La mangiatoia, il bue, l'asino aiutarono Francesco a realizzare il suo desiderio.
Quel Natale di Greccio restò memorabile. Era l'inizio della tradizione del presepio.
Nelle cronache del 1200 si legge...
Francesco un giorno incontrò un nobiluomo
di nome Giovanni che gli chiese cosa doveva fare per seguire le vie del
Signore.
Francesco gli disse di prepararsi ad accogliere Gesù nel suo cuore e
preparare il Natale. Allora quel tale fece costruire una stalla, vi fece
portare del fieno e condurre un bove e un asino.
Poi arrivò dicembre… La notte
di Natale del 1223 molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si
avviarono verso la grotta che Giovanni da Greccio aveva preparato per
Francesco. Alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli
con i più poveri. Francesco disse di volere celebrare un rito nuovo, più
intenso e partecipato; per questo aveva chiesto il permesso al papa. Su un
altare improvvisato un sacerdote celebrò la Messa.
Francesco, attorniato dai suoi frati, cantò il Vangelo.
Stando davanti alla mangiatoia, egli aveva il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia.
Francesco, attorniato dai suoi frati, cantò il Vangelo.
Stando davanti alla mangiatoia, egli aveva il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia.
Allora fu visto «dentro la mangiatoia un bellissimo
bambino addormentato che il beato Francesco, stringendo con ambedue le braccia,
sembrava destare dal sonno».
Fra i testimoni del miracolo molti erano personaggi degni di fede e
questo contribuì a divulgare la notizia in tutto il Lazio, l'Umbria e la Toscana
fino a Genova e Napoli.
Da quel miracolo molti trassero benefici spirituali e
corporali: alcuni si convertirono e diventarono più buoni, altri guarirono da malattie,
altri trovarono forza e pace interiore.
Tutto il paese sapeva di questi prodigi
e teneva memoria di quella notte santa, quando un Bambino era apparso a
Francesco, che aveva voluto ricostruire l'ambiente del primo Natale in un bosco
dell'Appennino.
Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l'amore di
Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati
e si abbassa fino a noi.
- Papa Benedetto XVI -
La mangiatoia
L’immagine consueta del Presepio contiene dei
particolari che in Luca non sono menzionati: la grotta, il bue e l’asino. Essi
sicuramente sono racchiusi nell’immagine evocata dal vocabolo «mangiatoia»,
faine in greco: essa designa un bacino, una cavità ricavata dalla parete della
grotta, per deporvi non solo il mangime del bestiame, ma anche il cibo degli
operai e dei pastori che vi mettevano il loro pranzo che consumavano insieme.
In un resto della Mishnah che risolve alcuni problemi di casistica alimentare, si parla di un sito ove venivano appoggiate le cibarie degli operai e dei pastori: esso è chiamato ebus, mangiatoia, stalla, truogolo.
In un resto della Mishnah che risolve alcuni problemi di casistica alimentare, si parla di un sito ove venivano appoggiate le cibarie degli operai e dei pastori: esso è chiamato ebus, mangiatoia, stalla, truogolo.
In questa prospettiva, le parole dell’Angelo ai pastori:
«Questo sarà il segno», il «segno» rivelatore del mistero del Fanciullo - un
neonato è deposto nella mangiatoia, nell’incavo ove siete soliti appoggiare le
vostre vivande durante il lavoro -, acquistano un più pertinente significato:
il Fanciullo nella mangiatoia è: «II Pane disceso dal cielo. Chi mangia della
mia carne, avrà la vita » (Gv 6,51. 54).
- Giovanni Vannucci -
Buona giornata a tutti :-)