venerdì 29 aprile 2022

La Torre pendente - Gianni Rodari

Il professor Grammaticus, una volta andò a Pisa, salì sulla Torre pendente, aspettò che gli passasse il capogiro e cominciò a gridare:

– Cittadini! Pisani! Amici miei!

I Pisani guardarono per aria e si rallegrarono:

– Oh, la Torre s’è messa a parlare e a fare i discorsi.

Poi videro il professore, e lo udirono continuare:

– Sapete perchè la vostra torre pende? Ve lo dirò io. Non date retta a quelli che vi parlano di cedimenti del sottosuolo, e così via. C’è, è vero, nelle fondamenta un piccolo errore, ma è di tutt’altro genere. Gli architetti di una volta non erano assai forti in ortografia. Così è successo loro di costruire una torre che stava in “ecuilibrio”, anziché in “equilibrio”. Mi spiego? In “ecuilibrio” sulla “c” non ci starebbe nemmeno uno stecchino: figuriamoci un campanile. Ecco dunque pronta la soluzione. Iniettiamo nelle fondamenta una piccola dose di “q”, e la torre si raddrizzerà in un attimo.

– Mai sia! – gridarono ad una voce i Pisani. – Torri diritte ce ne sono in ogni angolo del mondo. Quella pendente ce l’abbiamo solo noi, e dovremmo raddrizzarla? Arrestate quel pazzo. Accompagnatelo alla stazione e mettetelo sul primo treno.

Il professor Grammaticus fu preso per le braccia da due guardie, accompagnato alla stazione e messo sul primo treno: un omnibus per Grosseto che si fermava ad ogni passo e impiegò mezza giornata a fare cento chilometri. Così il professore ebbe modo di meditare sull’ingratitudine umana. Egli si sentiva abbattuto come Don Chisciotte dopo la battaglia con i mulini a vento. Ma non si scoraggiò. A Grosseto studiò le coincidenze e tornò a Pisa di nascosto, deciso a fare la sua iniezione di “q” alla Torre Pendente a dispetto dei Pisani.

Per caso, quella sera, c’era la luna. (Anzi, non per caso: c’era perché ci doveva essere). Al chiaro di luna la torre era così bella, pendeva con tanta grazia, che il professore rimase lì estatico a rimirarla e intanto pensava:

– Ah, come sono belle, certe volte, le cose sbagliate!

- Gianni Rodari -
brano tratto da “Il libro degli errori”, 1964

Photo of Jan Drewes, 3 sett. 2007, ore 00:12:40

“In aggiunta a questo declino nel livello medio di intelligenza, che è comunque contestato, vi è anche l'impoverimento della lingua. Numerosi studi mostrano un restringimento del campo lessicale ed un impoverimento della lingua. Non è solo questione di una riduzione del vocabolario usato, ma anche delle sottigliezze del linguaggio che permettono l'elaborazione e la formulazione del pensiero complesso.

La progressiva sparizione dei tempi...porta ad un pensiero nel presente, limitato all'istante, incapace di proiezione nel tempo. La generalizzazione dell'approccio familiare, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono tutti colpi mortali alla sottigliezza dell'espressione.

La storia è ricca di esempi e di molti scritti, da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451, che hanno raccontato come le dittature, di ogni schieramento, hanno impedito il pensiero riducendo e distorcendo il numero ed il significato delle parole. Non vi è pensiero critico senza pensiero. E non vi è pensiero senza parole.”

- Christophe Clavé -
 da: Baisse du QI, appauvrissement du langage et ruine de la pensée , Agefi, 2019


Buona giornata a tutti :-)


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