Italia, che aveva scritto:
"La Storia ne farà un gran Papa: la Chiesa ne farà un gran Santo".

Iniziò il decennio della fortuna di S. Pio X: il culto di S. Pio X fu subito portato in auge e numerosissime chiese in Italia e nel mondo furono costruite in onore del nuovo santo, con un riflesso positivo sulla liturgia e sull'arte sacra contemporanea.

Durante il Concilio Vaticano II (dieci anni dopo) emersono voci negative sui rapporti che Pio X aveva avuto con il mondo moderno.

Nel periodo postconciliare veniva esaltato dai cattolici tradizionalisti, che coglievano parzialmente il messaggio piano, rifacendosi quasi esclusivamente il momento antimodernista e di chiusura alle istanze del mondo moderno: molti di questi credenti divennero in seguito scismatici sulla scia di mons. Marcel Lefebvre (1905-1991) e della sua Fraternité Saint Pie X di Econe.

Al contrario, veniva denigrato dai cattolici progressisti o conciliari, che lo definivano come intransigente, integralista, integrista, tradizionalista, reazionario ed accentratore.