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domenica 24 gennaio 2021

da: "La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore" - card. Sarah Robert

[Dom Dysmas de Lassus:] “La mia esperienza di certosino, ovviamente, influenza il modo in cui risponderò alla sua domanda. 

Raramente esposto al rumore esteriore, in particolare alla città, non possedendo un cellulare, né un televisore, né una radio - questi ultimi due sono sempre stati esclusi dai nostri monasteri - la mia parola sarà un po’ fuori dagli schemi. 

Se c’è una malattia del rumore, bisognerebbe chiamarla sindrome di soffocamento. Lo noto nei candidati alla vita certosina che vengono da noi per un ritiro. 

Ricordi, desideri, ferite, paure che giacciono nel profondo della loro anima che non pensavano sarebbero venuti a galla. 

Nella vita quotidiana, l’afflusso incessante di notizie, di incontri, di attività diverse ricoprono senza sosta queste voci che sono in fondo all’essere e non lasciano loro la possibilità di risalire fino alla coscienza. 

Il silenzio e la solitudine li rivelano. 

Siccome la loro scoperta non è sempre piacevole e l’interessato è piuttosto impotente, cerca di conservarli fuori dalla coscienza, mantenendo il rumore permanente che impedisce loro di manifestarsi”.

(Sarah Robert, “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, Siena, Cantagalli, 2017, p. 267-268)



 “Lontani da Dio, il silenzio è un confronto difficile con il proprio io e con le realtà poco brillanti che sono nel fondo della nostra anima. Pertanto, l’uomo entra in una logica che assomiglia alla negazione della realtà. 

Si stordisce con tutti i rumori possibili per dimenticare chi è. L’uomo postmoderno cerca di anestetizzare il proprio ateismo. I rumori sono paraventi che tradiscono la paura del divino, della vita reale e della morte”.

(Sarah Robert, “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, Siena, Cantagalli, 2017, p. 269)



“56. Dobbiamo dedicare molto tempo a Dio, alla preghiera e all’adorazione. Lasciamoci nutrire con abbondanza e senza posa dalla Parola di Dio. Ci vuole molto tempo perché il nostro cuore, di cui conosciamo la durezza, si addolcisca, si umili al contatto con l’ostia e s’impregni dell’amore di Dio”.


(Sarah Robert, “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, Siena, Cantagalli, 2017, p. 58)


Card. Robert Sarah con papa Benedetto XVI


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giovedì 10 ottobre 2019

Volete rinnovare la Chiesa? Allora dobbiamo inginocchiarci! - cardinale Robert Sarah

Senza esitare anche solo un momento, vi dico: volete rinnovare la Chiesa? Allora dobbiamo inginocchiarci!

Volete ricostruire questa meravigliosa cattedrale che è la Chiesa? Inginocchiatevi!
Una cattedrale è anzitutto un luogo dove la gente si inginocchia. Una cattedrale è il luogo dove Dio è presente nel Santissimo Sacramento.
Il compito più importante è riscoprire il senso dell’adorazione! La perdita del senso dell’adorazione di Dio è all’origine di tutti gli incendi e le crisi che fanno barcollare questo mondo e la Chiesa.

Abbiamo bisogno di adoratori!
Il mondo sta morendo per mancanza di adoratori!
La Chiesa si è inaridita perché mancano adoratori che plachino la sua sete! Ci mancano le persone che cadono in ginocchio come Gesù quando si rivolge al Suo e nostro Padre: “Poi si allontanò da loro quasi a un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. (Luca 22:41)

Non riusciremo a riscoprire una comprensione della dignità della persona se non riconosciamo la sublimità di Dio. Solo allora l’uomo è grande e particolarmente nobile, quando cade in ginocchio davanti a Dio. Un grande uomo è umile, e un uomo umile si inginocchia.

Amici miei, anche se a volte ci disperiamo alla presenza dei potenti di questo mondo, se a volte deponiamo le armi davanti a loro, ricordate che nessuno può rubarvi la vostra libertà di inginocchiarvi.

Quando sacerdoti increduli abusano della loro autorità e vi impediscono brutalmente di inginocchiarvi a ricevere la Santa Comunione, non perdete la vostra pace e la serenità interiore davanti al Signore Eucaristico.
Non opponete loro resistenza, ma pregate per i sacerdoti, la cui condotta bestemmia e profana Colui che tengono in mano. Cercate di imitare l’umiltà di Dio e mettetevi in ginocchio nel vostro cuore, nella vostra volontà, nella vostra mente, nel rispetto di voi stessi, insomma in tutto il vostro essere interiore.
Questa è l’area riservata a Dio.

Un uomo in ginocchio è più potente del mondo!
È un muro di protezione incrollabile contro l’empietà e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio fa tremare Satana in tutto il suo orgoglio!

Tutti voi che agli occhi degli uomini siete senza potere e influenza, ma che sapete inginocchiarvi davanti a Dio, non temete coloro che cercano di intimidirvi! La vostra missione è grande: consiste nell’impedire che il mondo si distrugga da solo. (…)

Voi cristiani di oggi, sarete i santi e i martiri cui i popoli agognano, guiderete la nuova evangelizzazione? Le vostre patrie hanno sete di Cristo! Non le deludete! La Chiesa vi affida questa missione!

A mio parere, siamo a un punto di svolta nella storia della Chiesa. La Chiesa ha bisogno di una riforma profonda e radicale che deve avere inizio dal cambiamento nella vita dei suoi sacerdoti. Ma tutto questo è al servizio della santità. La Chiesa stessa è santa. I nostri peccati e le nostre preoccupazioni mondane impediscono che questa santità si diffonda. È giunto il momento di mettere da parte tutti questi fardelli affinché la Chiesa possa finalmente apparire come Dio l’ha fatta.

Alcuni ritengono che la storia della Chiesa sia segnata da riforme strutturali. Secondo la mia convinzione sono i santi che cambiano la storia. Le strutture emergono poi sulla loro scia e non fanno altro che continuare ciò che i santi avevano introdotto. Quando Dio chiama, esige qualcosa di radicale! Va alle radici. Cari amici, non siamo chiamati a essere cristiani mediocri!

No, Dio chiama tutto il nostro essere, esige una dedizione totale, addirittura fino al martirio del nostro corpo e della nostra anima! Egli ci chiama alla santità: “Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo.” (Lev 19:2)

Estratto dalla conferenza tenuta il 25 maggio 2019 all’Église Saint François-Xavier a Parigi 
dopo aver visitato la cattedrale di Notre Dame devastata dal rogo.


Card. Sarah in ginocchio a Notre Dame


«Il sacramento della Penitenza è importante. 
Mi insegna a guardarmi dal punto di vista di Dio, e mi costringe ad essere onesto nei confronti di me stesso. 
Mi conduce all’umiltà. 
Il Curato d’Ars ha detto una volta: - Voi pensate che non abbia senso ottenere l’assoluzione oggi, pur sapendo che domani farete di nuovo gli stessi peccati. Ma – così dice – Dio stesso dimentica al momento i vostri peccati di domani, per donarvi la sua grazia oggi. Benché abbiamo da combattere continuamente con gli stessi errori, è importante opporsi all’ abbrutimento dell’anima, all’ indifferenza che si rassegna al fatto di essere fatti così. 
È importante restare in cammino, senza scrupolosità, nella consapevolezza riconoscente che Dio mi perdona sempre di nuovo. Ma anche senza indifferenza, che non farebbe più lottare per la santità e per il miglioramento. E, nel lasciarmi perdonare, imparo anche a perdonare gli altri. Riconoscendo la mia miseria, divento anche più tollerante e comprensivo nei confronti delle debolezze del prossimo». 

- papa Benedetto XVI -



Buona giornata a tutti. :-)

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domenica 5 agosto 2018

La paura del silenzio - cardinale Carlo Maria Martini

Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, in cui si riceve la Parola di Dio, la si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo. 
Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto della Parola e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. 
Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. 
Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. 
Il silenzio è sempre difficile.
Il silenzio bianco ancor di più: il silenzio nero è pura assenza di suoni, quello bianco è sintesi di tutti i colori. Ed è questo che bisogna imparare a esercitare. Superare, guardare in faccia la paura del silenzio, nella quale emergono alcuni mostri interiori, per imparare che si possono esorcizzare e si può dare loro un senso.

- cardinale Carlo Maria Martini -





«È necessario per tutti noi coltivare il silenzio e circondarlo di una diga interiore. 
Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sperimentato il bisogno di un silenzio più profondo, più completo. 
Si tratta di quella sobrietà che conduce a non pensare neppure a me stesso, ma a volgere il mio sguardo, il mio essere e la mia anima verso Dio. 
Il silenzio sacro permette all’uomo di mettersi gioiosamente a disposizione di Dio ed è la sola reazione veramente umana e cristiana di fronte all’irruzione di Dio nella nostra vita. 
Occorre far vivere il profondo legame tra silenzio sacro e mistero, perché senza il mistero noi siamo ridotti alla banalità di cose terrestri. 
Il silenzio è un velo che protegge il mistero. 
Nelle liturgie della Chiesa, il silenzio non può essere una pausa tra due riti; il silenzio è la stoffa nella quale dovrebbero essere tessute tutte le nostre liturgie. 
Nulla in esse può rompere l’atmosfera silenziosa che è il suo clima naturale».

- Cardinale Robert Sarah -



...le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. 
Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino...

- papa Benedetto XVI - 
dalla Udienza Generale del 25 agosto 2010



Buona giornata a tutti. :-)