L'automobile era una Lincoln bianca col
tetto apribile e i sedili rossi, che i cattolici americani avevano regalato al
Papa per i suoi spostamenti in India.
Dal 6 dicembre, gli abitanti della
periferia di Bombay videro la Lincoln bianca, pilotata da un indù stracciato,
girare i bassifondi della città.
Ad ogni deposito di immondizie si fermava.
Scendevano due suore vestite col sari di cotonina bianca, frugavano tra i
rifiuti, e spesso trovavano qualche fagottino di roba viva, palpitante: un
neonato che una mamma aveva abbandonato perché incapace di nutrirlo.
Al «centro» delle Missionarie della Carità
ce n'erano già più di cento, ben disposti a strillare e a succhiare il latte
che venti caprette fornivano ogni giorno.
Poi, improvvisamente, la Lincoln bianca
sparì. « Il regalo del Papa è stato molto prezioso, e mi ha causato una grande
emozione — disse madre Teresa. — Ma ci siamo accorte che la benzina costava
troppo, e abbiamo deciso di rinunciare all'automobile vendendola.
Un ricco indù mi ha offerto ventisette
milioni: un prezzo di affezione, evidentemente, che io ho accettato. Metà in
contanti e metà in terreno, su cui abbiamo cominciato a costruire la « città
per i lebbrosi ».
Le suore continuarono lo stesso a girare
per i bassifondi, in cerca di neonati, di moribondi e di lebbrosi. Ma ripresero
il carretto a mano.
Fonte: “Madre Teresa di Calcutta”, Teresio
Bosco,pagg. 5 e 6 - Ed. Elledici 1991
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pagg.: 3,4 e 5: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/05/la-carretta-dei-moribondi-beata-madre.html
Il Signore fu posto in una mangiatoia per indicare che
veniva espressamente per essere cibo, offerto a tutti, senza eccezione.
Il Verbo, il Figlio di Dio, scegliendo la povertà e
giacendo in una mangiatoia, trae a sé ricchi e poveri, colti e incolti.
(Teodoto di Ancira)
Il Natale è fermarsi a
contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che si fa uomo nell’umiltà e nella
povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi stessi quel
Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che
i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i
nostri pensieri, le nostre azioni. Celebrare il Natale è quindi manifestare la
gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato in tutta la nostra esistenza,
per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità, della luce di
Dio agli altri.
(papa Benedetto XVI)
Calcutta 8 febbraio 1986, visita di Papa Giovanni Paolo II a Calcutta India.
"Il vero amore deve sempre fare male. Deve essere
doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama
sinceramente"
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
Nella notte di Natale, la Madre che doveva partorire non
trovò per sé un tetto. Non trovò le condizioni, in cui si attua normalmente quel
grande divino ed insieme umano Mistero del dare alla luce un uomo.
Permettete che mi serva della logica della fede e della
logica di un conseguente umanesimo. Questo fatto di cui parlo è un grande
grido, è una permanente sfida ai singoli e a tutti, particolarmente forse nella
nostra epoca, in cui alla madre in attesa viene spesso richiesta una grande
prova di coerenza morale. Infatti, ciò che viene eufemisticamente definito come
«interruzione di gravidanza» (aborto) non può essere valutato con altre categorie
autenticamente umane, che non siano quelle della legge morale cioè della
coscienza. Molto potrebbero a tale proposito dire, se non le confidenze fatte
nei confessionali, certamente quelle nei consultori per la maternità
responsabile.
(Parole sull’uomo, Incipit, Papa Giovanni Paolo I)
Preghiera nella
stanchezza
Vengo a te, Signore
con una giornata pesante sulle spalle.
Ho eseguito il mio umile compito,
non sono potuto stare in ginocchio
ma ho camminato e lavorato.
Grido a te dall'abisso della stanchezza
che mi prende durante
e alla fine della giornata.
Ti offro tutti questi umili lavori
che ogni giorno devo ripetere.
Ti offro questa mia vita che passa,
le amarezze e le consolazioni
quando ci sono.
Ti offro i miei piedi pesanti
e le mie mani stanche.
Dammi il coraggio di affrontare
ogni nuovo giorno,
e donami la Tua forza negli affanni
e nei momenti più duri.
Vengo a te, Signore
con una giornata pesante sulle spalle.
Ho eseguito il mio umile compito,
non sono potuto stare in ginocchio
ma ho camminato e lavorato.
Grido a te dall'abisso della stanchezza
che mi prende durante
e alla fine della giornata.
Ti offro tutti questi umili lavori
che ogni giorno devo ripetere.
Ti offro questa mia vita che passa,
le amarezze e le consolazioni
quando ci sono.
Ti offro i miei piedi pesanti
e le mie mani stanche.
Dammi il coraggio di affrontare
ogni nuovo giorno,
e donami la Tua forza negli affanni
e nei momenti più duri.
Amen
Buona giornata a tutti. :-)