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mercoledì 29 aprile 2020

Preghiera a santa Caterina per chiedere una grazia

La Chiesa, già ricolma della gioia pasquale, innalza a Dio lodi di maggior giubilo nella festa odierna di santa Caterina da Siena. 
Colei che giustamente può esser detta novella Debora, madre del popolo e difenditrice della Chiesa, nacque a Siena, nel rione di Fontebranda, il 25 marzo 1347, da Jacopo Benincasa e Lapa Piacenti, ultima di 25 figli. 
Dalla prima fanciullezza fu tutta consacrata a Cristo, che le apparve in manto e tiara (ornamenti propri del Romano Pontefice) all’età di sei anni. 
A sette anni fece voto di perpetua verginità e iniziò a mortificare il suo corpo. A dodici si tagliò i capelli per far capire ai suoi genitori che era suo serio intendimento non voler esser sposa di alcuno se non di Gesù. 
Nel 1363, dopo che vide una colomba aleggiarle sulla testa mentre era in estasi, il padre acconsente a che si unisca alle Mantellate di san Domenico. Sua mansione è quella di soccorrere i poveri e gli ammalati. 
Lo stesso Signore le apparve sotto le sembianze di un mendicante e Caterina gli fece dono del suo mantello: lo riebbe ornato di pietre preziose. Sul finire del Carnevale del 1367 fu misticamente sposata a Gesù Cristo. 
Il nome di Caterina era sì celebre e venerato, che da ogni parte le si portavano malati e tormentati dagli spiriti maligni. La sua dottrina fu infusa e non acquistata: leggeva e scriveva pur essendo analfabeta e, interrogata da insigni dottori su difficili questioni teologiche, rispondeva senza sforzo alcuno. Nessuno la avvicinò senza che ne ripartisse migliore. Attorno a lei si raccolse, verso il 1370, anche la cosiddetta “Bella Brigata”. A causa di questa popolarità alcuni mormorarono così nel 1374 fu chiamata a comparire dinnanzi al Capitolo Generale dell'Ordine Domenicano a Firenze: fu trovata senza colpa e come confessore personale gli fu assegnato fra’ Raimondo da Capua (futuro beato). 
Nel Domenica delle Palme del 1375, mentre dimorava a Pisa, dopo la Comunione ricevette l’impressione delle sacre Stimmate. Così era pienamente conformata al suo divino Sposo. Ma pur immersa nella meditazione delle cose divine, fu nondimeno mediatrice di pace nelle vicende politiche del suo tempo, intrattenendo rapporti epistolari con le più importanti personalità del suo tempo, Papa compreso. Il 18 giugno 1376 arriva alla corte papale di Avignone e ottiene da Gregorio XI il suo ritorno a Roma, ormai da troppi anni vedova del suo Pastore. Tuttavia gravi problemi sorsero quando fu eletto il successore di Gregorio: alcuni cardinali, in gran parte stranieri, avevano dichiarata invalida l'elezione di Urbano VI e il 20 settembre del 1378 elessero a Fondi un altro l’ antipapa Clemente VII, il quale fu poi costretto a fuggire ad Avignone con i cardinali che lo avevano eletto. Caterina si schierò a favore di Urbano VI. 
Era giunta però alla fine della sua corsa, aveva trentatré anni, quando il 29 aprile 1380, lo Sposo celeste la accolse nei talami del Paradiso. Il suo corpo virgineo fu sepolto a santa Maria sopra Minerva e tuttora vi è conservato sotto l’altar maggiore. Gloriosa per i miracoli, Pio II Piccolomini le decretò gli onori dei Santi nel 1461 e ne fissò la festa alla prima domenica di maggio. Clemente VIII la trasferì al 30 aprile giorno successivo alla sua morte. Urbano VIII ne fece restaurare l’Ufficio con nuove orazioni. Pio IX nel 1866 la annoverò fra i Patroni di Roma. 
Pio XII la costituì, assieme a San Francesco d’Assisi, Patrona d’Italia il 18 giugno 1939. 
Il 4 ottobre 1970 Paolo VI l’iscrisse nell’albo dei santi Dottori ed infine Giovanni Paolo II l’ha proclamò Compatrona d’Europa il 1º ottobre 1999.





Fa’, te ne preghiamo, 
o Dio onnipotente, che, 
celebrando lietamente l’annuo natale 
della tua beata Vergine Caterina, 
profittiamo dell’esempio di tanta virtù. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, 
tuo Figliuolo, che è Dio, 
e teco vive e regna, in unità con lo Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli. Così sia.



Preghiera a santa Caterina per chiedere una grazia

O sposa del Cristo, fiore della patria nostra. Angelo della Chiesa sii benedetta.
Tu amasti le anime redente dal Divino tuo Sposo: come Lui spargesti lacrime sulla Patria diletta; per la Chiesa e per il Papa consumasti la fiamma di tua vita.
Quando la peste mieteva vittime ed infuriava la discordia, tu passavi Angelo buono di Carità e di pace.
Contro il disordine morale, che ovunque regnava, chiamasti virilmente a raccolta la buona volontà di tutti i fedeli.
Morente tu invocasti sopra le anime, sopra l’Italia e l’Europa, sopra la Chiesa il Sangue prezioso dell’Agnello.
O Caterina Santa, dolce sorella patrona Nostra, vinci l’errore, custodisci la fede, infiamma, raduna le anime intorno al Pastore.
La Patria nostra, benedetta da Dio, eletta da Cristo, sia per la tua intercessione vera immagine della Celeste nella carità nella prosperità, nella pace.
Per te la Chiesa si estenda quanto il Salvatore ha desiderato, per te il Pontefice sia amato e cercato come il Padre il consigliere di tutti.
E le anime nostre siano per te illuminate, fedeli al dovere verso L’Italia, l’Europa e verso la Chiesa, tese sempre verso il cielo, ne Regno di Dio dove il Padre, il Verbo il Divino amore irradiano sopra ogni spirito eterna luce, perfetta letizia.
Amen.

Santa Caterina liberaci da questa pestilenza. Amen


Buona giornata a tutti. :-)