La gioia spirituale dipende dalla croce.
Se non
rinnegheremo noi stessi, ci ritroveremo in tutte le cose, e questo è la nostra
infelicità.
Appena cominciamo a rinnegarci, per amore di Dio,
cominciamo a trovare Dio, almeno oscuramente. Poiché Dio è la nostra gioia, la
nostra gioia è proporzionale al rinnegamento della nostra personalità per amore
di Dio.
Dico: rinnegamento per amore di Dio, poiché vi sono
uomini che rinnegano se stessi per amore di se stessi.
Non è complicato condurre una vita spirituale. Ma è
difficile.
Siamo ciechi, e soggetti a mille illusioni.
Dobbiamo aspettarci di
commettere errori quasi a ogni momento.
Dobbiamo essere contenti di cadere
ripetutamente e di ricominciare ogni volta da capo nello sforzo di rinnegarci,
per amore di Dio.
Quando siamo in collera per i nostri errori tendiamo per
lo più a rinnegarci per amore di noi stessi.
Vogliamo liberarci dall'odiosa
cosa che ci ha umiliati.
Nell'impeto di fuggire l'umiliazione dei nostri errori,
cozziamo nell'errore opposto, cercando conforto e compenso. E così consumiamo
la nostra vita a correre avanti e indietro da un affetto all'altro.
Se tutto il
nostro rinnegamento si riduce a questo, i nostri errori non ci saranno mai di
aiuto.
Quando abbiamo commesso un errore non dobbiamo piantare
in asso ciò che stavamo facendo e avviare qualcosa di completamente nuovo, ma
ricominciare da capo la cosa che avevamo iniziato malamente, e cercare, per
amore di Dio, di farla bene.
- Thomas Merton -
7 ottobre 1949, da. "Il segno di Giona", Garzanti, pag. 275
Quo vadis Domine?
La risposta cristiana all'odio
L'inizio della lotta contro l'odio, la fondamentale
risposta cristiana all'odio, non è il comandamento di amare, ma quello che
necessariamente lo precede per renderlo sopportabile e comprensibile, cioè
quello di credere.
La radice dell'amore cristiano non è la volontà di amare, ma
il credere che si è amati. Credere che Dio ci ama.
Credere che Dio ci ama anche
se siamo indegni - o meglio, che Egli ci ama indipendentemente dai nostri
meriti!
In una visione meramente cristiana dell'amore di Dio, il
concetto di dignità perde ogni significato.
La rivelazione della misericordia
di Dio riduce tutto il problema della dignità a qualcosa di quasi irrisorio: la
scoperta che la dignità è di poca importanza (perché nessuno potrebbe mai, di
per se stesso, essere degno di essere amato di un simile amore) è una vera
liberazione di spirito.
E, fintanto che non si giunge a questa scoperta,
fintanto che questa liberazione non è stata operata dalla misericordia divina,
l'uomo rimane prigioniero dell'odio.
- Thomas Merton -
Da: “Nuovi semi di contemplazione”
non ho alcuna idea di dove sto andando,
non vedo la strada che mi è innanzi,
non posso sapere con certezza dove andrà a finire.
E non conosco neppure davvero me stesso,
e il fatto che penso di seguire la tua volontà
non significa che lo stia facendo davvero.
Sono però convinto che il desiderio di compiacerti
in realtà ti compiace.
E spero di averlo in tutte le cose.
Spero di non fare mai nulla senza un tale desiderio.
E so che se agirò così
la mia volontà mi condurrà per la giusta via,
quantunque possa non saperne nulla.
Avrò però sempre fiducia in te
per quanto mi possa sembrare di essere perduto
e avvolto nell’ombra della morte.
Non avrò paura,
perché tu sei sempre con me
e non mi lascerai mai solo di fronte ai pericoli.
- Thomas Merton -
Buona giornata a tutti. :-)