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sabato 2 dicembre 2023

L'Angelo e la favola

 Degli angeli che calarono a frotte dal più alto dei cieli a cantare il “Gloria” sulla capanna dove nacque Gesù Bambino, uno si perse. 
Era un angelo distratto, sempre assorto nei suoi pensieri. Fu così che, quando scese sulla terra in quella notte fatale, l’angelo favolista vide, poco discosto da Betlemme, un gruppo di ragazzini che, dopo aver anch’essi fatto visita a Gesù, se ne tornavano a casa. 
Quale magnifica occasione. Sceso accanto a loro in veste di pellegrino dalla barba bianca, incominciò uno dei suoi racconti. 
Ed era l’alba quando i bambini furono costretti dalle grida delle mamme a tornare a casa, con la fantasia ed il cuore accesi da decine di meravigliose fiabe che l’anziano pellegrino aveva raccontato loro.
Il sole stava sorgendo e per Gesù iniziava la prima giornata terrestre. 
L’angelo pellegrino era in ritardo, molto in ritardo. E per di più non ricordava più, assolutamente, come si facesse a ridiventare angelo: una formula? Ma quali parole? Un pensiero chiave? Ma quale?
L’unica soluzione era andare da Gesù, chiedergli scusa e raccontargli tutto. Ma Gesù ora non era che un bimbetto in fasce, un bimbo di donna. 
E il Bimbo e la Donna, alle parole del pellegrino, non seppero proprio cosa rispondere: il Bimbo perché sorrideva soltanto e non sapeva ancora parlare; la Donna perché non conosceva che il Mistero che portava stretto al petto.
Fu così che l’angelo—pellegrino cominciò il suo girovagare terreno. 
E tanto gli piacque narrar favole ai bambini di quaggiù che il Signore, quando fu tornato nei Cieli e lo vide attorniato da bambini con gli occhi spalancati e la bocca aperta per la meraviglia, ce lo lasciò. 
Ancor oggi di tanto in tanto appare. 
E’ talmente invecchiato che la sua veste umana gli si è logorata completamente. 
Ma ben lo conoscono le mamme, quando suggerisce loro le più belle favole; ben lo conoscono i poeti, quando sussurra al loro cuore i versi più ricchi di fantasia e di colore; ed anche qualche prete, quando sente nel cuore un certo pizzicorino che lo spinge a dire — finalmente — cose meravigliose. 
Ma tutti lo conosceremo, se saremo stati buoni, nel momento del nostro volo verso il cielo. 
Quel momento buio sarà illuminato dalla Favola più bella ch’egli solo sa raccontare così bene perché così bene egli solo la conosce. 
Ci ricorderemo d’invocarlo, almeno allora?

(Riduzione da un racconto di Piero Gribaudi)













Se noi avessimo gli occhi degli Angeli nel guardare nostro Signore Gesù Cristo che è presente sull’altare e che ci guarda, come Lo ameremmo! 

 - San Giovanni Maria Vianney - Curato d’Ars - 


La pesatura delle anime. 
Lunetta della chiesa di San Biagio a Talignano (PR)

L'istante è come l'Avvento, poiché l'istante non è ancora il compimento. E se è già compiuto, perché Cristo è venuto, se l'istante porta nel suo grembo un "già", anche in questo senso è ancora attesa del compimento, o meglio, è attesa che si manifesti ciò che è già avvenuto, e che esso porta nel suo grembo.
La parola più amica dell'istante, perciò, è la parola "Avvento". E il sentimento che domina l'istante e lo fa diventare ricco di pace, carico di vigilanza e produttivo, è proprio l'attesa."

- Don Luigi Giussani - 




L’Avvento, come la Quaresima, è una stagione per la preghiera e per l’emendamento dei nostri cuori. 
Dal momento che arriva in inverno, il fuoco è un segno adatto per aiutarci a celebrare l’Avvento. 
Se Cristo sta per venire più pienamente nelle nostre vite in questo Natale, se Dio sta per incarnarsi realmente per noi, allora il fuoco dovrà essere presente nella nostra preghiera. 
Il nostro culto e la nostra devozione dovranno alimentare quel genere di fuoco nelle nostre anime che può davvero cambiare i nostri cuori. 
La nostra è una grande responsabilità per non sprecare questo tempo di Avvento.

- Edward Hays - 
Sacerdote contemplativo cattolico, Nebraska - U.S.A.



Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 30 novembre 2023

Il regalo di Babbo Natale

Babbo Natale partì dal Polo Nord il giorno della vigilia. I folletti quel dì ebbero un gran da fare per finire di preparare i giocattoli e incartarli in bei pacchettini, così da riempire la slitta. 
Finalmente partì. Il viaggio fu abbastanza movimentato e pieno di soste. In una di queste incontrò un ragazzo povero, ma entusiasta del Natale che lo aspettava con ansia. 
A Babbo Natale, quando vide la gioia negli occhi di quel bambino, gli si riempi il cuore di felicità; gli piaceva consegnare i doni soprattutto se come ricompensa riceveva allegria dai bambini. Finalmente, il Buon Vecchio dalla barba bianca, arrivò alle porte della città a bordo della sua tintinnante e scintillante slitta. 
Babbo Natale non vedeva l'ora di consegnare tutti quei regali ai bambini e di godersi la gioia dei loro visetti al momento di scartarli. Incitò le sue renne e a gran velocità entrò allegramente sotto l'arco della porta principale. Era notte fonda. 
Cominciò a vedere qualcosa di strano, non riusciva a distinguere in giro neanche un segno del Natale: non c'erano alberi addobbati, nessuna stella cometa fatta di lampadine, le vetrine erano tutte buie. Quando poi la sua slitta passò sotto le finestre della scuola elementare il suo sbalordimento fu davvero grande; non c'era niente alle finestre, neanche un piccolo disegno. Babbo Natale fu preso dallo sconforto e cominciò a pensare che si fossero dimenticati di lui, ma subito si riprese e bussò ad una porta per chiedere spiegazioni. 
Venne ad aprire un vecchio malandato che lo guardò con occhi assenti e spiegò a Babbo Natale che anche quel giorno avevano subito dei bombardamenti, perché quella città era in guerra e quindi la gente avendo paura di morire si rinchiudeva nei cunicoli più protetti e profondi. 
Per questo i bambini non andavano a scuola e si erano nascosti, e tutte le luci della città erano spente per non farsi vedere dal nemico. A queste parole Babbo Natale si rattristò moltissimo e allo stesso tempo pensò che doveva regalare un po' di felicità. Tirò fuori dal sacco un enorme mantello nero e lo distese sopra la città, coprendola tutta, per nasconderla al nemico. 
Suonò la campana e raccolse ogni abitante in piazza dove addobbò il più grosso albero di Natale, illuminò la città per intero con mille luci e distribuì tanti doni, a piccoli e grandi.

E, come per incanto, anche gli occhi delle persone tornarono a brillare!



L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.

- Papa Francesco -



Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno.

- Charles Dickens -




Tempo di Avvento ...
I doni di Gesù Cristo non ci aspettano solo in un puro “futuro” ma sono presenti già fin dentro il “presente”…

...Uno dei caratteri fondamentali dell'Avvento è "l'attendere", che è nel contempo anche uno "sperare"...
Nella sua vita, l'uomo è l'essere che attende: e che l'uomo sia un essere che attende, mai diviene così palese come nel tempo della malattia e della sofferenza. E allo stesso modo l'attendere è un fardello troppo gravoso da portare quando resta del tutto incerto se sia lecito aspettarsi qualcosa. Ma se il tempo stesso possiede un senso, se in ogni istante è racchiuso qualcosa di peculiare e che ha davvero valore, allora il presentimento di letizia per ciò che di meglio il domani recherà rende ancora più prezioso quanto è già presente, e ci conduce come un'invisibile forza attraverso il fluire del tempo.
L'Avvento cristiano ci vuole insegnare ad attendere proprio in questo modo: esso anzi è la forma specificamente cristiana dell'attendere e dello sperare. I doni di Gesù Cristo, infatti, non ci aspettano solo in un puro "futuro", ma penetrano già fin dentro il presente. Egli è presente già ora, in modo velato, e mi parla in molti modi: attraverso la sacra Scrittura, attraverso l'anno liturgico, attraverso i santi, attraverso gli innumerevoli eventi di ogni giorno, attraverso l'intera creazione...
Io posso rivolgergli la parola, posso elevargli il mio lamento e porre innanzi a lui le mie sofferenze, la mia impazienza e le mie domande, consapevole che egli è sempre lì ad ascoltarmi...

- Card. Joseph Ratzinger - 
da:  "Licht, dans uns leuchtet" 





Buona giornata a tutti. :-)