C’era una volta una scuola. Nella scuola c’era una sola
classe. Nella classe c’era un solo maestro.
Nella scuola non c’erano alunni, la classe era vuota e il maestro era sempre
solo. L’uomo era diventato molto triste poiché un maestro senza alunni è come un
poeta senza amore. Proprio nel momento in cui stava per abbandonare la scuola e
cercare un altro lavoro, arrivò in classe il primo alunno.
“Benvenuto”, disse l’insegnante. “Come ti chiami?”
“Il mio nome è Mario”, rispose il bambino.
“Di che religione sei?” domandò il maestro.
“Sono cattolico”, rispose il piccolo.
Allora l’uomo, pensando di fare un piacere a Mario, l’indomani gli fece trovare
un crocifisso sulla parete alle proprie spalle. Il bambino era tutto preso a
fare un disegno e non sembrò affatto più felice del giorno precedente, tuttavia
il maestro si disse che comunque aveva avuto una buona idea.
Poco tempo dopo arrivò in classe una bambina.
“Come ti chiami?” chiese il maestro.
“Il mio nome è Myriam” disse la piccola.
“Di che religione sei?” domandò l’insegnante.
“Sono ebrea” rispose lei.
Allora l’uomo, per non fare un torto a quest’ultima, l’indomani sistemò accanto
al crocifisso la Stella di David. Anche la bambina disegnava assorta e non
dimostrò alcun particolare entusiasmo, ma il maestro pensò che aveva fatto una
cosa giusta.
Passò qualche giorno e un altro alunno arrivò in classe.
“Come ti chiami?” gli domandò l’insegnante.
“Muhammad” rispose il bambino.
“Di che religione sei?” chiese il maestro.
“Sono islamico” rispose il piccolo.
Allora l’uomo, per non far sentire escluso il nuovo arrivato, l’indomani
aggiunse al crocifisso e alla stella di David anche la mezzaluna. Pure
Muhammad, intento a colorare un foglio, non sembrò gioire della cosa come il
maestro si aspettava, ma questi si disse che magari avrebbe gradito più avanti.
Col tempo arrivarono altri alunni, ognuno di una religione diversa, ma tutti
ugualmente amavano disegnare e colorare.
C’era un bambino buddista, uno induista, uno taoista e molti altri ancora.
Ognuno dichiarò di seguire un credo diverso da quello degli altri. La parete
nel frattempo era già piena e il maestro non sapeva come fare per essere equo e
rispettare tutti gli alunni. L’uomo era molto preoccupato e in quel momento si
ricordò dei giorni in cui era tanto triste, perché era solo e la classe era
vuota.
All’indomani i bambini entrarono in classe e trovarono la parete completamente
vuota.
Il maestro si aspettava che gli alunni se ne accorgessero e gliene chiedessero
conto, ma nessuno all’inizio sembrò dare importanza alla cosa.
Dopo qualche minuto uno di loro richiamò l’attenzione dell’uomo con la manina
alzata: “Maestro …”
“Sì?” fece quest’ultimo.
“Posso attaccare il mio disegno sul muro dietro di lei?” chiese il piccolo.
“Anch’io!” esclamò una bimba.
“Pure io!” gridò un’altra.
“Anche io voglio attaccare il mio disegno!” strillò un altro ancora e così
tutti gli altri.
E fu così che il maestro scoprì che era molto meglio ricoprire la parete con i
sogni dei bambini, che con i bisogni dei grandi.
- Alessandro Ghebreigziabiher –
Verso Dio, come attraverso i gradini di una scala, si
sale sino a raggiungere e quasi afferrare il Sommo Bene e in Lui trovare la
nostra felicità e la nostra pace.
Quanto sarebbe utile che anche oggi si riscoprisse la
bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine!
- Papa Benedetto XVI -
dal "Discorso alla cittadinanza di
Bagnoregio" - 06 settembre 2009
«La bellezza - dice Dimitri Karamazov - è una cosa
terribile e paurosa, perché è indefinibile e definirla non si può, perché Dio
non ci ha dato che enigmi.
Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni
coesistono.
La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile,
ma è anche un mistero.
È qui che Satana lotta con Dio e il loro campo di
battaglia è il cuore dell’uomo».
Da: I fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij
Buona giornata a tutti. :-)