Tu sei in verità, Signore, una sorgente
pura e inesauribile di bontà.
Ci hai rigettati e di nuovo ci hai accolti
con misericordia.
Ci hai odiato e ti sei riconciliato, ci hai
maledetti e ci hai benedetti.
Ci hai cacciato dal paradiso e ci hai
ricondotti;
ci hai tolto gli abiti di foglie per
rivestirci di un mantello regale.
Hai aperto le porte della prigione, per
liberare i condannati.
Con un’acqua pura ci aspergi, per
purificarci delle nostre lordure.
Adamo ormai non dovrà più arrossire, quando
tu lo chiamerai,
mai più la sua coscienza lo tradirà,
non dovrà più nascondersi sotto l’albero
del giardino.
La spada di fuoco non chiuderà la porta del
paradiso,
e non impedirà più di entrare a coloro che
si avvicinano.
Tutto è cambiato per noi, che avevamo
ereditato il peccato, in gioia splendente, e noi vediamo aprirsi il paradiso, fino al
cielo.
Il creato, terra e cielo, la cui unità fu
allora spezzata, ritorna all’antica amicizia;
gli uomini si uniscono agli angeli nella
lode di Dio.
Per questo vogliamo intonare a Dio il
cantico dell’allegrezza,
che una voce, sotto l’azione dello Spirito,
ha una volta cantato profeticamente:
La mia anima è rapita di gioia nel Signore,
perché mi ha ricoperto con le vesti della
salvezza,
mi ha ornata col mantello della letizia;
come al fidanzato, pose sulla mia testa il
diadema, come la fidanzata, mi ornò di gioielli!
Colui che adorna la fidanzata è
necessariamente il Cristo che è stato e sarà benedetto ora e
nell’eternità. Amen.
Gregorio di Nissa (IV secolo)
«Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono
ali come di aquila, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi»
(Isaia
40, 31)
«Con tutta l’intensità con la quale si può essere
superbi di una religione radicata nell’umiltà, mi sento molto orgoglioso della
mia religione: e mi danno un senso di particolare orgoglio quelle parti della
mia religione, che quasi tutti chiamano
superstizione.
Mi glorio d’essere incatenato da dogmi antiquati e
di essere lo schiavo di credi morti (come i miei amici dediti al giornalismo
ripetono con tanta ostinazione), perché so molto bene che morti sono i credi
eretici e che solamente il dogma ragionevole ha una vita così lunga da poter
essere chiamato antiquato.
Mi glorio di ciò che la gente chiama il mestiere,
le arti del prete, perché proprio questo termine insultante, di seconda mano,
esprime la verità medioevale che un prete, come ogni altro uomo, dovrebbe essere
un artigiano.
Mi glorio di ciò che la gente chiama Mariolatria:
fu essa che diede alla religione, nelle età più oscure, quell’elemento di
cavalleria che ora trova la sua espressione nella forma ammuffita ed
ammaliziata del femminismo.
Mi glorio di essere ortodosso in ciò che riguarda i
misteri della Trinità e della Messa; mi glorio di credere nel confessionale; mi
glorio di credere nel Papato».
- Gilbert Keith Chesterton -
“Come essere un pazzo”, in “Autobiografia”
- Jacques Leclerc -
“Come essere un pazzo”, in “Autobiografia”
Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia.
Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della
tenerezza.
- Jacques Leclerc -
Come segno sul tuo cuore
Buona giornata a tutti :-)