lunedì 16 maggio 2022

Pensare, ascoltare .....

 Pensare, ascoltare, tenere costantemente il cervello impegnato, è diventato il solo modo per evitare di sentire. 
Chi si butta sul lavoro creandone un motivo di vita.
Chi si concentra totalmente sullo studio.
Chi si getta sui figli o sugli animali.
Chi sulla politica, sullo sport, creando reazioni ossessivo-compulsive.
Lo scopo è sempre quello di riempire un vuoto per non ascoltare la nostra anima.
Ascoltare, udire, non significa necessariamente capire, consapevolizzare.
Sentire, percepire, è ciò che inconsciamente invece temiamo.
A volte, ascoltare percependo realmente i vari stimoli, interni od esterni, può essere più difficile di quanto si creda. Disabituati fin dall'infanzia, ormai, è una pratica talmente poco diffusa quella del sapersi ascoltare che, chi lo fa e ne trae degli spunti di consapevolezza, viene considerato una persona fuori dalla norma e spesso viene preso ad esempio diventando perfino una guida spirituale per chi sta, in un qualche modo, cercando di intraprendere un percorso di consapevolezza.
Noi nasciamo tutti con un dono, una scatola . La scatola delle percezioni. Questa scatola funziona ad una sola condizione, dev'essere flessibile il più possibile. Più noi la riempiamo di convinzioni, dogmi, teorie, obblighi, falsi impegni, divertimenti fittizi, intrattenimenti cerebrali, più questa scatola smette, poco a poco, di esercitare la sua funzione.

Il risultato è quello che siamo. Esseri spesso incapaci di cogliere le sfumature della vita, le espressioni di gioia o di tristezza del nostro animo o delle persone che ci stanno intorno. Occupiamo, affannati, lo spazio a nostra disposizione perchè, quello che sentiremmo lasciando la scatola vuota, sarebbe la vera percezione della realtà. Un eco che ci descrive quello che siamo e quello che abbiamo intorno. E quando la realtà risulta scomoda da accettare, più facile è dunque sommergerla sotto a decine di rumori ed impegni che non ci fanno ascoltare quella vocina che rimbomba dentro la scatola, raccontandoci quello che siamo e quello che potremmo essere.

- da il Libro rosso di Jung - 

 


Abbiamo bisogno di silenzio e solitudine come dell'acqua e dell'aria. 
Il frastuono e la confusione a lungo andare consumano e soffocano le energie vitali. 
Abbiamo bisogno di silenzio e solitudine per sentire che cosa ha da dirci la nostra anima. Perché lei parla sottovoce e con discrezione. 
Abbiamo bisogno di silenzio e solitudine per coltivare amicizie autentiche. Abbiamo bisogno di silenzio e solitudine per accorgerci di essere vivi.

L. Josephy



RICONOSCERTI

Ma non ti ho riconosciuto in quello sguardo di umiltà e di bisogno.
Non ti ho riconosciuto con quelle mani stanche, ferite, rugose.
Non ti ho riconosciuto con quegli abiti sporchi, con quella pelle dal colore diverso.
Non ti ho riconosciuto seduto all'angolo della strada, addormentato su una panchina coperto da cartoni.
No, Signore, conosco le tue parole, conosco il volto spesso visto su quadri, ma non ti riconosco nel fratello che incontro ogni giorno, che mi tende la mano, che mi parla di Te.

silence


Buona giornata a tutti :-)


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