martedì 9 dicembre 2014

Il piccolo grande presepe dei dimenticati - Davide Rondoni -

E' un presepe strano. Il presepe dei poveri della cronaca.
Vorrei fare un presepe con i nomi che ci hanno commosso, che hanno suscitato forti sentimenti con le loro storie dure lanciate dai media e poi se ne sono andati nell'oblio di tutti, tranne di quelli che li hanno amati veramente. 
Un presepe degli esibiti e poi dimenticati.
Presepe di Arianna, ad esempio, che fu uccisa insieme alla madre dal padre marocchino a Treviso. E presepe del marito di Monica, che era uscito per andare a prender le pizze per la moglie e i due piccoli e al ritorno ha trovato lei con il coltello in mano e il cadavere di Alessandro, tre anni.
Presepe di quei duecentotredici o duecentocinquantasette o quanti erano che affondarono davanti alle coste libiche. 
Senza nome, proprio come le statuine del presepe, identificabili per qualcosa che fanno, o che gli succede (il filatore, il panettiere, quello che ha un colpo di sonno davanti a Dio…).
Presepe del sorriso di Rachida, marocchina, liberata a Limbiate, Milano, dopo dieci anni di schiavitù del clan di zingari che l'aveva rapita in Marocco. 
O della fisarmonica di Petru, che suonava alla fermata Montesanto a Napoli, e il 26 maggio cadde colpito a caso durante la sparatoria di otto sicari di camorra, davanti alle telecamere.
Davanti alla grotta con il Bambino, sotto la stella, mettiamo questa sfilza di poveri nomi sparati a caratteri cubitali o nei titoli che corrono sugli schermi di tutti, per uscire dal lato che sembra portare al niente.
Invece, no: memoria e presepe di questi e degli infiniti altri che riemergono negli archivi della mente o del web, chiamata anche di questi sperduti di fronte al segno universale di speranza, di loro non più solo come nomi da dare in pasto al circo dei media ma da posare, delicatamente, tra il muschio e i sassolini, come per un'offerta, un risarcimento, un omaggio.
Perché il presepe, si sa, è la festa umile e altissima delle comparse. 
Di coloro che hanno valore per il fatto solo d'esserci. Il Dio che s'è incarnato per risarcire e salvare le comparse nel teatro del mondo che sembra dominato dai potenti e dai famosi accetterà anche questo strano presepe, fatto di ritagli di giornale, di vite illuminate per un attimo dai faretti televisivi, e di senza più fama.
Perché è Natale anche nelle redazioni dei giornali e dei network di media. 
E ognuno deve mettere nel presepe qualcosa di caro.
Quei nomi sono la cosa più cara, più onorevole, più importante nel lavoro non facile di dare e commentare le notizie.

Davide Rondoni
Da: Il Sole 24Ore del 24/12/2009






La nostra serenità dipende più da quello che abbiamo nel cuore, che non da ciò che abbiamo nel portafoglio. Ci sono persone che hanno tutto e sono tristi come se non avessero nulla. Ci poi altre persone che hanno solo il minimo per vivere e sorridono come se avessero tutto. Perché la povertà spesso profuma di dignità.

- Agostino Degas -






Non pregano e non vanno in Chiesa la domenica.
Loro, i poveri, rimangono sulla porta.
Dentro c'è troppa luce e troppa ricchezza.
Entreranno nelle Chiese durante la settimana, quando è tutto buio, quando non c'è nessuno, per sedersi su un banco, non per pregare ma per dormire e riposare i piedi stanchi. 
Ma quella per Gesù, che fu povero come loro, sarà la preghiera più bella.

(Don Mario Picchi) 




Aragorn : Figli di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! 
Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! 
Ci sarà l'ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l'era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! 
Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, v'invito a resistere! Uomini dell'Ovest! 

da: Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re




Buona giornata a tutti. :-)