È patrono delle Guardie Svizzere pontificie e
di mendicanti, albergatori, cavalieri.
È venerato dalla Chiesa Cattolica e
anche da quelle ortodossa e copta.
È uno dei fondatori del monachesimo in
Occidente e uno dei primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa. Ma ciò che
ha reso famoso San Martino di Tours, in Francia, è l'episodio del mantello.
Deriva da questo l’espressione “estate di San Martino” perché secondo la
tradizione, appunto, il Santo nel vedere un mendicante seminudo patire il
freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo
incontrò un altro mendicante e gli regalò l'altra metà del mantello: subito
dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.
L’Estate di san
Martino indica un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si
verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell'emisfero
australe il fenomeno si osserva in tardo aprile - inizio maggio, mentre
nell'emisfero boreale a inizio novembre.
San Martino nacque a Sabaria Sicca,nella
Pannonia, circa l’anno 316. Ancora bambino si trasferì coi genitori a Pavia,
dove suo padre, già tribuno militare dell’esercito romano, aveva ricevuto un
podere in quanto ormai veterano.
A Pavia, decenne, fuggì di casa e andò in
chiesa a farsi iscrivere fra i catecumeni. Nel 331, come figlio di veterano, fu
arruolato nell’esercito di Costanzo e fu inviato in Gallia, ad Amiens.
Qui, avendogli un poverello chiestogli
l’elemosina nel nome di Cristo, non avendo altro da dargli, tagliatala con la
spada, gli fece dono di metà della sua clamide.
La notte seguente, gli apparve
Cristo coperto con quella metà di mantello e che diceva agli Angeli che lo
accompagnavano: “Ecco qui Martino catecumeno, che m'ha rivestito con questa
veste”. Così nella Pasqua del 334 ricevette il Battesimo.
A
quarant’anni decide di abbandonare la milizia cesarea per arruolarsi in quella
ecclesiastica: nel 356 riceve l’esorcistato per le mani di sant’Ilario, Vescovo
di Poitiers, il quale pure lo ordinerà sacerdote nel 360. Anche Martino come
Ilario si impegnò nella lotta contro l’eresia ariana, subendo la persecuzione:
non andò in esilio come il santo Vescovo, ma fu frustato dagli eretici in
Pannonia, cacciato da Milano per ordine dell’empio Aussenzio, perseguitato
nell’Illirico. Dopo l’ordinazione sacerdotale decise di fondare un monastero a
Ligugé.
Nel 371 fu
eletto Vescovo di Tours, ma non abbandonò affatto l’austerità della vita
monastica, che anzi propagò con la fondazione di nuovi cenobi. Nell’episcopato si dimostrò di somma carità e bontà con tutti, ma anche e soprattutto di
ardente zelo per la Religione: avviò un'energica lotta contro l'eresia ariana e
il paganesimo rurale, predicò ovunque, battezzò villaggi, abbatté templi,
alberi sacri e idoli pagani.
Spirò a Candes l’8 novembre 397.
Le
ultime parole le rivolse al demonio: “Che fai qui, bestia crudele? Tu in me non
troverai nulla per te!”. I suoi funerali furono celebrati l’11 novembre e
videro un gran concorso di clero e di popolo.
Contro la sua volontà gli elettori riuniti a
Tours, clero e fedeli, lo eleggono Vescovo nel 371. Martino assolve le funzioni
episcopali con autorità e prestigio, senza però abbandonare le scelte monacali.
Va a vivere in un eremo solitario, a tre chilometri dalla città. In questo
ritiro, dove è ben presto raggiunto da numerosi seguaci, crea un monastero,
Marmoutier, di cui è Abate e in cui impone a se stesso e ai fratelli una regola
di povertà, di mortificazione e di preghiera. Qui fiorisce la sua eccezionale
vita spirituale, nell’umile capanna in mezzo al bosco, che funge da cella e
dove, respingendo le apparizioni diaboliche, conversa familiarmente con i santi
e con gli angeli. Se da un lato rifiuta il lusso e l’apparato di un dignitario
della Chiesa, dall’altra Martino non trascura le funzioni episcopali.
A Tours,
dove si reca per celebrare l’officio divino nella cattedrale, respinge le
visite di carattere mondano.
Intanto si occupa dei prigionieri, dei condannati
a morte; dei malati e dei morti, che guarisce e resuscita. Al suo intervento
anche i fenomeni naturali gli obbediscono. Per san Martino, amico stretto dei
poveri, la povertà non è un’ideologia, ma una realtà da vivere nel soccorso e
nel voto. Marmoutier, al termine del suo episcopato, conta 80 monaci, quasi tutti
provenienti dall’aristocrazia senatoria, che si erano piegati all’umiltà e alla
mortificazione. San Martino morì l’8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove
si era recato per mettere pace fra il clero locale. Ai suoi funerali, che si
celebrarono l’11 novembre, assistettero migliaia di monaci e monache. I nobili
san Paolino (355-431) e Sulpicio Severo, suoi discepoli, vendettero i loro beni
per i poveri: il primo si ritirò a Nola, dove divenne Vescovo, il secondo si
consacrò alla preghiera.
Martino è uno fra i primi santi non martiri
proclamati dalla Chiesa e divenne il santo francese per eccellenza, modello per
i cristiani amanti della perfezione. Il suo culto si estese in tutta Europa e l’11
novembre (sua festa liturgica) ricorda il giorno della sua sepoltura.
L’«apostolo delle Gallie», patrono dei sovrani di Francia, fu enormemente
venerato dal popolo: in lui si associavano la generosità del cavaliere, la
rinunzia ascetica e l’attività missionaria.
Quasi 500 paesi (Saint-Martin,
Martigny…) e quasi 4000 parrocchie in territorio francese portano il suo nome.
I re merovingi e poi carolingi custodivano nel loro oratorio privato il
mantello di san Martino, chiamato cappella. Tale reliquia accompagnava i
combattenti in guerra e in tempo di pace, sulla «cappa» di san Martino, si
prestavano i giuramenti più solenni. Il termine cappella, usato dapprima per
designare l’oratorio reale, sarà poi applicato a tutti gli oratori del mondo.
O Dio, tu vedi come non possiamo sussistere
per nostra forza; concedici propizio, per l'intercessione del beato Martino,
confessore e vescovo, di essere difesi contro ogni avversità.
Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata a tutti. :-)