Il Pontificato di san Pio X ha lasciato un
segno indelebile nella storia della Chiesa e fu caratterizzato da un notevole
sforzo di riforma, sintetizzata nel motto Instaurare omnia in Christo,
"Rinnovare tutte le cose in Cristo".
I suoi interventi, infatti,
coinvolsero i diversi ambiti ecclesiali.
Fin dagli inizi si dedicò alla
riorganizzazione della Curia Romana; poi diede avvio ai lavori per la redazione
del Codice di Diritto Canonico, promulgato dal suo Successore Benedetto XV.
Promosse, poi, la revisione degli studi e dell'"iter" di formazione
dei futuri sacerdoti, fondando anche vari Seminari regionali, attrezzati con
buone biblioteche e professori preparati.
Un altro settore importante fu quello
della formazione dottrinale del Popolo di Dio (noi..gente normale). Fin dagli anni in cui era
parroco aveva redatto egli stesso un catechismo e durante l'Episcopato a
Mantova aveva lavorato affinché si giungesse ad un catechismo unico, se non
universale, almeno italiano.
Da autentico pastore aveva compreso che la
situazione dell'epoca, anche per il fenomeno dell'emigrazione, rendeva
necessario un catechismo a cui ogni fedele potesse riferirsi indipendentemente
dal luogo e dalle circostanze di vita.
Da Pontefice approntò un testo di dottrina
cristiana per la diocesi di Roma, che si diffuse poi in tutta Italia e nel
mondo.
Questo Catechismo chiamato "di Pio X" è stato per molti una
guida sicura nell'apprendere le verità della fede per il linguaggio semplice,
chiaro e preciso e per l'efficacia espositiva.
Notevole attenzione dedicò alla riforma
della Liturgia, in particolare della musica sacra, per condurre i fedeli ad una
più profonda vita di preghiera e ad una più piena partecipazione ai Sacramenti.
Nel Motu Proprio "Tra le sollecitudini" (1903, primo anno del suo pontificato),
egli afferma che il vero spirito cristiano ha la sua prima e ed indispensabile
fonte nella partecipazione attiva ai sacrosanti misteri e alla preghiera
pubblica e solenne della Chiesa (cfr ASS 36[1903], 531).
Per questo raccomandò
di accostarsi spesso ai Sacramenti, favorendo la frequenza quotidiana alla
Santa Comunione, bene preparati, e anticipando opportunamente la Prima
Comunione dei bambini verso i sette anni di età, "quando il fanciullo
comincia a ragionare" (cfr S. Congr. de Sacramentis, Decretum Quam
singulari : AAS 2[1910], 582).
Fedele al compito di confermare i fratelli
nella fede, san Pio X, di fronte ad alcune tendenze che si manifestarono in
ambito teologico alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX, intervenne con
decisione, condannando il "Modernismo", per difendere i fedeli da
concezioni erronee e promuovere un approfondimento scientifico della
Rivelazione in consonanza con la Tradizione della Chiesa. Il 7 maggio 1909, con
la Lettera apostolica Vinea electa, fondò il Pontificio Istituto Biblico.
Gli
ultimi mesi della sua vita furono funestati dai bagliori della guerra.
L'appello ai cattolici del mondo, lanciato il 2 agosto 1914 per esprimere
«l'acerbo dolore» dell'ora presente, era il grido sofferente del padre che vede
i figli schierarsi l'uno contro l'altro.
Morì di lì a poco, il 20 agosto e la
sua fama di santità iniziò a diffondersi subito presso il popolo cristiano.
"Cari fratelli e sorelle, san Pio X insegna
a noi tutti che alla base della nostra azione apostolica, nei vari campi in cui
operiamo, ci deve essere sempre un'intima unione personale con Cristo, da
coltivare e accrescere giorno dopo giorno.
Questo è il nucleo di tutto il suo
insegnamento, di tutto il suo impegno pastorale. Solo se siamo innamorati del
Signore, saremo capaci di portare gli uomini a Dio ed aprirli al Suo amore
misericordioso, e così aprire il mondo alla misericordia di Dio."(Papa Benedetto
XVI)
Appassionato di matematica e astronomia, Giuseppe Sarto realizzò vari orologi solari per i paesi delle campagne venete.
Quando Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, maturava la vocazione sacerdotale e muoveva i primi passi di giovane prete nelle campagne venete coltivò una singolare passione, quella di costruire meridiane. Nato a Riese nel 1835 da una famiglia non ricca ma solida nella sua consuetudine con il lavoro e i principi cristiani, distintosi in particolar modo durante gli studi "per moltissima destrezza nella soluzione de' problemi sì algebrici che geometrici" e "per chiarezza d'idee e per molte precise cognizioni anche delle prove matematiche", don Giuseppe Sarto, consacrato sacerdote a 23 anni nel duomo di Castelfranco, viene subito assegnato come cappellano a Tombolo in aiuto del parroco don Antonio Costantini. Ed è lì che, pur nell'intenso lavoro pastorale e manuale per cui viene soprannominato "moto perpetuo" - e anzi proprio in ottica di servizio - riesce a dedicarsi alla sua assai meno nota attività di costruttore di meridiane. "Ne fece una su di una parete della canonica di Tombolo", dove peraltro non era lui ad abitare, e ne disseminò i paesi vicini, dove si spargeva rapidamente la sua fama di ispirato predicatore.
Sua la meridiana della chiesa di Fontaniva, sotto la quale il 19 marzo 1904 fu inaugurata un'iscrizione per ricordarne la costruzione da parte di colui che nel frattempo era divenuto Pio X.Quando Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, maturava la vocazione sacerdotale e muoveva i primi passi di giovane prete nelle campagne venete coltivò una singolare passione, quella di costruire meridiane. Nato a Riese nel 1835 da una famiglia non ricca ma solida nella sua consuetudine con il lavoro e i principi cristiani, distintosi in particolar modo durante gli studi "per moltissima destrezza nella soluzione de' problemi sì algebrici che geometrici" e "per chiarezza d'idee e per molte precise cognizioni anche delle prove matematiche", don Giuseppe Sarto, consacrato sacerdote a 23 anni nel duomo di Castelfranco, viene subito assegnato come cappellano a Tombolo in aiuto del parroco don Antonio Costantini. Ed è lì che, pur nell'intenso lavoro pastorale e manuale per cui viene soprannominato "moto perpetuo" - e anzi proprio in ottica di servizio - riesce a dedicarsi alla sua assai meno nota attività di costruttore di meridiane. "Ne fece una su di una parete della canonica di Tombolo", dove peraltro non era lui ad abitare, e ne disseminò i paesi vicini, dove si spargeva rapidamente la sua fama di ispirato predicatore.
Non è difficile pensare come, una volta Pontefice, l'antica sua passione per l'osservazione astronomica applicata si armonizzasse alla linea del predecessore Leone XIII, che aveva tra l'altro rifondato la Specola Vaticana. Fu Pio X a volervi nel 1904 Pietro Maffi e su suo consiglio, nel 1906, nominò a dirigerla il gesuita austriaco Johann Georg Hagen, astronomo noto e stimato a livello internazionale, che virò decisamente l'indirizzo dell'osservatorio da meteorologico ad astronomico.
Si dice che un giorno il parroco di Fontaniva, in udienza da Pio X, si lamentasse che la sua meridiana non stava funzionando molto bene.
Pare che il Papa abbia risposto con una delle sue battute: "Non ero mica infallibile allora!".
I processi canonici per la beatificazione di Pio X
(1923-1946)
La fama di Pio X come santo è sempre stata sulla bocca di tutti. Gli agiografi di Pio X assicurano la fama della sua santità in vita, in morte e dopo la morte.
Quasi nove anni dopo la sua morte, il 14 febbraio 1923, 28 cardinali domandarono al papa la glorificazione di Pio X ed incaricarono come postulatore della causa don Benedetto Pierami dei Benedettini Vallombrosani, abate di S. Prassede.
Questi organizzò i processi informativi ordinari diocesani, celebrati fra il 1923 ed il 1931, in diocesi di Treviso (1923-26), di Mantova (1924-27), di Venezia (1924-30) e di Roma (1923-1931) raccogliendo le deposizioni di 205 testimoni. Questo immane lavoro finì l'8 luglio 1931.
Don Benedetto morì improvvisamente il 12 agosto 1934. Il 18 ottobre successivo fu incaricato don Alberto Parenti della medesima congregazione religiosa, che a conclusione degli studi sui processi ordinari, il 12 febbraio 1943 poté dare alle stampe la Positio super causae introductione.
Tra il 1943 ed il 1946 furono celebrati nelle quattro diocesi i processi apostolici e furono sentiti 89 testimoni.
Tre anni più tardi, nel 1949, fu data alle stampe la Positio super virtutibus.
Per il 1950 Pio XII aveva in animo la celebrazione di tre grandi avvenimenti:
La fama di Pio X come santo è sempre stata sulla bocca di tutti. Gli agiografi di Pio X assicurano la fama della sua santità in vita, in morte e dopo la morte.
Quasi nove anni dopo la sua morte, il 14 febbraio 1923, 28 cardinali domandarono al papa la glorificazione di Pio X ed incaricarono come postulatore della causa don Benedetto Pierami dei Benedettini Vallombrosani, abate di S. Prassede.
Questi organizzò i processi informativi ordinari diocesani, celebrati fra il 1923 ed il 1931, in diocesi di Treviso (1923-26), di Mantova (1924-27), di Venezia (1924-30) e di Roma (1923-1931) raccogliendo le deposizioni di 205 testimoni. Questo immane lavoro finì l'8 luglio 1931.
Don Benedetto morì improvvisamente il 12 agosto 1934. Il 18 ottobre successivo fu incaricato don Alberto Parenti della medesima congregazione religiosa, che a conclusione degli studi sui processi ordinari, il 12 febbraio 1943 poté dare alle stampe la Positio super causae introductione.
Tra il 1943 ed il 1946 furono celebrati nelle quattro diocesi i processi apostolici e furono sentiti 89 testimoni.
Tre anni più tardi, nel 1949, fu data alle stampe la Positio super virtutibus.
Per il 1950 Pio XII aveva in animo la celebrazione di tre grandi avvenimenti:
. il dogma dell'assunzione in cielo della Vergine,
. l'Anno Santo
. la
beatificazione di Giuseppe Sarto,
ma all'ultimo momento furono mossi seri
rilievi sul comportamento tenuto dal papa nel periodo della lotta al
Modernismo, e fu quindi istruito un processo straordinario a partire dal 15
dicembre 1949, celebrato a causa delle Animadversines del promotore della fede
Salvatore Natucci.
Alla fine fu stampata la Nova positio super virtutibus
(1950) con un Summarium addizionale di documenti.
Superate tutte queste difficoltà, la causa subì una notevole accelerazione.
Superate tutte queste difficoltà, la causa subì una notevole accelerazione.
L'11 febbraio 1951 furono riconosciuti i due miracoli richiesti per la
beatificazione e il 4 marzo successivo fu pubblicato il decreto del Tuto, che
sanciva giuridicamente la possibilità di potere procedere.
Il 3 giugno 1951 avveniva la solenne cerimonia della beatificazione. Il papa Pio XII ebbe parole di particolare effetto: "Pio X, col suo sguardo d'aquila più perspicace e più sicuro che la veduta corta di miopi ragionatori [...], illuminato dalla chiarezza della verità eterna, guidato da una coscienza delicata, lucida, di rigida dirittura è un uomo, un pontefice, un santo di tale elevatezza che difficilmente troverà lo storico che sappia abbracciare tutta insieme la sua figura e in pari tempo i suoi molteplici aspetti."
Il 3 giugno 1951 avveniva la solenne cerimonia della beatificazione. Il papa Pio XII ebbe parole di particolare effetto: "Pio X, col suo sguardo d'aquila più perspicace e più sicuro che la veduta corta di miopi ragionatori [...], illuminato dalla chiarezza della verità eterna, guidato da una coscienza delicata, lucida, di rigida dirittura è un uomo, un pontefice, un santo di tale elevatezza che difficilmente troverà lo storico che sappia abbracciare tutta insieme la sua figura e in pari tempo i suoi molteplici aspetti."
Otto mesi più tardi, il 17 febbraio 1952, la sua venerata salma venne posta sotto l'altare della Presentazione in S. Pietro.
La glorificazione e la fortuna di S. Pio X nel mondo contemporaneo
Dopo la beatificazione, l'iter glorificatorio procedette speditamente: il 17
gennaio 1954 furono riconosciuti i due miracoli necessari per la
canonizzazione.
Il 29 maggio 1954, davanti ad 800.000 persone, Pio XII celebrò la cerimonia della canonizzazione.
Pio X è l'unico papa santificato dal XVII secolo in poi: è sembrato a tutti che si attualizzasse la profezia de Il Giornale d'Italia, che aveva scritto:
Il 29 maggio 1954, davanti ad 800.000 persone, Pio XII celebrò la cerimonia della canonizzazione.
Pio X è l'unico papa santificato dal XVII secolo in poi: è sembrato a tutti che si attualizzasse la profezia de Il Giornale d'Italia, che aveva scritto:
"La
Storia ne farà un gran Papa: la Chiesa ne farà un gran Santo".
Iniziò il decennio della fortuna di S. Pio X: il culto di S. Pio X fu subito portato in auge e numerosissime chiese in Italia e nel mondo furono costruite in onore del nuovo santo, con un riflesso positivo sulla liturgia e sull'arte sacra contemporanea.
Iniziò il decennio della fortuna di S. Pio X: il culto di S. Pio X fu subito portato in auge e numerosissime chiese in Italia e nel mondo furono costruite in onore del nuovo santo, con un riflesso positivo sulla liturgia e sull'arte sacra contemporanea.
Durante il Concilio Vaticano II (dieci anni dopo) emersono voci negative sui rapporti che Pio X aveva avuto con il mondo moderno.
Nel periodo postconciliare veniva esaltato dai cattolici tradizionalisti, che coglievano parzialmente il messaggio piano, rifacendosi quasi esclusivamente il momento antimodernista e di chiusura alle istanze del mondo moderno: molti di questi credenti divennero in seguito scismatici sulla scia di mons. Marcel Lefebvre (1905-1991) e della sua Fraternité Saint Pie X di Econe.
Al contrario, veniva denigrato dai cattolici progressisti o conciliari, che lo definivano come intransigente, integralista, integrista, tradizionalista, reazionario ed accentratore.