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venerdì 10 novembre 2017

San Leone I, detto Magno - memoria liturgica 10 novembre

Tre cose rientrano nelle pratiche religiose:
la preghiera, il digiuno e l'elemosina.

Infatti, con la preghiera si cerca di rendere propizio Dio;
con il digiuno si estingue la concupiscenza della carne;
con le elemosine si redimono i peccati;
e simultaneamente in tutto ciò
viene rinnovata in noi l'immagine di Dio,
se siamo sempre pronti alla sua lode,
se siamo solleciti di purificarci incessantemente,
se ci dedichiamo senza esitazioni a sostentare il prossimo.


Questa triplice pratica ha in sé gli effetti di tutte le virtù.

E’ essa che fa giungere all’ immagine e somiglianza di Dio
e rende inseparabili dallo Spirito santo.
Con le preghiere resta integra la fede,
con i digiuni la vita si conserva innocente,
con le elemosine diventa benigna la mente


- San Leone Magno, papa -
  Fonte: Sermone 12,4



Leone non dovette solo combattere contro i nemici dell’ortodossia cattolica, ma anche contro nemici armati... di armi vere e proprie. 
Le invasioni barbariche.
Girava già un nome che incuteva terrore: Attila e i suoi Unni. Dove passava lui e le sue orde di guerrieri “non nasceva più erba” tanta era la distruzione che portavano. Questo era possibile ormai perché sembrava inarrestabile il lento declino di quella che era stata la Roma imperiale, sicura della forza delle proprie legioni, un tempo invincibili.
Fu lo stesso imperatore Valentiniano III a pregare Leone di guidare lui l’ambasceria incontro ad Attila e ai suoi Unni.
Questi avevano ormai già iniziato la devastazione del Nord Italia e puntavano, naturalmente, su Roma. 
L’incontro ed il faccia a faccia Leone-Attila avvenne vicino a Mantova. 
E fu positivo. Leone aveva risparmiato Roma da un altro saccheggio (dopo quello del 410 dei Visigoti di Alarico). 
Gli storici ci dicono che non furono solamente le forti parole e il prestigio politico di Leone a fermare Attila e a fargli invertire la rotta. 
C’erano anche considerazioni politico-militari. Un’altra versione (immortalata da un quadro di Raffaello) afferma che Attila vide in visione, dietro Leone a difenderlo gli apostoli Pietro e Paolo, armati... di armi vere e proprie!


Colui che è misericordia vuole che tu sia misericordioso, e colui che è giustizia vuole che tu sia giusto, perché il Creatore brilli nella sua creatura. 

- San Leone Magno, papa -




 Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! 
Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. 
Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero da colpa, è venuto per la liberazione di tutti. 
Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita. 


- San Leone Magno, papa -
Discorso 1 per il Natale 



Non ti arrendere mai,
neanche quando la fatica si fa sentire,
neanche quando il tuo piede inciampa,
neanche quando i tuoi occhi bruciano,
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,
neanche quando la delusione ti avvilisce,
neanche quando l'errore ti scoraggia,
neanche quando il tradimento ti ferisce,
neanche quando il successo ti abbandona,
neanche quando l'ingratitudine ti sgomenta,
neanche quando l'incomprensione ti circonda,
neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l'aria del niente,
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia...
 Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi... e ricomincia!

 +San Leone Magno,papa


Buona giornata a tutti. :-)







sabato 22 settembre 2012

A te che piangi i tuoi morti, ascolta - Padre Giacomo Perico -

Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo
dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire
quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si é ormai assorbiti
dall'incanto di Dio e dai riflessi
della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo,
quanto piccole e fuggevoli,al confronto!
Mi é rimasto
un profondo affetto per te;
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Ora l'amore che mi stringe
profondamente a te,
é gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo
nella serena ed esaltante attesa,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti
di sconforto e di stanchezza,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte,
dove ci disseteremo insieme
nel trasporto più intenso,
alla fonte inesauribile
dell'amore e della felicità.
Non piangere più
se veramente mi ami!

Preghiera/meditazione di Padre Giacomo Perico attribuita nel web a Sant'Agostino

Fonte: "Resta con noi Signore!" San Paolo Edizioni, 2001

Padre Giacomo Perico (Ranica, 1911 - Milano, 2000), sacerdote gesuita, dal 1940 nella Compagnia di Gesù. Specializzato in problemi di bioetica e nelle tematiche della vita familiare e sociale, ha fondato nel 1946 il Centro Studi Sociali di San Fedele (Milano) che ha dato origine alla rivista Aggiornamenti Sociali, sulla quale ha scritto 248 articoli. Nel 1960 ha dato vita all'Istituto Giulio Salvadori per "bambini soli" accanto a quello femminile già esistente. Tra le sue pubblicazioni più diffuse: L'aborto - Adozione e prassi adozionale Giovani, amore e sessualità - A difesa della vita - Problemi che scottano Problemi di etica sanitaria.


A nessuno, anche se debole e inerme, è negata la vittoria della croce, e non v'è uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo. Se giovò a molti che infierivano contro di lui, quanto maggiore beneficio apporterà a coloro che a lui si rivolgono!

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa


“Nonostante la morte sia spesso un tema quasi proibito nella nostra società, e vi sia il tentativo continuo di levare dalla nostra mente il solo pensiero della morte, essa riguarda ciascuno di noi. E davanti a questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo qualcosa che ci inviti a sperare, un segnale che ci dia consolazione, che si apra qualche orizzonte, che offra ancora un futuro. 
La strada della morte, in realtà, è una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità. Solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a partire dalla speranza. 
Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio”.


 (Papa Benedetto XVI, Udienza generale, 2 novembre 2011)



Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 30 dicembre 2011

Le Pratiche penitenziali dai sermoni di Papa San Leone Magno -

Tre cose rientrano nelle pratiche religiose:
la preghiera, il digiuno e l'elemosina.

Infatti, con la preghiera si cerca di rendere propizio Dio;
con il digiuno si estingue la concupiscenza della carne;
con le elemosine si redimono i peccati;
e simultaneamente in tutto ciò
viene rinnovata in noi l'immagine di Dio,
se siamo sempre pronti alla sua lode,
se siamo solleciti di purificarci incessantemente,
se ci dedichiamo senza esitazioni a sostentare il prossimo.


Questa triplice pratica ha in sé gli effetti di tutte le virtù.

E’ essa che fa giungere all’ immagine e somiglianza di Dio
e rende inseparabili dallo Spirito santo.
Con le preghiere resta integra la fede,
con i digiuni la vita si conserva innocente,
con le elemosine diventa benigna la mente
.
(Papa San Leone Magno)
  Fonte: Sermone 12,4


San Leone Magno, con l’aiuto dei Santi Pietro e Paolo, ferma Attila sulla riva del Mincio.
Affresco di Raffaello (1483-1520)
  Stanza di Eliodoro in Vaticano 

buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




martedì 21 settembre 2010

Non ti arrendere mai - Papa San Leone Magno -

Non ti arrendere mai,
neanche quando la fatica si fa sentire,
neanche quando il tuo piede inciampa,
neanche quando i tuoi occhi bruciano,
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,
neanche quando la delusione ti avvilisce,
neanche quando l'errore ti scoraggia,
neanche quando il tradimento ti ferisce,
neanche quando il successo ti abbandona,
neanche quando l'ingratitudine ti sgomenta,
neanche quando l'incomprensione ti circonda,
neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l'aria del niente,
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia...
 Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi... e ricomincia!
 (+Papa San Leone Magno)

Nel 1754 papa Benedetto XIV lo innalzò alla dignità di dottore della Chiesa (doctor ecclesiae). La Chiesa Cattolica Romana, fino al 1971, celebrava la sua festa l' 11 aprile. Da quella data in poi, invece, la memoria viene celebrata il 10 novembre. Le Chiese Ortodosse orientali lo commemorano, invece, il 18 febbraio.

Per saperne di più leggiamo il discorso che  Papa Benedetto XVI  ha tenuto nell'Udienza Generale di mercoledì, 5 marzo 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080305_it.html


Buona giornata a tutti. :-)