Che cos’è l’invidia?
La nostra invidia dimostra che siamo molto lontani dalla
solitudine?
La società ha strumentalizzato l’individuo in così tanti
modi che è praticamente impossibile averne un’idea. Ha creato artifici così
ingegnosi e sottili che è praticamente impossibile riconoscere che si tratta di
artifici tesi a manipolare l’individuo, a distruggere la sua integrità, con
l’intento di privarlo di tutto ciò che possiede, senza destare in lui alcun
sospetto né alcun dubbio su ciò che gli si sta facendo.
L’invidia è uno di questi incredibilmente potenti
artifici.
Sin dalla prima infanzia tutte le società, tutte le
culture, tutte le religioni insegnano a tutti il confronto. E il bambino è
costretto a impararlo. Il bambino è una tabula rasa, un foglio bianco senza
alcuna scritta; quindi, qualsiasi cosa i genitori, gli insegnanti, i preti
scrivano su di lui, lui inizia a credere che quello sia il suo destino, la sua
sorte.
L’uomo viene al mondo con tutte le porte aperte, tutte le
direzioni disponibili; ha tutte le dimensioni possibili tra cui scegliere.
Ma prima che possa scegliere, prima che possa essere,
prima che possa anche solo percepire il suo essere, viene devastato.
L’invidia è uno dei più grandi artifici.
Guardala a fondo: che cosa significa?
Invidia significa vivere nel confronto.
Qualcuno è più in alto di te, qualcuno è più in basso di
te.
Tu sei sempre da qualche parte a metà della scala. Forse
la scala è un cerchio, poiché nessuno riesce a trovarne la fine. Tutti sono
bloccati da qualche parte nel mezzo, tutti sono nel mezzo: la scala sembra una
ruota.
Qualcuno è sopra di te, e la cosa ferisce. Questo ti
porta a lottare, a combattere, ad agire con qualsiasi mezzo; infatti, se hai
successo a nessuno interessa se lo hai avuto correttamente o scorrettamente.
Il successo dimostra che hai ragione; il fallimento
dimostra che hai torto.
Tutto quello che conta è il successo, quindi qualsiasi
mezzo va bene.
Il fine giustifica i mezzi! Pertanto, non devi
preoccuparti dei mezzi, e nessuno se ne preoccupa.
Il punto è come salire più in alto sulla scala. Ma non
arrivi mai in cima. E chi si trova sopra di te crea invidia in te, perché lui
ha avuto successo e tu hai fallito.
Si potrebbe pensare di trascorrere la vita passando da un
gradino all’altro, per poi trovare sempre qualcuno un gradino più in alto.
Non puoi semplicemente saltare giù dalla scala? No, non
puoi. La società è molto astuta, molto furba.
Ha perfezionato, ha raffinato i suoi metodi in migliaia
di anni.
Come mai non riesci a uscire da quel cerchio?
Perché qualcuno è più in basso di te, e questo ti dà
un’enorme soddisfazione.
Naturalmente, se vai avanti così, invidioso e competitivo
verso tutti intorno a te, come puoi arrivare a te stesso? Il mondo è troppo
grande, e ci sono molte persone e tu sei in competizione con tutti… e tu lo
sei!
Qualcuno ha un bel viso, qualcuno ha bei capelli,
qualcuno ha un corpo bello e proporzionato, qualcuno ha un grande intelletto,
qualcuno è un pittore, qualcuno è un poeta…
Come puoi farcela? Tutto questo… e tu da solo a
competere?
Diventerai soltanto matto e questo è ciò che l’intera
umanità ha fatto.
Abbandona la competizione, abbandona l’invidia. È
assolutamente inutile.
È davvero un artificio molto astuto creato in modo che tu
non possa mai essere te stesso, perché questa è la sola cosa che tutte le
vecchie religioni temono.
Se tu sei te stesso hai trovato soddisfazione,
appagamento, estasi.
Quando sei solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato – ed esiste un’incredibile differenza tra l’essere soli e il sentirsi isolati.
Quando ti senti isolato, pensi all’altro, ne senti la mancanza: si tratta di
una condizione negativa.
Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l’altro fosse presente – un amico, la moglie, la madre, la persona amata, il marito.
Sarebbe meglio se l’altro fosse presente, ma l’altro non c’è.
Sentirsi isolati è frutto dell’assenza dell’altro.
La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo.
È una presenza, una presenza che straripa.
Sei così carico di presenza che puoi colmarne l’intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno.
Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l’altro fosse presente – un amico, la moglie, la madre, la persona amata, il marito.
Sarebbe meglio se l’altro fosse presente, ma l’altro non c’è.
Sentirsi isolati è frutto dell’assenza dell’altro.
La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo.
È una presenza, una presenza che straripa.
Sei così carico di presenza che puoi colmarne l’intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno.
Anziché pensare a come ricevere amore, inizia a darlo.
Se lo dai, lo riceverai.
Non esiste altra via.
Se lo dai, lo riceverai.
Non esiste altra via.