venerdì 11 gennaio 2013

Bestia, corpo, libro - Erica Jong -

Ero stufa d’esser donna,
stufa del dolore,
dell’irrilevante dettaglio del sesso,
la mia concavità
inutilmente affamata
e più vuota ogni volta che era piena,
e riempita infine
del suo stesso vuoto,
cercando il giardino della solitudine
anziché gli uomini.

Il letto bianco
nel verde giardino -

Desideravo
dormire sola
così come altri
desiderano un amore.
Persino quando sei arrivato tu
ho cercato di mandarti
via con la mia tristezza,
le mie ciniche seduzioni,
ed il mio trucco di
trasformare lo schiavo
in padrone.

E tutto perché
tu mi facevi
dolere le punte delle dita,
ed incrociare gli occhi
in una passione
che non sapeva nemmeno il proprio nome.

Orso, bestia, amante
del libro del mio corpo,
mi hai voltato le pagine
e scoperto
ciò che restava
da scrivere
sull’altro lato.

Ed ora
sono bianca
per te,
una tabula rasa
pronta ad esser stampata
con lettere
di una lingua sconosciuta
dalla gran rotativa
del nostro amore.

(Erica Jong)

Stella Sidi
Besus stregato

Ti cerco (Ishak Alioui)
Ti cerco ogni secondo
dentro alle imperfezioni dei muri
dentro alle strade chiassose
tra le mille immagini che i tuoi occhi
disegnano dinnanzi a me
in quel preciso attimo chiamato orgasmo
quando ti sfido ad amarmi a più non posso
quando io scherzo e tu mi prendi sul serio
poi capita che non ti penso per ore,
giorni, mesi e anni
cambio le carte in tavola
sfidando ogni giorno la vita
e come per magia appari tu
ricordandomi che non sono altro
che un mucchio
di carne, sangue e ossa.


La gente crede di sapere che cosa sia l'amore: non lo sa! E il loro malinteso rispetto all'amore crea gelosia. Con "amore" la gente intende un certo tipo di monopolio, una sorta di possessività, ma non comprende un semplice fatto della vita: nel momento in cui possiedi qualcuno, un essere vivente, lo hai ucciso! La vita non può essere posseduta. Non la puoi trattenere in un pugno: se la vuoi avere, devi tenere aperte le tue mani.
- Osho - 



“Prendimi. Con le mie lune storte, le mie giornate no, i miei sorrisi e i miei occhi allegri. Anche se non sono un bell’ affare. Tu prendimi.”



Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 10 gennaio 2013

Effonda ovunque il tuo profumo - Cardinale John Henry Newman

Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo, ovunque io passi.
Inonda la mia anima del tuo Spirito
e della tua vita.
Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un'emanazione della tua.
Illumina servendoti di me
e prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.
Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me.
Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,
che illumini gli altri attorno a me:
io non predichi a parole
ma con l'esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell'amore
che il mio cuore riceve da te.
Amen.
 
(+Cardinale John Henry Newman)

«Nell’ assistere alla Santa Messa rinnova la tua fede e medita quale vittima s’immola per te alla divina giustizia per placarla e renderla propizia. Non allontanarti dall’ altare senza versare lagrime di dolore e di amore per Gesù Crocifisso per la tua eterna salute. La Vergine Addolorata ti terrà compagnia e ti sarà dolce ispirazione»
 
(dedica di Padre Pio scritta su un messale alla figlia spirituale Angelina Buratti. fonte "L'ultima Messa di Padre Pio ed. Piemme")



                                 "Mio Signore e mio salvatore,
mi sento sicuro tra le tue braccia.
Se Tu mi custodisci,non ho nulla da temere;
ma se mi abbandoni,non ho più nulla da sperare.
Non so niente del futuro, ma faccio affidamento su di te.

Ti prego di darmi ciò che è bene per me;
ti prego di togliermi tutto ciò che può porre in pericolo la mia salvezza.

Non ti prego di farmi ricco,
non ti prego di farmi molto povero,
ma mi rimetto a te, interamente, perchè Tu sai ciò di cui ho bisogno
e che io stesso non so.

Se tu imponi dispiaceri o sofferenze,
concedimi la Grazia di sopportarli,
preservami dall'egoismo e dall'impazienza.

Se mi doni salute,forza e successo in questo mondo,
fa che sia sempre vigilante
affinchè questi doni insidiosi,
non mi trascinino lontano da Te.
(John Henry Newman)


Nel momento dell’adorazione, noi siamo tutti sullo stesso piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell’Amore. 
Comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. 
Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. 
Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. 
 
(Papa Benedetto XVI)































































mercoledì 9 gennaio 2013

Sotto una piccola stella - Wislawa Szymborska -

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

(Wislawa Szymborska)
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista polacca.Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni.
  
Paolo Uccello - San Giorgio e il Drago, Londra, National Gallery, 1456
Chiunque si identifichi con la psiche collettiva o, in termini mitologici, si lasci divorare dal mostro, e si annichilisca in esso, arriva al tesoro vigilato dal drago, ma vi arriva contro la sua volontà e con tutto danno per se stesso.

- Carl Gustav Jung -


Lotta fra un drago alato ed un leone, disegno - Leonardo da Vinci
Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Museo degli Uffizi, Firenze
 
Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.

- Friedrich Nietzsche-


Vittore Carpaccio - San Giorgio uccide il drago - 1502, Venezia

È così che si combattono i mostri: lasci che ti vengano vicino, li guardi negli occhi e poi li colpisci.

(Nella valle di Elah)
Raffaello - Studio per San Giorgio e il drago, 1506
Penna e inchiostro su gessetto nero
Non sono io a trovare i mostri... Direi che a volte sono loro a trovare me. Forse per loro il mostro sono io...

(Dylan Dog)



Raffaello Sanzio - S.Giorgio ed il drago.
Tempera su Tavola - 31x27cm Museo: Louvre-Parigi
 
Il sonno della ragione genera mostri.

- Francisco Goya -
 

Suor Maria Laura Mainetti martire vittoriosa sul satanismo - suor Beniamina Mariani

Suor Maria Laura Mainetti, uccisa da tre giovani sataniste nella notte del 6 giugno del 2000 in Val Chiavenna, è una martire del nostro tempo. Nella sua vita non è stata un’eroina, se per eroina si intende chi compie gesti clamorosi, ma una religiosa umile e riservata che si è donata con semplicità ai bisogni degli altri nella quotidianità di ogni giorno. Lei stessa ha scritto: “Quanta pazienza! E tu, Gesù, ne hai poca con me?! Non mi sento un eroe. Sono un piccolo granellino di sabbia. Tutto ciò che di bello si realizza, con l’azione o con la collaborazione, è solo merito tuo”.

Suor Maria Laura, al secolo Teresina Mainetti, era una persona semplice, umile, volitiva, aperta, sorridente e determinata a portare fino in fondo ciò che riteneva il bene.

Non aveva nulla di straordinario, era una donna del quotidiano, dell’ordinario, ma l’amore no, l’amore che metteva in tutto il suo essere ed il suo agire, era davvero straordinario.

Amava la vita in tutte le sue espressioni, perché la sua mamma era morta dandola alla luce. La sua esistenza può, quindi, essere considerata un inno alla vita, ma sempre nel silenzio e nel nascondimento. Infatti, solo dopo il 6 giugno 2000, la sera in cui fu barbaramente uccisa, la sua persona è venuta alla ribalta.

Cosa era successo quella sera?

Suor Maria Laura era stata ingannata da tre giovani minorenni che, mentendo, avevano chiesto il suo aiuto per evitare, diceva una di loro, un aborto imposto dopo una violenza sessuale, facendo leva sulla sua disponibilità ad aiutare chiunque avesse bisogno, soprattutto se giovani.

Così l’avevano attirata in un appuntamento e, nonostante i suoi due tentativi di incontrarle alla presenza di altre persone, prima con una operatrice del Centro di Aiuto per la vita e poi col Parroco, erano riuscite a mettere in atto il loro diabolico stratagemma: portarla, da sola, appena fuori città per sacrificarla a Satana.

In Via Poiatengo, quando Suor Maria Laura si accorge di essere stata ingannata dalle sue predilette, quando viene colpita a tradimento con pietre di porfido, e cerca ancora, invano, di far leva su ciò che di buono può annidarsi in fondo ad ogni cuore umano: “Ma cosa fate? Lasciatemi andare! Non dirò nulla a nessuno…”, si sente rispondere: “No, bastarda, devi morire!”.

A questo punto, per confessione delle stesse ragazze durante i primi interrogatori, Suor Maria Laura si abbandona nelle mani di Dio e, in ginocchio (gesto simbolico di sottomissione a Satana, imposto dalle ragazze) pronuncia queste parole: “Signore, perdonale”.

Ma le tre ragazze, imperterrite, si passano il coltello da cucina, prelevato da casa, e la colpiscono 6 volte + 6 + 6 come richiede il rito satanico. Erroneamente la feriscono 19 volte. Poi la lasciano nel sangue, sola, al buio.

Lavano il coltello alla fontana vicina, lo ripongono e vanno insieme al Luna Park.

Questo è il fatto di cronaca ricostruito nel processo. Ma c’è sicuramente una cronaca nascosta, nota a Dio solo.

Cosa avrà pensato, detto, pregato Suor Maria Laura quando si è trovata sola davanti a se stessa e a Dio?

Giustamente Mons. Maggiolini, allora Vescovo di Como, chiederà una sua biografia perché, scriveva: “Non si capisce un tramonto, se non a partire dall’alba… Non si decifra una vita, se non segnandone i vari passaggi e identificandone il cominciamento…”.

E concluderà, dopo aver conosciuto alcuni aspetti della sua vita: “…se il suo morire verrà giudicato un martirio, si sappia che l’epilogo è preceduto da una sorta di martirio di ogni giorno”.

Quale è stato questo martirio quotidiano?
Fondamentalmente il suo itinerario umano è stato un dono silenzioso e incessante, un inno alla vita nelle sue diverse espressioni: dal nascere al suo tramonto.

Si dedicava ai piccoli, ai giovani, alle famiglie, agli ammalati, alle persone sole e anziane, a tutti coloro che erano bisognosi di qualcosa. E tutto, con il sorriso e la gioia in cuore e sul volto.

La sua vita era una missione e così era definita da lei stessa: “La tua missione? Sei mandata. Non importa se al vertice o in fondo. L’amore potenzia tutto. Umiltà nel lasciarlo agire… La missione consiste essenzialmente nel lasciarsi “disturbare”. Cioè accogliere, ascoltare, intervenire come e dove si può, coi mezzi che si hanno a disposizione”.

Del resto, non aveva raccontato ad un gruppo di giovani che la sua vocazione era nata quando un sacerdote durante una confessione le aveva detto: “Devi fare della tua vita qualcosa di bello per gli altri” ?

Sì, tutte le testimonianze sono concordi nel dire che la sua vita è stata un bel dono per gli altri, per quei fratelli in cui lei diceva di vedere “il mio Gesù”, quel Gesù che aveva detto: “Quello che farete al più piccolo lo riterrò fatto a me”.

Infaticabile, attenta a rispondere ad ogni richiesta, come avrebbe potuto ignorare quel grido: “Vogliono farmi abortire, mi aiuti…”?

Sì, era un vigliacco tranello. Lei aveva preso tutte le precauzioni possibili per rispondere, ma il demonio si era impadronito di Veronica, Milena e Ambra… e come resistergli se non con la Croce di Gesù Cristo?

Erano tre ragazze come tante, della zona, iscritte alla scuola superiore, di famiglie apparentemente normali. Annoiate dalla vita monotona di una cittadina di frontiera, avevano cercato un diversivo nel satanismo, lasciandosi coinvolgere dai testi di Marilyn Manson, dai mass media e da informazioni che circolavano a scuola tra i ragazzi.

Avevano anche bruciato una Bibbia della Parrocchia e distrutto il Crocifisso della scuola; avevano riempito il diario di simboli e di frasi sataniche; avevano suggellato tra loro un patto di sangue, e praticavano un evidente autolesionismo… ma la scuola e la famiglia non si erano accorte di nulla...

Ogni sera, al bar, praticavano riti tesi ad incontrare satana. Infine, erano giunte a pensare di offrirgli in sacrificio una vittima, una vittima “pura”: ad esempio un feto, un bambino, un animale, un sacerdote…ma poi avevano ripiegato su una suora, Suor Maria Laura.

Volevano uscire dalla noia, affermando se stesse contro Dio, contro la morale e contro il limite di ogni autorità. Avevano scelto come culto la parodia blasfema della religione cattolica (ad es. recitavano il Padre nostro e l’Ave Maria al contrario) ma, come afferma lo psichiatra Vittorino Andreoli: “il satanismo rappresenta, per paradosso, un bisogno deviato di religione, di sacro. Perché i giovani non possono vivere senza trovare il senso dell’esistenza, un perché nell’agire”.

Ma queste povere ragazze avevano accanto degli educatori veri? Avevano ricevuto la proposta di valori contro il nichilismo ed il relativismo imperanti?

Martire Vittoriosa: come? 




Quella sera le tre ragazze volevano dimostrare l’esistenza di satana, volevano provare che il male è più forte del bene.

Quando, nel loro furore violento, si trovarono davanti una donna che persisteva a credere e a fare il bene, quando si resero conto che il male che le si scatenava addosso portava la Suora a pregare Dio e a chiedere perdono per le sue assassine, “ci rimasi male” ammetterà una di loro.

Loro malgrado, erano testimoni del trionfo del bene!

E una di loro testimonierà: “L’ho ingannata tirandola in una trappola e poi l’ho uccisa. Mentre facevamo questo, lei ci ha perdonato… Non posso avere, da parte sua, che un ricordo d’amore… In lei trovo conforto e grazia di sopportare… Sono sicura che mi aiuterà a diventare una persona migliore…”.

Diventava già realtà quanto è scritto sulla croce di pietra, posta sul luogo della sua morte: “Se il chicco di grano muore, porta frutto” (Gv. 12,24)

Sì, le hanno tolto la vita, ma non l’amore; la sua croce qui diventa già risurrezione.

Personaggi illustri, parlando di lei, scriveranno:

“Affascinante anomalìa… nessuno può umanamente, nel momento in cui viene ucciso, preoccuparsi del suo assassino…”.

“… figura rarissima… Prova che non tutto è materia, interesse personale, denaro, consumo… Finché ci sono queste figure, non muore la speranza nel futuro, sono luci nel mondo”.

Sì, Suor Maria Laura ha realizzato lo specifico del cristianesimo: non solo vincere il male con il bene, ma addirittura trasformare il male in bene.

E quanta vita è sgorgata dopo la sua morte! A Chiavenna, in Italia e all’estero. In suo nome tante opere sociali di carità che promuovono la vita.
Cosa direbbe Suor Maria Laura a chi si lascia irretire dal Satanismo?

Confiderebbe loro la propria esperienza:

“Fa’ della tua vita qualcosa di bello per gli altri! La risonanza di questo imperativo ti riempirà di gioia e la tua vita avrà un senso”.

“Perché non dai un po’ del tuo tempo alle persone sole, anziane, a chi è nel bisogno? Scoprirai perché e come servire gli altri, e ne godrai, perché donando si riceve e, come ha detto Gesù: “Si prova più gioia nel dare che nel ricevere”. (Atti 20,35)

“Sii certo di una Presenza, quella di Cristo Risorto che, incarnata nella tua storia quotidiana, ti ama, ti perdona, ti rinnova e non ti abbandona mai”.

“Ama ogni persona in quanto tale e in quanto incarnazione del Cristo, particolarmente i piccoli, i giovani, i meno amati”.

E gli confesserà come anche per lei non tutto era chiaro, ma aveva una certezza: “Signore, non sempre ti capisco, ma so che mi vuoi bene”.

Vorrà ripetere quanto ha lasciato scritto:

“Parlare ai giovani e dire loro che Dio è amore: li ama, ama ciascuno come fosse unico”.

“Il Signore non ti chiede la riuscita, ma il sì dell’amore, della fedeltà, della fiducia”.
PROVACI!

suor Beniamina Mariani
congr. "Figlie della Croce"





Teresina Mainetti nasce a Colico (Lecco) il 20 agosto 1939. 

Teresina - questo è il nome di battesimo della futura Suor Maria Laura - nasce a Colico, in provincia di Lecco, il 20 agosto 1939, decima figlia di mamma Marcellina e di papà Stefano.
Riceve il battesimo a Villatico di Colico il 22 agosto 1939. 

Sappiamo quanto i primi mesi dei neonati, come il tempo della gestazione, siano fondamentali nella vita di una persona. Anche se inconsciamente, queste prime esperienze si imprimono in modo indelebile forgiando il carattere e l'identità dell'adulto. Teresina, a pochi giorni di vita, vive lo strappo doloroso dall'affetto materno, ma riceve anche tutta la forza dell'amore e del dono di sé: impara dalla sua mamma a "morire" per dare la vita, impara a crescere e a farsi strada dimenticandosi per gli altri. 
Appena adolescente, Teresina intuisce la bellezza di una vita tutta donata nell'amore, e piano piano, il Cristo Crocifisso le apre orizzonti immensi di realizzazione, attirandola a sé.  "Della tua vita devi fare una cosa bella per gli altri". Questo invito, rivoltole da un sacerdote durante una confessione, è decisivo. Teresina lo avverte come il progetto di Dio su di lei e risponde con disponibilità e prontezza. Ama la sua famiglia, il suo mondo, le sue vallate... ma altre "cime" l'attraggono irresistibilmente al dono totale di sé a Dio e ai fratelli.

A 18 anni fa la sua scelta: entra nella Congregazione delle Figlie della Croce. Quella frase rimarrà per Teresina - divenuta Suor Maria Laura nell'agosto 1959 - una luce vivida, una stella polare che orienterà e guiderà sempre la sua vita di Figlia della Croce.
A Roma inizia il postulato tra le Figlie della Croce il 22 agosto 1957.
Emette i primi voti il 15 agosto 1959 a Roma.




E' insegnante a Vasto (Chieti), Roma, Parma e Chiavenna (Sondrio).


Attingendo la sua forza dall'ascolto quotidiano della Parola di Dio e dall'Eucaristia, Suor Maria Laura si dedica con gioia e passione alla sua missione tra i bambini e i giovani, sempre disponibile verso quanti hanno bisogno di attenzione e di amorevole cura, nella consapevolezza di incontrare in ognuno "il mio Gesù".


Le Suore della sua comunità così la descrivono:
"Era instancabile: sempre svelta e leggera, serena, come sospinta da una forza invisibile e invincibile. Sempre pronta ad accogliere, a rimboccarsi le maniche per servire, a scomodarsi per recare aiuto e conforto dov'era richiesto e dove scopriva una situazione di sofferenza, di povertà, di disagio di qualunque tipo. Amava tutti, ma i suoi «prediletti» erano gli ultimi. In loro vedeva il Cristo sofferente. «E' il mio Gesù», soleva dire tra il serio e il faceto e accorreva senza farsi attendere”.
Il 21 marzo 2000 scrive ad una consorella :
"...ti auguro di cercare e trovare Gesù tra i tuoi poveri e nella quotidianità. Sarai felice davvero!”.
La sera del 6 giugno 2000, mentre si accinge a prestare l'aiuto richiesto da tre ragazze, viene uccisa dalle stesse.
Muore pregando e donando il suo perdono.










martedì 8 gennaio 2013

L’acqua benedetta – Don Gabriele Amorth -


Può essere benedetta solo da un sacerdote con alcune speciali preghiere e con l'infondere un po' di sale benedetto.
Serve per fare aspersioni per benedire cose, luoghi e persone.
Abbi sempre in casa tua l'acquasantiera ben provvista.
Fra tanta voga di acque profumate e medicinali si è dimenticata l'Acqua benedetta. Fra tante boccette che ingombrano le camere non vi si trova più la boccetta dell'Acqua Santa.
L'uso di essa nella Chiesa è antichissimo e la storia ci dimostra la sua grande efficacia specialmente contro il demonio.
I due ossessi di Illfurt, quando veniva loro presentato un cibo nel quale fosse stata messa anche una sola goccia d'acqua benedetta, davano in smanie e non era possibile farglielo mangiare.

Per quello speciale potere che il demonio ha acquistato su tutta la natura per causa del peccato, la Chiesa usa benedire con l'Acqua Santa tutto ciò che è destinato al culto, anzi anche ciò che è destinato agli usi comuni della vita.
La poca stima e quindi la poca efficacia delle benedizioni dipende dalla poca fede di chi le riceve e anche di chi le dà.


L'acqua santa, usata nel debito modo rimette i peccati veniali, quando chi se ne serve ha il dolore nel cuore; dispone l'anima a ricevere i doni di Dio, mette in fuga il demonio, talvolta libera anche dai dolori e dalle infermità del corpo; allontana la grandine e la tempesta, dona fertilità alla terra, può anche aiutare a liberare le anime del purgatorio coadiuvata da preghiere di suffragio.

Si consiglia anche l'uso e l'aspersione nei luoghi dove sono stati commessi gravi peccati mortali (aborti, sedute spiritiche ecc..) e di aspergere frequentemente i moribondi, che in quei momenti tremendi sono particolarmente vessati e colpiti dal demonio (come ha sperimentato anche S. Faustina Kowalka e Suor Josefa Menendez).

Tutte queste grazie il Signore le concede quando chi si serve dell'acqua benedetta e riceve le benedizioni della Chiesa ha viva fede nella potenza e bontà di Dio.


(Don Gabriele Amorth)
Fonte:
" Un Esorcista Racconta ".



Il demonio parla della Madonna in un esorcismo di Padre Francesco Bamonte: "Voi pensate che sia lassù, ma Lei non sta lassù. Lei vi sta vicino; bastardi, bastardi, che avete fatto per averla così vicina, eh? E quando morite, Lei è là, Lei è là (lo ripete con rabbia) e aspetta un vostro pensiero, un vostro palpito del cuore per il bene, una vostra chiamata a Quello (a Gesù) e Lei è là, Lei è là che vi aspetta con il cuore aperto di madre! Tu sai che cos'è una madre, eh? Una madre guarda teneramente tutti i figli, insegna loro il bene, li richiama al bene e piange, e piange se il figlio, il figlio, il figlio non l'ascolta, perchè sa che io, io lo prenderò, se non l'ascolta io lo prenderò!"
 ('La Vergine Maria e il diavolo negli esorcismi', Francesco Bamonte)



"il demonio vuol fare il male all'uomo, ma riesce a fare solo ciò che Dio gli permette: la potestas appartiene a Dio e non al diavolo".

San Gregorio Magno (Moralium libri )


 Dio permette al demonio di tentarci e di provarci per rendere maggiori i nostri meriti!
"...è bene ricordare che, quando l'angelo buono lascia al demonio il vantaggio di raggiungere l'anima.. lo fa per purificarla. In realtà, egli intende disporla, attraverso questa preparazione spirituale, a qualche gran festa o grazia interiore che le vuole accordare. E' così che agisce Colui che mortifica per dare la vita e umilia solo per esaltare.."

- San Giovanni della Croce -


Buona giornata a tutti :-)





lunedì 7 gennaio 2013

Cassetti..... - Ishak Alioui -

Nel cassetto delle piccole cose
Metterei il fiore che ieri ho piantato in giardino,
Le stagioni che hanno il valore di una vita intera
E torte di compleanno grandi come la solitudine.

Nel cassetto dei minimi particolari
Ci sono la goccia di rugiada che si è depositata
Sul fiore del balcone del vicino
E la stretta di mano che ho donato a uno sconosciuto
Del quale non ricordo il nome.

Ci sono gli antichi sapori del pane appena sfornato
Come a volerci annunciare una fragranza che nasce dal cuore

Poi l’albero di ciliegie che rimane ancora lì
A ricordarmi la mia infanzia anni dopo anni
Colorandosi di mille colori ogni primavera.

Ci sono la mia prima pagella in prima elementare
E l’orsetto che mi fa compagnia da ormai una vita.

Ci sono il biglietto del treno che ho preso
La prima volta che sono partito da Lei

E le lettere di mille notti insonni
Passate a scrivere e poi abbandonate in un angolo

Per paura di soffrire più di quanto non facessi

E poi c’è l’alfabeto del dolore
appreso con lezioni di vita mai dimenticate

Nel cassetto del dolore
Ripongo i miei ricordi più belli
I volti di persone mai dimenticate
E la voglia di realizzare ogni giorno I sogni
che tanto conservo dentro di me……..



-Ishak Alioui-



Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza,
per fortuna siamo ancora capaci di piangere..

 - José Saramago -





Sarò capace di amare, al di sopra di tutte le delusioni.
Di donare, anche quando sono stata privata di tutto.
Di lavorare felicemente, anche quando mi trovo in mezzo a mille ostacoli.
Di asciugare le lacrime, anche quando sto ancora piangendo.
Di credere, anche quando sono stata discreditata.

Paulo Coelho, Aleph



Non lasciatevi intruppare dai dogmi, dalle uniformi, dalle dottrine.
Non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone.
Non siate gregge perdio.
Non riparatevi sotto l’ombrello delle colpe altrui.
Lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà.
La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.

(Oriana Fallaci)
buona giornata a tutti :-)